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Le reti oncologiche regionali. Valeria D. Tozzi Milano, 11 Giugno 2013. Agenda. Dalla teoria alla pratica: le specificità delle reti cliniche Lezioni apprese nell’esperienza di rete in oncologia in Italia. Valeria D. Tozzi. Alcune evidenze dalla teorie sulle reti.
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Le reti oncologiche regionali • Valeria D. Tozzi • Milano, 11 Giugno 2013
Agenda • Dalla teoria alla pratica: le specificità delle reti cliniche • Lezioni apprese nell’esperienza di rete in oncologia in Italia Valeria D. Tozzi
Alcune evidenze dalla teorie sulle reti • Le reti nascono quando i sistemi si riempiono di connessioni • Esse funzionano se le spinte collaborative bilanciano quelle competitive • I nodi della rete accettano le condizioni del “gioco di rete” • Le reti complesse devono essere managed
Cosa è una rete clinica? • “Linkedgroupsofprofessionalsfromprimary, secondary and tertiary care working in a coordinatedmannerunconstrainedbyexistingprofessional and existingorganisationalboundariestoensureequitableprovisionof high qualityeffectiveservices” (Our National Health 2000). Integrazione verticale • “A network modeloforganizationhasbeenadoptedtopromotecomunication in the delivery ofcancerservicesacrosscomplexpatientpathwayswhichmay involve a largenumberofdifferenthealth care providers” (Ferlie, 2004) Integrazione orizzontale Valeria D. Tozzi
Le dimensioni “deliberate” dell’organizzazione a rete • Bilanciamento tra integrazione verticale della filiera istituzionale (aspetto gestionale) degli attori e integrazione orizzontale che dipende dalla relazione professionale
Strategic Health Authority Network Board (Chief Executives of network organisations including PCTs, acute trusts and voluntary sector organisations) Commissioning Group (PCTs) Network Management Team (eg. Medical Director, Director, Nurse Director, Service Improvement Lead, Admin Staff etc) Tumour Groups (eg. Partnership Group Generic Groups (eg. breast, colorectal, lung (Patient and Carer radiotherapy, etc) Forum) chemotherapy) La necessità di essere managed • le N organizationsnascono a compensazione dell’internalmarket nell’UK nel tentativo di organizzare le reti informali tra i professionisti. • Le prime reti sono state in oncologia ed in cardiologia Addicott, (2006)
I diversi livelli di complessità delle reti cliniche Coordinamento nazionale Managed care network - Complessità + Coordinamento regionale Coordinamento interaziendale Managedclinical network Enclave network Coordinamento infra aziendale Gestione in rete dei PDTA Rete tra UUOO di oncologia Rete professionale
La diffusione delle reti cliniche in Italia • 94 reti cliniche regionali censite in 17 contesti; circa 200 in 21 Regioni nel 2012 • Le reti più antiche sono quelle oncologiche e cardiovascolari • Tra il 2002 ed il 2005 c’è stato il boom della programmazione regionale (PSR) attraverso le reti cliniche • Grande attenzione al tema delle reti di interlocutori “centrali” del SSN (ad es. Agenas) • Le società scientifiche riflettono su queste nuove forme di organizzazione dei servizi di specialità
Lezioni apprese dall’osservazione delle reti oncologiche in Italia • La storia della comunità professionale e le scelte politico istituzionali delle Regioni sono alla base delle configurazioni assunte dalle reti Contingenza delle formule di rete esperite • In quanto “forme ibride di organizzazione”, i clinicalnetworksmutano nel tempo in ragione delle dinamiche in seno alla comunità professionale e alle politiche regionali E’ in corso un processo di formalizzazione e istituzionalizzazione delle reti Gerarchia Mercato Istituzionalizzazione Coordinamento Inter-istituzionale Ruoli di Coordinamento Reti Professionali Reti Oncologiche di Toscana e Romagna Reti Oncologiche di Piemonte e Val d’Aosta Rete Oncologica Lombarda Rete Oncologica del Friuli Venezia Giulia e della PA di Trento
Lezioni apprese dall’osservazione delle reti oncologiche in Italia • L’avvio di managed care networks è preceduto dal consolidamento di esperienze di confronto e condivisione professionale nella gestione del malato (ad es. audit, attività multidisciplinare). • Ciascuna esperienza ha dimostrato che esistono “economie di dimensione” per garantire il governo della rete: 1,5 mln ab. (poco inferiore ai cancernetworksinglesi) con partizioni in sub bacini . È in corso un processo di “rafforzamento” delle partizioni territoriali (DIPO, Area Vasta, ecc) • Le scelte in merito al modello hub & spokesono frutto di scelte regionali sugli investimenti e sulle tecnologie; le comunità professionali orientano verso soluzioni poli /antenne e verso l’integrazione verticale e orizzontale Valeria D. Tozzi
Lezioni apprese dall’osservazione delle reti oncologiche in Italia • La composizione degli organi di governo della rete ne definisce gli interessi rappresentati: poco rappresentati le direzioni delle aziende, il terzo settore, i pazienti, i professionisti del “territorio”, le professionalità infermieristiche e gli psicologi • Alcune volte gli obiettivi posti dalla rete non sono coerenti con quelli aziendali o con le scelte dell’azienda • Le reti hanno sostenuto la diffusione del sapere professionale e delle pratiche orientate all’evidenza Valeria D. Tozzi
Lezioni apprese dall’osservazione delle reti oncologiche in Italia • Partecipare alle iniziative di rete ha fatto conoscere pratiche organizzative adottate all’interno delle diverse UUOO e diffuso sapere gestionale • Iniziale tensione all’analisi dei consumi medi/pz per la ricostruzione dei consumi speciali di PDTA per lo sviluppo di logiche di finanziamento per patologia • Progressivo investimento sui sistemi di monitoraggio della rete per la verifica della migliore capacità di presa in carico (ruolo centrale dei sistemi informativi)
Grazie • Valeria D. Tozzi (valeria.tozzi@unibocconi.it)