490 likes | 741 Views
Come definire/misurare la disuguaglianza?. Dove c’è più uguaglianza?. Considerate le tre distribuzioni seguenti 5, 10, 18 15, 17, 30 10,12, 14, 25. Dipende da come si definisce e si misura l’uguaglianza. Cosa/chi (definizione), quanto (misurazione ).
E N D
Dove c’è più uguaglianza? Considerate le tre distribuzioni seguenti 5, 10, 18 15, 17, 30 10,12, 14, 25 Dipende da come si definisce e si misura l’uguaglianza Cosa/chi(definizione), quanto (misurazione) Compresenza di questioni (tecniche) economiche e giudizi di valore
Cosa? Risorse monetarie (1) • Opzione 1: il reddito corrente • capacità di spesa indipendentemente da scelte, ma • alcuni limiti • fluttuazioni siano esse temporanee o tipiche del ciclo di vita • elementi di stagionalità/erraticità • profilo U rovesciata nel ciclo di vita (problemi anche per comparazioni: se applicassimo a Francia nostra struttura demografica, Italia risulta meno disuguale; possibilità però applicazione pesi) • quale nozione di reddito? quali redditi: fitti imputati? Reddito di mercato vs. disponibile • nei confronti internazionali PIL (GDP) vs PNL (GNP) • i rischi di under reporting (lavoro nero, in particolare per determinate categorie….)
Cosa? Risorse monetarie (2) • Opzione 2: la spesa per consumi • risponde ai due limiti del reddito (si approssima a concetto reddito permanente) ma • altri limiti • se reddito nullo, consumi non comprimibili sotto sussistenza • studente universitario oggi povero, anziani oggi poveri • rigidità, comunque, di alcune spese • ruolo delle preferenze (sottostima condizioni anziani sani?) Come vedremo quasi 7 punti di differenza in povertà in Italia (consumi aumentano anche meno che proporzionalmente all’aumento reddito)
Cosa? Risorse monetarie (3) • Come scegliere? • scelte di valore: considerare povero chi, seppure momentaneamente, sia privo di reddito? oppure chi era relativamente abbiente quando lavorava ma non quando va in pensione? • scelte contingenti: indisponibilità dati veritieri reddito • (cfr. situazione europea)
Cosa? Risorse monetarie (4) • In entrambi i casi, questioni • della deflazione sulla base dell’andamento dei prezzi: quale indice utilizzare? • diversi panieri dei beni [effetto Cina vs. politiche dei prezzi che penalizzano i più poveri: 3 per 2, prezzi nuove automobili vs. ricambi (Baumberg)] • dell’“omogeneizzazione” del potere d’acquisto di monete diverse • uso dei tassi di cambio? Limiti • uso di PPA: “quanti dollari neo-zelandesi servono in Nuova Zelanda per comprare un paniere di beni che garantisca il paniere che potrei comprare in Usa con un dollaro”?
Cosa? Risorse monetarie (5) • problemi con PPA • ponderazione dei diversi beni in proporzione al peso medio nei modelli internazionali di consumo • - le differenze nel peso dei tradables vs. non-tradables fra PS e PVS: pe peso del cibo vs. peso dei servizi • Necessità, ma difficoltà, di una maggiore differenziazione sulla base delle condizioni/caratteristiche individuali • non basta tenere conto in modo aggregato del dove (il che neppure avviene con PPA) • alcuni contributi sul piano del chi? Tipiche questioni di equità orizzontale
Cosa? Risorse monetarie (6) • Inoltre, sempre in entrambi i casi, sottovalutazione • - dell’indebitamento (imperfezioni nei mercati dei capitali (rischio sotto-rappresentazione povertà famiglie grandi) - della ricchezza • della disponibilità di servizi pubblici (in kind transfers) • notare che può sia sopravalutare sia sottovalutare disuguaglianza (soprattutto nella parte bassa/povertà)
Cosa? Risorse monetarie (7) • della distinzione fra disponibilità di risorse e acquisizione di risultati • oltre alle differenze inter-individuali di cui alle slides precedenti • differenze inter-individuali rispetto a variabili extra-reddituali (informazione …) • accesso a beni non direttamente acquisibili dal reddito o, quanto meno, dal reddito che si detiene privatamente (beni relazionali, ambiente, città, complessivo contesto socio-economico..) • Ad alcuni di questi problemi rispondono, sempre nella prospettiva delle risorse monetarie, le due opzioni seguenti
Cosa? Risorse monetarie (8) • Opzione 3: ricchezza • sostanziale persistenza dell’insieme delle carenze precedenti • come vedremo, significative differenze fra uso reddito e ricchezza • Opzione 4: differenziare i “chi”? • cfr. più avanti In alternativa, dallo spazio delle risorse monetarie a quello dei risultati
Cosa? Risultati oggettivi (1) • Opzione 1. La prospettiva degli indicatori di deprivazione • (connessione con povertà piuttosto che con disuguaglianza complessiva) • Townsend (1979): 11 forme di deprivazione e set di 60 indicatori (dieta, abbigliamento, abitazione, istruzione, salute, ambiente, attività familiari e relazioni sociali….) • indicatori Eu-Silc (vedi anche lavoro Atkinson, Nolan) • 1) non riuscire a sostenere spese impreviste; 2) non poter permettersi una settimana di vacanza lontano da casa nel corso dell’anno; 3) avere arretrati (mutuo, bollette, affitto e altri debiti diversi dal mutuo); 4) non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni; 5) non potersi permettere di riscaldare adeguatamente l’abitazione e non potersi permettere 6) la lavatrice; 7) la Tv a colori; 8) il telefono e 9) l’automobile (1 e 3 = deprivazione finanziaria)
Cosa? Risultati oggettivi (2) • Opzione 2. La prospettiva dello sviluppo umano (Sen) • risultati più generali al posto di riferimento a singoli atti/consumo risparmio • attese di vita, anni di scolarizzazione, occupazione, accesso a opportunità • esempio su cui torneremo più avanti, giovani e crisi economica
Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (1) • Risultati in termini soggettivi di benessere/felicità • piacere (stato di soddisfazione edonica, assenza di pena) • stato di soddisfazione complessiva nei confronti della propria vita (attenzione anche ad aspetti cognitivi) • In ogni caso, risultati a stampo soggettivo • contrasto con felicità come eudaimonia • welfare vs. well-being (vs.eudaimonia) • Ma, il reddito non è una proxy della felicità? • messa in discussione del postulato di non sazietà tipico dell’economia
Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (2) Dati Usa
Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (4) • Possibili ragioni del paradosso di Easterlin • la metafora del tapis roulant • il ruolo • dell’adattamento • dell’innalzamento del livello di soddisfazione • anche per peso crescente dei beni posizionali e del confronto relativo • (messa in discussione del paradigma economico classico del consumatore razionale e solipsistico) • le variabili extra-reddituali e la felicità • le relazioni • l’ambiente • la salute..
Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (5) • Certo, problemi • di misurazione e comparabilità, framing dei questionari, sondaggi, interviste …. • preferenze adattive • Ma, • robustezza: controlli incrociati fra fonti diverse, dati oggettivi (tassi suicidi..) • enfasi sui gruppi come via per contrastare rischi di preferenze adattive “eccentriche”
Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (6) • Attenzione, però, a somiglianze fra le diverse rilevazioni del “cosa” • di well-being e happiness/welfare • il caso delle mamme lavoratrici con figli piccoli • i casi della disoccupazione e della salute • di reddito e happiness/welfare (limiti del reddito come variabile esclusiva; ciò nondimeno ruolo) • la presenza di effetti soglia • il legame fra reddito e salute; fra reddito e ambiente
Chi? (1) • 1. Individui • 2. Nucleo familiare (famiglia nucleare) • insieme di persone tra loro coabitanti legate dal vincolo di coppia e/o dal rapporto genitore-figlio • famiglia fiscale? • 3. Famiglia anagrafica • insieme di persone coabitanti, legate da vincoli affettivi • 4. Unità abitativa • inclusi coabitanti per ragioni di natura economica
Chi (2) • Nella prospettiva del focus sulle dotazioni delle risorse, come comparare il tenore di vita di famiglie di dimensioni diverse? • economie di scala vs. bisogni • 1000 euro per una famiglia di 5 persone vs. 1000 euro per una famiglia di 2 persone e per un soggetto che vive da solo • Il ricorso a scale di equivalenza • deflatori del reddito sulla base delle diverse tipologie familiari • o, in altri termini, ammontare di risorse che consente ad una famiglia di dimensioni (caratteristiche) x di raggiungere stesso “benessere” di famiglia di dimensioni (caratteristiche) y
Chi (3) • Diversi tipi di scale • Scala OCSE modificata • 1 il primo componente • 0,5 gli altri componenti sopra i 14 anni • 0,3 per chi ha di meno • Scala Carbonaro • 0,6 un componente • 1 due componenti • 1,33 tre componenti • 1,63 quattro persone • 2,4 sette e più componenti
Chi (4) • Pluralità di scale di equivalenza • Ocse = scala pragmatica, ma anche altri esempi • ISEE 0,65 fisso per ciascun componente con qualche aggiustamento per disabilità, famiglie bireddito con minori e famiglie con un unico genitore • Carbonaro = scala econometrica, ma anche altri esempi • uso di dati campionari e di modelli di comportamento dei consumatori • centralità “legge” di Engel e andamento della spesa alimentare al variare dei componenti e del reddito • scale soggettive • si chiede ai soggetti di stimare livello di reddito considerato corrispondente a tenore di vita bassissimo, basso, insufficiente, sufficiente, alto e altissimo (a seconda delle dimensioni familiari) • - scale basate sul budget standard approach (soprattutto per povertà; rif ai minimi nutrizionali)
Chi (5) • Tipicamente, con piccole eccezioni, disattenzione a bisogni “speciali” • connessione con limiti differenziazione di cui prima • Domanda: utilizzando prima la scala Ocse e poi la scala Carbonaro, calcolate il reddito equivalente di due famiglie composte rispettivamente da 3 e 7 soggetti con reddito pari a 18.000 • nel primo caso: madre, padre, bimbo minore • nel secondo caso: oltre ai genitori, quattro figli oltre i 14 anni ed uno sotto i 14 anni • (10.000/4700) vs (13.500/7500)
Chi (6) • Anche rispetto al “chi”, rappresentazioni diversedell’entità della disuguaglianza/povertà • peso, ovvio, delle scale di equivalenza (equità orizzontale) • individui vs. nucleo familiare (si divide reddito equivalente familiare per il numero dei componenti? ) • nucleo familiare vs. unità abitativa • Inoltre, sia che si utilizzi il riferimento individuale sia che si utilizzi il riferimento familiare, tensione • da un lato, presenza di risorse in comune • dall’altro lato, attenzione alle disponibilità individuali • la questione della ripartizione infra-familiare (donne, giovani..) • (diverse TG e prospettiva del reddito minimo vs. prospettiva del reddito di cittadinanza)
Chi (7) • Appartenenze ad altri gruppi oltre a famiglia/unità abitativa • importanza alla luce del peso della “within groups” inequality (oltre a between) • Distinzione sulla base dell’appartenenza a • gruppi generazionali (anziani, giovani, bambini…) • gruppi etnici/culturali • gruppi professionali • - territori diversi • unità territoriali sub-nazionali (cfr. Mezzogiorno) • nel resto del mondo (disuguaglianza globale) • coloro che si trovano nella parte bassa della distribuzione • i poveri • finora dato per scontato cosa intendere; ma come definire la povertà? • coloro le cui risorse si trovano al di sotto di una data soglia • ma come definire la soglia?
Chi: focus sulla soglia di povertà (1) • Soglie relative • rispetto a valori medi o valori mediani? • visualizzazione grafica e dipendenza della media dagli estremi • quale percentuale? • Banca d’Italia/Eurostat, 60% del reddito mediano; ISTAT, 60% della spesa media per consumi, diminuita del 20% per individuare le famiglie sicuramente povere e incrementata del 20% per individuare le famiglie a rischio di povertà; OCSE, 50% del reddito medio • Vantaggi • più inclusiva? Dipendenza della condizioni prevalenti • un nero ad Harlem o un povero in Italia non si confronta con povero in Botswana • soglia riflette tenore di vita
Chi: focus sulla soglia di povertà (2) • Problemi • valore normativo dello standard di vita prevalente? Cfr. indici di deprivazione? • sottovalutazione, nei paesi poveri, di quelle che per molti sono condizioni di povertà • 90 euro soglia di povertà relativa in Lituania (non a caso, fra indicatori Ue, predilezione, da parte dei nuovi entrati, per indicatori di deprivazione) • più complessivamente, situazione paesi poveri vs paesi ricchi • invece,vedi predilezione per paesi nordici dell’indicatore (nello spazio delle opportunità?) costituito dalla disoccupazione • dipendenza, all’interno dei singoli paesi, dal ciclo economico (vedi recenti dati di povertà italiani)
Chi: focus sulla soglia di povertà (3) • Una possibilità: soglia relativa ancorata • riferimento a valore medio/mediano, in un dato anno. Negli anni successivi, variazioni solosulla base dei cambiamenti nel livello dei prezzi • linea in termini reali rispetto ad un dato anno (però, problema precedente relativo alla scelta dell’indice di prezzi da utilizzare)
Chi: focus sulla soglia di povertà (4) • Soglie assolute (fisse nella quantità, variano prezzi) • differenza rispetto a scala ancorata: le quantità sono fissate con riferimento a bisogni minimi largamente indipendenti dal contesto spazio-temporale • in che senso largamente? Rif. al concetto di assoluto-relativo) • Esempio Usa • - rimando a budget standard approach di cui prima
Chi: focus sulla soglia di povertà (5) • Più in particolare • - costo minimo per paniere essenziale di cibo moltiplicato per tre (linea elaborata per la guerra contro la povertà: tre sulla base degli ultimi dati allora disponibili – 1955) • notare: riferimento a % media (33% era la % corrispondente a media americana, per i poveri molto di più) e a paniere minimo • oggi, peso medio attorno all’8% • (riferimento anche qui a comportamenti medi anche se in modo diverso da prospettiva relativa) • - anche supplemental poverty line….. • Problemi: • da povertà assoluta a mera presa in considerazione della miseria estrema • cfr. esempio italiano delle due soglie di povertà
Chi: focus sulla soglia di povertà (6) • La prospettiva di Sen dell’assoluto-relativo • Un cenno alla soglia di povertà di ricchezza (Brandolini, Smeeding, Magri) • non avere risparmi sufficienti a garantire almeno tre mesi al livello della soglia di povertà
Quanto: le misure di disuguaglianza (1) La curva di Lorenz: relazione fra quota cumulata di soggetti posti in ordine crescente di reddito, sull’asse orizzontale, e quota di reddito ricevuta, sull’ordinata • Grafico (da Baldini) • ipotesi: una comunità composta da 3 individui con redditi rispettivamente di 5, 10 e 35
Quanto: le misure di disuguaglianza (3) • Sottovalutazione del livello effettivo di risorse • pe primo dieci % può avere 1 dollaro al giorno oppure 10, 15…. • concetto di curve di Lorenz generalizzate: si moltiplicano le ordinate della curva di Lorenz per il reddito medio delle distribuzioni considerate Incompletezza in caso intersecazione curve di Lorenz
Quanto: le misure di disuguaglianza (4) • Gini misura sintetica della deviazione da perfetta uguaglianza • confronto completo Più in particolare, cosa dice questa misura? G = A/(A + B) (A + B) = ½ area quadrato G = A/ ½ = 2A A = (½ -B) G = 2 (½ -B) G = 1 - 2B Se B non esiste G = 1 massima disuguaglianza Se G coincide con diagonale = perfetta uguaglianza
Quanto: le misure di disuguaglianza (5) • Problemi aperti: Gini non indica • cosa capita nei diversi segmenti della distribuzione • ad esempio, l’andamento della misura dipende da cosa capita nella parte alta, o in quella bassa o, ancora, in quella centrale (domanda interessante, ma inevasa, se le classi medie stiano scomparendo: dovremmo osservare il rapporto tra reddito mediano e reddito medio della popolazione) • dunque, associabile a distribuzioni diverse • scomponibilità? - sottovalutazione reddito medio - sottovalutazione volatilità dei redditi
Quanto: le misure di disuguaglianza (6) Ad esempio, indice di insicurezza d. Bossert, D’Ambrosio - l’indice è dato dal livello corrente di ricchezza moltiplicato per -1 più la somma ponderata delle variazioni di ricchezza sperimentate nel passato • maggior peso alle variazioni subite nel passato recente rispetto al passato più remoto Indice di insicurezza di Hacker e colleghi • basato sul verificarsi di a) riduzione rilevante di reddito e/o b) spesa rilevante sanitaria out of pocket e c) risparmi insufficienti a coprire i rischi precedenti • se reddito si riduce di almeno il 25% a causa dei rischi a) e b) e non si hanno risparmi sufficienti, allora si è insicuri
Quanto: le misure di disuguaglianza (7) • I rapporti interdecilici • il rapporto 90/10 considera il divario di reddito nell’80% della distribuzione: si prende il reddito del soggetto che separa 8°/9° e 1°/2 decile Un rapporto pari a 8 cosa significa? • il reddito del soggetto più povero dell’ultimo decile è pari a 8 volte il reddito della persona più ricca del primo decile • Il rapporto in livelli (riferimento a reddito medio/mediano dei decili considerati)
Quanto: le misure di disuguaglianza (8) • Problemi • compatibilità con contesti molto diversi di distribuzione delle risorse • ie non muta anche se il soggetto più ricco dell’ultimo decile registrasse, solo lui, un forte incremento di reddito e/o se il soggetto più povero del primo decile peggiorasse, invece la propria situazione • problema dei confronti relativi • non ci dice perdite e guadagni assoluti: se il reddito del 90esimo soggetto aumenta del 3% e quello del 10 soggetto aumenta del 7%, il rapporto interdecilico scende, ma in termini assoluti il ricco guadagna molto più del povero
Quanto: le misure di disuguaglianza (9) • Altre misure di diseguaglianza basate sulla distribuzione di frequenze • varianza • coefficiente di variazione (normalizzazione del reddito medio) • La misura normativa di Atkinson • quota di reddito cui la società sarebbe disposta a rinunciare in cambio di una distribuzione più ugualitaria • più precisamente, differenza proporzionale fra reddito medio effettivo e reddito equivalente equamente distribuito (livello di reddito che, se posseduto da ciascuno dei soggetti, produrrebbe stesso benessere di distribuzione effettiva) A = (ym – ye)/ ym= 1-ye/ym
Quanto: le misure di disuguaglianza (10) • Altre misure di disuguaglianza (statistiche) • varianza • coefficiente di variazione (normalizzazione del reddito medio) • La misura normativa di Atkinson • quota di reddito cui la società sarebbe disposta a rinunciare in cambio di una distribuzione più ugualitaria • più precisamente, differenza proporzionale fra reddito medio effettivo e reddito equivalente equamente distribuito (livello di reddito che, se posseduto da ciascuno dei soggetti, produrrebbe stesso benessere di distribuzione effettiva) A = (ym – ye)/ ym= 1-ye/ym - cosa vuol dire che A = 15%?
Quanto: le misure di disuguaglianza (11) Un cenno al metodo assiomatico • Prospettiva statica vs. dinamica • mobilità ascendente e discendente (assoluta vs. relativa) • movimenti verticali vs. orizzontali • il concetto di elasticità intergenerazionale dei redditi • cfr., però, come vedremo, correlazione elevatafra indice di Gini della disuguaglianza corrente ed elasticità intergenerazionale dei redditi
Quanto: le misure di disuguaglianza (12) • Finora ci siamo concentrati su misure monetarie. Con indici deprivazione/well being/opportunità • problemi aggregazione, pesi (alla luce anche andamenti che potrebbero essere difformi) • problemi interpretazione variabili: deprivazione come causa ed effetto di disuguaglianza • problemi di comparazione nel tempo (indicatori possono variare: cfr. indicatori relativi utilizzati in Eu, sopra menzionati)
Quanto: focus sulle misure di povertà (1) • La conta dei poveri • non ci dice, però, divario di reddito • Attenzione nella prospettiva di considerare la povertà all’interno di gruppi a variazioni nel denominatore • ie in Italia lo scorso anno è diminuita la povertà all’interno delle famiglie con persona di riferimento titolare di micro-imprese familiare. Vuol dire che rispetto all’anno prima chi si trova in queste famiglie sta meglio?
Quanto: focus sulle misure di povertà (2) • La conta dei poveri • non ci dice, però, divario di reddito • Attenzione, di nuovo, a distinzione fra valori percentuali e valori assoluti • (Pogge): “mentre la Dichiarazione di Roma poneva come obiettivo il dimezzamento, entro il 2015, del numero dei poveri a livello globale (chi ha un budget di meno di un dollaro al giorno), la Millennium Declaration sposta l’obiettivo al dimezzamento della proporzione dei poveri
Quanto: focus sulle misure di povertà (3) • se % resta fissa e se popolazione aumenta, dimezzare la proporzione implica avere più poveri rispetto a situazione iniziale in cui la popolazione è minore e si vuole diminuire il numero • se popolazione mondiale = 6 miliardi circa (come nel 2000), poveri = 18% dunque 1,1 milardi, diminuzione del numero assoluto significa ridurre i poveri di circa 550 milioni • se popolazione cresce 7,197 miliardi (popolazione attesa per il 2015), % resta fissa, i poveri diventano 1,3 miliardi, dimezzarne la% significa ridurre i poveri 650 milioni (abbiamo 150 milioni di poveri in più • (per aumentare la riduzione assoluta, si dovrebbe diminuire la %)
Quanto: focus sulle misure di povertà (4) • Attenzione più complessiva a variazioni assolute vs. relative • ad esempio, se la povertà si dimezza dell’1% in un anno avremmo sempre meno poveri? • no, dipende da andamento popolazione. Se aumentasse al 2%, aumento del numero dei poveri
Quanto: focus sulle misure di povertà (5) • Il divario di povertà • distanza fra soglia di povertà e reddito dei poveri L’indice di Sen La questione della mobilità e della persistenza
Alcune domande • Se vi si dicesse • l’incidenza di povertà si è ridotta. Vuol dire che ci sono meno poveri e le condizioni di svantaggio sono migliorate? • l’indice di Gini è passato da 0,32 a 0,33. La disuguaglianza è aumentata o diminuita?