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SUBIRE O AFFRONTARE LE SITUAZIONI PROBLEMATICHE DEGLI ALLIEVI “DIFFICILI”?

SUBIRE O AFFRONTARE LE SITUAZIONI PROBLEMATICHE DEGLI ALLIEVI “DIFFICILI”?. CONVEGNO 13.5.2011 MODENA Flavia Cereghetti-Biondi Scuola media Canton Ticino. allievi. ISTITUTO SCOLASTICO. disagio. disagio. Consiglio di classe.

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SUBIRE O AFFRONTARE LE SITUAZIONI PROBLEMATICHE DEGLI ALLIEVI “DIFFICILI”?

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Presentation Transcript


  1. SUBIRE O AFFRONTARE LE SITUAZIONI PROBLEMATICHE DEGLI ALLIEVI “DIFFICILI”? CONVEGNO 13.5.2011 MODENA Flavia Cereghetti-Biondi Scuola media Canton Ticino

  2. allievi ISTITUTO SCOLASTICO disagio disagio Consiglio di classe Consiglio di classe s t r a o r d i n a r i o o r d i n a r i o segnalazione al Consiglio permanente del disadattamento risposte risposte Differenziazione pedagogica Sostegno pedagogico Insegnamento differenziato (PFD) Definizione progetto: Gruppo Operativo, Misura F educatore, Misura G rete istanze esterne

  3. Da due settimane Giorgia non viene più a scuola… sembra che i compagni non sappiano nulla di lei, intorno alla ragazza un alone di mistero. Il tempo passa e qualcuno inizia a mormorare, le notizie sono contraddittorie e frammentarie, ma ecco affiorare le prime domande a scuola “Ma è vero che Giorgia aspetta un bambino?” GIORGIA HA TREDICI ANNI E FREQUENTA LA III MEDIA

  4. Angela è una bella ragazza, capelli neri, ricci, lunghi, occhi scuri, profondi, un po’ paffutella. A scuola appare sempre attenta, preparata, precisa, puntuale; l’allieva che ogni docente vorrebbe avere. Una riorganizzazione dei gruppi obbliga Angela a cambiare classe; la ragazza si isola e a poco a poco inizia a dimagrire. Angela appare sempre più pallida e i suoi occhi sempre più grandi! Da tre giorni non viene a scuola e la notizia arriva presto “Angela è ricoverata all’ospedale, perché non mangia più!” ANGELA HA TREDICI ANNI E FREQUENTA LA III MEDIA

  5. Robin accusa continui mal di testa e chiede, sempre più spesso al docente, di tornare a casa. Le assenze aumentano a vista d’occhio; nelle ultime settimane Robin arriva fino all’entrata della scuola, si ferma, non riesce a varcare la soglia dell’istituto scolastico e torna a casa. I genitori sono molto preoccupati e spaventati dal comportamento del figlio e non sanno più cosa fare. Decidono di accompagnarlo personalmente, ma ormai Robin non ce la fa a stare a scuola e regolarmente torna a casa, finché arriva il giorno in cui Robin non viene più a scuola. ROBIN HA DODICI ANNI E FREQUENTA LA II MEDIA

  6. Una brutta influenza e Igor fatica a guarire. Dopo due settimane di assenza riprende la scuola. Igor appare molto stanco, soprattutto in fine giornata. Durante la lezione di educazione fisica non corre, non si butta più nellamischia, come era solito fare, per accaparrarsi la palla; ogni scusa è buona per sedersi. Appare sempre più apatico, la sua capacità di concentrazione notevolmente limitata e il suo rendimento scolastico cala. Controlli ed esami medici rivelano che qualcosa non va e Igor viene ricoverato all’ospedale per accertamenti. La diagnosi è crudele, brutale, senza scampo: leucemia. IGOR HA UNDICI ANNI E FREQUENTA LA PRIMA MEDIA

  7. Larissa è una ragazza come tante altre, pantaloni a vita bassa, magliette corte che lasciano intravedere l’ombelico, capelli rossi all’henné, un piercing nel naso e una pallina di metallo incastrata nel centro della lingua che, quando la ragazza parla, fa capolino tra i denti bianchi.Negli ultimi tempi Larissa appare più cupa e più scontrosa del solito. Confida a una compagna che bisticcia sempre più spesso con la madre. Vorrebbe scappare di casa, ma invece si rifugia nella sua camera e si produce dei taglietti all’interno delle braccia con le forbici. Larissa racconta che il dolore che ne deriva dal suo corpo ferito le lascia un senso di pace. LARISSA HA QUASI QUATTORDICI ANNI E FREQUENTA LA II MEDIA

  8. COMPLESSITÀ  CONFUSIONE  CREATIVITÀ

  9. “CASI DIFFICILI”La denominazione “Casi difficili” rinvia a una misura straordinaria particolarmente flessibile, che gli istituti scolastici possono attivare, su presentazione di un progetto specifico a un'apposita Commissione cantonale. Agli allievi che presentano situazioni complesse di forte disadattamento e quando le ordinarie risorse a disposizione della scuola non si rivelano sufficienti o efficaci a contenerli, è possibile cercare una risposta e costruire un progetto specifico.

  10. CONSIGLIO PERMANENTE DEL DISADATTAMENTO • MEMBRI: • - direttore • - un membro del consiglio di direzione • - capogruppo SSP-SM • - un docente di sostegno pedagogico • - docente che rappresenta il collegio dei docenti • educatore laddove è presente • ev. docente di classe e DSP di riferimento per gli allievi • di cui è discussa la situazione

  11. CONSIGLIO PERMANENTE DEL DISADATTAMENTO OBIETTIVI: - ANALISI - MONITORAGGIO - GESTIONE

  12. CONSIGLIO PERMANENTE DEL DISADATTAMENTO FUNZIONAMENTO: Pianifica ed attivamisure educative per evitare che le situazioni di disagio scolastico, presenti nell’istituto, diventino acute o degenerino. Incontri regolari, ogni 3 – 4 settimane

  13. RISPOSTE:definizione di un progetto specifico- GRUPPO OPERATIVO (G.O.)- MISURA F EDUCATORE- MISURA G RETE ISTANZE ESTERNE

  14. GRUPPO OPERATIVO (G.O.)contenitore (scuola:direttore, capogruppo ssp, doc. clas., doc.ssp + esterni) dinamico e creativoPROGETTUALITÀ DIFFERENZIAZIONE NON ESCLUSIONE SOSPENSIONE GIUDIZIO DIGNITÀ RIDEFINIZIONE BENESSERE

  15. GRUPPO OPERATIVO (G.O.):- NECESSITÀ RETE- VISIONI DIVERSE DELLA REALTÀ- CONDIVISIONE (segreto)- MODIFICA PROPRIO PUNTO DI VISTA- PROPOSITIVITÀ- DEFINIZIONE PROGETTO CONDIVISO E COERENTE- NO SOLITUDINE- CRISI DEL PROGETTO ≠ FALLIMENTO DEL SINGOLO- RETE RISORSA CONTINUA PER RIDEFINIRE PROGETTO

  16. GRUPPO OPERATIVO (G.O.)OBIETTIVI:-monitorare-progettare-”tenere”CONDIZIONI:- disponibilità- flessibilità- generosità- coerenza

  17. MISURA F EDUCATORE: NEL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI INTEGRAZIONE, CREAZIONE DI ZONE TAMPONE INTERNE AGLI ISTITUTI, MOMENTI DI “TIME OUT” DURANTE I QUALI L’ALLIEVO PUÒ ESSERE ACCOLTO PER TEMPI LIMITATI CON L’OBIETTIVO DI UN RIENTRO (PARZIALE O TOTALE) NELLA NORMALE ATTIVITÀ SCOLASTICA.

  18. MISURA F EDUCATORE SCOPO: PERMETTERE AD ALLIEVI E DOCENTI DI BENEFICIARE DI UNA DISTANZA FISICA E PSICOLOGICA DALLE SITUAZIONI STRESSANTI, LIMITATA NEL TEMPO IN PREVISIONE DI UN REINSERIMENTO RAPIDO NELL’ATTIVITÀ SCOLASTICA O IN UN AMBITO PRE-PROFESSIONALE.

  19. MISURA F EDUCATORE: SPAZIO TEMPO INTERNO ESTERNO

  20. MISURA G RETE ISTANZE ESTERNE CREAZIONE DI UNA RETE DI COLLABORAZIONI CON ISTANZE ESTERNE, PUBBLICHE E PRIVATE DISPOSTE AD ACCOGLIERE PER UN LASSO DI TEMPO, BEN DEFINITO, GLI ALLIEVI CHE SVOLGONO UN’ESPERIENZA LAVORATIVA E PERSONALE DIVERSA DA QUELLA SCOLASTICA. UNA FIGURA DELLA SCUOLA (DOCENTE, EDUCATORE) SVOLGE LA FUNZIONE DI COLLEGAMENTO E DI ACCOMPAGNAMENTO ALL’ESPERIENZA.

  21. Obiettivo di tutti gli interventi:mantenere i ragazzi “dentro” la scuola!INCLUSIONE ≠ ESCLUSIONE

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