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Le tradizioni natalizie nel mondo

Le tradizioni natalizie nel mondo. I CONTINENTI. EUROPA. ASIA. AMERICA. AFRICA. OCEANIA. A F R I C A. Egitto. Camerun. Camerun.

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Le tradizioni natalizie nel mondo

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Presentation Transcript


  1. Le tradizioni natalizie nel mondo

  2. I CONTINENTI EUROPA ASIA AMERICA AFRICA OCEANIA

  3. A F R I C A Egitto Camerun

  4. Camerun Nel CAMERUN il Natale è veramente la festa dei bambini. In quel paese africano i ragazzi hanno un mese di vacanza dalla scuola, come a Pasqua, per poter aiutare gli adulti nella raccolta del caffè e delle arachidi. Trovano però anche il tempo di costruire, quasi per gioco, una piccola capanna di terra e di paglia, come quella di Betlemme.La sera del 24 dicembre, ecco la festa. I villaggi sono in fermento. Gruppi di persone accorrono da ogni parte: se è tempo della luna piena, essa illumina la loro allegria, altrimenti basta il chiarore del gran fuoco acceso per festeggiare la ricorrenza. Durante il rito di Natale, qualcuno legge la parola di Dio, poi si canta e si danza per tutta la notte al ritmo del "balano"(una serie di tamburi) e del "mvet" (una specie di chitarra") in gioia fraterna.

  5. Egitto Il Natale viene festeggiato il 7 di Dicembre. L’Avvento viene rispettato per quaranta giorni e quindi non si mangia carne, pollame o prodotti di latteria. La mattina di Natale si fa visita agli amici ed ai vicini portando loro dei biscotti di pastafrolla da mangiare con una bevanda chiamata “Kaik”. Il giorno di Natale è un giorno di festa pubblica per tutti i cristiani. 

  6. AMERICA Argentina Bahamas Bolivia Brasile Canada Cile Colombia Costarica Cuba Ecuador El Salvador Giamaica Guatemala Guyana Messico Nicaragua Panama Perù PortoRico Stati Uniti Trinidad e Tobago Venezuela

  7. Argentina Anche se l'Argentina è all'altro capo del mondo, si può dire che il Natale viene festeggiato come in Italia. L'unica differenza è che in Argentina a dicembre è piena estate. Il giorno più importante è il 24 dicembre, dove la sera si riunisce tutta la famiglia e solitamente si mangia l'asado (carne alla brace). A mezzanotte c’è la “Misa de Gallo” che raccoglie i fedeli intorno alla nascita del Niño Dios. Naturalmente nelle case si addobba l'albero di Natale, di plastica perché quello vero si seccherebbe subito. Molte usanze argentine prendono spunto dalla Spagna in quanto l’Argentina ne è stata una colonia fino all’anno 1816. A dicembre l’Argentina si trova in piena estate perciò il Natale si trascorre con una media di 32 gradi. Le vacanze estive iniziano dal 15 novembre e finiscono intorno al 10 marzo per cui molto spesso gran parte delle famiglie che se lo possono permettere passano le feste al mare. Per questa ragione i decori natalizi non usano la neve e gli abeti sono finti. Anche il cibo è condizionato dalla temperatura: niente fritti, niente lenticchie, niente pasta al forno: fa troppo caldo!!! I cibi tradizionali sono: pollo al forno, insalata russa, insalate varie, tacchino, vitello tonnato, macedonia: sono preferiti i cibi freddi. Il panettone non c’è la Motta ha iniziato a esportarlo da pochi anni, si mangia il torrone, la frutta secca e un dolce caratteristico chiamato “ Rosca de Navidad “. Al posto dello champagne si beve la “Sidra”che è uno spumante locale a base di mela, perché la Patagonia è un fortissimo produttore di mele (anche per esportazione). Il 25, il 31 dicembre e il 1° dell’anno si trascorrono in famiglia. Non c’è la befana ma oltre ai regali che papà Noel porta, il 6 gennaio arrivano I Los Reyes Magos. I bambini sono soliti a lasciare acqua e fieno per i cammelli dei Magi.

  8. Bahamas Natale alle Bahamas significa Junkanoo. Trattasi di una festa che trova le sue origini nel periodo, non troppo lontano, in cui in queste isole la maggior parte della popolazione era costituita da schiavi. Una festa in cui domina la musica locale e che finisce alle prime luci dell’alba. Una festa, per le nostre abitudini, assolutamente poco natalizia.

  9. Bolivia Come nel caso di altri paesi andini anche in Bolivia gioca un ruolo centrale il presepe, che si trova in tutte le case e in tutte le chiese. La notte del 24 ruota attorno alla Misa Del Gallo, al termine della quale in molte strade viene cosparso dello zucchero. I regali i bambini li ricevono all’Epifania, e la sera del 5 gennaio le scarpe dei piccoli, con dentro una lettera per i Magi, vengono messe fuori dalla porta. Durante la cena di Natale si mangia la picana, mais, carne di maiale, pomodori, cipolle, peperoni, zuppe e frutta.

  10. Brasile A dicembre la temperatura è alta e invita all'aria aperta, perciò si chiudono gli uffici e si va ai monti o al mare. I Papà Natale, con cappucci, mantelli e barbe fluenti, sudano come fontane. Spettacolari sono poi le processioni dopo la messa di mezzanotte. La tradizione viene seguita con una cena abbondante e raffinata. Tutto viene preparato con molta cura, la decorazione in verde, rosso e dorato. Il Natale è un momento unico dell'anno e merita di essere festeggiato con quello che abbiamo di meglio a casa, e con amore. Hai una scusa per levare dal cassetto, e dall' armadio, le cose preziose, come una bella tovaglia ricamata (se possibile mettete un'altra rossa o verde sotto, fa un effetto simpatico), i cristalli, le migliore posate, belli fiori con rose rosse, o stelle di Natale, candele colorate. Pero lo sguardo principale deve essere rivolto al menu, parte fondamentale per il successo completo della festa. Seguono le ricette che non possono mancare al tavolo di chi ci tiene alle tradizioni brasiliane. Un mix di genti e culture paragonabile agli Stati Uniti. Il Brasile è un paese ricchissimo di tradizioni assai lontane tra loro. Il presepe è diffusissimo nel nord-est del paese poiché qui (esattamente a Olinda, cittadina dello stato di Pernambuco) venne introdotto nel corso del Seicento dal frate francescano Gaspar de Santo Agostinho. La rappresentazione della nascita di Gesù Bambino è “arricchita” dalla presenza di alcuni zingari, che secondo la tradizione locale vogliono rapire Gesù. I regali ai piccoli li porta Papai Noel, versione carioca di Santa Claus. La messa di mezzanotte è seguita dal pranzo natalizio, la Ceia de Natal. Nelle più grandi città vengono innalzati grandi alberi arricchiti da centinaia di luci, e quasi dappertutto si svolgono processioni e cortei, alcuni sacri altri profani. Una delle manifestazioni più celebri (e pacchiane) è quella che si svolge allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, dove le autorità della città danno il benvenuto a Babbo Natale che arriva in elicottero… In Brasile tutta la popolazione festeggia il Natale, nonostante sia costituita da differenti gruppi religiosi ed etnici. Vengono preparate raffigurazioni della natività e per rendere l'atmosfera il più reale possibile gli alberi vengono addobbati con neve finta. Anche in Brasile la notte del 24 Dicembre è il momento più sentito. Le famiglie la trascorrono insieme ed i bambini scartano i regali.

  11. Canada Geograficamente e culturalmente vicino agli Stati Uniti, il Canada non poteva che sviluppare una serie lunghissima di tradizioni natalizie. Ogni città, ogni comunità, ogni etnia ha il suo modo di festeggiare il 25 di dicembre: tratti comuni sono il cenone e il pranzo, l’albero e Santa Claus. Un’antica tradizione – che si fa risalire addirittura a Samuel de Champlain, l’esploratore che fondò la città di Quebec nel 1608 –  vuole però che le celebrazione del Natale abbiano inizio il 25 novembre, giorno di Santa Caterina e festa delle donne single. In molti centri commerciali viene allestito un "reame di Babbo Natale", dove i bambini vanno per incontrare Babbo Natale. A Montreal, la grande città del Quebec tutti gli anni ha luogo la sfilata di Babbo Natale organizzata da un grande magazzino. Babbo Natale chiude il corteo e alla fine vola su un carro allegorico sotto gli occhi sbalorditi dei bambini. In Canada si usa decorare la casa con addobbi natalizi come corone di alloro, luci colorate e con l' albero di natale. La settimana prima di natale si scrive la lettera a Santa Claus per dirgli quali regali si desiderano ricevere. I bambini appendono anche delle calze in modo che Babbo Natale le possa riempire con caramelle e cioccolatini. In alcuni paesi esiste ancora la tradizione per i bambini di andare a cantare di casa in casa le canzoni natalizie e  come compenso ricevono qualche moneta, o dei dolcetti o qualcosa di caldo da bere (a Natale fa veramente freddo e spesso è tutto ghiacciato). Il pranzo natalizio tradizionale consiste nel tacchino ripieno con contorno di patate e salsa di mirtilli. In alcune famiglie invece del tacchino si usa cucinare l'anatra arrosto.

  12. Cile In Cile i bambini attendono con ansia il Viejo Pascuero, una specie di Santa Claus andino molto simile al nostro Babbo Natale. Il cenone di Natale inizia alle luci dell’alba del 25, dopo la conclusione della Misa del Gallo. Il dolce tradizionale cileno è il Pan de Pascua, una specie di pane dolce con frutta e biscotti.

  13. Colombia Con l’avvicinarsi del 25 di dicembre decine di candele vengono accese in ogni casa e invadono anche i bordi delle strade. Il 16 inizia la posada, non prima però di avere completato l’albero. Il Natale in Colombia inizia con l’accensione delle candele durante la festa dell’Immacolata Concezione. La Noche Buena prevede lo scambio dei regali (portati da Gesù Bambino e non da Babbo Natale) e la messa di mezzanotte. Prima di andare a dormire si mangia l’ajiaco, una zuppa di patate, pollo e mandorle, mentre la bevanda tradizionale – piuttosto alcolica – è il Sabajòn (tequila, uova, latte, vino e whisky). Negli ultimi anni le tradizioni statunitensi si stanno però diffondendo: segno inequivocabile di questo fenomeno è la comparsa di numerosi Babbi Natale e l’introduzione del tacchino ripieno nel pranzo di Natale.

  14. Costa Rica Tamburi e musiche tradizionali accompagnano in Costa Rica la tradizionale posada, che inizia nove giorni prima di Natale. Diffusissimo anche il Nascimiento, vale a dire il presepe, mentre l’albero ha conosciuto negli ultimi anni una grossa diffusione soprattutto per merito di una numerosa comunità tedesca che vive in questo paese. Il cenone/pranzo di Natale è molto ricco, e il piatto principale è l’escabeche, uno sformato di carote, cavoli, peperoni, cipolle, piselli e aceto. Il dolce tradizionale si chiama invece Navideño. I regali vengono scambiati a Capodanno, mentre le feste vengono chiuse il 6 di gennaio con una grande parata di carri e musica.

  15. Cuba La rivoluzione del 1959 rappresenta uno spartiacque per i festeggiamenti natalizi. Inizialmente vietati o comunque scoraggiati, negli ultimi decenni a Cuba, i riti del Natale spagnolo sono tornati con tutta la loro forza e il loro colore. La notte di Natale (la Noche Buena) le famiglie allargate anche agli amici si ritrovano per una cena tradizionale a base di maiale arrosto, yuca fritta e gli immancabili fagioli neri con riso. Per dessert si mangia il torrone. Il tutto si conclude con una grande festa dove non può mancare la musica. Bisogna tenere bene in considerazione che la religione più diffusa sull’isola caraibica è la santerìa, una commistione tra gli antichi riti animisti importati dall'Africa e il credo cattolico.

  16. Ecuador Processioni ricche di colori e musica in un paese molto legato all’aspetto religioso del Natale. In Ecuador, l’ultima domenica d’avvento tutte le famiglie cucinano del cibo che viene poi donato ai poveri.

  17. El Salvador A Natale si mangia tutti assieme, si va alla Misa de Gallo (la messa di mezzanotte) e poi si sparano le estrellitas, un particolare tipo di fuochi artificiali. Altri fuochi assai diffusi sono i morteros e i silbadores. Il piatto tradizionale qui sono le tamales, ma tra le classi più agiate si sta diffondendo (chissà perché) l’abitudine a un Natale dai gusti più nordamericani. In alcune zone di El Salvador il presepe viene montato, ovviamente senza Gesù Bambino, addirittura tre mesi prima del 25 di dicembre, mentre per l’albero si aspettano “soltanto” quattro settimane prima.

  18. Giamaica Pollo, manzo, maiale, capra e una particolare qualità locale di piselli. Sono solo alcune delle tante portate che fanno parte del pranzo di Natale in Giamaica. Il tutto spruzzato di Sorrel, una bevanda fatta con rum, scorza d’arancia, cannella, zucchero e altri ingredienti locali. Non manca nemmeno il Junkanoo locale, dove a dominare incontrastato è naturalmente il reggae.

  19. Guatemala Musiche, danze, petardi e fuochi d’artificio accompagnano i nove giorni della posadain Guatemala, dove non mancano nemmeno le ricche cene rituali. Poi la messa di mezzanotte e soprattutto il pranzo – qui chiamato Abrazo de Navidad – a cui partecipano parenti e amici.

  20. Guyana Luci, luci, luci. Fino al 24 sera sono praticamente gli unici addobbi natalizi che si trovano nelle strade della Guyana. Poi, d’improvviso, escono tutti gli altri. Lo scambio dei regali avviene generalmente la mattina del 25, dopo una colazione a base di peperoni (!). Il pranzo non è da meno, visto che sulla tavola sfilano tacchino ripieno, pollo stufato, maiale arrosto, cipolline e una quantità di altre delizie.

  21. Messico La casa messicana deve essere addobbata e pronta per ricevere ospiti fin dal 16 Dicembre, l’inizio delle “posadas”, un corteo segue Giuseppe e Maria (rappresentati da due bambini vestiti appropriatamente oppure da statue portate dai bambini) che vanno a chiedere «posada», cioè ospitalità, in una casa. Prima di arrivare alla casa dove verranno accolti, si fermano a chiedere il permesso per alloggiare presso altre abitazioni con esito, però, negativo. Poi la processione riprende al suono degli strumenti musicali, intervallato da preghiere e canti di litanie. Finché, dinanzi alla porta della casa prescelta, al gruppo nella strada che domanda «posada» con un canto, risponde dall'interno dell'abitazione un secondo coro. Quindi viene aperta la porta per accogliere gli ospiti. Dopo aver pregato tutti insieme, la famiglia ospitante offre dolci e bevande. Si termina con il gioco della piñata, una pentola di terracotta (pignatta) appesa ad una corda che un bambino bendato dovrà rompere colpendola con un bastone. Le pignatte sono piene di frutta, dolci e giocattoli. In alcuni villaggi una giovane famiglia va a prendere in chiesa le statuette di Maria e Giuseppe e viaggia per otto giorni; il nono giorno le statuine vengono sistemate nel presepe allestito davanti alla chiesa.

  22. Nicaragua In Nicaragua i festeggiamenti iniziano il 7 di dicembre, giorno chiamato la Griterìa, con danze e balli. Il giorno dopo i bambini portano in dono alla Madonna dei coloratissimi bouquet di fiori. Lo stesso giorno si tengono anche feste più “private” chiamate purìsima, dove i bambini ricevono dolci in regalo e gli adulti bevono il Pinolillo. Nei giorni successivi si svolgono le posadas, e il 24 a Managua c’è una grande processione religiosa. Il giorno dopo ci si scambiano i regali e si pranza con il relleno, piatto a base di tacchino,  e con il nacatamal. I dolci sono le tortillas, i picos e le rosquillas.

  23. Panama A Panama, il via alle feste di Natale viene dato l’8 di dicembre, quando un enorme albero addobbato di tutto punto viene alzato nella piazza principale della capitale. Il piatto di Natale per eccellenza sono le tamales con il prosciutto, l’insalata di patate e barbabietole e la torta di frutta. Come in moltissimi altri Paesi della stessa regione anche a Panama grande spazio trovano la musica e le danze.

  24. Perù Celebri sono i presepi del Perù, ottenuti con il legno intagliato secondo l’antica tradizione Quechua. Tutte le statuine portano ancora gli abiti che si portavano all’epoca dei conquistadores.

  25. Caratteristica natalizia di Puerto Rico sono i Trullas, i cortei improvvisati che vanno di casa in casa suonando con strumenti e ritmi tradizionali le Parrandas, ovvero le tipiche canzoni natalizie. Le porte delle abitazioni si aprono e tutti mangiano e bevono in quantità. Portorico Il pranzo di Natale prevede gli immancabili fagioli neri con riso, pollo e maiale asado (arrosto), le morcillas e le pasteles, mentre per dessert un dolce a base di riso. Le feste terminano il 15 di gennaio con molte processioni in cui si salutano i Magi. Per tutta la durata del periodo natalizio i genitori mettono sotto il letto dei bambini un po’ d’acqua e dell’erba: serviranno ai cammelli dei Magi per rifocillarsi.

  26. Stati Uniti Il Natale è come una festa nazionale. Molti carretti tipici, con presepi e alberi, percorrono le vie della città e dei paesi accompagnati da suonatori di cornamuse. A mezzanotte il Presidente degli Stati Uniti accende le candeline dell'albero della Casa Bianca. Nello stesso momento vengono accese in tutte le case, bar e negozi. Il piatto tradizionale americano è l'arrosto di tacchino. Tutti nel giorno di Natale lo mangiano, anche i poveri, ai quali viene offerto dalle associazioni benefiche. Molte persone si recano alla messa di Natale la sera della vigilia o la mattina di Natale. Le chiese sono decorate con rami di piante sempreverdi, stelle di natale, e scene della Natività. Anche in chiesa si innalzano canti di Natale: quella dei cori natalizi è una delle caratteristiche più pittoresche del modo di celebrare il  natale in America. I cori gospel, ad esempio, sono tra i più belli ed emozionanti che si possano ascoltare.  La cena di natale tipica include tacchino ripieno, patate, salsa al mirtillo,e una varietà di altri piatti. Alcune famiglie mangiano prosciutto o anatra arrosto al posto del tacchino. Come dessert tipici gli Americani usano la torta alla zucca, il plum pudding e dolci di frutta. Un'altra particolarità è l'eggnog, una bevanda molto simile al nostro zabaione. Negli Stati Uniti le tradizioni sono le più svariate perché gli americani le hanno portate dai loro paesi di origine. Non esiste pertanto una vera e propria tradizione natalizia americana . I Candy Cane Alcune tradizioni

  27. Le tradizioni U.S.A Negli Stati Uniti il Natale è il risultato di un mix di mille ingredienti diversi provenienti da ogni angolo del mondo. A rendere ancora più vario il quadro generale si inserisce la mutevolezza del clima, molto diverso da Stato a Stato. Qualche secolo fa i festeggiamenti per la nascita di Gesù erano tipicamente spagnoli, poi le ondate di immigrazione hanno portato costumi diversi. In Alaska i giovani, con una stella illuminata vanno di porta in porta per fare gli auguri alle famiglie e si fermano nelle abitazioni a bere qualcosa. In tutte le case si cantano lodi che annunciano la nascita di Gesù e si festeggia con dolci ciambelle d’acero fritto, biscotti, canditi, torta di pesce e talvolta salmone affumicato. In alcune case coloniali le porte vengono addobbate con ananas, che è il simbolo dell’ospitalità.  In Arizona si inscena una specie di “presepe vivente” nel quale Maria e Giuseppe cercano alloggio nelle osterie per far nascere Gesù e, allo stesso tempo, ammirano il presepe delle famiglie visitate.  A Boston i cantanti di musiche natalizie sono molto famosi e cantano accompagnati da campanelle suonate a mano. Si organizza un Natale di legno: gli invitati, alla vigilia, si dedicano tutti insieme alla potatura e alla preparazione degli alberi sotto i quali si pongono i doni, che la mattina di Natale, vengono aperti tutti in compagnia e vengono accolti i vicini che si fermano a pranzo.   In California, Babbo Natale “viaggia” su una tavola da surf. A Chicago, nel Museo di Scienza e Industria, si tiene l’annuale manifestazione con una piccola “foresta” di 43 alberi provenienti da tutto il mondo. A St. Augustine, in Florida che è anche il più antico nucleo abitativo degli Stati Uniti, le finestre di ogni casa sono illuminate da una luce bianca, e un’ordinanza municipale vieta espressamente ogni luce di colore diverso durante il periodo natalizio. Alle Hawaii, il Natale comincia con l’arrivo di una “barca di Natale” carica di tanti abeti dalla quale sbarca anche Babbo Natale. Nel King’s Canyon National Park si festeggia ai piedi di una sequoia alta oltre 80 metri. Nel Massachusetts la festa del natale era proibita fino al 1861. Nel New Messico si accendono candele in sacchetti di sabbia che si pongono un po’ dappertutto per indicare la strada al bambino Gesù mentre nei campi si cuoce carne fagioli patate e cipolle. Per completare frittelle pasticcini e caffè. In Pennsylvania i moravi costruiscono un paesaggio, chiamato “Putz”, sotto l’albero di Natale, mentre i tedeschi ricevono regali da Belsnickle che usa la frusta per chi si è comportato male. Nel sud, si sparano dei colpi d’arma da fuoco e fuochi d ’artificio quando arriva il giorno di Natale le tradizioni Spagnole sono popolari nel sud ovest degli USA. Alcuni neri americani combinano il festeggiamento del natale con quello del Kwanzaa, una festività afro-americana che dura 7 giorni, dal 26 dicembre al 1° gennaio. In Texas si possono trovare sia posadas di origine messicana e che festeggiamenti decisamente teutonici a seconda di dove ci si trova (e soprattutto di che tipo di immigrazione si è avuta). A Washington il presidente accende le luci di un enorme e spettacolare albero. E viene preparato un albero gigante con accanto altri 50 alberi più piccoli, rappresentanti gli USA e tutti gli stati che li compongono.

  28. I Candy Cane I Candy Cane sono bastoncini di zucchero bianchi e rossi e appartengono alla tradizione natalizia anglosassone (americani soprattutto). I bambini li ricevono in dono durante le feste e li utilizzano spesso, oltre che come gustosissimi dolci da leccare e succhiare, come motivi ornamentali per addobbare l'albero. Il Candy Cane, però, non è solo un dolcetto tipico per la gioia dei più piccoli, ma un vero e proprio insieme di simboli di origine cristiana: il bianco sta, infatti, a indicare la purezza della nascita di Gesù e il suo essere senza peccato; la durezza rappresenta la solidità su cui si fonda la Chiesa; la forma (una "J" allungata) simboleggia la parola Jesus, mentre le quattro strisce rosse (tre più sottili e una più spessa) che li decorano rappresentano i segni della flagellazione sulla croce e il sangue versato da Cristo.

  29. Trinidad e Tobago A Trinidad e Tobago la parola d’ordine è soca parang, una sorta di festival musicale che non ha quasi nulla di programmato. La gente si ritrova in strada e comincia a suonare e ballare muovendosi di casa in casa. Il pranzo di Natale è aperto a parenti e amici, e comprende: tacchino, maiale, prosciutto, pastelles (salsicce ricoperte di pasta sfoglia), riso e fagioli neri. Il dolce è una torta di frutta fatta marinare nel rum per alcune settimane.

  30. Venezuela La stagione del Natale inizia il 16 dicembre, con la costruzione del presepe, che nelle case venezuelane è generalmente molto grande e comprende anche personaggi e costruzioni assai moderne, che poco c’entrano con il tradizionale nascimiento. Nelle nove mattine che precedono il Natale si svolgono, in tutto il Venezuela, delle affollatissime messe, chiamate Misa de Aguinald, e al termine dell’ultima viene bruciata una bambola raffigurante Giuda. La tradizione del Natale in Venezuela è molto varia, anche perchè in questo paese vi sono molte culture presenti nella società. Comunque, la famiglia è sempre al centro dei festeggiamenti, la notte del 24 tutti si ritrovano in famiglia. Spesso vengono organizzati degli spettacoli in cui viene rappresentata la natività.  Il tradizionale menu di Natale comprende panini dolci, prosciutto e piatti come le hallacas, il pavo e il pernil de cochino. Portate accompagnate dalla ponche crema, una bevanda che può essere sia analcolica che alcolica. Molte sono anche le canzoni natalizie, chiamate Parrandas o alguinaldo. Esistono tradizioni anche un po’ più profane e molto diffuse: come quella di bere 12 bicchieri di spumante contenenti un acino d’uva alla mezzanotte del 24.

  31. POSADA Nel XVI secolo Sant’Ignazio di Loyola introdusse in Messico l’idea di festeggiare il Natale celebrando una novena: in pratica in ognuna delle nove serate che precedevano il 25 dicembre bisognava rappresentare in qualche maniera le vicende della Sacra Famiglia, con i suoi problemi nel trovare un luogo adatto a far nascere un bambino. Una tradizione cui venne dato il nome di posada, e che a tutt'oggi si celebra in tutto il Centro e Sudamerica. «Dar posada» vuol dire ospitare un viandante e, nella tradizione natalizia, la posada è l'abitazione stessa che accoglie i protagonisti della natività. Generalmente si tratta di una vera e propria processione, spesso aperta da bambini vestiti da angeli, durante la quale alcuni fedeli impersonano Maria e Giuseppe nel loro continuo e preoccupato girovagare. Davanti ad alcune case la processione si ferma e mette in scena le richieste di aiuto della Famiglia e i tanti dinieghi. La scena può essere ripetuta più volte in una stessa serata. Alla fine una casa concede il permesso di entrare, e dopo aver pregato e cantato si mangiano dolci (generalmente i colaciones) e altri piatti tradizionali. Un rito che ha mille varianti e variabili, spesso legate agli usi e costumi locali.

  32. Asia Giappone India

  33. Giappone In Giappone il Natale è una festa piuttosto recente, infatti solamente dall'inizio del XX° secolo viene festeggiato. In questa occasione tutti si impegnano a dimostrare l'amore nei confronti dei bambini e le grandi città vengono addobbate con grandi alberi illuminati e ricchi di festoni. Una particolarità di questo paese è costituita dalle lanterne illuminate che addobbano ogni angolo delle città e gli alberi di Natale. Tra i bambini giapponesi è viva ancora oggi un'usanza che li vede protagonisti, essi infatti si scambiano dei biglietti colorati all'interno dei quali sono scritte delle preghiere. Un'altra particolarità in uso è il dono ai bisognosi, infatti le famiglie che possono permetterselo fanno dei regali utili alle persone povere, così come i bambini si recano negli ospedali a trovare le persone malate e a cantare le canzoni del Natale. La figura giapponese natalizia si chiama “Hoteiosha” che rappresenta il Babbo Natale. Egli porta regali in tutte le case per i bambini. 

  34. India In India la Messa di Mezzanotte dura dalle due alle tre ore e la chiesa viene molto addobbata. All’esterno le decorazioni sono legate ad enormi babani. I cristiani si fanno visite e i ragazzi cantano nenie natalizie un po’ diverse da quelle europee. Si scambiano doni fatti di ceste di frutta, fiori e dolci. Nel sud dell’India i cristiani riempiono di olio delle piccole otri di terracotta con fili di cotone intrecciati e le tengono accese lungo le pareti esterne delle abitazioni. E’ molto vivo il senso di ospitalità a Natale e si fa di tutto perché in ogni abitazione ci sia il maggior calore e conforto possibile. Nei limiti del possibile le famiglie cristiane si visitano tutte fra loro,sfruttando tutto il tempo disponibile,anche quello notturno e,quando si ritrovano,cantano accompagnandosi da tamburi o da cembali. Il padrone di casa offre un thali e focacce. I vicini di casa,anche se non sono cristiani,sono molto interessati a questa festa di luci e di amicizia e quindi si scambiano opinioni sulle varie festività che inneggiano alla luce. In India, ad esempio, c’è la festa indù che simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre che si chiama Diwali.

  35. EUROPA Austria Belgio Bulgaria Croazia Danimarca Finlandia Francia Germania Gran Bretagna Grecia Islanda Iugoslavia Lussemburgo Norvegia Olanda Polonia Portogallo Romania Russia Spagna Svezia Svizzera Ungheria

  36. Austria Il periodo natalizio inizia con l'avvento. In questo periodo si preparano diversi dolci e si addobba la casa. In molte case c'è una corona d'avvento con quattro candele che vengono accese le quattro domeniche prima di Natale. Molti bambini hanno un calendario dell'avvento per contare i giorni fino a Natale. Ogni giorno aprono una finestra, dietro la quale si trova una piccola sorpresa. In questo periodo alcuni bambini scrivono una lettera a "Gesù Bambino" con i loro desideri per Natale. I bambini ricevono i doni anche da San Nicholas. Gruppi di "pastori" girano di fattoria in fattoria, bussano, cantano e vengono accolti con grappa e dolci tradizionali. E' una tradizione che ricorda il peregrinare di Maria e Giuseppe alla ricerca di un rifugio. Durante il periodo natalizio, nei centri storici di molte località vengono organizzati mercatini che offrono dolci e oggetti tradizionali e figurine del presepio. Si passeggia tra le bancarelle assaporando profumi e sapori d'altri tempi, con molte manifestazioni letterarie e musicali. La vigilia di Natale la famiglia si riunisce intorno all'albero per lo scambio dei doni. Alcune persone invece si riversano nelle piazze e davanti alle chiese per attendere Babbo Natale, impersonato però da una giovane donna vestita di bianco che regge sulle braccia cesti colmi di dolci. I bambini le vanno incontro e le porgono rametti di rosmarino per allontanare il male. Mentre i piccoli compiono questo gesto, arriva con gran fracasso lo spirito cattivo avvolto in un mantello nero: egli dichiara di volere punire i bambini cattivi i quali si nascondono dietro le gonne delle mamme. Allora i papà gli promettono che i loro figli saranno obbedienti e rispettosi. In quel momento comincia la festa e tutti ricevono doni. La natività è annunciata da potenti squilli di tromba dall’alto delle cattedrali. L’Austria cattolica vanta la pastorale più celebre e più cara: “ Stille nacht”, che noi conosciamo come “ Astro del ciel”. In alcuni paesi c'è un simpatico pensiero verso i piccoli volatili che riempiono con il loro cinguettio le ore della giornata. Tradizioni regionali e cittadine

  37. La Corona dell’Avvento Durante la prima domenica dell'Avvento si preparano corone d'abete (Adventkranz) con quattro candele da accendere una ogni domenica d'avvento per scandire le settimane che preparano al Natale. Molte famiglie tirolesi si riuniscono ogni sera attorno all'Adventkranz cantando e pregando. In alcune località le corone sono portate anche in chiesa per la benedizione.

  38. Il Calendario dell’Avvento Tutti i bambini ricevono uno speciale calendario di 24 caselle, contenenti ognuna o immagini o piccoli doni, che li aiuta a contare i giorni che separano la data corrente dalla festa di Natale. Ora anche in Italia si comincia a donare ai bambini questo tradizionale calendario dell'Avvento. Spettacolare, perché gigante, quello che viene organizzato a Lienz.  

  39. L'albero di Natale L'usanza dell'albero di Natale in Austria non è molto antica: il primo fu allestito nel 1890, poi questa idea conquistò velocemente tutta la nazione. La particolarità degli alberi natalizi qui è costituita dagli addobbi fatti principalmente a mano (stelle di paglia, pigne dorate e ornate di nastrini, angioletti, dolci, ecc). I profumi che si sprigionano dall'albero sono intensi: di pino perché si usano solo pini o abeti veri; di cera d'api perché non ci sono "lampadine" ma autentiche candele di cera. I pini sono senza radici (col benestare degli ambientalisti, perché provengono dallo sfoltimento autorizzato del bosco oppure da allevamenti esteri: i controlli sono rigidissimi). L'albero viene preparato soltanto alla vigilia di Natale, il 24 dicembre. La sera, quando fa buio e tutte le candele sono accese, arriva il "Christkind" (Bambin Gesù) che porta regali a tutti.

  40. Il Presepio I primi presepi in Tirolo risalgono al 17.mo secolo e furono allestiti nelle chiese di Innsbruck e della vicina Hall. Nel periodo dell'Illuminismo i presepi vennero banditi dalle chiese, e per questo motivo, furono costruiti in seguito nelle case di città e in quelle dei contadini. Il più antico presepio privato di quell'epoca è del contadino Maxenbauern di Thaur, paesino vicino a Hall conosciuto anche come "il paese dei presepi" grazie agli intagliatori Giner. Fino al 19° secolo il presepio rispecchiò la vita tirolese; dopo i primi pellegrinaggi in Palestina nacquero presepi con motivi orientali. Dopo le guerre mondiali molti presepi rischiarono di sparire per sempre. L'allora direttore del Museo d'Arte Popolare di Innsbruck rendendosi conto di questo pericolo istituì nel museo un'ala che raccolse i presepi più preziosi. Oggi il Museo può vantare un centinaio di presepi molto preziosi di ogni misura e stile. In molte fattorie dei paesi intorno a Hall vengono allestiti ancora oggi presepi fatti con molta pazienza e maestria, da esibire con orgoglio a vicini ed ospiti. L'invito a visitarli è rivolto anche ai turisti. Naturalmente anche nelle chiese di tutte le località tirolesi vengono allestiti i presepi e molte località organizzano esposizioni. Famoso è il grande presepio meccanico di Landeck; particolare il presepe di ghiaccio a misura d'uomo a Gurgl nella Ötztal. Igls vicino a Innsbruck organizza un presepio vivente chiamato (Natale di Montagna).

  41. I dolci E' risaputo che l'Austria è famosa per i suoi dolci. E le tradizioni natalizie contemplano soprattutto la preparazione di biscotti dai mille gusti. Nascono così delizie come i cornetti di vaniglia, i baci di cocco, le stelle al rum o alla cannella, i cuoricini di mandorle, il dolce della vita, ecc. che evocano nostalgici momenti dell'Avvento, e un pane speziato, chiamato "Früchtebrot" Altri dolci, inizialmente nati come dolci natalizi, sono oggi dolci particolari quali la "Prügeltorte" o il "Blattlstock", una specialità del Tirolo Orientale. Ma il dolce natalizio più comune è lo Zelten, una specie di panforte poco dolce, fatto di frutta secca (fichi, pere, uva, mandorle, nocciole), arancini, cannella, chiodi di garofano e pasta di pane. Gli ingredienti variano, a seconda delle usanze, nelle diverse vallate. Dolce tipico di Natale in Austria è il marzapane il cui utilizzo si è diffuso negli ultimi anni anche qui da noi.

  42. Stille nacht - Astro del ciel Questa meravigliosa canzone fu eseguita per la prima volta nella chiesa di S. Nicola, a Oberdolf, vicino a Salisburgo. Era la vigilia di Natale del 1818 e Padre Mohor era stato chiamato per un battesimo. Era una sera particolarmente chiara e le stelle brillavano come perle nel blu del firmamento. Il sacerdote fu come toccato da quella pace tranquilla e di getto scrisse quelle parole che sono diventate celebri: “Silenziosa notte, notte santa. Tutto dorme. Veglia soltanto la santa coppia. Il grazioso Bimbo dai ricci capelli dorme nel suo celestial riposo. Silenziosa notte, notte santa. I pastori sono stati i primi a sapere la buona novella dall’angelo. Alleluia! Risuona forte, lontano e vicino: “Cristo il salvatore è tra noi!” Più tardi, un suo amico, il maestro Franz Gruber, scrisse la melodia che si voleva accompagnare con l’organo, ma… anche i topi ci misero le code. Le voraci bestioline avevano scombinato la tastiera e per accontentare il buon Padre, Gruber affidò, senza troppo entusiasmo, la melodia alle corde di una vecchia chitarra. L’effetto fu travolgente. Nessuna canzone natalizia è diffusa in tutto il mondo quanto "Stille Nacht". Il costruttore d'organo Mauracher di Fügen nello Zillertal, chiamato ad aggiustare l'organo l'anno successivo, apprezzò la canzone, la copiò e la offrì alla nota famiglia di cantori Rainer. I Rainer la cantarono davanti all'imperatore d'Austria e allo zar di Russia, e nel 1839 la cantarono in America raccogliendo un vero trionfo. Anche i fratelli Strasser la cantarono soprattutto in Germania. Oltre ad essere cantata in chiese e case, oggi viene eseguita in molte località tirolesi all'aperto, dopo la messa di mezzanotte, da piccoli gruppi che si accompagnano con strumenti a fiato.

  43. Graz, in Stiria, illumina il periodo delle feste con un gioco di luci ed una decorazione natalizia unica al mondo. La facciata del municipio è trasformata in un gigantesco calendario dell'Avvento. I mercatini dell'avvento sono una tradizione medievale. E' famoso quello di Innsbruck, dove si vendono i prodotti tipici.E' nota la sfilata di San Nicola nel centro dove Nikolaus e Krampus sono accompagnati da uno "stuolo di angeli". Nella Piazza centrale viene allestito un enorme albero di Natale con ai piedi un presepe intagliato in legno. Anche a Kitzbühel continua la tradizione dei mercati di artigianato artistico.  Nell'Osttirol, è viva una tradizione legata ai Krampus simile alle usanze carnevalesche: i diavoletti portano artistiche maschere in legno o metallo, pelli di pecora, collari e grosse cinte di cuoio dai quali pendono campanelli e campanacci . A Salisburgo l’albero e il presepe si allestiscono in maniera del tutto singolare. Una costruzione, che raffigura la storia dell’umanità, inizia con l’avvento. Partendo dalla rappresentazione del peccato originale, si va su, giorno per giorno, con rappresentazioni del profeta Isaia, dell’Annunciazione, fino alla nascita del Redentore. A Natale viene deposto il Bambino, mentre la grotta è sormontata da una splendida e lucente stella. L’effetto è fantastico quando tutta la piramide è illuminata. La medievale Steyr, in Alta Carinzia, è considerata la città di Gesù Bambino. La leggenda di un uomo malato che comprò una statuetta raffigurante il bambinello, e dopo averla appesa vide compiersi il miracolo della guarigione, ha ormai fatto il giro del mondo. La prova? Le lettere (nel 1999 più di 2 milioni) che ogni anno invadono l'ufficio postale del luogo. Non basta, perché un'altra grande tradizione di questi luoghi sono i presepi storici. Come i due che si trovano nella casa adiacente alla chiesa di Gesù Bambino: uno, meccanico, si muove seguendo la musica di un organo boemo; l'altro, che ha preso il nome del suo costruttore Poettmesser, con 778 figure mobili allestite su 55 mq è uno dei più grandi del mondo. Vicino Steyr c'è Steinbach, romantico paesino la cui piazza principale si trasforma per l'occasione in un calendario dell'avvento vivente. Gli abitanti delle case circostanti, infatti, allestiscono 24 finestre natalizie che ogni sera vengono illuminate una dopo l'altra. Sicché, la notte di Natale l'intera piazza sarà illuminata. In Tirolo non si conosce "la befana" ma il 6 di gennaio in ogni località girano i "Re Magi": gruppi di ragazzi che portano con loro una grande stella e cantano ad ogni porta per raccogliere soldi destinati alle missioni.Le ragazze, preparano lo strudel, e confezionano pacchetti per i poveri che visiteranno il giorno di Natale. I montanari, invece, tornando dalla messa, portano alle loro bestie il sale benedetto. Gli austriaci sono persone molto delicate e gentili e, ricordandosi di chi non festeggia il Natale in casa propria, illuminano ogni stazione ferroviaria per augurare un gioioso Natale ai viaggiatori. A Vienna in questo periodo il centro storico e la zona circostante costituiscono la scenografia ad un mondo fantastico. Per cominciare c'è il "Mercato di Gesù Bambino", una tradizione che risale a 700 anni fa: davanti ad un grande abete, illuminato da una miriade di lampadine, fino al 24 dicembre sono disposti circa 140 chioschi di legno in cui si vende ogni sorta di regalo di Natale. C’è la tradizione passeggiata al parco dove ragazzi e adulti, distribuiscono briciole di pane agli uccelli e ai rami di un altissimo abete, vengono appese le tradizionali focacce riservate agli uccelli del parco; sarà Natale anche per loro! Tradizioni regionali e cittadine dell’Austria

  44. La Festa di San Nicola Alla vigilia di San Nicola, il 5 dicembre, si usa fare piccoli doni ai bambini, soprattutto dolci nascosti nelle calze. In varie località "San Nicola", vestito da vescovo, fa il suo ingresso nel centro storico seguito dalla banda e portando un enorme sacco pieno di regali da distribuire ai bambini. Il santo è accompagnato dai Krampus, diavoletti con catene e bacchette che fanno "paura" ai bimbi discoli (in altri casi, invece, sono diavoli che spaventano le ragazze).

  45. Belgio In BELGIO come in Olanda è sempre Santa Claus l'atteso dai piccoli. I bambini lasciano fuori dalla porta di casa i loro zoccoletti di legno pieni di fieno, biada, fave, avena e orzo. San Nicola passa e, mentre il suo cavallo si rifocilla, egli colma gli zoccoletti di doni. Le usanze del Belgio si rassomigliano anche con quelle del Lussemburgo. I ragazzi con i famosi carillons girano per i campi e per le strade chiedendo cibo per il bambino appena nato. Le controfigure del Santo si incontrano nei grandi magazzini dove i bambini lasciano una lettera con i loro desideri. A scuola San Nicola viene festeggiato con inni vari. Altre tradizioni

  46. Altre tradizioni del Belgio A Bruxelles, nella grande piazza, si balla in costume tradizionale e quando suonano le campane di mezzanotte, la città si illumina di settantamila lampadine. Nel cenone natalizio si mangiano soprattutto ostriche e pesce. La casa si pulisce a fondo. Si prepara la torta con la fava: chi ha la fetta con la fava è eletto re del Natale. Un tempo, nelle Fiandre, non si andava a letto prima del mattino e nella veglia si raccontavano strane storie sugli animali parlanti. I bambini delle Fiandre lasciano fuori dalla porta le scarpe di legno,dette sabots, piene di avena per l’asino di S.Giuseppe e al mattino trovano panini, chiamati coquilles, caramelle e arance.

  47. Bulgaria In Bulgaria durante tutta la novena di Natale le donne non fanno il bucato perché sia solo la Madonna a lavare i panni del Bambino Gesù. C’è una credenza curiosa: si accende una torcia la notte di Natale, se la fiamma ondeggia a sinistra è di cattivo presagio, se oscilla a destra,è segno di partenza senza ritorno, se la fiammella è verticale è segno di rettitudine e di costanza.

  48. Croazia Natale è caratterizzato da usanze e tradizioni particolari, diventando, in questo modo, una parte della eredità etnografica nazionale. Nella seguente storia scoprirete come una volta si festeggiava Natale nelle famiglie croate e come si festeggia oggi. I preparativi per la festa iniziano con i doni tradizionali collegati alle festività di S. Nicola (6 dicembre) e Santa Lucia (13 dicembre) che risalgono all’11° secolo. Tanto tempo fa, nella notte di Santa Lucia, una persona avvolta in un lenzuolo bianco, andava a visitare le case regalando ai bambini dei fichi secchi, mandorle, noci e mele, facendoli anche spaventare un po'. I monelli, sotto i loro cuscini, trovavano una frusta, come rimprovero, affinché diventassero più bravi. Nell'età moderna questo servizio lo svolge San Nicola, che dentro gli stivali dei bambini buoni mette dei dolcetti, mentre le fruste le distribuisce il suo aiutante Krampus (simbolo dello spirito del male o del diavolo). Un tradizionale e antico dono natalizio croato fu anche la mela decorata, chiamata bozicnica (Bozic- in croato Natale), che regalavano i giovanotti alle fidanzate. Le antiche tradizioni della Vigilia di Natale e della Notte di Natale in Croazia sono: il grano natalizio, prendere tre ceppi piuttosto grandi, distendere la paglia, fare il presepio, il digiuno e il cenone di natale .

  49. Il grano natalizio Una tradizione che si e tramandata fino ai giorni nostri e la semina del grano natalizio come simbolo della rinascita e della fertilità. La particolarità di questa tradizione è che non esiste nelle comunità protestanti e neanche nella maggior parte dell'Europa. La si trova soltanto in Portogallo, in Italia Meridionale e in Croazia. Fino a Natale, questo grano è già ben cresciuto in una ciotola con acqua e viene posata sulla tavola natalizia, e durante tutto il periodo delle feste sta sotto l'albero, vicino al presepio oppure in un angolo della stanza. Per farlo più bello, lo si taglia un po' e lo si avvolge con un nastro rosso oppure con quello che porta i tre colori della bandiera croata. In alcune zone in mezzo al grano ci si mette una mela oppure delle candele. Dopo il Natale, il grano si da agli uccelli, perché e vietato buttare via tutto quello collegato con questo giorno santo.

  50. Tre ceppi grandi Si portano a casa il giorno della Vigilia e si mettono sul focolaio sono il simbolo della Trinità, e con la loro brace si accendono tutte le candele in casa. Ai ceppi che ardevano si usava offrire un po' di cibo dalla tavola natalizia e un po' di vino. Si crede che il fuoco di questi ceppi porterà del bene alla casa e alla famiglia.

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