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IL PROMOTORE

IL PROMOTORE. Chi è?. Come si diventa?. Quali attività Svolge ?. Regole di comportamento e organizzazione. La banca. Il primo contatto. Gestione dei risparmi. I contratti conclusi. Gli Indici di borsa. Individuale. sicav. Collettiva. Fondi comuni di investimento. CHI E’ ?.

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IL PROMOTORE

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Presentation Transcript


  1. IL PROMOTORE Chi è? Come si diventa? Quali attività Svolge ? Regole di comportamento e organizzazione La banca Il primo contatto Gestione dei risparmi I contratti conclusi Gli Indici di borsa Individuale sicav Collettiva Fondi comuni di investimento

  2. CHI E’ ? Il promotore finanziario è una persona fisica che professionalmente esercita l’offerta di strumenti finanziari, di solito con la tecnica del “porta a porta”. Il promotore finanziario è un lavoratore autonomo che riceve una retribuzione calcolata a provvigione sulle vendite effettuate. Egli può agire esclusivamente per conto di una banca o di una Sim o di una società finanziaria con un rapporto di agenzia senza rappresentanza cioè conclude contratti per conto della società, ma non può sottoscriverli con il proprio nome. Questa caratteristica viene definita obbligo del monomandato, ossia che egli può operare per un solo soggetto tra quelli appena citati. Il Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria prevede che presso la Consob sia isitituito un unico albo nazionale dei promotori finanziari.

  3. COME SI DIVENTA? • Per diventare promotore finanziario bisogna: • possedere un diploma di scuola secondaria superiore • superare un esame di idoneità professionale indetto dalla Consob, che consiste in un questionario, per la prova scritta, e in un successivo colloquio orale, al quale accedono solo coloro che hanno superato la prova scritta • presentare una all’Albo Unico Nazionale dei Promotori di Servizi Finanziari domanda d’iscrizione (file pdf)

  4. QUALI ATTIVITA’ SVOLGE? • Le attività svolte dal promotore sono: • contattare potenziali clienti • analizzare le esigenze finanziarie del cliente • verificare se esistono servizi della Società per cui lavora in grado di portare benefici al • cliente • assistere il cliente lungo il percorso di investimento, verificando l’esatta esecuzione • delle operazioni compiute.

  5. REGOLE DI COMPORTAMENTO E ORGANIZZAZIONE Nello svolgimento della loro attività i Promotori finanziari devono comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza e rispettare determinate regole di comportamento stabilite dal regolamento CONSOB ( D. Lgs. 58/98 ) nonché dal codice di comportamento di categoria (Codice deontologico di autodisciplina redatto dall’ANASF)..La Consob,infatti, tra le regole generali di comportamento prescritte nel suo regolamento prevede anche il rispetto da parte del promotore dei codici di autodisciplina relativi alla sua attività. A questo scopo ANASF ha elaborato il Codice Deontologico di Autodisciplina dei promotori finanziari. Il Codice considera tutti gli ambiti di attività del promotore dal rapporto con l’intermediario per il quale lavora alle relazioni con i colleghi e con le autorità di vigilanza del mercato. Ma soprattutto, il Codice pone al centro dell’attenzione il cliente e i suoi interessi, entrambi alla base della deontologia professionale del promotore, al di sopra di qualsiasi altro interesse. La violazione di tali regole comporta sanzioni crescenti, fino alla radiazione dall’albo.

  6. LA BANCA Le banche sono i più diffusi intermediari tra i soggetti che dispongono di capitali o che accantonano risparmi (soggetti in avanzo finanziario) e quelli che che hanno bisogno di capitali per la loro attività (soggetti in disavanzo finanziario). Le banche sono “enti” ai quali è riservato l’esercizio dell’attività bancaria , che secondo la legge ha carattere d’impresa ed è costituita dalla raccolta di risparmio tra il pubblico e dall’esercizio del credito. Operando come intermediari le banche fanno della fiducia l’elemento essenziale per l’esercizio della loro attività: infatti ricevono depositi solo se suscitano fiducia nei risparmiatori e concedono prestiti solo se ripongono fiducia nei soggetti da finanziare. I vantaggi dell’attività bancaria

  7. I VANTAGGI DELL’ATTIVITA’ BANCARIA • L ‘attività d’intermediazione esercitata dalle banche presenta i seguenti vantaggi: • permette di raccogliere risparmi di entità modesta, convogliandoli verso le attività produttive • offre ai risparmiatori un elevato grado di sicurezza, sia per la tradizionale solidità delle banche, sia per il controllo pubblico su di esse esercitato, sia per le forme di protezione istituite (fondo interbancario di garanzia) • riesce ad appagare le differenti esigenze dei risparmiatori e dei soggetti finanziati operando una trasformazione qualitativa del credito • presenta organizzazione territoriale, capacità operative e conoscenze tecniche che permettono di effettuare una massa notevole di operazioni attuando una limitazione dei rischi connessi all’esercizio del credito.

  8. IL PRIMO CONTATTO • Quando un cliente incontra per la prima il promotore, riceve due documenti : • dichiarazione della società per la quale il promotore lavora • comunicazione informativa sulle regole di comportamento. • Dopo la consegna dei documenti il professionista chiede notizie precise riguardanti: • la situazione finanziaria del cliente • le precedenti esperienze di investimento • la sua famiglia, i figli e la sua casa • le sue esigenze future • gli obbiettivi che intende raggiungere • il grado di rischio che vuole affrontare • Dopo aver effettuato l’analisi del cliente, il promotore passa alla fase operativa che • comporta : • l’illustrazione della proposta investimento • la firma del contratto • Spesso questa fase non viene conclusa nel primo incontro ma in una seconda occasione

  9. I CONTRATTI CONCLUSI ALTRI CONTRATTI I TITOLI CONTRATTATI NEL MERCATO MOBILIARE Titoli di debito Altri valori mobiliari Titoli di capitale Polizze Assicurative (es. pensioni Integrative) FONDI COMUNI Titoli di stato Azioni ordinarie Altri titoli pubblici Azioni privilegiate Mutui passivi Azioni di risparmio Obbligazioni private

  10. I TITOLI DI DEBITO Il notevole fabbisogno di mezzi finanziari necessari per la realizzazione dei programmi di investimento dello Stato, nonché le esigenze finanziarie delle S.p.a e delle S.a.p.a hanno portato questi soggetti a cercare fondi nel mercato mobiliare. I risparmiatori infatti possono sottoscrivere quote di prestiti accordate agli emittenti che prendono il nome di titoli di debito. Essi si dividono in : • Titoli di Stato • Titoli emessi dagli enti locali • Obbligazioni private e pubbliche

  11. I TITOLI DI CAPITALE I titoli di capitale, o azioni, sono titoli rappresentativi di quote di partecipazione al capitale di rischio di una società (s.p.a o s.a.p.a). Esistono diverse categorie di azioni con caratteristiche diverse: • azioni ordinarie: attribuiscono ai possessori tutti i tipici diritti connessi alla partecipazione alla società (diritto di voto, diritto di opzione ecc.) • azioni privilegiate: danno maggiori diritti sugli utili di bilancio, ma per esse il diritto di voto può essere limitato alle sole assemblee straordinarie • azioni di risparmio: sono un particolare tipo di azioni privilegiate, la cui emissione è riservata alle società quotate in borsa

  12. I FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO I Fondi Comuni di Investimento sono patrimoni indivisi di pertinenza della pluralità dei partecipanti. Essi, con la sottoscrizione di quote del fondo, affidano i loro risparmi ad una società di gestione che realizza e gestisce investimenti in titoli e altre attività finanziarie o in proprietà immobiliari. Le quote, rappresentate da certificati di partecipazione, sono solitamente collocate tramite società di distribuzione o tramite alcune banche le quali curano il collegamento tra il fondo e i risparmiatori raccogliendo le sottoscrizioni. La partecipazione al fondo può realizzarsi mediante il versamento di una certa somma in un’unica soluzione, sia aderendo a un programma rateale di accumulazione che prevede il versamento periodico di somme anche modeste per un certo numero di anni. VANTAGGI CLASSIFICAZIONE FONDI Flussi internazionali di capitale Negli anni ’90 vi è stata una consistente crescita dei

  13. I VANTAGGI DEI FONDI • I vantaggi offerti dalla sottoscrizione di quote di partecipazione ai fondi comuni mobiliari sono: • la competenza dei componenti del Comitato di gestione questo è formato da esperti finanziari che, oltre a essere dotati di elevata professionalità, si possono avvalere di moderni strumenti operativi e di analisi, che non sono certamente alla portata dei singoli risparmiatori • il frazionamento dei rischi, realizzato attraverso la diversificazione degli impieghi.Questo obiettivo è conseguibile solo con l’impiego di capitali cospicui cioè investendo in titoli diversi, di società operanti in vari settori economici e in paesi diversi • la liquidabilità delle quote sottoscritte, ossia la possibilità di rientrare nei capitali investiti immediatamente.

  14. CLASSIFICAZIONE DEI FONDI • I fondi comuni di investimento possono classificarsi secondo : • la natura degli impieghi effettuati • la struttura organizzativa • la destinazione dei proventi Fondi immobiliari e mobiliari Fondi di tipo chiuso e aperto Fondi di accumulazione, di reddito e misti

  15. FONDI IMMOBILIARI E MOBILIARI • Se classifichiamo i fondi comuni di investimento secondo la natura degli impieghi effettuati, possiamo distinguere quest’ultimi in: • fondi immobiliari, che investono le somme raccolte nell’acquisto di beni immobili • fondi mobiliari, che investono il risparmio raccolto in valori mobiliari (o altre attività finanziarie). Questi fondi si possono a loro volta suddividere, secondo la composizione del loro patrimonio in fondi obbligazionari, azionari, bilanciati e monetari. Suddivisione fondi comuni mobiliari

  16. SUDDIVISIONE FONDI COMUNI MOBILIARI • I fondi comuni mobiliari possono a loro volta suddividersi secondo la composizione del loro patrimonio in: • fondi obbligazionari, il loro portafoglio è rappresentato prevalentemente da titolo fruttiferi di interessi e, in piccola parte, da azioni di risparmio e privilegiate • fondi azionari, il loro portafoglio è costituito prevalentemente da azioni e da obbligazioni convertibili di società commerciali, industriali, etc. • fondi bilanciati, i loro investimenti sono distribuiti in modo pressochè uguale tra titoli azionari e titoli fruttiferi di interessi • fondi monetari: hanno un patrimonio costituito esclusivamente o in prevalenza da strumenti del mercato monetario (BOT, accettazioni bancarie, certificati di deposito a breve termine, etc..)

  17. FONDI DI TIPO CHIUSO E APERTO • Secondo la struttura organizzativa, si hanno: • fondi di tipo chiuso, che sono a capitale fisso, nel senso che l’entità del capitale e il numero delle quote emesse sono predeterminati nello statuto del fondo stesso; il disinvestimento da parte del risparmiatore può pertanto avere luogo soltanto negoziando sul mercato i certificati di partecipazione posseduti • fondi di tipo aperto, che sono a capitale variabile, in quanto l’emissione delle quote da parte del fondo è continua, così come è continuo l’impegno della società di gestione a riacquistare le quote in circolazione che i partecipanti intendano disinvestire (riscatto). In tal modo l’entità del patrimonio comune aumenta o diminuisce a seconda che le sottoscrizioni superino i riscatti o viceversa. • I fondi italiani solitamente sono di tipo aperto.

  18. FONDI DI ACCUMULAZIONE, DI REDDITO E MISTI • Secondo la destinazione dei proventi, possono distinguersi: • fondi di accumulazione, nei quali i proventi realizzati sono reinvestiti • fondi di reddito, che mirano a distribuire annualmente i proventi realizzati con la gestione del patrimonio comune • fondi misti, i cui proventi sono in parte distribuiti e in parte reinvestiti.

  19. I FLUSSI DI CAPITALE INTERNAZIONALI L’incremento dei flussi di capitale internazionali è avvenuto grazie alla diffusione e ai progressi della telematica e alla progressiva liberalizzazione dei movimenti di capitali. I mercati finanziari sono così cresciuti in modo esponenziale, tant’è che nel 1997 il 95% delle transazioni economiche internazionali era composto da spostamenti di capitale finanziario. Tra le piazze finanziarie che hanno avuto un maggior sviluppo si collocano quelle della Cina e del Far east asiatico

  20. GESTIONE DEI RISPARMI Il servizio che comporta il massimo livello di delega nei confronti della banca e il minimo coinvolgimento da parte del cliente è quello della gestione dei risparmi. Nella raccolta di risorse finanziarie mediante la stipula di contratti di gestione del patrimonio, il cliente affida alla banca una somma di denaro o un patrimonio finanziario con l’incarico di investirlo in altre attività finanziarie (titoli di Stato, titoli obbligazionari e azionari italiani e esteri, etc…) rispettando gli eventuali vincoli impartiti. La Banca, per il servizio prestato, riceve una provvigione di solito commisurata all’ammontare del patrimonio gestito e si impegna a fornire al cliente una periodica comunicazione sullo stato del patrimonio (composizione e performance realizzate), nonché sulla natura delle operazioni effettuate.

  21. LA GESTIONE INDIVIDUALE Nella gestione individuale di patrimoni mobiliari il risparmiatore apre il conto in una banca o in una Sim ed i suoi capitali vengono gestiti individualmente per conto del cliente. In questo caso il cliente diventa azionista della società della quale compra le azioni. Il risparmiatore può chiedere delle personalizzazioni nella gestione. Nella gestione individuale il patrimonio del cliente viene gestito singolarmente, rendendo necessario un rapporto stretto non tanto con il venditore del servizio quanto con il gestore che effettuerà la selezione dei titoli, al fine di realizzare una perfetta personalizzazione del portafoglio. La diversificazione è una delle principali regole che governano i mercati finanziari e consiste nella possibilità di ridurre i rischi associati ai singoli investimenti mediante un’adeguata combinazione degli stessi all’interno del portafoglio. Della gestione individuale fanno parte le Gestioni Patrimoniali Mobiliari (GPM) e le Gestioni patrimoniali in fondi (GPF)

  22. GPF E GPM Nel corso degli ultimi anni si sono diffuse in Italia delle gestioni patrimoniali in fondi che si distinguono dalle gestioni patrimoniali mobiliari non tanto per la veste giuridica (che rimane identica), quanto piuttosto per la tipologia di investimenti che confluiscono nel portafoglio del cliente. Le GPF, a differenza delle GPM, prevedono l’investimento simultaneo in diverse tipologie di fondi comuni, cercando di conciliare i vantaggi della personalizzazione del servizio proprio delle GPM con quelli della più ampia diversificazione consentita. Ciò rende possibile il perseguimento di una “doppia” diversificazione, sia tra i diversi valori mobiliari sia tra i diversi fondi.

  23. LA GESTIONE COLLETTIVA Nella gestione collettiva del risparmio i capitali dei singoli risparmiatori confluiscono in un unico portafoglio che viene gestito da un professionista. In questo caso il risparmiatore possiede una quota del fondo, ma non è titolare delle azioni possedute dal fondo. Il risparmiatore non ha alcuna voce in capitolo nelle scelte del gestore che costruisce il portafoglio in assoluta autonomia, ma nel rispetto del regolamento del fondo. Le gestioni collettive sono di due tipi Fondi comuni di investimento sicav

  24. LE SICAV I sottoscrittori delle Sicav comprano le azioni della Sicav, che è una società per azioni ed assumono il diritto di partecipare all’assemblea dei soci e di esercitare il diritto di voto. In realtà per i risparmiatori non esistono delle differenze reali tra fondi e Sicav che, di fatto, perseguono lo stesso scopo: investire i capitali dei risparmiatori in mercati specifici al fine di massimizzare il risultato, gestendo i capitali di tutti i partecipanti come se fossero un unico investitore. La differenza più rilevante per l’investitore è di carattere fiscale, infatti mentre i fondi comuni di investimento vengono tassati con una ritenuta del 12.50 % sui guadagni giornalieri, le Sicav sono esenti da imposte, ma il sottoscrittore dovrà pagare un’imposta sul guadagno realizzato tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita. L’imposta sul capital gain (l’imposta del 12.50% del guadagno in conto capitale) viene trattenuta al momento della vendita della Sicav.L’acquirente della Sicav è quindi avvantaggiato dal fatto che le ritenute derivanti dai guadagni (che i fondi pagano subito), potranno essere reinvestiti procurando eventualmente guadagni.Come per i fondi comuni di investimento il patrimonio è custodito dalla banca depositaria che ne amministra i beni e vigila sull’operato dei gestori.

  25. INDICI DI BORSA • Gli indici di borsa sono indicatori sintetici che vengono elaborati quotidianamente sulla base dei prezzi dei titoli quotati in borsa. • Essi sono in grado di esprimere l’andamento delle quotazioni sia dell’insieme dei titoli ammessi sia di alcuni comparti. Solitamente fanno riferimento a numeri indici relativi a una certa data e sulla base di essi ne misurano le variazioni. • Tra i principali indici di borsa ricordiamo: • MIB • MIBTEL • MIB 30 • MIDEX • NUMTEL NUMERI INDICI

  26. I PRINCIPALI INDICI • MIB (Milano indice Borsa) cosiddetto storico, relativo a tutti i prezzi del listino e avente per base 1.000; • MIBTEL un indice costruito sulla base delle quotazioni di tutte le azioni contrattate nel circuito telematico e avente come base di riferimento 10.000; • MIB 30 che riflette l’andamento dei principali 30 titoli ( noti come blue chips ) quotati alla borsa di Milano rispetto alle quotazioni rilevate alle fine del 1992 e convenzionalmente poste uguale a 10.000; • MIDEX riassuntivo di 25 titoli di importanza appena inferiore rispetto alle 30 blue chips; • NUMTEL elaborato in relazione all’andamento dei titoli quotati sul Nuovo mercato. Equivale all’indice Nasdaq pubblicato negli Stati Uniti.

  27. BIBLIOGRAFIA • Libri consultati: • “Manuale di economia aziendale 4”, P.Ghigini e C.Robecchi, Elerand Scuola e Azienda. • Siti consultati: • www.promotorinews.it • www.finanzafacile.it • - www.anasf.it

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