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Listeria monocytogenes. Riconosciuta come causa di patologia nell’uomo da più di 60 anni il primo evento confermato di trasmissione foodborne nel 1981
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Listeria monocytogenes • Riconosciuta come causa di patologia nell’uomo da più di 60 anni • il primo evento confermato di trasmissione foodborne nel 1981 • da allora, gli studi epidemiologici hanno ripetutamente rivelato che gli alimenti contaminati sono un veicolo primario di trasmissione della listeriosi • La listeriosi è stata considerata a lungo una malattia foodborne atipica di grande importanza per la Sanità pubblica a causa della gravità e della natura non enterica della malattia (meningite, sepsi e aborto) e dell’elevata letalità (20-30%)
Listeria monocytogenes • Sebbene possa verificarsi in adulti e bambini sani, sono a rischio elevato gli individui immunocompromessi (immunosoppressi, anziani, donne gravide, soggetti affetti da patologie debilitanti) • La popolazione dei pazienti immunocompromessi continua ad aumentare e include anche i soggetti HIV positivi, in cui il rischio di listeriosi invasiva è da 500 a 1000 volte più elevato che nella popolazione generale
Listeria monocytogenes L. monocytogenes differisce sotto molti aspetti dalla maggior parte dei patogeni foodborne. E’ ampiamente diffusa, se non ubiquitaria, in terreno, liquami, acque superficiali; è, inoltre, presente frequentemente nell’intestino dell’uomo e di molti animali. Prevalenza negli individui sani = 2 - 6% Prevalenza negli animali sani = 10 – 50% (suini, bovini, pollame) L. monocytogenes è stata isolata da numerosi prodotti alimentari: Ortaggi e insalata - 11% Carni crude - 13% Latte crudo - 3-4% Prodotti caseari - 3% Uovae prodotti ittic Particolarmente a rischio e già associati ad episodi epidemici alimenti refrigerati, processati e pronti, consumati senza una fase di cottura o di riscaldamento.
Listeria monocytogenes L. monocytogenes, nonostante non sia un batterio sporigeno, è resistente a diverse condizioni ambientali sfavorevoli, inclusi basso pH ed elevata concentrazione di NaCl, ed è microaerofilo e psicrofilo. Le varie vie attraverso le quali il batterio può entrare in un impianto, la sua tenacità nell’ambiente industriale, la capacità di moltiplicarsi a T di refrigerazione e di sopravvivere negli alimenti per lunghi periodi anche in condizioni sfavorevoli hanno fatto di questo batterio un problema di difficile soluzione nell’ultimo decennio. L’ingresso di L.m. in un impianto di trasformazione alimentare è spesso primariamente legato ad animali eliminatori del batterio, ad alimenti crudi di origine animale e, probabilmente, a portatori sani. Lo sviluppo è, quindi, favorito dall’elevata umidità: L.m. è stata isolata dagli scarichi, dai pavimenti, dall’acqua di condensazione o stagnante, dagli impianti. E’ in grado di aderire a differenti tipi di superficie (acciaio, vetro, gomma, etc.) e ai biofilm. Può sopravvivere ad un lavaggio poco accurato delle mani e negli aerosol. Inoltre, gli effluenti contaminati provenienti dagli impianti amplificano la dispersione di Listeria nell’ambiente.
Listeria monocytogenes Terreno, fango e piante Foraggio insilato feci Animali domestici Animali selvatici Verdure crude liquami latte carne utensili impianti di refrigerazione conservazione carne prodotti a base di latte prodotti a base di carne Uomo
New Engl J Med 2000; 342:1236-1241. Listeria monocytogenes Maggio1997 - 1. ASL Moncalieri e Giaveno - bambini e insegnanti di due scuole elementari. 2. ASL Torino - studenti mensa Università di Torino Descrizione Studio epidemiologico L’indagine chiarì: 1. Il servizio di catering era uguale; 2. Il consumo di insalata di mais e tonno era associata con i casi (RR 6, 19). L. monocytogenes fu isolata: 1. dal campione di insalata 2. da campioni ambientali presso l’impianto di preparazione; 3. da 123 su 144 campioni di feci di soggetti malati; 4. da un campione di sangue di un ammalato. Indagine microbiologica Tutti gli stipiti di L. monocytogenes appartenevano al sierogruppo 4b La tipizzazione con la PFGE ha consentito di dimostrare che tutti gli stipiti di L.monocytogenes appartenevano allo stesso profilo di restrizione enzimatica eseguito con più endonucleasi (SmaI, SalI, ApaI e NotI); anche con una tecnica di tipizzazione diversa (RAPD) si pervenne allo stesso risultato. Tipizzazione molecolare Notevole contributo delle tecniche di biologia molecolare per la ricostruzione epidemiologica di un evento epidemico sostenuto da un agente microbico che risulta patogeno anche per gruppi di popolazione immuno-competente. Considerazioni