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SERVIZIO FAUNISTICO dott. Marco Aldrigo. La pesca in Lombardia: conoscere e sviluppare la risorsa ittica e i relativi habitat. Attività ittiogenica a supporto della pesca di professione: l’esperienza dell’incubatoio di Fiumelatte. Lecco - venerdì 25 marzo 2011.
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SERVIZIO FAUNISTICO dott. Marco Aldrigo La pesca in Lombardia: conoscere e sviluppare la risorsa ittica e i relativi habitat Attività ittiogenica a supporto della pesca di professione: l’esperienza dell’incubatoio di Fiumelatte Lecco - venerdì 25 marzo 2011
PRODUZIONE DELL’INCUBATOIO DI FIUMELATTE ANNO 2010 * Compresi i soggetti immessi dalla Provincia di Como
Coregone, pescato dilettanti (solo Lecco) nell’anno 2009: 6005 individui (1,5 tonn.) Salmerino alpino, pescato dilettanti (solo Lecco) anno 2009: 202 individui
PERCHÉ È NECESSARIO EFFETTUARE RIPOPOLAMENTI CON INDIVIDUI DI COREGONE LAVARELLO?
Perché questa specie si riproduce sulle rive in pochi centimetri d’acqua ed ha tempi di schiusa delle uova piuttosto lunghi (circa 40 giorni). Quindi è possibile che le uova rimangano in asciutta a causa di abbassamenti di livello del lago. Ad esempio nel 1996 e nel 2002 più dell’80% delle uova deposte sono rimaste in asciutta. Il danno si manifesta a due anni dalla riproduzione sia in termini di mancato pescato che in uova non deposte dagli individui che non sono nati due anni prima. Quindi l’attività di Fiumelatte è di tipo preventivo perché quando a dicembre preleviamo le uova non è possibile sapere se il lago si abbasserà.
La riproduzione artificiale del Coregone lavarello Nella seconda metà del mese di dicembre con i pescatori professionisti catturiamo i riproduttori.
I riproduttori sono trasportati all’incubatoio di Fiumelatte dove procediamo alla riproduzione artificiale.
Dopo il prelievo del materiale riproduttivo i pesci sono liberati
DOPO 20 GIORNI ALL’INTERNO DELLE UOVA SI INTRAVEDONO LE LARVE
DURANTE TUTTE LE FASI DI ACCRESCIMENTO I COREGONI SONO ALIMENTATI ESCLUSIVAMENTE CON ZOOPLANCTON, OSSIA CON LO STESSO TIPO DI ALIMENTO CHE TROVANO IN NATURA Artemia salina: dimensione 500 µm
PER LE PRIME 5 SETTIMANE L’ALIMENTAZIONE AVVIENE NELL’INCUBATOIO….
POI QUANDO HANNO RAGGIUNTO I DUE CENTIMETRI, SONO RACCOLTI……
DA QUEST’ANNO TUTTI I LAVARELLI IMMESSI SONO MARCATI CON ALIZARINA
UNA COSA IMPORTANTE La riproduzione artificiale ha scarsa rilevanza da un punto di vista ecologico, ha prevalenti fini ECONOMICI perché è necessaria per assicurare una determinata quantità di catture ai pescatori. Infatti i ripopolamenti non intervengono sulla causa che ha portato alla riduzione degli individui di una determinata specie, bensì sull’effetto, di conseguenza i soggetti immessi saranno anch’essi sottoposti al fattore di criticità. Quindi il ripopolamento non è mai una cura perchénon risolve il problema, lo nasconde temporaneamente. Vediamo un esempio
PROBLEMA: Impossibilità, o problemi, nel completamento del ciclo vitale CURA: CAUSA: • Sbarramenti invalicabili • Interferiscono con specie migratrici: Anguilla, Storione, Savetta, Pigo, Lasca. Deframmentazione • Oscillazioni di livello, onde (navigazione) • Interferiscono con specie che si riproducono a riva: • Alborella, Agone, Coregone l., Cavedano. Ridurre oscillazioni e onde • Carenza o assenza di habitat • Interessa quasi tutte le specie, in particolare: • Trota Marmorata, Trota fario, Temolo, Scazzone. Tutela e ripristino degli habitat - Deflussi idrici ecologicamente compatibili - Interventi di rinaturalizzazione
DEFINIZIONE DI HABITAT: Condizioni dell’ambiente che circonda una specie o una comunità. Quindi l’habitat ideale per una specie è quello che presenta le migliori condizioni fisiche (es. temperatura, velocità della corrente, spazio) e chimiche (es. concentrazioni di ossigeno, ammoniaca) per il suo sviluppo. Ad esempio l’ambiente ideale per la Trota marmorata, che è una specie ittica tipica del fiume Adda e che rischia l’estinzione, deve avere acque fresche (- di 18 C°) ed elevate concentrazioni di ossigeno. Queste condizioni ambientali sono assicurabili da una adeguata disponibilità idrica. Di conseguenza una moderna gestione delle risorse ittiche deve necessariamente occuparsi della tutela degli habitat, altrimenti il rischio è quello di rendere poco utili tutte le altre iniziative gestionali.
Domani nei nostri corpi idrici potremmo: - Aver eliminato tutti gli sbarramenti invalicabili (Scale di risalita… efficienti). - Aver ridotto gli impatti causati da specie ittiche alloctone (Pesce siluro). - Aver ridotto le oscillazioni di livello e i danni causati dal moto ondoso. - Aver ridotto i danni provocati dagli uccelli ittiofagi (Cormorano). - Aver eliminato gli impatti degli scarichi. - Aver eseguito interventi di manutenzione idraulica con metodi e modalità ecologicamente compatibili. - Non aver più: Trota marmorata, Storione cobice, Lasca, Savetta, Pigo (endemismi), a causa della eccessiva riduzione degli habitat ideali per lo sviluppo di queste specie.