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Carlo Alberto Goldoni Lucia Giovannetti Silvia Patriarca Gianfranco De Girolamo

Incidenza dei tumori e mortalità: l’uso dei data base di Registri Tumori e di Mortalità per la valutazione dell’attendibilità della causa di morte. L’esperienza dello Studio Impatto. Carlo Alberto Goldoni Lucia Giovannetti Silvia Patriarca Gianfranco De Girolamo Massimiliano Marino

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Presentation Transcript


  1. Incidenza dei tumori e mortalità: l’uso dei data base di Registri Tumori e di Mortalità per la valutazione dell’attendibilità della causa di morte. L’esperienza dello Studio Impatto Carlo Alberto Goldoni Lucia Giovannetti Silvia Patriarca Gianfranco De Girolamo Massimiliano Marino e il Gruppo “Studio Impatto”

  2. La procedura che porta alla identificazione della causa di morte, può essere distinta in tre fasi principali: Diagnosi Certificazione Codifica

  3. In ognuna di queste fasi possono verificarsi degli errori, sistematici o casuali, che producono una errata classificazione della causa di morte. La patologia che comparirà per quel soggetto nelle statistiche di mortalità non sarà quindi corrispondente alla patologia che ha determinato il decesso, secondo la definizione di causa di decesso data dall’ ICD: “La malattia o il traumatismo che avvia il concatenamento degli eventi morbosi che conduce direttamente a morte, o l’insieme delle circostanze dell’accidente o della violenza che hanno provocata la lesione traumatica mortale”

  4. da C. Schairer et al. Probabilities of Death From Breast Cancer and Other Causes Among Female Breast Cancer Patients JNCI, 96, 17, 1311-1321, 2004

  5. IPOTESI Lo studio si propone di valutare se la diagnosi antecedente di Tumore maligno della mammella (TMM) possa influenzare la certificazione e la codifica della causa di morte indipendentemente dal ruolo causale del tumore stesso e, in caso affermativo, se ciò avviene in modo differenziale fra tumori screen detected e non screen detected.

  6. CONFRONTO CODIFICA: un campione di 741 schede di morte è stato ricodificato in cieco da tre codificatori esperti, viene valutato l’indice di concordanza K tra i codificatori. RISULTATI si osserva una ottima concordanza fra i tre codificatori, l’indice K è 0,8848 se si considerano tutte le codifiche, 0,9355 se i dati sono ricodificati in modo binario (tumore mammella e altro).

  7. SUCCESSIVE FASI DELLO STUDIO: Ci si propone di valutare la accettabilità della causa di morte codificata mediante valutazione della scheda di morte, riclassificata in otto categorie riferite all’attendibilità della certificazione e delle SDO, anch’esse riclassificate in quattro categorie (più una) in base alla presenza di TMM fra le cause di ricovero. Dall’incrocio di queste caratteristiche si evidenzierà un numero di casi da sottoporre ad una analisi approfondita da parte di esperti

  8. Sono stati estratti i casi di donne modenesi appartenenti allo studio impatto per una valutazione preliminare della praticabilità dell’algoritmo.

  9. Casistica inviata

  10. VALUTAZIONE della COMPLETEZZA: pre-screening e screening 40-79 annistato in vita per Registro – valori percentuali

  11. VALUTAZIONE della COMPLETEZZA: pre-screening e screening 40-79 anni

  12. Le donne arruolate risultavano essere 4592, di cui il 19,3% (875) decedute, nel 58,3% dei casi per Tumore della Mammella. Sono state estratte solo le donne decedute nel periodo 1999-2002, a cui sono stati appaiati i record dei ricoveri avvenuti nel periodo 1997-2002. Risultano così 424 decedute, di 413 delle quali è stata, ad ora, recuperata la scheda di morte, su di esse viene condotta l’analisi.

  13. Distribuzione di frequenza per anno di decesso e per classe di eta decennale Anno decesso | Freq. % ----------+--------------------- 1999 | 91 22.03 2000 | 99 23.97 2001 | 123 29.78 2002 | 100 24.21 ----------+--------------------- Total | 413 100.00 eta | Freq. % ---------+--------------------- <=49 | 20 4.84 50-59 | 66 15.98 60-69 | 92 22.28 70-79 | 170 41.16 >=80 | 65 15.74 ---------+-------------------- Total | 413 100.00 Età media di decesso = 69 ± 10 anni Range età di decesso = (42– 89 anni)

  14. Causa morte(ICD IX) | Freq. % ----------------------+----------------------- Altre cause | 147 35.59 Tumore mammella | 266 64.41 ----------------------+----------------------- Total | 413 100.00 La percentuale di decessi attribuita a TMM decresce progressivamente coll’età: è dell’85% fino a 59 anni e si riduce al 30% nelle ultraottantenni

  15. Ricovero | Freq. % ------------+--------------------------- A | 211 51.09 B | 42 10.17 C | 19 4.60 D | 45 10.90 E | 96 23.24 ---+--------------------------- Total | 413 100.00 In più di metà dei casi (55,69%) l’ultimo ricovero è attribuito a Tumore della mammella, il TMM è menzionato in altri 42 ricoveri (10,17%), in 96 casi (23,24%) non è rintracciabile ricovero nell’ultimo anno

  16. scheda | morte | Freq. % ------------+------------------- A | 232 56.17 B | 10 2.42 C | 24 5.81 D | 4 0.97 E0 | 12 2.91 E1 | 20 4.84 F | 13 3.15 G | 98 23.73 ------------+--------------------- Total | 413 100.00 Dalla scheda di morte oltre ai 266 casi (64,40%) attribuiti a Tumore della mammella, ve ne sono altri 36 (8,72%) nei quali il TMM è menzionato, i casi di certificazione mal definita sono 17 (4,12%).

  17. Nella maggioranza dei casi vi è concordanza fra scheda di morte e diagnosi dell’ultimo ricovero (quando presente) ma ciò non vale sempre: in particolare il 13% (13) delle schede di morte in cui vi è una causa di morte certa e non è citato il TMM (G), si accompagnano ad un ultimo ricovero per TMM (A), viceversa il 5% (11) delle schede di morte in cui il TMM è causa certa (A) hanno un ultimo ricovero nel quale tale patologia non è citata (D).

  18. La classificazione dei casi in “morte sicuramente non dovuta a TMM” (NO), “morte sicuramente dovuta a TMM” (TMM) e “casi da sottoporre a rivalutazione (VD) utilizzando l’algoritmo, porta a questi risultati IMPATTO | Freq. % ----------+------------------ NO | 110 26.63 TMM | 238 57.63 VD | 65 15.74 ----------+------------------ Total | 582 100.00

  19. L’analisi multivariata mediante regressione logistica mostra un aumento significativo della frequenza di schede classificate VD, rispetto alle NON VD, per i casi in cui il ricovero è stato classificato B (OR 3,2) o D (OR 2,6), e un aumento non significativo (OR 1,8) nelle ultraottantenni. Viceversa vi è una riduzione significativa del rischio per i casi di morte classificati TMM (OR 0,4) e per i decessi avvenuti nel 2002 (OR 0,5)

  20. CONCLUSIONI Questa prima parte dello studio dimostra la fattibilità di una indagine di approfondimento sulle cause di morte basata su sistemi informatizzati e sull’uso di un algoritmo predefinito, permettendo di identificare un subset di casi relativamente limitato (15%) sul quale concentrare lo sforzo di approfondimento……

  21. CONCLUSIONI ? • Limiti: • L’attendibilità di questi risultati va provata da una valutazione da parte di esperti anche di un campione di casi giudicati “certi” • Questa analisi è limitata a una sola area (provincia di Modena) • Le due fonti informative non sono indipendenti fra loro, in particolare nel caso di decesso in ospedale

  22. CONSIDERAZIONI Appare evidente da questa analisi la utilità che potrebbe avere la disponibilità in forma informatizzata dei dati di mortalità contenenti tutte le informazioni della scheda di morte e non la sola causa iniziale: sarebbe possibile identificare in maniera automatica i casi di decesso con causa dubbia da sottoporre ad ulteriori indagini. L’algoritmo descritto sembra dimostrare una sua coerenza ed attendibilità, ma necessita di essere testato mediante la valutazione da parte di un panel di esperti dei casi così identificati

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