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Incontri di formazione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro: RISCHIO AMIANTO

Incontri di formazione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro: RISCHIO AMIANTO Titolo VI bis del D.Lgs 626/94 Decreti d’attuazione alla L. 257/92. Novara, 25.05.2007. Tecnico della Prevenzione Rossano Tozzi. Che cos’è l’amianto?. AMIANTO (nome commerciale) = ASBESTO =

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Incontri di formazione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro: RISCHIO AMIANTO

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Presentation Transcript


  1. Incontri di formazione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro: RISCHIO AMIANTO Titolo VI bis del D.Lgs 626/94 Decreti d’attuazione alla L. 257/92 Novara, 25.05.2007 Tecnico della Prevenzione Rossano Tozzi

  2. Che cos’è l’amianto? AMIANTO (nome commerciale) = ASBESTO = INESTINGUIBILE, INDISTRUTTIBILE, INCORRUTTIBILE E’ un minerale naturale a struttura fibrosa Si ottiene facilmente dalla roccia madre, in genere in miniere a cielo aperto

  3. PRODUZIONE NEL XXSECOLO IL MAGGIOR PRODUTTORE MONDIALE DI AMIANTO E’ STATA L’UNIONE SOVIETICA CON IL 50% DELLA PRODUZIONE LA PRODUZIONE DELL’ITALIA ERA DEL 2,5% DI QUELLA MONDIALE 100.000 TONNELLATE NEL 1987 stima di 1 miliardo di mq di lastre poste in opera BALANGERO (PIEMONTE) amianto a fibra corta VAL MALENCO (SONDRIO) amianto a fibra lunga PRINCIPALI CAVE ITALIANE

  4. Tipi di amianto Esistono 6 tipi merceologici di amianto questi sono distinguibili solo al microscopio (ingrandimento 150 volte) in base alla differente colorazione e conformazione delle fibre Dal punto di vista mineralogico esistono due grandi gruppi: Serpentino (silicato di magnesio) CRISOTILO (amianto bianco) dal greco: fibra d’oro è stato il più utilizzato c.a. 80% del totale il relazione alle caratteristiche refrattarie e di resistenza meccanica

  5. ACTINOLITE dal greco: pietra raggiata TREMOLITE dal nome della Val Tremola (Svizzera) ANTOFILLITE dal greco: garofano AMOSITE (amianto bruno) Asbestos Mines of South Africa CROCIDOLITE (amianto blu) dal greco: fiocco di lana Anfiboli (silicati di calcio e magnesio)

  6. L’AMIANTO Fibre di crocidolite Fibra di crisotilo

  7. CARATTERISTICHE DELLE FIBRE DI AMIANTO La fibrosità FIBRA (DEFINIZIONE): UNA QUALUNQUE PARTICELLA CHE PRESENTA FORMA ALLUNGATA LUNGO UNA DIREZIONE PREFERENZIALE UNA PARTICELLA SI DEFINISCE A FORMA FIBROSA QUANDO LA SUA LUNGHEZZA E’ MAGGIORE DI 3 VOLTE LA LARGHEZZA

  8. L’AMIANTO Le fibre inalate con diametro < 3 μ penetrano nelle vie respiratorie e restano nei polmoni. Le fibre di CRISOTILO, ricurve, penetrano meno di quelle di ANFIBOLI, che sono dritte. Una parte delle fibre più corte viene allontanata dal sistema di depurazione. Un’altra frazione (specie gli ANFIBOLI), viene ricoperta da un complesso proteine/ferro, con formazione dei CORPUSCOLI DELL’ASBESTO

  9. Le prime norme • La prima norma italiana, che prende in considerazione il rischio amianto, è del 1936 (R.D. n. 1720/36). • Viene specificata la tipologia dei lavori pericolosi, faticosi ed insalubri, tra questi: • le lavorazioni d’amianto, limitatamente alle operazioni di mescola, filatura e tessitura; • la macinazione di amianto, calce, gesso, cementi. • Con il DPR n. 303/56 vengono affrontate le problematiche relative alla tutela dell’igiene dei lavoratori, quindi anche quelli esposti alle polveri d’amianto.

  10. Decreto Ministeriale 12 febbraio 1971 • Il legislatore aveva disposto che le aziende, produttrici di amianto e di manufatti contenenti amianto, venissero: • classificate come “Industrie Insalubridi I Classe”; • collocate fuori dall’abitato, fatte salve quelle aziende il cui titolare avesse dimostrato di aver adottato tutte le cautele/tecnologie atte a ridurre il rischioprovocato dall’attività.

  11. … successivamente • Nel marzo del 1978, l’organizzazione statunitense E.P.A. (Environmental protection Agency) promulgò la prima direttiva con riferimento alle condizioni per le operazioni di lavoro in presenza di amianto; • Dopo anni di studio, aumentava sempre più la consapevolezza e la certezza che l’esposizione professionale, alle polveri di amianto, era in grado di esporre, non solo al rischio di contrarre l’asbestosi, ma anche il cancro.

  12. D.P.R. n. 215/88 D.Lgs. n. 277/91 Legge n. 257/92 Decreti attuativi La legislazione statale Ordinanza ministeriale del 26/06/86 ABBROGATO E sostituito con il titolo VI-Bis D.Lgs. 626/94 (D.Lgs. 257/2006)

  13. L’ O.M.S. del 26/06/86 è il primo provvedimento restrittivo emanato in materia di amianto; Introduce restrizioni all’immissione sul mercato ed all’uso della crocidolite e dei prodotti che lo contengono. Con la Circolare esplicativa del 1 luglio 1986 n. 42, si limita in pratica il divieto d’uso della crocidolite alle tubazioni in cemento amianto, per l’adduzione d’acqua potabile aggressiva, cioè in grado di corrodere le tubazioni. Restrizione nell’uso della crocidolite

  14. D.P.R. n. 215/88 • Regola le restrizioni in materia di immissione sul mercato e commercializzazione nel territorio nazionale dell'amianto e dei prodotti che lo contengono. • Sono vietate l'immissione sul mercato e la commercializzazione della crocidolite e dei prodotti che la contengono.

  15. Recepimento delle Direttive Comunitarie • L’O.M.S. ritiene impossibile valutare una concentrazione nell’aria d’amianto, tale da garantire un rischio nullo per la popolazione. • Negli anni ’80 vennero emanate 5 Direttive comunitarie, recepite con il D.Lgs. 15/08/91 n.277 a tutela dei lavoratori esposti a: rumore - piombo ed amianto. • Questa nuova Norma, essendo specifica, prevale sulle misure e le cautele disposte dal DPR 303/56.

  16. D.Lgs. 15/08/1991 n. 277 capo III (ABROGATO) Non vieta totalmente l’uso dell’amianto ma tratta le problematiche attinenti la salute degli esposti • Viene vietato l’utilizzo dell’amianto in forma isolante (a bassa densità) e a spruzzo; • Introduce i rischi connessi all’esposizione ad amianto; • introduce lo strumento del “piano di lavoro”, per interventi di bonifica di manufatti contenenti amianto, finalizzato a tutelare sia la salute degli operatori che dell’ambiente.

  17. D.Lgs. 15/08/1991 n. 277 capo III (ABROGATO) • Inoltre: • vengono maggiormente responsabilizzati il datore di lavoro, i dirigenti ed i preposti. • Entrano nel processo di prevenzione (e controllo del rischio) “figure” innovative, ovvero: • il medico competente (in possesso della specialità in Medicina del Lavoro o equipollente), • i rappresentanti dei lavoratori. • Diventano “soggetti attivi” anche i lavoratori ed i loro rappresentanti.

  18. La normativa sino ad ora esaminata ha: tenuto viva l’attenzione sul “problema amianto”, portato alla decisione politica, di: VIETAREl’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione dell’amianto e/o di manufatti che lo contengono. Legge n. 257 del 27 marzo 1992(Cessazionenell’uso di materiale contenente amianto)

  19. Legge n. 257 del 27 marzo 1992 • DIVIETO DI ESTRAZIONE, IMPORTAZIONE, ESPORTAZIONE, COMMERCIALIZZAZIONE, PRODUZIONE DI AMIANTO O PRODOTTI CONTENENTI AMIANTO. TERMINE ULTIMO 1994 • ISTITUZIONE COMMISSIONE PER LA VALUTAZIONE DEI PROBLEMI AMBIENTALI E DEI RISCHI SANITARI CONNESSI ALL’IMPIEGO DELL’AMIANTO • INTRODUCE L’OBBLIGO DI UNA RELAZIONE ANNUALE DA PARTE DELLE IMPRESE CHE UTILIZZANO AMIANTO O SVOLGONO ATTIVITA’ DI BONIFICA O SMALTIMENTO DI AMIANTO, DA INVIARE ALLE USL, CHE PREDISPONGONO RELAZIONI ANNUALI SULLE CONDIZIONI DEI LAVORATORI ESPOSTI (art. 9).

  20. Legge n. 257 del 27 marzo 1992 • CONTENUTI DELLA RELAZIONE ANNUALE DELLE IMPRESE: • tipi e quantità di amianto utilizzati e dei rifiuti di amianto oggetto dello smaltimento o della bonifica • attività svolte, procedimenti applicati, numero e dati anagrafici degli addetti, carattere e durata delle loro attività, dati espositivi • caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto • misure adottate o in via di adozione ai fini della tutela della salute dei lavoratori e della tutela dell’ambiente

  21. Legge n. 257 del 27 marzo 1992 • La Commissione per la valutazione dei problemi ambientali e dei rischi sanitari connessi all’impiego dell’amianto PREDISPONE • Normative e metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l’amianto • EMANATE CON DECRETO DA MINISTERO DELLA SANITA’ (D.M. 6 settembre 1994…)

  22. Il Decreto 6 settembre 1994 • Composto da sette sezioni: • localizzazione e caratterizzazione delle strutture edilizie; • valutazione del rischio • metodi di bonifica • programma di controllo e manutenzione di materiali contenenti amianto • misure di sicurezza da rispettare durante la bonifica • criteri da adottarsi per la “restituibilità” di ambienti bonificati • rimozione di coperture in cemento amianto

  23. Classificazione dei materiali contenenti amianto • I materiali contenenti amianto presenti negli edifici possono essere divisi in tre grandi categorie: • 1) materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola; • 2) rivestimenti isolanti di tubi e caldaie; • 3)una miscellanea di altri materiali comprendente, in particolare, pannelli ad alta densità (cemento-amianto), pannelli a bassa densità (cartoni) e prodotti tessili. LOCALIZZAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE EDILIZIE

  24. Utilizzo nell’industria • IMPASTATO CON ALTRI MATERIALI: • Amianto a spruzzo: • isolante termico nei cicli ad alte temperature (es. centrali termiche, stabilimenti chimici e siderurgici, fonderie, ind. ceramica e laterizi…) • isolante termico nei cicli con basse temperature (es. impianti • frigoriferi o di condizionamento…) • isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per imp. elettrici • nel settore trasporti per coibentare treni, navi, autobus...

  25. Utilizzo nell’edilizia • INTONACI: • Con malta tradizionale • A spruzzo

  26. Utilizzo nell’industria • TESSITURA: • corde - nastri - guaine: • fasciare tubazioni calde per evitare ustioni

  27. Corde in crisotilo (nuove)

  28. Corde in crisotilo degradate

  29. Utilizzo nell’edilizia • ETERNIT O CEMENTO-AMIANTO: • Canne fumarie

  30. Utilizzo nell’edilizia • ETERNIT O CEMENTO-AMIANTO: • Tubi: • acquedotti • fognature • Serbatoi

  31. Cartoni di amianto -per guarnizioni

  32. Piastrelle vinil-amianto (crisotilo)

  33. DEFINIZIONI • Friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale • Compatti: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l'impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, ecc.)

  34. Campionamento ed analisi dei materiali • Prima di procedere al campionamento dei materiali: • 1) Ricerca e verifica della documentazione tecnica disponibile sull'edificio, per accertarsi dei vari tipi di materiali usati nella sua costruzione,………. • 2) Ispezione diretta dei materiali per identificare quelli friabili e potenzialmente contenenti fibre di amianto. • 3) Verifica dello stato di conservazione dei materiali friabili, per fornire una prima valutazione approssimativa sul potenziale di rilascio di fibre nell'ambiente. • 4) Campionamento dei materiali friabili sospetti, e invio presso un centro attrezzato, per la conferma analitica della presenza e del contenuto di amianto. • 5) Mappatura delle zone in cui sono presenti materiali contenenti amianto. • 6) Registrazione di tutte le informazioni raccolte in apposite schede da conservare come documentazione e da rilasciare anche ai responsabili dell'edificio

  35. VALUTAZIONE DEL RISCHIO • Per la valutazione della potenziale esposizione a fibre di amianto del personale presente nell'edificio sono utilizzabili due tipi di criteri: • - l'esame delle condizioni dell'installazione, al fine di stimare il pericolo di un rilascio di fibre dal materiale; • - la misura della concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all'interno dell'edificio (monitoraggio ambientale).

  36. Diagramma di flusso del processo di scelta del metodo di bonifica dei manufatti contenenti amianto (D.M. 20/08/1999) Tabella 1 - Diagramma di flusso del processo di scelta del metodo di bonofica dei manufatti contenenti amianto_

  37. Esito della valutazione del rischio Se il materiale, contenente amianto friabile o compatto, risulta non integro si rende necessario ed inderogabile un intervento di bonifica • Incapsulamento • Confinamento • Sovracopertura • Rimozione

  38. Interventi di bonifica L’incapsulamento risulta essere poco efficace il materiale friabile, sul quale viene cosparso l’incapsulante, tende a sgretolarsi, rendendo inutile il tentativo di evitare l’aerodispersione delle fibre di amianto. • il materiale friabile è soggetto ad una notevole usura; • peggiorando nel tempo il suo stato, la rimozione risulta quasi obbligatoria. Il confinamento è daritenersi un’operazionedi “tamponamento”

  39. Interventi di bonifica La rimozione è il metodo di bonifica ideale Deve essere redatto un apposito piano di lavoro Vanno rispettate ed indicate le procedure per eseguire l’intervento, che si possono riassumere nelle seguenti fasi: • Allestimento del cantiere e confinamento; • Unità di decontaminazione; • Collaudo del cantiere (amianto friabile); • Bonifica; • Pulizia e decontaminazione dell’area; • Restituibilità dell’area bonificata (amianto friabile).

  40. Materiali friabili

  41. Collaudo cantiere: prova fumi

  42. Unità didecontaminazione • a) Locale di equipaggiamento • b) Locale doccia. • c) Chiusa d'aria. • d) Locale incontaminato (spogliatoio)

  43. MONITORAGGIO AMBIENTALE • Durante l'intervento di bonifica dovrà essere garantito a carico del committente dei lavori un monitoraggio ambientale delle fibre aerodisperse nelle aree circostanti il cantiere di bonifica al fine di individuare tempestivamente un'eventuale diffusione di fibre di amianto nelle aree incontaminate.

  44. Criteri per la certificazione della restituibilità.I locali dovranno essere riconsegnati a conclusione dei lavori di bonifica con certificazioni finali attestanti che:a) sono state eseguite, nei locali bonificati, valutazioni della concentrazione di fibre di amianto aerodisperse mediane l'uso della microscopia elettronica in scansione;b) è presente, nei locali stessi, una concentrazione media di fibre aerodisperse non superiore alle 2 ff/l.

  45. “glove-bag” • Per “glove bag” si intende: • (* Letteralmente, "sacco con i guanti", nome in inglese dato ai sacchi (in polietilene) utilizzati per questo tipo di operazione di rimozione *). • ^^^ La tecnica utilizzata per la rimozione di superfici di coibentazione di piccola dimensione riguardanti, ad esempio, tubazioni, valvole, giunzioni, ecc.;

  46. “glove-bag” • Le procedure preliminari • Verificare la temperatura delle tubazioni • circoscrivere l’area di lavoro, realizzando (per quanto possibile) un “confinamento statico”; • indossare i DPI • introdurre nel glove-bag tutti gli attrezzi necessari alla rimozione del coibente, incluso uno spruzzatore contenente il liquido per inibire il materiale da rimuovere; • posizionare il glove bag sulla parte di tubazione, cui va tolto il coibente.

  47. Posizionamento del glove-bag

  48. Confinamento • Rispetto all'incapsulamento, ha il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti. • Necessita: • sempre di un programma di controllo e manutenzione per la verifica delle sue idonee condizioni. • Consiste : • in un trattamento con un incapsulante, per evitare il rilascio di fibre all'interno del confinamento; • nell’installazione di una barrieraa tenuta, che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio.

  49. Esempio su tubazione

  50. Soffitto - Prima Materiale contenente amianto (pannelli soffitto)

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