1 / 20

Introduzione alla “Filologia d’autore”

Introduzione alla “Filologia d’autore”. Michelangelo Zaccarello MMXII. “Filologia d’autore”: una definizione recente con una lunga storia. Edizione dei frammenti autografi dell’ Orlando furioso da parte di S. Debenedetti (1928); Lavori di G. De Robertis su Manzoni (anni 40);

henry-roman
Download Presentation

Introduzione alla “Filologia d’autore”

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Introduzione alla “Filologia d’autore” Michelangelo Zaccarello MMXII

  2. “Filologia d’autore”: una definizione recente con una lunga storia • Edizione dei frammenti autografi dell’Orlando furioso da parte di S. Debenedetti (1928); • Lavori di G. De Robertis su Manzoni (anni 40); • Polemica Croce-Contini sulla “critica degli scartafacci”: • B. Croce, Illusione sulla genesi delle opere d’arte, documentata dagli scartafacci degli scrittori, «Quaderni della Critica», 1947, pp. 93-94; • G. Contini, La critica degli scartafacci, «Rassegna d’Italia», III 1948, pp. 1048-56 e 1155-60, poi in Id., La critica degli scartafacci e altre pagine sparse. Con un ricordo di Aurelio Roncaglia, Pisa, Scuola Normale Superiore, 1992, pp. 1-32).

  3. Quando l’Autore cambia idea: nuove redazioni e nuove stesure • Si ha una nuova stesura quando l’Autore produce in un momento unitario un nuovo esemplare dell’opera (ad es. una copia manoscritta); • Si ha una nuova redazione quando l’Autore provvede a un ripensamento dei caratteri generali dell’opera (contenuti, struttura narrativa, lingua)…

  4. Sopravvivenza dei materiali autografi • Molto maggiore in epoca moderna e contemporanea, ma non infrequente nemmeno tra Medioevo e Rinascimento: • Gli esempi antichi più noti: • il Canzoniere di F. Petrarca (ms. Vaticano Lat. 3195, più abbozzi nel 3196); • il Decameron di G. Boccaccio (Berlino, Staatsbibliothek, ms. Hamilton 90).

  5. Redazioni, esempio 1. Ludovico Ariosto

  6. Ariosto e la ricerca della lingua… • Tre redazioni (a stampa, volute dall’Autore) dell’Orlando furioso, tutte uscite a Ferrara: • I edizione: 1516 (40 canti); • II edizione: 1521 (40 canti); • III e definitiva edizione: 1532 (46 canti). • NB. La prima ha una veste linguistica ancora fortemente regionale, l’ultima è vicina all’italiano odierno.

  7. Redazioni, esempio 2. Giovanni Verga

  8. Verga e le sue novelle… • Vita dei Campi: I edizione Catania, Giannotta, 1880  II edizione Milano, Treves, 1897; • Novelle rusticane: I edizione Torino, Casanova, 1883  II edizione Milano, Treves, 1920; • NB. Gran parte delle novelle era già apparsa in riviste letterarie dell’epoca.

  9. Limiti della libertà dell’Autore… • “I tempi della stampa periodica incidevano materialmente sullo stile di tali novelle e lo scrittore, nella fretta che gli viene imposta, si trova spesso nella condizione di dare al giornale la prima redazione, o fors’anche la ‘brutta copia’ di una novella” • (C.A. Madrignani, “Tortura” da “Fumando” a “Le appassionate”, in Novelliere impenitente. Studi su L. Capuana, Pisa 1985).

  10. Letteratura come identità nazionale. Alessandro Manzoni

  11. Alessandro Manzoni linguista • Ogni lingua infatti è un composto di vocaboli e di modi di dire, che si possono mutare, dal primo fino all'ultimo, e si vanno effettivamente mutando, a poco a poco […] è di stretta necessità che in tutti gli elementi che compongono una lingua, ci sia, in ogni suo momento, qualcosa d'identico, che costituisca una tale unità, e sia un mezzo di riconoscere e d'affermare logicamente che un vocabolo o un modo di dire qualunque appartiene a una data lingua […] questo qualcosa è appunto l'Uso, e null'altro che l'Uso. […] Nel caso nostro, l'unico mezzo per l'Italia d'arrivare a una lingua comune di fatto, sia quello di prender l'Uso di Firenze. • (Appendice alla Relazione intorno alla nostra lingua e ai mezzi per diffonderla, 1868)

  12. La lingua come motore della rielaborazione dei Promessi sposi di Manzoni • Fermo e Lucia (1821-1823); • I promessi sposi, storia milanese del sec. XVII, scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni (Milano, Ferrario, 1825-1827, 3 voll.). • [Soggiorno a Firenze, con “risciacquatura dei panni in Arno” (1827)] • I promessi sposi, con La Storia della colonna infame, Milano, Guglielmini & Radaelli, 1840-42 (a dispense, illustrazioni di Francesco Gonin).

  13. Un attento lavoro sulle bozze (oggi in parte conservate alla Biblioteca Braidense di Milano)

  14. Un esempio di “moto perpetuo”. Giacomo Leopardi

  15. Principali fasi di aggregazione ed elaborazione dei Canti di Leopardi • Canzoni civili e i “piccoli idilli” (1818-1822); • [Scrittura perlopiù prosastica (1823-1827)] • Canti pisano-recanatesi, Grandi idilli a tema filosofico (1828-1830): • Canti Antidillici, Ciclo di Aspasia (1831-1836)

  16. I Canti di Leopardi: una complessa elaborazione d’Autore

  17. I Canti di Leopardi: una complessa vicenda editoriale • Edizione Firenze, Piatti, 1831(= F: 23 testi); • Napoli, Starita 1835 (= N: 39 testi), di cui esiste un esemplare corretto di mano di Leopardi (= Nc); • Firenze, Le Monnier, 1845 (= R), postuma e curata dall’amico napoletano Antonio Ranieri (41 testi: definitiva, ma sospetta di ritocchi apocrifi).

  18. Un progetto incompiuto. Le Opere di Giacomo Leopardi

  19. Oltre la morte: la volontà d’autore postuma di Eugenio Montale

  20. Il Diario postumo di Eugenio Montale • Si tratta di una raccolta di 66 poesie, tutte firmate e molte delle quali dedicate all'amica e ultima musa Annalisa Cima; • Il poeta suddivise le liriche in 11 buste, disponendo che le stesse venissero pubblicate a gruppi di sei ogni anno a partire da cinque anni dopo la sua morte (12 settembre 1981); • Alla prima parte (1986) vennero aggiunte altre 18 composizioni inedite trovate dalla stessa Cima; • Su molti testi gravano dubbi di autenticità, da alcuni critici estesi all’intero Diario.

More Related