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“LA BASSA PERCEZIONE DEL RISCHIO NEI GIOVANI ADOLESCENTI”. Scuole Secondarie di 1° grado di Reana del Roiale 17 Dicembre 2010 Dott.ssa Paola Gosparini. CHI NON E’ RIVOLUZIONARIO A 18 ANNI NON HA CUORE, CHI LO E’ ANCORA A 40 ANNI, NON HA TESTA. (Bernard SHAW). Fasi dell’adolescenza.
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“LA BASSA PERCEZIONE DEL RISCHIO NEI GIOVANI ADOLESCENTI” Scuole Secondarie di 1° grado di Reana del Roiale 17 Dicembre 2010 Dott.ssa Paola Gosparini
CHI NON E’ RIVOLUZIONARIO A 18 ANNI NON HA CUORE, CHI LO E’ ANCORA A 40 ANNI, NON HA TESTA. • (Bernard SHAW)
Fasi dell’adolescenza Pre adolescenza (11-14 anni) Media adolescenza (14-16 anni) Tarda adolescenza (16-18 anni)
Paradosso • Adolescenza come fase della vita in cui gli indicatori di salute sono al massimo. • Quando si entra in questa età, almeno negli Stati Uniti ( e in gran parte nel mondo occidentale), la mortalità sale in modo esponenziale.
CORPO SANO E CERVELLO PROPENSO AL RISCHIO • Le neuroscienze cominciano a fare luce. • Ricerca del National Institute of Mental Health americano.( J.N. Giedd, The Teen Brain, Primed to learn, Primed to risks, CEREBRUM 2009)
Neuroscienze • Lobi frontali: giudizio, decisione, controllo degli impulsi immediati, modulazione delle emozioni e la pianificazione di lungo periodo (maturità) • Pieno sviluppo per ultimi tra i 20-25 anni • Cervello adolescenti e quello degli adulti sono simili per la risposta a sensazioni piacevoli (nucleo accumbens) • Per la motivazione (corteccia orbitofrontale) gli adolescenti sono paragonabili ai bambini.
Utilizzo politico dei rilievi neuroetici • Modificare i limiti oggi esistenti in base alle conoscenze sul cervello dei giovani? • La maggiore età dovrebbe essere innalzata? • Patente a 16 anni? • Qual’è il momento in cui si è abbastanza responsabili per decidere le sorti del proprio paese?
Adolescenza e rischio Adolescenza : fase evolutiva molto difficile e complessa, in cui si verificano: • modificazioni fisiche • sessuali • psicologiche • cognitive • sociali alle quale l’adolescente deve adattarsi
Rischio • Sono definiti comportamenti a rischio quei comportamenti che mettono in pericolo sia a breve che a lungo termine la sfera fisica, psicologica e sociale dell’individuo.
Passaggio • Adolescenza come un periodo di transizione dal “continente infantile” • al “continente adulto”
Processo di SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE • Una seconda nascita per cui è necessario abbandonare a poco a poco la protezione familiare e quindi ricercare una propria identità.
Per riempire di contenuti questa sua identità, l’adolescente fa riferimento al gruppo dei pari che controlla e contiene le ansie legate ai cambiamenti.
Nel corso del processo adolescenziale compaiono facilmente situazioni di crisi. • La crisi è fisiologica per uno sviluppo adeguato
Quando alla fisiologica disorganizzazione interna del ragazzo si associa una disorganizzazione del contesto relazionale, la ricerca dell’identità nell’adolescenza si fa più rischiosa.
Per es. stati di emarginazione, assenza di un nucleo primario (famiglia) sufficientemente rassicurante rispetto all’ambiente sociale esterno, l’assenza di gruppi secondari ( es.attività sportive, centri ricreativi…)in cui sperimentare modalità di evoluzione personali verso uno stile di vita adulto.
La ricerca dell’identità si può realizzare anche esplorando i limiti fisici e psichici e le proprie possibilita’ • Consumo di alcolici • Esperienza stupefacente • Comp.ti devianti • Sessualita’ promiscua • Stile di guida spericolato, disattento
Comportamenti a rischio sembrano fornire una via di uscita alle insicurezze e alle incertezze tipiche di questa fase della vita.
La crisi grave o meno grave che sia, si traduce ben presto in difficoltà scolastiche d’apprendimento e conseguenti incapacità relazionali più o meno importanti.
L’adolescenza è un’età in cui si tende a manifestare la sofferenza psichica attraverso l’azione non potendo esprimere il proprio disagio in modo più elaborato e maturo.
Segnali comportamentali d’allarme • Tristezza, pianto, depressione dell’umore • Astenia, abulia,affievolimento delle energie • Aumento o diminuzione improvvisa del sonno • Aumento o diminuzione improvvisa dell’appettito • Aumento della svogliatezza, della noia e calo dell’attenzione • Diminuzione della capacità di concentrarsi • Disforia, aggressività, cambiamenti repentini del tono dell’umore • Tendenza ad arabbiarsi e a litigare, seguito da lunghi periodi di silenzio • Abbandono delle attività sociali, tendenza alla solitudine • Perdita degli interessi sociali e sportivi • Peggioramento del rendimento scolastico • Continue disattenzioni in classe e facile distraibilità • Abbandono senza ragione di cose precedentemente possedute • Comportamenti a rischio (correre in motorino, in macchina...) • Crescita dei sensi di colpa, riduzione dell’autostima • Assenza di progettualità, perdita di speranza nel futuro • Uso di alcol, droghe varie • Negligenza nella cura dell’aspetto personale e dell’igiene • Allusioni alla morte nei temi, nelle poesie, e in altri scritti • Improvviso disinteresse per la vita di relazione • Cambiamenti degli interssi e dei comportamenti sessuali
Piaget • Secondo Piaget durante questo periodo diventano operative due forme di pensiero: quello possibilistico e quello probabilistico.
Queste due modalità ragionative , in adolescenza, sono disturbate dall’egocentrismo ancora presente.
E’ per questo che spesso le decisioni dell’adolescente non includono un’adeguata valutazione del pericolo.
L’egocentrismo adolescenziale, porta il giovane a sottovalutare le conseguenze negative di una scelta rischiosa, anche perchè si sente al centro del mondo, invulnerabile, inconsapevole o disattento alla realtà concreta
La conoscenza degli effetti negativi di un comportamento può essere del tutto priva di effetti sul cambiamento di un comportamento soprattutto in età adolescenziale.
Ciò avviene soprattutto quando gli effetti sono a lungo termine, ed in particolari momenti della vita, quali la giovinezza e l’adolescenza, la percezione psicologica del tempo è maggiormente limitata al presente ed all’immediato futuro.
Fattori predisponenti • Mancanza di una “rete sociale” di riferimento. • Incapacità di costruirsi un “ruolo sociale”
Fattori protettivi • I fattori protettivi sono principalmente: avere dei buoni risultati scolastici, essere impegnati in attività dopo-scuola ed avere dei solidi legami affettivi famigliari con un ‘ educazione centrata sull’auto-stima
Sport e disagio giovanile • Pratica dello sport è certamente uno strumento indispensabile per la maturazione psicologica del giovane e per una definizione migliore della sua personalità.
Attività sportiva • Presenta caratteristiche comuni alla struttura familiare e scolastica in quanto stabilisce regole da seguire, impegni e responsabilità da dover accettare.
Ma anche elementi importanti estranei alla comune routine familiare e scolastica. • Elementi che lui giudica tipici della vita adulta: • Perchè comportano libertà di scelta, d’azione e garantiscono la sensazione d’indipendenza.
Sport come evasione dalla realtà • Sensazione di libertà • Completezza del proprio IO
Pratica sportiva • Favorisce situazione psicologiche importanti: amicizia /ostilità controllata • Favorisce lo sfogo fisiologico dell’aggressività (essere umano) accresciuta da doveri familiari e scolastici.
Valore psicoterapeutico soprattutto negli adolescenti in uno stato di disagio esistenziale con turbe nevrotiche e caratteriali. • Ragazzi poco adattati all’ambiente sociale, timidi, timorosi, insicuri, schivi, iperprotetti dalla famiglia /non protetti dal contesto familiare.
Questi adolescenti traggono enorme giovamento da una controllata e regolare attività sportiva ,vissuta inizialmente come imposizione, ma in seguito accettata con piacere.