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Percorsi di guerra e di pace. Dal colonialismo alle guerre dimenticate. Bellum se ipsum alet. Tito Livio, Storia di Roma. Ecumene.
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Percorsi di guerra e di pace Dal colonialismo alle guerre dimenticate
Bellum se ipsum alet Tito Livio,Storia di Roma
Ecumene Nel XXI secolo, l’ecumene, dal greco oikoumene (terra abitata, usato da Eratostene e da Tolomeo), inteso come spazio permanentemente abitato dall’uomo, è andato a coincidere con quasi tutta la terra, anche se permangono dei territori disabitati (anecumenici).
Ecumene A parte le due calotte polari ed alcune zone desertiche –in relazione a condizioni climatiche, morfologiche e altimetriche proibitive-, le terre emerse vedono una rete economica e commerciale che avvolge sempre più il pianeta, consentendo intensi scambi tra le varie comunità umane: la globalizzazione.
GEOPOLITICA La nascita della scienza geopolitica avviene tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo configurandosi via via come una scienza intermedia tra la geografia e la politica, con l’obiettivo di elaborare leggi scientifiche. Essa si presenta come una politica su basi geografiche, cioè una scienza che studia i fatti politici rispetto alla loro dipendenza sia dall’ambiente geografico, sia dai condizionamenti storici.
GEOPOLITICA Tra i suoi fondatori ricordiamo • il tedesco Friedrich Ratzel (1844-1904), con la teoria dell’espansionismo come tendenza naturale progressiva degli stati e con il concetto di “spazio vitale” (lebensraum); • lo svedese Rudolf Kjellén (1864-1922), con il concetto di teoria dello Stato-organico; • l’inglese Halford J. Mackinder (1861-1947) con la tesi dell’Heartland (cuore del mondo), la regione euroasiatica centrale come forza alternativa alla potenza marittima inglese;
GEOPOLITICA • il tedesco Karl Haushofer (1869-1946), con i concetti del fattore spazio come determinante per lo sviluppo dello Stato, della geopolitica della guerra (wehrgeopolitik); • il tedesco Otto Maull (1887-1957) con la teoria ambientale-deterministica dello Stato-organico; • l’italiano Ernesto Massi, con la rivista “Geopolitica” (1939-42), proponendola come coscienza geografico-imperiale.
GEOPOLITICA • La geopolitica erede del pensiero darwinista e del superuomo nietschiano • La geopolitica come scienza al servizio del “principe”, cioè una scienza che diviene strumento politico al servizio del potere • La geopolitica come scienza teorizzatrice dell’imperialismo e del nazionalismo espansionista
GEOPOLITICA • Nel secondo dopoguerra la geopolitica declina in quanto • compromessa con i regimi nazista e fascista • schiacciata tra i due blocchi contrapposti nel quadro bipolare
GEOPOLITICA • La geopolitica contemporanea analizza le molteplici relazioni tra l’ambiente geografico e l’azione umana organizzata, cioè statuale. • Può anche essere considerata una disciplina intermedia tra la geografia da un lato e la politica e la strategia dall’altro (Jean 1992)
La geopolitica nell’ambito strategico La dimensione geopolitica della difesa e della sicurezza elemento fondante la sovranità nazionale.
La geopolitica nell’ambito strategico • Gli elementi geografici nell’azione politico-militare dello Stato. • I confini terrestri. • Il soprassuolo. • I chokepoints. • Le risorse idriche. • Le acque territoriali.
Le acque territoriali Un esempio dei problemi internazionali legati al confine marittimo è rappresentato dalla definizione stessa di acque territoriali, i cui limiti sono a volte di 3 miglia dalla costa (Convenzione di Montego Bay, Giamaica 1982), ma in diversi casi elevati a 4, 6 e addirittura 12 miglia, a cui vanno aggiunte la “zona contigua” (sino a 24 miglia) e la “zona economica esclusiva (sino a 200 miglia)
Le radici dei conflitti L’aggressività innata nell’uomo si è trasformata in guerra parallelamente all’evoluzione sociale. Infatti, si hanno notizie di guerre sin dalla più lontana antichità. Lo stesso Alessandro Magno realizzò un impero mondiale anche grazie alla collaborazione di geografi che aiutavano il suo stato maggiore nell’opera di conquista di un’area che per vastità territoriale non ha simili nella storia.
Le radici dei conflitti Non solo la falange macedone fu fondamentale per il successo di Alessandro, ma anche la realizzazione di un esercito “multinazionale”, fondato sulla forte partecipazione dei vinti.
Le crociate rappresentano il momento in cui l’Europa ripresasi dalle invasioni barbariche tenta di riprendere il controllo del Mediterraneo e della via della seta.
Le radici dei conflitti La guerra dei Trenta Anni non è una guerra di religione tra cattolici e protestanti, ma il tentativo fallito degli Asburgo di realizzare un unico impero territoriale in Europa.
Le radici dei conflitti Il sacco di Roma è la conseguenza della politica territoriale dello Stato della Chiesa che ha sempre mirato ad impedire l’unità del territorio italiano, indebolendone la forza.
Le radici dei conflitti La complessità dei fenomeni bellici: elementi geografici, economici, politici e religiosi della conflittualità. Da Troia alle crociate, dalla guerra dei Trenta anni sino al colonialismo.
Le radici dei conflitti Dal colonialismo del XVI secolo al nazionalismo e imperialismo nell’Europa alle soglie del XX secolo.
I massacri dimenticati • 23 milioni di indios messicani ad opera dei Conquistadores spagnoli nel XVI secolo • 11 milioni di negri schiavizzati e deportati in America e altri 18 milioni circa morti in seguito alla cattura (XV-XIX secolo) • 500.000 aborigeni sterminati in Australia nel XIX secolo • 350.000 pellirosse negli USA ad opera dei coloni e dell’esercito statunitense nel XIX secolo • 5-10.000.000 congolesi (1886-1908) ad opera dei belgi • 300.000 filippini ad opera dell’esercito statunitense (1899-1902) • 10.000 nelle colonie asiatiche olandesi (1900-14) • 1.500.000 armeni ad opera dell’esercito turco (1909-23) • 125.000 libici ad opera dell’esercito italiano (1911-31) • 700.000 abissini ad opera dell’esercito italiano (1935-41) • 800.000 nell’Africa Equatoriale Francese (1900-40) • 100.000 algerini (1954-65) ad opera dell’esercito francese • 800.000 indios in Brasile nel XX secolo La superiore civiltà occidentale!
L'industria degli armamenti e le guerre
1800 la seconda rivoluzione industriale • Alla fine dell’Ottocento l’acciaio, il petrolio e la chimica permettono un balzo tecnologico senza precedenti anche nel settore dell’industria militare • Pallottola ogivale • Armi a ripetizione e a raffica • Armi chimiche • Aviazione • Dinamite • Mezzi corazzati
La prima guerra mondiale • Il conflitto del 1914-18 fu l’occasione e il banco di prova del nuovo sistema industriale della difesa. • Lo sforzo economico e produttivo delle grandi potenze fu enorme. • Larga parte delle industrie che operavano nel civile fu riconvertita nel settore militare.
La seconda guerra mondiale Preceduta dalle prove generali della guerra civile spagnola, la seconda guerra mondiale vede uno scontro durissimo tra le potenze europee, in cui ora vengono pienamente coinvolti nuovi soggetti come gli Stati Uniti e il Giappone.
L’industria americana si convertì rapidamente alla produzione militare, raggiungendo livelli qualitativi e quantitativi elevatissimi in tutti i settori.
La produzione bellica italiana declinò nel volgere di un paio d’anni e nel 1942 vi erano già i segnali della prossima sconfitta.
Il costo in vite umane
I conflitti derivati da tale confronto sono stati definiti “la seconda guerra dei Trent’Anni”, a sottolineare la continuità bellica di tale periodo (1914-1945). E fu l’Europa a pagare il prezzo più alto in vite umane per tale scontro: 55 milioni di europei su 60 milioni di vittime.
La fine della seconda guerra mondiale consacra la supremazia dell’arma nucleare e i nuovi equilibri bipolari
Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica dominano un sistema bipolare mondiale, con due alleanze NATO e Patto di Varsavia. Geopolitica della guerra fredda Fonte: Historical Atlas of the XX Century, cit.
Inizia una nuova corsa agli armamenti da parte delle due alleanze militari, mentre nel Terzo Mondo aumentano la conflittualità e la richiesta di armi convenzionali.
Le nuove armi convenzionali • Aerei ed elicotteri • Carri armati e mezzi corazzati • Artiglieria • Navi e sottomarini • Armi piccole e leggere • Mine e munizioni
Mentre NATO e Patto di Varsavia convivono con l’equilibrio del terrore, le guerre tra il 1945 e il 2000 si concentrano nel Terzo Mondo, dove le due superpotenze si confrontano indirettamente.
Il calcolo delle vittime dei conflitti • Anche nell’epoca contemporanea, quando si parla di vittime dei conflitti si deve ammettere che nella maggior parte dei casi si hanno solo stime a causa di: • “marginalizzazione” geopolitica dei conflitti • scarsa presenza di osservatori e di testimoni • bassa “copertura” da parte dei mass media • assenza di anagrafi nei teatri di guerra
I morti stimati delle nuove guerre della seconda metà del Novecento sono stati in tutto circa 23 milioni.
Le guerre si concentrano quasi esclusivamente nei PVS, legate sia ai processi di decolonizzazione e d’indipendenza, sia alla spartizione delle ricche materie prime (diamanti, uranio, petrolio, ecc.). Localizzazione delle vittime dei conflitti 1946-2000
Quali guerre nel XXI secolo?
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