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LEADER E MASSE Francesco Alberoni. Leader e masse.
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Leader e masse Nella storia e nella tradizione popolare i movimenti collettivi politici e religiosi, le rivolte, le rivoluzioni sono ricordati col nome di un capo che trascina le masse (ad esempio Napoleone, Garibaldi, Marx e Lenin, Mussolini, Hitler, Stalin, Mao Tse-Tung, Fidel Castro)
Il fattore imprevedibile della storia • I movimenti collettivi costituiscono il fattore imprevedibile della storia. Appaiono all’improvviso, quando nessuno li attende. • Rappresentano la discontinuità della storia, il momento in cui mille trasformazioni silenziose si traducono in mutamento della coscienza di sé, del mondo e producono un’altra formazione sociale, un’altra comunità con altri fini, altri valori, un altro modo di agire • Il movimento collettivo è la nascita improvvisa e imprevedibile di una «nuova comunità culturale», religiosa o politica. Il capo è uno dei protagonisti di questo processo • I movimenti collettivi hanno in comune la loro dinamica profonda, la capacità di creare una nuova comunità con propri valori, altre regole di vita, una propria leadership e nuove istituzioni
Il movimento collettivo • Il movimento è una esplosione collettiva improvvisa che trascina gli uomini in un vortice di rivolta e di speranza, li unisce, li affratella in una nuova comunità che cerca di trasformare il mondo che la circonda. Un turbine di idee, di emozioni, di passioni, di fede, entusiasmo, slancio, amore, dedizione che li porta a sognare, a credere, ma anche ad odiare, a distruggere, talvolta a compiere efferatezze. E’ ad un tempo spinta verso il nuovo e recupero dell’antico, amore dirompente e odio sfrenato. • Queste forze collettive hanno creato i grandi mutamenti della storia. Sono loro che hanno generato la chiesa, i partiti, i regimi
I movimenti collettivi sono una delle tre grandi forze che plasmano la storia. La prima è rappresentata dalla capacità di creare, di organizzare La seconda è rappresentata dalla forza delle armi, dalla conquista Gli imperi sono stati uniti anche da una passione, una fede, una religione, un ethos, prodotti dai movimenti religiosi, etici, politici, filosofici. Almeno in occidente, quasi tutte le nostre formazioni sociali, le nostre istituzioni siano essi monasteri, chiese, sette, partiti, sindacati o nazioni, sono sorte da movimenti collettivi
Per produrre la «fusione» delle formazioni esistenti per creare qualcosa di completamente diverso e nuovo non basta avere in comune nemmeno interessi, vantaggi, potere, non basta nemmeno l’odio verso lo stesso nemico. Occorre che prima si crei uno spasimo, una intolleranza fatale verso le formazioni sociali entro cui vivi, una insofferenza viscerale, e poi la speranza, altrettanto fatale, di un rinnovamento, e la fede di una rinascita, e una meta, e un capo e la capacità di sacrificarsi per un ideale • L’importanza dello studio dei movimenti sociali per capire il mondo. • Nonostante la diversità dei movimenti collettivi hanno in comune delle regolarità
Agitazioni, folle e movimenti • Occorre distinguere fra manifestazioni organizzate da istituzioni ufficiali e movimenti collettivi • Le Bon ha creato confusione con la sua teoria delle folle e della “psicologia delle folle” in cui mette insieme fenomeni quanto mai diversi accomunati dal solo fatto che si costituisce un assembramento • Le Bon afferma che in un assembramento gli individui perdono la loro capacità critica, cadono preda di violente emozioni, dell’irrazionalità, del contagio, della suggestione. Quindi sono pronti a credere a qualsiasi menzogna, a cambiare parere seguendo la parola dell’ultimo oratore, a commuoversi o a lanciarsi con furia omicida contro un nemico vero o immaginario
Tarde introduce la distinzione fra folle e corporazioni. Le prime sono labili, le seconde stabili, organizzate. E aggiunge che, nelle prime, domina lo spirito di folla, nelle altre lo spirito di corpo • Nei movimenti collettivi le folle sono quasi sempre presenti, nello stato nascente, nelle manifestazioni o nei raduni perché i membri del movimento hanno una tendenza spontanea a riunirsi, a manifestare. Anche se non sono rivoluzionarie, le folle affermano i propri principi, i propri diritti e , se non sono aggressive, sono perlomeno minacciose verso i nemici
Fenomeni collettivi di aggregato e di gruppo • Giraud dà una grandissima importanza alle folle che si raccolgono nei periodi di crisi perché esse tendono a cercare un nemico, un capro espiatorio • Perché certe folle sono effimere ed altre invece creano comunità ed istituzioni stabili? Perché occorre distinguere fra due tipi diversi di fenomeni collettivi: quelli di aggregato e quelle di gruppo