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Raccomandazione: Le parole tecniche devono essere tradotte nel linguaggio corrente.

2. Parole tecniche Il linguaggio amministrativo è ricco di espressioni tecniche, tipiche del linguaggio giuridico ( ammenda, oblazione, rogito, derogatorio … ) . Raccomandazione: Le parole tecniche devono essere tradotte nel linguaggio corrente.

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Raccomandazione: Le parole tecniche devono essere tradotte nel linguaggio corrente.

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Presentation Transcript


  1. 2. Parole tecniche Il linguaggio amministrativo è ricco di espressioni tecniche, tipiche del linguaggio giuridico (ammenda, oblazione, rogito, derogatorio …). Raccomandazione: Le parole tecniche devono essere tradotte nel linguaggio corrente. Se la traduzione non è possibile, perché farebbe perdere il significato, bisogna almeno evidenziarle (per es., in neretto) e spiegarle in un “glossario” alla fine del testo.

  2. 3. Ancora parole tecnicheAlcune espressioni tecniche del linguaggio amministrativo sono parole del linguaggio comune usate però con un significato speciale ( es.: ripetere una somma = «restituire una somma») Raccomandazione: Meglio evitare queste parole. Se non lo si può fare, allora fare molta attenzione a non confondere il lettore e a impedirgli di interpretare la parola nel senso comune, evidenziandola e spiegandola poi nel “glossario” finale.

  3. 4. Parole arcaiche Il linguaggio amministrativo è ricco di: - arcaismi (testè, altresì, all’uopo…), - locuzioni solenni (la Signoria Vostra, rendere omaggio, fare obbligo…), - formule stereotipate (netto rifiuto, autorità competente…) Raccomandazione: Evitare gli arcaismi. Eliminare, per il possibile, le locuzioni solenni e le formule stereotipate: Es.: rendere omaggio ––> salutare Es.: ”I cittadini soggetti passivi di provvedimenti esecutivi di rilascio eseguiti, eseguibili ed esecutivi …” ––> “I cittadini sfrattati …..”

  4. Un esempio 1. La presente legge regionale e' dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Liguria. Riscrittura: Tutti i cittadini devono rispettarla e farla rispettare come legge della Regione Liguria

  5. 5. Sostantivi e verbi Nel linguaggio amministrativo sono frequenti: - sostantivi derivati da verbi (utilizzo da utilizzare, condono da condonare…),- verbi derivati da sostantivi (disdettare da disdetta, referenziare da referenza) Raccomandazione: Sostituire i sostantivi deverbali con parole più comuni: Es.: utilizzo ––> uso; la revoca ––> l’annullare riordino ––> riordinamento Sostituire i verbi denominali con la costruzione verbo+complemento: Es.: disdettare ––> dare disdetta referenziare ––> dare referenze

  6. 6. Congiunzioni e modi del verbo Nel linguaggio amministrativo si usa il congiuntivo anche quando si potrebbe usare l’indicativo Raccomandazione: Si può evitare il congiuntivo scegliendo altre congiunzioni che si usano con l’indicativo: Es.: esco benchépiova ––> esco anche sepiove

  7. 7. Parole astratte Il linguaggio amministrativo usa spesso parole astratte e generali. Raccomandazione: Sostituire le parole generiche e astratte con parole concrete, tutte le volte che è possibile senza cambiare il significato : Es.: liquidità ––> soldi

  8. 8. Parole di origine straniera (anche greco-latina) Il linguaggio amministrativo usa spesso parole straniere (project manager, city manager…) di origine straniera (vigesimo quarto). Raccomandazione: Quando è possibile, sostituire le parole straniere o di origine straniera con i corrispondenti italiani : Es.: project manager ––> direttore del progetto vigesimo quarto ––> ventiquattresimo

  9. 9. Locuzioni complesse Il linguaggio amministrativo usa spesso: - locuzioni preposizionali (al fine di, allo scopo di )- locuzioni congiunzionali (a condizione che..). Raccomandazione: Quando è possibile, sostituire locuzioni preposizionali e locuzioni congiunzionali con preposizioni e congiunzioni semplici, che alleggeriscono e abbreviano il testo: Es.: al fine di, allo scopo di ––> per a condizione che ––> se

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