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I rapporti italo-ungheresi nel Rinascimento. L’inizio. La figura Vitèz Jànos va menzionat a al primo posto. Era il vescovo di Vàrad, mecenate generoso, e il pi ù entusiast a sostenitore delle nuove id e e.
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L’inizio La figura Vitèz Jànos va menzionata al primo posto. Era il vescovo di Vàrad, mecenate generoso, e il più entusiasta sostenitore delle nuove idee. Mandò a studiare in Italia dei giovani ungheresi dotati a proprie spese. E’ dovuta a lui l’idea dell’Università di Pozsony, partecipava al raccoglimento della Biblioteca Corvina.
Mattia sale al trono – 1458 Mattia subito si accanì al lavoro; rafforzò il potere reale, aumentò il gettito fiscale introducendo nuove tasse. Creò uno degli eserciti piú forti dell’epoca, l’„Esercito Nero”. Oltre a radunare alla sua corte degli architetti, musicisti, e altri artisti famosi,iniziò a completare il palazzo reale a Buda, adoperando il loro aiuto. Si avvalse di ogni mezzo cercando di convincere l’Europa delle sue abilità di sovrano.
Il regno di Mattia Rinnovamento del palazzo reale Le costruzioni a Buda cominciarono nel 1479, e furono finite dopo la morte del re. Mattia invitò pur degli architetti italiani affinchè la loro competenza contribuisse alla pompa del palazzo. Le fonti raccontano delle fontane di Buda, però queste furono distrutte. Queste immagini sono della residenza del sovrano a Visegràd.
Gli scavi hanno giustificato la autenticità dell’immagine del palazzopubblicatonellacronacadi Hartmann Schedel(1493).
Gli elementi architettonici del palazzo reale sono le opere dei maestri italiani. L’architetto fu Chimenti Camicia, che arrivò da Firenze in Ungheria. Anche la Madonna di Visegràd è opera di un maestro fiorentino: Gregorio di Lorenzo.
Il regno di Mattia Biblioteca Corvina Si ritiene che la Biblioteca sia il capolavoro del re. Secondo le stime, conteneva circa 1500 libri, di cui ci sono tramandate solo 200. Ci si trovavano molte corvine degli autori greci e latini, e una grande parte della biblioteca fu fatta su richiesta della corte nelle botteghe dei maestri fiorentini.
L’opera di Filostrato fu tradotto da Bonfini sulla richiesta di Mattia dal greco in latino. Il ritratto di Mattia in mezzo a due imperatori romani, Nerone ed Adriano. Sulle copertine dei codici Corviniani si trovava lo stemma ungherese e boemo.
Beatrice d’Aragona Mattia Corvino sposò Beatrice, la figlia del re napoletano (Ferdinando I) nel 1476. Nella sua scorta molti umanisti arrivarono a Buda, così l’influenza italiana diveniva sempre più forte. Francesco Laurana: Beatrice d’Aragona
Il famoso umanista napoletano Diomede Carafa era il precettore di Beatrice. Il salterio di Beatrice fu miniato da Francesco Rosselli, pittore fiorentino.
Le scodelle di maiolica erano Prodotti di lusso nell’epoca. La corte era famosa anche per la vita musicale.
Nella cappella suonavano dei musicisti di Fiandra.