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LOMELLINA E DINTORNI. Attività della classe 4°A a.s. 2012/2013. Istituto Comprensivo “Angelo Massazza ” Scuola Primaria “Suor Maria Diletta Manera ” Mede. CHI SIAMO? Un po’ della nostra storia.
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LOMELLINA E DINTORNI Attività della classe 4°A a.s. 2012/2013 Istituto Comprensivo “Angelo Massazza” Scuola Primaria “Suor Maria Diletta Manera” Mede
CHI SIAMO? Un po’ della nostra storia La Lomellina è una parte della Pianura Padana nella zona sud-occidentale della Lombardia tra il Sesia ad ovest, il Po ad ovest e a sud, il Ticino ad est e le Colline Novaresi a nord.Comprende 57 comuni (214.494 ab) tra cui Vigevano è il centro più importante. Il suo nome deriva dal comune di Lomello. Infatti i popoli antichi della pianura padana si raccoglievano attorno ai fiumi, principali vie di comunicazione in assenza di strade, Gli antichi Romani potenziarono la rete stradale a nord del Po, verso le Gallie, così la Lomellina fu attraversata da un'importante strada che da Pavia, attraverso Duriae (Dorno), Laumellum (Lomello) e Cuttiae (Cozzo), portava verso Torino e le Alpi .Un vero cambiamento si ebbe solo nel primo Medioevo, a seguito dello straordinario aumento di importanza di Pavia, divenuta capitale dei Goti, dei Longobardi e dei Franchi in Italia.I boschi, che ricoprivano la pianura in epoca preistorica si conservarono a lungo: ancora in epoca rinascimentale la zona aveva ampie foreste, assai rinomate per la caccia, che facevano della Lomellina il luogo prediletto per gli svaghi dei Signori di Milano.Per questo motivo, ancora oggi, è possibile vedere i numerosi castelli che sorgono in ogni piccolo paese della zona.
I CASTELLI Castello d’Agogna Cozzo
Sartirana Velezzo
La Lomellina è un piccolo triangolo di terra situata tra i fiumi Po, Ticino e Sesia. Siamo vicinissimi al Piemonte, infatti alcune parole del nostro dialetto sono molto simili a quelle del dialetto piemontese, a due passi dalle province di Vercelli, Alessandria e Novara. Siamo vicini anche alla Liguria, il Passo del Brallo divide la provincia di Pavia dalla provincia di Genova. Dall'autostrada Torino/Milano bisogna uscire a Gropello Cairoli e proseguire per Mortara...il cuore della Lomellina! Ma per vedere qualcosa di veramente bello è necessario proseguire fino a Vigevano, sulla statale che collega Mortara a Pavia. Fermarsi ad osservare la bellissima Piazza Ducale con la fortezza del Bramante: in questa piazza vengono spesso registrati spot televisivi, è stato registrato anche un famoso film con Alberto Sordi dal titolo "Il maestro di Vigevano".
Castello di Vigevano Piazza Ducale
Garzaia Col termine garzaia si intende il luogo in cui nidificano collettivamente le specie di Aironi (fam. Ardeidi) con abitudini coloniali. Diverse specie di Ardeidi, infatti, prediligono costruire i nidi molto vicini, anche sullo stesso albero od arbusto a distanza di pochi metri dal nido limitrofo. La garzaia si trova spesso all'interno di un'area limitata e difficilmente accessibile, generalmente costituita da un bosco umido con terreno paludoso o da un arbusteto di saliconi o da un canneto. Le garzaie della Lomellina sono a : Zeme (Garzaia di Sant'Alessandro), Calpenchio (Garzaia di Celpenchio), Breme (Garzaia della Cascina Rinalda), Tutte visibili nel sito della Provincia di Pavia alla voce "Riserve naturali" http://www.provincia.pv.it Airone cenerino Airone bianco
Fontanili I nostri nonni raccontano... Si chiamano "fontanili "le sorgenti sotterranee che servono per l’irrigazione dei campi.I fontanili sono fiancheggiati da una rigogliosa vegetazione spontanea, che diventa un rifugio sicuro per varie specie di uccelli.I contadini usavano dissetarsi con l’acqua dei fontanili, fresca e buona, usando il “barlet”, tipico contenitore di legno a forma di barilotto, che veniva lasciato parzialmente immerso nell’acqua per mantenere il contenuto sempre fresco. I campi interamente allagati si chiamavano "marcite", perchè era consuetudine lasciare l'ultimo taglio a marcire durante l'inverno
Abbiamo intervistato i nostri papà agricoltori Perché in Lomellina si coltiva il riso? In Lomellina si coltiva principalmente il riso perché è una zona pianeggiante con terreni che trattengono molto l’umidità, molto ricca di sorgenti e canali per l’irrigazione. La zona è anche vicina a tre grandi fiumi: Po, Ticino e Sesia Quali altre coltivazioni ci sono in Lomellina? Oltre al riso, ma in minima parte, si coltivano altri cereali come il mais, il grano, l’orzo e le leguminose.
Come si sviluppa la coltivazione del riso nel corso dell’anno? A marzo si preparano i terreni: si ara (qualcuno lo fa già a novembre), si livella con uno speciale raggio laser che rende il terreno molto piatto e senza rilievi. Si procede quindi con la concimazione, sia con prodotti chimici che organici. Ad aprile si riempiono le risaie di acqua con un sistema di piccoli canali e chiuse, quindi si semina, sia con il sistema tradizionale, cioè nell’acqua, sia all’asciutto con il sistema moderno. A giugno si fanno i trattamenti contro le erbacce infestanti e le malattie usando prodotti adeguati; si concima per nutrirlo e farlo crescere bene.
Come si coltivava il riso quando non c’erano i macchinari di adesso? Un tempo il lavoro di aratura era svolto dall’aratro trainato dai buoi o dai cavalli e si concimava il terreno con il letame. Si seminava il riso in un piccolo campo pieno d’acqua chiamato vivaio e le mondine procedevano a mano con il trapianto delle piantine e successivamente l’eliminazione delle erbe infestanti. Le mondine erano donne molto forti e grandi lavoratrici che arrivavano nelle nostre cascine anche da altre parti d’Italia. Lavoravano duramente tutto il giorno stando nell’acqua, indossavano calze spesse per proteggere le gambe dalle zanzare e dalle sanguisughe, sempre con la schiena piegata. La mietitura veniva svolta dagli uomini a mano con l’ausilio della falce, si facevano i covoni, cioè grossi mazzi di riso,che si portavano nelle aie dove venivano battuti con grossi bastoni per staccare i chicchi di riso dalla pianta. Si lasciava essiccare al sole e si setacciava per staccare la pellicina dai chicchi, si conservava nei sacchi di iuta. Alcune immagini
Quali trattamenti particolari sono necessari per la crescita del riso? Un trattamento particolare, che non si presenta nella coltivazione di altri cereali è il controllo dei livelli dell’acqua. Nelle risaie l’acqua funge da termoregolatore (cioè ne regola la temperatura) per le piantine di riso.Nelle risaie l’acqua deve avere sempre la stessa temperatura (né troppo caldo, né troppo freddo) e sempre lo stesso livello (né troppo alto, né troppo basso). Le persone che controllano il livello dell’acqua nelle risaie si chiamano campari e il loro lavoro è molto importante.
Cenni storici sulla coltivazione del riso. Il riso è una pianta molto antica. Circa 1200 anni fa alcuni pastori dell’Asia del sud scoprirono una pianta con dei chicchi molto saporiti ed iniziarono a coltivarlo. Alessandro Magno lo portò in Italia e arrivò nelle nostre zone solo nel 1400.
Quali animali vivono nell’ambiente delle risaie? Nelle rogge che portano l’acqua nelle risaie vivono trote e carpe, rane, nutrie e innocue bisce. Mentre nell’ambiente circostante ci sono aironi bianchi e cenerini, anatre, gallinelle d’acqua, beccaccini, guardabuoi e altri animali amanti dell’acqua. Aironi bianchi Anatre Aironi bianchi
Rana lomellina Anatra Guardabuoi
L'animale più famoso e fastidioso è senza dubbio la zanzara! Per fortuna c'è solo in estate! E' un insetto più piccolo di una mosca, che punge e succhia il sangue delle persone perchè ne ha bisogno per scaldare le uova che poi si schiuderanno e nasceranno altre zanzarine. Durante le sere d'estate è impossibile passeggiare e giocare all’aperto se non coperti di un repellente che le manda via...a succhiare qualcun altro!
Quale emozione si prova quando il riso è maturo? E’ un po’ come veder crescere un figlio. La trebbiatura è il momento più appagante, perché possiamo finalmente raccogliere i frutti di un anno di lavoro e preoccupazioni.
Abbiamo intervistato i nostri papà che lavorano in riseria • Molte persone lavorano nelle riserie di Valle e Lomello. • Gli agricoltori vendono il loro riso alle riserie che lo lavorano fino ad ottenere il prodotto che vediamo sulle nostre tavole, attraverso un processo molto importante: • SBRAMATURA --------- Pulitura del chicco con l’eliminazione della lolla (pellicina che riveste il chicco di riso) • SBIANCATURA---------- Si toglie dal riso il colore marrone e si rende bianchissimo con l’eliminazione di tutte le impurità. • SPAZZOLATURA-------- Si leviga il chicco di riso. • BRILLANTATURA------- Il chicco di riso viene lucidato. • CONFEZIONAMENTO--- Il riso viene confezionato in scatole o sacchetti sottovuoto, che si possono acquistare sia nei negozi alimentari che nei supermercati.
La varietà di riso • Le varietà di riso sono molte, dipendono dalla forma e dalla dimensione dei chicchi. • Eccone alcune: Roma, Arborio, Originario, Ribe, Baldo, Vialone Nano e Carnaroli (usato soprattutto nei ristoranti perchè tiene la cottura). • Con il riso si possono ottenere altri prodotti, per esempio la farina (ottima per cucinare dolci molto leggeri, latte (usato soprattutto nelle diete e per i neonati) e la pasta. • Il riso della Lomellina e i suoi prodotti affini sono venduti in tutta Italia e all’estero.
Varietà di riso Nel mondo si stima che ci siano più di 3 mila varietà di riso: fortunatamente non ce le troviamo tutte al supermercato, ma alcune si trovano molto facilmente e se sappiamo scegliere quella giusta per la nostra ricetta il risultato sarà migliore.Tra tutti i tipi di riso quelle che più comunemente troviamo sugli scaffali dei nostri supermercati sono il riso arborio, carnaroli e vialone nano, a cui però di recente si aggiungono sempre più frequentemente tipologie esotiche. Per il riso in brodo è meglio utilizzare chicchi lisci e compatti, generalmente definite dal produttore come semifino; il superfino invece è adatto per i risotti Per i risotti evitate il riso parboiled così definito perché subisce un processo che evita che scuocia, ma che lo rende inadatto per un risotto perfetto che necessita di espulsione lenta
Arborio: riso a chicco grosso, il più diffuso in Italia. Ha una buona resistenza alla cottura quindi si presta a molte ricette, in primis al mitico risotto in tutte le varianti. Carnaroli: considerato il re tra i risi e per questo molto amato dagli chef. Infatti ha un ottima capacità di assorbimento dei grassi e di perdita di amidi che aiuta la manteca tura dei grandi risotti. Va bene anche per l’insalata di riso e non delude lo chef.Ribe: ha un’elevata tenuta di cottura ed è perfetto per risi bolliti, pilaf, insalete, minestre e riepieni. Baldo: ha una struttra compatta anche se è superfino; va bene per minestre, insalate e cotture in forno come timballi e dolci.Roma: riso dai grandi chicchi perfetto per tutti i risotti e per il riso con il sugo, per gli sformati e il famoso risi e bisi. Origninario: riso a grana tonda, il più comune. Va bene per minestre e minestroni, crocchette e arancini, dolci. Padano: è un riso semifino adatto soprattutto per minestre e zuppe. Vialone nano: primo e più diffuso riso di qualità pregiata. Adatto soprattutto per la preparazione di risotti con le verdure, come zucca e asparagi.
Per le varietà esotiche le più diffuse in Italia sono: • Basmati: originario dell’India e del Pakistan ha un chicco lungo e affusolato. Meglio se cotto a vapore e ideale come contorno a secondi di carne e pesce. • Venere: noto anche come riso nero, per il suo colore inconfondibile. Ricco di fibre e minerali, ha un profumo e un sapore delizioso anche se semplicemente bollito. Adatto come contorno, soprattutto per il pesce. • Patna: originario della Thailandia è diffuso soprattutto nella ersione parboiled. Dopo la cattura resta ben sgranato e soffice, per questo è adatto per la cottura nel forno e nelle insalate.
Le centrali biomassa Negli ultimi anni in Lomellina sono sorte molte centrali biomassa per la produzione di energia rinnovabile. Si bruciano: legno, mais, tuberi, rifiuti organici di provenienza locale (filiera corta). Ciò permette di produrre energia elettrica rinnovabile e venderla sul mercato, evitando l'immissione di anidride carbonica o sostanze tossiche nell'aria. Molti agricoltori della Lomellina hanno costruito questi grandi impianti sui loro terreni, rendendo la nostra aria più respirabile.
I pannelli fotovoltaici Un modulo fotovoltaico è composto da celle fotovoltaiche, in grado di convertire l'energia solare in energia elettrica che entra nelle nostre case e fa funzionare gli elettrodomestici della mamma, ci riscalda e ci da l'acqua calda. In Lomellina ci sono molti impianti fotovoltaici, soprattutto sui tetti delle cascine.
Risotto allo zafferano • E’ uno dei piatti tipici della tradizione culinaria lombarda, ed è spesso confuso con il "risotto alla milanese" o come lo chiamano i milanesi di una volta "risòtt giald", che presenta delle piccole ma sostanziali differenze, come l'assenza del vino e l'aggiunta di midollo di bue. Nel Nord d’Italia il risotto allo zafferano è sicuramente il più diffuso e preferito da giovani e buongustai, in quanto semplice da preparare, gustoso, leggero e colorato. Per preparare il risotto allo zafferano cominciate tritando finemente la cipolla, dopodichè fate sciogliere, a fuoco lento, 80 gr di burro facendo attenzione che non frigga, quindi aggiungete la cipolla tritata finemente e fatela imbiondire mescolando continuamente con un cucchiaio di legno . Unite il riso e fatelo tostare facendogli assorbire bene il burro dopodichè alzate il fuoco e bagnate il riso prima con il vino che lascerete evaporare, e poi con 2 mestoli di brodo bollente mescolate sempre e, quando questo sarà quasi assorbito, aggiungetene altri 2 mestoli
Questa operazione dovrà essere ripetuta fino alla completa cottura . A metà cottura, sciogliete lo zafferano in poco brodo e versatelo nel riso facendolo amalgamare bene. Una volta che il riso ha raggiunto la cottura desiderata va tolto dal fuoco e mantecato con il grana grattugiato e con il resto del burro Prima di servirlo, è meglio lasciare riposare il risotto allo zafferano per qualche istante in modo che possa insaporirsi. Spargete i pistilli di zafferano sul risotto per decorare i piatti di portata http://it.wikipedia.org/wiki/Zafferano
Biscotti con farina di riso Ingredienti per 100 biscotti: gr 400 farina di riso - gr 150 burro - gr 120 zucchero - 2 uova - la scorza di un limone grattuggiata - un pizzico di sale. In una ciotola sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete il burro a pezzetti e mescolate, quindi unite sale e scorza di limone grattuggiata. Aggiungere la farina e continuate a mescolare, mettere l'impasto su un piano infarinato e lavorate con le mani fino ad ottenere un impasto liscio e morbido. Dividere l'impasto in 8 parti e formare dei cilindri di circa 10 cm di lunghezza con un diametro di circa 2 cm, avvolgerli nella pellicola trasparente e lasciarli riposare per circa 1/2 ora in frigorifero. Passate ogni cilindro su zucchero e cacao mescolati in modo che si impregni bene la superficie e tagliare ogni cilindro in pezzetti di circa 1 cm. Sistemarli su una teglia imburrata e infornare in forno caldo a 180° per circa 15 minuti.
Torta di riso Per questa torta di riso, che è molto semplice ma gustosa, esistono varianti che prevedono l’aggiunta di amaretti e liquore. IngredientiBurro gr 80 – Cannella 2 stecche – Latte 750 ml – Limoni 1 – Pinoli gr 50 – Riso tipo Roma gr 250 – Rum q.b. – Sale 2 gr – Uova 3 – Uvetta gr 50 – Zucchero 180 grPer preparare la torta di riso cominciate mettendo l’uvetta in ammollo con il rum e accendete il forno a 180°. In un tegame versate il latte, aggiungete le stecche di cannella e 50 gr di zucchero; quando il latte arriverà a bollore, unite il riso ed eliminate le stecche di cannella dopo aver fatto insaporire il riso del suo aroma. Lasciate quindi sobbollire il riso a fuoco basso fino a che non avrà assorbito tutto il latte e avrà una consistenza simile ad un risotto asciutto Versate il riso in un contenitore largo e basso per farlo raffreddare.
Nel frattempo, in una ciotola, sbattete le uova assieme al restante zucchero quindi unite l’uvetta sgocciolata, il succo di limone il burro fuso, 35 gr di pinoli e mezzo cucchiaino di cannella in polvere. Aggiungete nella ciotola il riso ormai freddo e amalgamate per bene gli ingredienti. Imburrate e cospargete di pangrattato una teglia dal fondo estraibile del diametro di cm 24 e versate all’interno il composto precedentemente ottenuto; cospargete la superficie della torta di riso con lo zucchero e i restanti pinoli, quindi infornate a 180° in forno statico per circa 60 minuti. La torta di riso deve risultare piuttosto dorata in superficie. Trascorso il tempo indicato, estraete la torta di riso dal forno e adagiatela su di una gratella senza estrarla dallo stampo: quando la torta di riso sarà diventata fredda, passate la lama di un coltellino lungo tutto il perimetro della tortiera per staccarla dai bordi; sganciate i bordi dal fondo dello stampo ed estraete la torta, poggiandola su di un piatto. La torta di riso è pronta
Ingredienti: 1 Kg di lumache - 1 cipolla – 1 spicchio di aglio – un mazzetto di prezzemolo – 3 pomodori pelati – Farina di mais – burro – olio extravergine- sale – lardo q.b. Immergete le lumache in acqua bollente, cuocetele per una decina di minuti, quindi scolatele e toglietele dal guscio. Pulite togliendo l'intestino, lavatele più volte con acqua ed aceto e sfregatele con farina gialla, sale ed aceto. Lavatele nuovamente con acqua ed aceto ed asciugatele una per una con uno strofinaccio oppure lasciatele sgocciolare in uno scolapasta. Preparate un battuto di cipolla e fatelo soffriggere in abbondante burro ed olio aggiungendo anche dei pezzetti di lardo, poi rosolatevi le lumache ed unite un battuto di aglio, prezzemolo e dei pomodori pelati.Bagnate con qualche mestolo di acqua calda il tutto e lasciate infine cuocere per circa 1,5 h, aggiungendo il sale prima di portare in tavola
Oca arrosto In 100 g di burro e 50 g di lardo rosolare un'oca di 1000 g di peso, condita con sale e pepe all'interno e all'esterno e legata. Bagnarla con un bicchierino di acquavite e un bicchiere di vino bianco secco, farli sfumare, abbassare al minimo la fiamma e mettere il coperchio. Cuocere l'oca per un'ora, rigirandola e bagnandola col fondo di cottura. Togliere l'oca dal tegame, tagliarla e tenerla al caldo. Nel fondo di cottura stufare 800 g di cavolo rosso affettato sottile, aggiustare di sale e servire con l'oca. Ingredienti per 4 persone 100 gr di burro - 50 gr di lardo - 1 oca da 1000gr - sale - pepe - 1 bicchierino di acquavite - Per servire: gr 800 di cavolo rosso Con l'arrosto avanzato si può preparare un ottimo ragù oppure un ripieno speciale per i ravioli.
Le rane Il popolo lomellino ha dei gusti alimentari un po' particolari! Siamo in pochi a mangiare...le rane! Molti anni fa le nostre risaie erano piene di rane verdi e piccole, la mia nonna mi ha raccontato che da piccola andava a prenderle con una bacchetta di legno , le metteva in una sacca e poi a casa le puliva. Sono buonissime fritte, in umido con la polenta, in frittata e nel risotto
Feste e tradizioni Ogni anno a settembre a Mortara si celebra la Sagra del salame d'oca. Il giorno di festa è pieno di tanti eventi importanti, come la sfilata storica con i costumi dell'epoca di Ludovico il Moro e la partita a scacchi con le pedine viventi. La vera protagonista della giornata è l'oca lomellina, con il suo collo bianco e maestoso, la sua regalità e la sua personale attenzione a tutto quello che la circonda, consapevole di essere per un giorno la regina della festa!
Se passate dalle nostre parti a settembre, quando il riso comincia ad imbiondire e a colorare l'aria di arancione, fate un salto a Mortara, nel cuore della nostra bella Lomellina, incontrerete tante persone interessanti, che amano la loro terra e si danno da fare per renderla speciale, vedrete il riso e...le nostre oche bianche! Da questo link è possibile accedere ad un video interessante per iniziare a conoscere la Lomellina: http://youtu.be/A1ra8TIZtfU Un breve ma intenso viaggio attraverso il pianeggiante territorio di questa affascinante terra tra il fiume Sesia, il Po e il Ticino. Fine