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Emancipazione femminile:un percorso lungo e faticoso. La donna. di Mariani Anna Francesca . Cronistoria.
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Emancipazione femminile:un percorso lungo e faticoso. La donna. di Mariani Anna Francesca .
Cronistoria • A partire dagli ultimi anni del XVIII secolo in Europa si svilupparono i primi movimenti femministi con il fine di conseguire l’eguaglianza politica, sociale, economica e giuridica tra uomini e donne. Diversi tra loro per analisi teoriche, pratiche politiche e obiettivi, questi movimenti crearono le condizioni per un inedito protagonismo delle donne e influirono profondamente sulla cultura e sui costumi delle società occidentali. • I movimenti femministi si diffusero in breve tempo in molti paesi europei e negli Stati Uniti, rivendicando diritti dai quali le donne erano escluse a causa di una cultura predominante che vedeva in esse degli individui meno forti e intelligenti dell’uomo, cui assegnare un ruolo sociale marginale e legato quasi esclusivamente alla cura della famiglia e dei figli. • Le donne si batterono per l’estensione a tutti, senza differenze di sesso: del diritto all’istruzione, del diritto al lavoro, del suffragio universale e per conquistare uguali diritti nella famiglia.
Dalle origini.. • L'Illuminismo e la rivoluzione industriale contribuirono a creare in Europa un clima favorevole allo sviluppo del femminismo, sull'onda dell'influenza dei movimenti riformatori a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo. In Francia, durante la Rivoluzione francese, le associazioni repubblicane delle donne invocarono l'estensione universale dei diritti di libertà, eguaglianza e fraternità senza preclusioni di sesso. • Nel 1789 iniziò infatti la pubblicazione dei Cahiers de doléances des femmes, una forte testimonianza del senso di esclusione provato dalle donne nel processo rivoluzionario, di cui esse si sentivano invece parte integrante. • In quegli anni l’inglese Mary Wollstonecraft scrisse un pamphlet intitolato A Vindication of the Rights of Woman (1792), in cui denunciava la forte discriminazione nei confronti delle donne nella società del suo tempo, richiedendo l'eguaglianza fra i generi. • Durante la rivoluzione industriale il passaggio dal lavoro artigianale (che le donne svolgevano in casa e senza essere retribuite) alla produzione di massa fece sì che le donne entrassero in fabbrica come salariate. Ciò rappresentò, pur tra grandi contraddizioni sociali, il primo passo verso la conquista di una maggiore autonomia. Fu nell’ambito della fabbrica che infatti si svilupparono le lotte per ottenere la parità di salario con gli uomini, migliori condizioni di lavoro e riduzioni dell’orario di lavoro, che si saldarono a quelle per il suffragio condotte dalle donne di classe media e alta.
Mentre nei paesi di religione cattolica la Chiesa si oppose duramente al femminismo, in quanto riteneva che distruggesse la famiglia patriarcale, nei paesi di religione protestante (come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti d'America) il movimento femminista ebbe maggiori possibilità di svilupparsi. Alla sua guida si posero donne istruite e riformiste, come Lucrezia Coffin Mott, personaggio di primo piano nella lotta contro la schiavitù, Elizabeth Cady Stanton ed Emmeline Pankhurst (fondò nel 1903 l'Unione sociale e politica femminile Women's Social and Political Union). Negli Stati Uniti nel 1848 più di cento persone tennero la Convenzione di Seneca Falls, che chiese la piena parità di diritti tra uomini e donne e l'estensione a queste del suffragio. • Le femministe inglesi invece si riunirono per la prima volta nel 1855 per ottenere pari diritti di proprietà. Nel 1791, la scrittrice Olympe de Gouges presentò di fronte all'Assemblea Costituente di Parigi, una Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina rivendicando i diritti delle donne. La petizione fu respinta da Robespierre, che fece ghigliottinare la de Gouges, ma il movimento femminista non si arrestò e anzi, crebbe sempre più numeroso in Francia, in Inghilterra e in Germania sostenendo fermamente l'emancipazione femminile. • In Gran Bretagna, inoltre, l'opera Schiavitù delle donne (pubblicata nel 1869 e tutt’oggi considerata cardine della letteratura femminista), del filosofo John Stuart Mill, influenzata probabilmente dalle conversazioni con la moglie Harriet Taylor Mill, richiamò l'attenzione sulla questione femminile e portò alla concessione nel 1870 dei diritti di proprietà alle donne sposate. In seguito furono introdotte le leggi sul divorzio, sul mantenimento e sul sostegno nella cura dei figli, e la legislazione del lavoro introdusse minimi salariali e limiti all'orario di lavoro.
In Italia il movimento delle donne fece la sua comparsa all’indomani dell’Unità e si sviluppò per opera di Anna Maria Mozzoni, Anna Kuliscioff, Carlotta Clerici, Linda Malnati ed Emilia Mariani tra le altre. • I primi a introdurre ampi programmi per i diritti delle donne, che inclusero tra l'altro strutture di assistenza per i bambini, furono negli anni Trenta i governi socialisti della Svezia. • Un ruolo determinante nell'affermazione delle lotte femministe ebbe il movimento delle suffragette, che fiorì dal 1860 al 1930, riunendo donne di diversa classe sociale e di diversa istruzione attorno al comune obiettivo del diritto di voto. Nonostante le mobilitazioni di massa, la richiesta del diritto di voto, divenuto irrinunciabile per le femministe britanniche e statunitensi, incontrò durissime resistenze. Fu la Nuova Zelanda il primo paese a estendere il diritto di voto alle donne nel 1893. In altre nazioni del mondo ciò avvenne soltanto dopo la prima guerra mondiale, anche come concreto segno di riconoscimento del contributo dato dalle donne durante la guerra sia come lavoratrici sia come volontarie. In Italia le donne iniziarono a votare soltanto nel 1946. In Svizzera invece furono escluse dal voto federale sino al 1971. Ancora oggi le donne non votano in molti paesi islamici. • Durante gli anni Sessanta i profondi mutamenti politici, economici, sociali e culturali portarono in tutto l'Occidente a una rinascita dei movimenti femminili e alla diffusione di istanze che superavano la fase della rivendicazione della parità tra i sessi per affermare con forza la specificità dell'identità femminile. Essi si ispiravano a opere come Il secondo sesso (1949) di Simone de Beauvoir, La mistica femminile (1963 ) di Betty Friedan e La politica sessuale (1969) di Kate Millet.
Il movimento femminista mise in discussione le istituzioni sociali e i valori dominanti, fondando le proprie critiche su una vasta produzione teorica raccolta intorno ai women’s studies (studi delle donne), che affrontava la condizione femminile dai vari punti di vista della discriminazione, della famiglia, della sessualità, dell’istruzione, del lavoro ecc. Il nuovo femminismo indicava nel sovvertimento della società patriarcale e sessista la strada per affermare l’identità e la libertà della donna e definiva il linguaggio stesso, in quanto 'specchio linguistico' del tradizionale predominio maschile, uno strumento attraverso il quale si perpetuava la discriminazione. • L’obiettivo delle donne non era più quindi l’emancipazione, ma la “liberazione”, rivendicata già a partire dalla denominazione che il movimento prese nella gran parte dei paesi occidentali: “movimento di liberazione della donna”. Inizialmente legato anche ai tradizionali movimenti, partiti e sindacati di sinistra – con i quali condusse varie battaglie, tra cui quella per la legalizzazione dell’aborto o contro la violenza sessuale –, il femminismo si mostrò presto irriducibile a organizzazioni gerarchiche e a strategie che non ponevano al primo posto la differenza, e quindi la contraddizione, ritenuta principale: quella cioè tra l’uomo e la donna.
Movimenti dagli inizi del 900’ ad oggi: • Suffragette e Suffragiste • Associazionismo femminile e movimenti emancipazionisti • Lesbo-femminismo • Sessismo • “Pensiero della differenza” • Femminismo post-moderno • Cyber-femminismo • Diotima
Una festa per le donne in ricordo di una tragedia • Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia. • Questo triste accadimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi ad una serie di celebrazioni che i primi tempi erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica. • Successivamente, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale, la data dell'8 marzo assunse un'importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto.
Tappe principali dell'emancipazione femminile nel mondo: • 1628 Papa Urbano VIII autorizza le suore dell'ordine delle Orsoline e delle Agostiniane a fondare scuole femminili per ovviare "all'ignoranza delle ragazze e alla corruzione dei costumi". Negli stessi anni, la figlia adottiva di Montaigne, Marie Le Jars de Gournay (1566 - 1645), scrive un Trattato sull'uguaglianza degli uomini e delle donne e uno scritto Lamenti delle dame, che inquadra la sottomessa condizione femminile, anche nei ceti più nobili. • 1647 In Inghilterra Mary Astell propone la fondazione di una università femminile (poiché alle donne non è permesso frequentare le altre, esclusivo privilegio degli uomini), la proposta però fu bocciata. • 1785 Sarah Trimmer riesce a fondare delle scuole specializzate di istruzione tecnica, che trovano la loro collocazione alla luce dello sviluppo industriale della Nazione Inglese. • 1791 In Francia, Olympe de Gouges prepara la "Dichiarazione dei diritti delle donne". • 1832 Ancora in Francia Marie Reine Guindorf e Désirée Véret fondano il giornale "La donna libera", redatto esclusivamente da donne. • 1835 Nasce in Inghilterra il movimento detto delle "suffragette", perché chiedono che il suffragio, cioè il diritto di voto, sia veramente universale, esteso quindi anche alle donne. • 1865-70 Due donne inglesi, dopo aver ottenuto di essere ammesse a frequentare l'Università, conseguono la laurea in medicina.
1866 Per la prima volta in Europa, precisamente in Svezia, la donna viene ammessa al voto. • 1871 Nasce in Francia "l'Unione Donne" per iniziativa di Elisabeth Dimitriev, amica di Marx. E' una specie di camera del lavoro che si propone di raggruppare le donne secondo le categorie lavorative. • 1900 Viene approvata in Francia una legge che permette alle donne di esercitare la professione di avvocato. • 1907-1914Mary Jacobs, una ricca e annoiata statunitense inventò il reggiseno. • 1920 Per la prima volta nella storia, una donna, Jean Tardy entra a far parte di un ministero, il Ministero del Lavoro. • 1947 Viene eletta la prima donna Ministro della Francia: Madame Poins - Chapuis, che assumerà il dicastero della Sanità Pubblica. Nel 1945 le francesi avevano ottenuto finalmente di andare a votare. • 1963 Valentina Tereskova, russa, è la prima donna astronauta lanciata nello spazio. • 1966 Indira Gandhi diventa Primo ministro dell'India; il fatto desta grande stupore, mai fino ad allora, una donna aveva ricoperto questo ruolo. • 1969 Golda Meir, ucraina emigrata negli Stati Uniti dalla Russia nel 1906, e stabilitasi in Palestina nel 1920, diventa Primo Ministro dello Stato di Israele. • 1993 Dichiarazione di Vienna Tutti i Paesi venivano sollecitati a ratificare la Convenzione dell'ONU sull'eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle donne (nel 1997 solo 162 Stati su 190 avevano ratificato il documento, si spera che per il 50° anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo anche i 28 Stati restanti adottino tali disposizioni). • 1995 Quarta Conferenza Mondiale per i Diritti della Donna.
Tappe principali dell'emancipazione femminile in Italia: • 1678 Lucrezia Cornaro, giovane di vastissima cultura (parla correntemente 6 lingue ed è studiosa di teologia e filosofia), diventa, per incarico della Repubblica di Venezia, la prima professoressa universitaria. • 1758 La bolognese Anna Morandi, occupa la cattedra di anatomia all'Università di Firenze. Nei moti carbonari del 1821 si distingueranno le donne chiamate in codice "giardiniere", ma si tratta soltanto di casi isolati, in generale, nelle donne si continua a vedere solo qualcuno da destinare alla cura della casa e dei figli, da tenere lontano dalle attività politiche e sociali. • 1889 Viene fondato a Varese il primo sindacato femminile che difende i diritti delle tessitrici. • 1907 Entra in vigore la prima legge sulla tutela del lavoro femminile e minorile. La prima donna italiana, la torinese Ernestina Prola, ottiene la patente per la guida automobilistica. Maria Montessori fonda, nel quartiere popolare di S. Lorenzo, a Roma, la prima "casa del bambino". • 1908 Si tenne a Roma, nel Campidoglio, il primo Congresso delle Donne Italiane, inaugurato dalla Regina Elena, al quale erano presenti molte donne della nobiltà. Le risoluzioni del congresso auspicavano una rigorosa applicazione sull’obbligo scolastico, la fondazione di casse di assistenza e previdenza per la maternità e la richiesta di poter esercitare gli uffici tutelari (autorizzate dal marito se sposate). Tutte le mozioni vennero accettate a maggioranza, tranne una sull’insegnamento religioso, che determinò la scissione delle donne cattoliche e la fondazione dell'Unione Donne di Azione Cattolica (UDACI). • 1912 Teresa Labriola si iscrisse all’Albo degli Avvocati e Argentina Altobelli e Carlotta Chierici vennero elette al Consiglio Superiore del lavoro.
1912 Sulla scia della Lega Socialista, nata agli inizi del secolo, si costituisce l'Unione Nazionale delle donne socialiste. Da qualche tempo esule in Italia, Anna Michailovna Kuliscioff, a fianco di Filippo Turati, lavora per inserire la donna nella vita politica e affinchè lo Stato riconosca i suoi diritti. Nel "Primo Congresso delle Donne Italiane", al quale parteciparono tanto le donne cattoliche quanto le socialiste, le ideologie e le mete, però, differiscono troppo fra loro e ciascun gruppo intraprende strade differenti, perseguendo obbiettivi diversi. • 1918 Nasce la Gioventù Cattolica, destinata a formare le giovani dall'infanzia fino ai 30 anni alla vita religiosa e sociale. • 1931 Il Fascismo abolisce tutte le associazioni cattoliche e solo dopo la ferma presa di posizione di Pio XI, permetterà loro di vivere a condizione che esse abbiano solo uno scopo religioso. Tuttavia la seconda guerra mondiale, assai più della prima, porterà la donna, ad occupare anche posti di grande responsabilità civile considerati fino a quel momento soltanto "maschili" ottenendo non di rado risultati anche migliori. L'apporto dato dalla donna alla Resistenza è stato spesso insostituibile. • 1945 Nascono il Centro Femminile Italiano (CIF) che si propone di ottenere la ricostruzione della Patria, devastata dalla guerra e impoverita già precedentemente dalla politica ambiziosa di Mussolini, attraverso la giusta valorizzazione delle risorse femminili, e l'Unione Donne Italiane (UDI), propaggine del Partito Comunista, che si propone di coinvolgere attivamente le donne nella vita del Paese. Anche in Italia (1946) dopo Svezia (1866), Finlandia (1906), Norvegia (1909), Danimarca (1915), U.R.S.S. (1917), Inghilterra (1918), Stati Uniti (1920) e Francia (1945) fu riconosciuto alle donne il diritto di voto. • 1950 Viene emanata la prima legge che garantisce la conservazione del posto di lavoro per la lavoratrice madre.
1951 Angela Cingolani, democristiana, è la prima donna sottosegretario d'Italia. • 1958 E' approvata dal Parlamento, una legge, proposta dalla senatrice Lina Merlin (socialista), in cui si sancisce la chiusura dei bordelli, la legge che aveva lo scopo di eliminare dal Paese la piaga della prostituzione, mostra subito i suoi limiti, infatti la prostituzione dalle famose "case chiuse", si riversa nelle strade, non diminuendo affatto il giro di affari. • 1959 Uscì il libro di Gabriella Parca Le italiane si confessano suscitando un vero scandalo. Per la prima volta donne di ogni strato sociale confessavano i rapporti con l’altro sesso, i ricatti subiti, le prevaricazioni, ma anche i diffusi pregiudizi. • 1959 Nasce il Corpo di Polizia femminile. • 1961 Le donne possono intraprendere senza più ostacoli la carriera della magistratura e della diplomazia. • 1963 Alle casalinghe viene riconosciuto il diritto alla pensione di invalidità e vecchiaia. • 1975 Entra in vigore il nuovo Diritto di famiglia. • 1976 Per la prima volta in Italia una donna, la democristiana Tina Anselmi, assume la carica di Ministro di un settore piuttosto difficile: quello del Lavoro. • 1979 Leonilde Jotti (comunista) è eletta presidente della Camera dei Deputati italiana. La francese Simone Weil , è eletta presidente del Parlamento Europeo.
Donne in rassegna: Personalità e storie diverse.
Amelia Mary Earhart Amelia Mary Earhart (Atchinson, 24 luglio1897 – Oceano Pacifico, 2 luglio1937) è stata una aviatricestatunitense. Amelia Earhart nasce nella casa dei nonni ad Atchinson, nel Kansas, dove la madre Amy preferisce partorire, mentre il padre, Edwin, fa pratica legale a Kansas City. Dopo due anni e mezzo nasce la sorella, Muriel. Nel 1905 i genitori di Amelia si trasferiscono a Des Moines, Iowa, lasciando le figlie con i nonni. Solo nel 1908 queste raggiungeranno i loro genitori. Nel 1914, Amelia decide di frequentare i corsi per infermiera, che la porteranno a prestare servizio in un ospedale militare in Canada, durante tutta la durata della Prima guerra mondiale. Nel 1920, all'età di 23 anni, va insieme al padre ad un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield a Long Beach in California e, pagando un dollaro, per la prima volta sale a bordo di un biplano, per un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles. È in quell'occasione che decide di imparare a volare. Comincia a frequentare le lezioni di volo e ad un anno di distanza, con l'aiuto della madre, acquista il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi record femminili, salendo ad un'altitudine di 14.000 piedi. Nell'aprile del 1928 il capitano Hilton H. Railey, le propone di essere la prima donna ad attraversare l'Atlantico e il 17 giugno, dopo diversi rinvii per le brutte condizioni del tempo, a bordo di un Fokker F7, chiamato Friendship (amicizia), decollano con Amelia Earhart, il pilota Stultz e il co-pilota e meccanico Gordon. Sebbene sia relegata a ben poche funzioni, quando il team arriva in Galles, 21 ore dopo, gli onori sono quasi tutti per lei. Anche il Presidente Coolidge le invia con un cablogramma le sue personali congratulazioni. All'inizio del 1932 nessun altro pilota, dopo Lindbergh, ha compiuto la trasvolata in solitaria; ci riesce Lady Lindy, come viene soprannominata, impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Londonderry nell'Irlanda del Nord. Il 24 agosto1932 è la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti senza scalo partendo da Los Angeles (California) a Newark (New Jersey). Sempre determinata e con l'intento di arrivare dove altri hanno fallito diventa la prima persona ad attraversare il Pacifico da Oakland in California ad Honolulu nelle Hawaii.
Nel 1937, quando ha quasi 40 anni, sente di essere pronta per la sfida finale: vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Dopo un tentativo fallito, il 1° giugno dello stesso anno, insieme con il navigatore Frederick J. Noonan, parte da Miami e comincia la trasvolata di ben 29.000 miglia che la porterà a San Juan in Porto Rico e poi, seguendo la costa nord-orientale del Sud America, verso l'Africa e quindi in India. Il 29 giugno quando arrivano a Lae in Nuova Guinea, hanno fatto 22.000 miglia e ne mancano solo 7.000 ormai per arrivare alla conclusione del viaggio. Tutto quello che è superfluo nell'aereo viene rimosso per far posto a più carburante che possa consentire approssimativamente 280 miglia extra. Le mappe che Noonan ha a disposizione non si sono rivelate molto accurate, ma ormai sono in prossimità dell'isola di Howland, dove è dislocata la guardia costiera con la quale sono in contatto radio. All'alba del 2 luglio Amelia Earhart chiama insistentemente alla radio: "Dobbiamo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburante sta finendo..." A nulla valgono i tentativi compiuti dalla guardia costiera per farsi notare. Probabilmente l'aeroplano si perde e precipita ad una distanza calcolabile fra 35 e 100 miglia dall'isola di Howland. La notizia fa presto il giro del mondo, il Presidente Roosevelt autorizza le ricerche con l'impiego di nove navi e 66 aerei per un costo stimato di circa quattro milioni di dollari. Le navi e gli aerei impegnati nella ricerca, il cui mandante era amico personale di Amelia, non giungono sul luogo se non dopo cinque giorni. Le ricerche vengono interrotte il 18 luglio dopo aver cercato su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano. Leggende metropolitane Analizzando le varie teorie, tenta di resistere a tutte le obiezioni e scetticismi quella riguardante il coinvolgimento di Amelia in una missione di spionaggio. Secondo questa teoria, in una sosta erano stati potenziati i motori in modo tale che l'aereo potesse compiere una rotta più ampia, per arrivare a Howland nello stesso tempo che avrebbe impiegato viaggiando in linea retta. Questa teoria sostiene anche che furono montate delle potenti macchine fotografiche. Infine la trasvolatrice avrebbe poi simulato una avaria in modo tale da permettere agli americani di compiere le loro manovre. Il volo fu però compiuto di notte.
Nell'isola Nikumaroro (Kiribati) sarebbe stata ritrovata la suola di una scarpa numero 39 o 40 dello stesso modello di quelle indossate da Amelia. In più, analizzando una foto della trasvolatrice che scende dall'ala dell'aereo si sarebbe risaliti al suo numero di scarpe, che è per l'appunto 39. L'isola sarebbe stata perlustrata in modo superficiale e dall'aria. Esiste anche un'altra teoria: sarebbe stata fatta prigioniera dai giapponesi con l'accusa di essere una spia ed in seguito giustiziata. Una donna afferma di averle parlato via radio mentre era tenuta prigioniera. Un'altra donna fornisce un'ulteriore testimonianza su alcuni dialoghi scambiati con una presunta Amelia, aggiungendo di aver assistito al momento dell'esecuzione; afferma di aver taciuto per più di 30 anni temendo che, parlando della Earhart, avrebbe potuto essere arrestata.
Laika è uno dei nomi con cui è nota la cagnetta che il 3 novembre1957 lasciò la Terra a bordo della capsula spaziale sovieticaSputnik 2 diventando il primo essere vivente terrestre ad entrare in orbita. Il suo vero nome era Kudrjavka mentre viene spesso chiamata anche Muttnik (da mutt che in inglese significa bastardino e dal nome della capsula Sputnik). La capsula Sputnik 2 era attrezzata per il supporto vitale e portava cibo ed acqua ma non prevedeva il rientro, quindi la sorte di Laika era segnata fin dall'inizio della missione. La capsula era inoltre attrezzata con sensori tali da permettere il monitoraggio dei segnali vitali del passeggero come pressione sanguigna, battiti cardiaci e frequenza del respiro. È certo che, dopo il lancio dello Sputnik 2 dal cosmodromo di Baikonur, Laika arrivò viva in orbita ma dopo l'entrata in orbita i dettagli della sua sorte sono incerti. Esistono infatti diverse versioni dei fatti tra loro contrastanti. Secondo alcune Laika morì poche ore dopo l'entrata in orbita mentre altre stimano che Laika sopravvisse per circa dieci giorni (ipotesi inverosimile poiché le batterie che alimentavano i sistemi dello Sputnik 2 si esaurirono dopo circa sei giorni). La versione ufficiale dell'epoca data dal governo sovietico è che Laika sopravvisse per "oltre quattro giorni". Tuttavia, nell'ottobre 2002 furono resi noti i risultati di nuove ricerche compiute da uno scienziato russo (Dimitri Malashenkov), che rivelarono che Laika sopravvisse unicamente per un periodo compreso tra le 5 e le 7 ore dopo il decollo. Lo Sputnik 2 proseguì il suo viaggio compiendo oltre duemila orbite per poi bruciare il 14 aprile1958 al rientro nell'atmosfera terrestre.
Florence Nightingale Florence Nightingale (Firenze, 12 maggio1820 – Londra, 13 agosto1910) è stata una infermierabritannica nota come La signora con la lampada. È considerata la pioniera della moderna professione di infermiere e dell'organizzazione degli ospedali da campo militari. Nacque in una famiglia molto benestante e fu chiamata Florence in onore di Firenze, Florence in inglese, la sua città natale. Di carattere molto forte e determinato nel 1845 annuncia alla famiglia di volersi dedicare alla cura di malati e indigenti. Pur non avendo una formazione di tipo medico-infermieristico riconobbe ben presto le carenze della professione infermieristica come era esercitata ai tempi. Nel 1846 soggiornò per un periodo a Kaiserwerth, un ospedale gestito da un ordine di suore e rimase molto impressionata dall'elevata qualità delle cure mediche fornite, vi tornò nel 1851 per un periodo di formazione. Nel 1853 la stampa riportò notizie delle gravissime condizioni in cui venivano curati i feriti nel corso della Guerra di Crimea. Florence offrì la sua collaborazione al governo britannico e insieme a 38 infermiere da lei formate partì alla volta di Scutari (Turchia) dove trovò un ospedale militare iperaffollato, scarso di medicinali e con condizioni igieniche disastrose. Nonostante qualche resistenza da parte dei medici l'ospedale fu rivoluzionato e in pochi mesi il tasso di decessi crollò. Dovette lasciare la Crimea in seguito ad una malattia. La fama raggiunta per merito del suo intervento in Crimea le permise di ottenere fondi sufficienti per la formazione di infermiere. La professione infermieristica, fino ad allora piuttosto mal considerata, guadagnò di status. Molti ospedali, soprattutto militari, vennero costruiti seguendo le indicazioni di Florence.
Nei decenni successivi si dedicò all'osservazione critica e all'attività di consulenza per la sanità britannica. Sotto la sua guida venne introdotta la raccolta di dati per ottenere delle statistiche sui tassi di natalità, mortalità e sulle cause dei decessi. Nel 1858 divenne la prima donna membro della Royal Statistical Society. La sua fama si estese anche all'estero. Si occupò anche di assistenza sociale e contribuì alla nascita dei servizi sociali inglesi. Nella Chiesa di Santa Croce a Firenze c'è il monumento con la sua statua.
Marie Curie Maria Skłodowska (meglio nota come Marie Curie) (Varsavia, 7 novembre1867 – Sancellemoz, 4 luglio1934) è stata una chimica e fisicapolacca. Nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica (assieme al marito Pierre Curie e a Antoine Henri Becquerel) e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per i suoi lavori sul radio. Le origini Nata a Varsavia, figlia di Wladyslaw Skłodowski e di Bronislawa Boguska; in Polonia, iniziò gli studi con il padre proseguendoli a Varsavia ed infine all'Università della Sorbona di Parigi, laureandosi in chimica e fisica. Maria fu la prima donna ad insegnare nell'università parigina. Alla Sorbona incontrò un altro docente, Pierre Curie che poi sposò. Dopo che Antoine Henri Becquerel aveva scoperto le sue lastre fotografiche impressionate dal solfato di potassio-uranile con il quale le aveva riposte, deducendone che a produrre tale effetto era stato l'uranio contenuto nel solfato, Maria Skłodowska iniziò a misurare la radiazione dell'uranio mediante la piezoelettricità, scoperta dal marito Pierre in collaborazione con il fratello Jacques, facendo ionizzare l'aria tra due elettrodi e provocando il passaggio di una piccola corrente di cui misurava l'intensità in rapporto alla pressione su un cristallo necessaria a produrre un'altra corrente tale da bilanciare la prima. Tale sistema funzionò ed il marito Pierre abbandonò il suo lavoro per affiancare Maria Skłodowska in tali ricerche. Fu Maria Skłodowska a proporre il termine radioattività per indicare la capacità dell'uranio di produrre radiazioni e dimostrò la presenza di tale radioattività anche in un altro elemento: il torio. Con il marito Pierre, saggiando il contenuto di uranio della pechblenda al fine di raffinare tale elemento, rilevò che alcuni campioni erano più radioattivi di quanto lo sarebbero stato se costituiti di uranio puro e ciò implicava che nella pechblenda fossero presenti elementi in quantità minime non rilevate dalla normale analisi chimica e che la loro radioattività fosse molto alta. Il passo successivo fu quello di esaminare tonnellate di pechblenda (delle miniere di Joachimstal in Cecoslovacchia) che vennero stipate in una baracca nella quale era stata installata un'officina e, nel 1898, isolò una piccola quantità di polvere nera avente radioattività pari a circa 400 volte quella di un'analoga quantità di uranio. In tale polvere era contenuto un nuovo elemento dalle caratteristiche simili al tellurio (sotto il quale venne successivamente sistemato nella tavola periodica) che fu chiamato polonio in onore del suo paese natale, la Polonia. Tale scoperta fu annunciata dal suo amico Gabriel Lippmann con una nota all'Accademia delle Scienze di Parigi.
L'ulteriore lavoro conseguente al rilievo che quest'ultimo elemento, il polonio, non potesse giustificare gli alti livelli di radioattività rilevati, la condusse, sempre nel 1898, alla scoperta di un elemento ancor più radioattivo del polonio, avente proprietà simili al bario (sotto il quale venne successivamente sistemato nella tavola periodica) e dal quale fu separato mediante cristallizazioni frazionate, che fu chiamato radio per la sua intensa radioattività. Anche tale scoperta fu oggetto di una nota scritta in collaborazione con Gustave Bémont che aveva lavorato con i coniugi Curie. Il resoconto di tale lavoro divenne nel 1903 la tesi di dottorato di Maria Sklodowska. I premi Nobel Insieme al marito Pierre Curie ed a Antoine Henri Becquerel, Maria Sklodowska-Curie ricevette - prima donna della storia - il premio Nobel per la fisica nel 1903: « in riconoscimento dei servizi straordinari che essi hanno reso nella loro ricerca congiunta sui fenomeni radioattivi scoperti dal professor Henri Becquerel. » Otto anni dopo, nel 1911, fu insignita di un altro premio Nobel, questa volta per la chimica: « in riconoscimento dei suoi servizi all'avanzamento della chimica tramite la scoperta del radio e del polonio, dall'isolamento del radio e dallo studio della natura e dei componenti di questo notevole elemento. » La vita e alcune applicazioni delle sue scoperte Con una mossa insolita, la Sklodowska-Curie intenzionalmente non depositò il brevetto internazionale per il processo di isolamento del radio preferendo lasciarlo libero affinché la comunità scientifica potesse effettuare ricerche in questo campo senza ostacoli, in maniera tale da favorire il progresso in questo settore scientifico. Maria Sklodowska-Curie fu la prima persona a vincere o condividere due premi Nobel. Oltre a lei soltanto un'altra persona sino ad ora, ha ricevuto due premi Nobel in due campi scientifici differenti: Linus Pauling. Dopo la morte del marito, la Sklodowska-Curie ebbe una relazione con il fisico Paul Langevin, relazione che, essendo questo studioso sposato, provocò uno scandalo riportato ampiamente dalla stampa dell'epoca, spesso soggetta a pressioni xenofobe.
Durante la prima guerra mondiale, Maria Sklodowska-Curie sostenne l'uso delle unità mobili di radiografia come mezzo di diagnosi per i soldati feriti. Nel 1921 effettuò un viaggio negli Stati Uniti per raccogliere i fondi monetari necessari a continuare le ricerche sul radio; ovunque fu accolta in modo trionfale. Fondò l'Istituto del Radio, oggi noto come Istituto Curie, dapprima a Parigi e successivamente a Varsavia. Gli ultimi suoi anni di vita furono turbati dall'uso improprio e privo di precauzioni del materiale radioattivo attorno al quale aveva molto lavorato. Morì vicino a Sallanches, in Francia, nel 1934; la causa fu quasi certamente la leucemia, molto probabilmente dovuta all'esposizione massiccia alle radiazioni durante i suoi lunghi anni di lavoro. La sua figlia più grande, Irène Joliot-Curie, vinse anch'essa un premio Nobel per la chimica nel 1935, l'anno successivo la morte della madre. La secondogenita, Eve Denise Curie, è oggi membro onorario dell'UNICEF. Altri riconoscimenti Assieme al marito Pierre ricevette la Medaglia Davy nel 1903. Nel 1995 le spoglie di Maria Sklodowska-Curie furono trasferite, prima donna della storia, sotto la cupola del Pantheon di Parigi in segno di onore per i suoi meriti. Una banconota da 20 mila złoty polacchi che la raffigura fu emessa negli anni '90.
Non molti premi Nobel per le donne A partire dalla creazione del premio Nobel, nel 1901, solo 28 premi su 634 sono andati alle donne, 12 dei quali divisi con uomini. Otto donne hanno ricevuto il premio Nobel per la letteratura e nove per la pace. Solo alcune hanno ricevuto riconoscimenti in campo scientifico: cinque in medicina o psicologia, quattro in chimica, due in fisica - e nemmeno uno in economia, riserva esclusivamente maschile. Per la pace, nove donne - di cui tre incomune con uomini - su 80 premiati: 1905 Baronessa Bertha von Suttner (Austria) 1931 Jane Addams (USA) con Nicholas Murray Butler 1946 Emily Green Balch (USA) con John R. Mott 1976 Maircad Corrigan e Betty Williams (Gran Bretagna) 1979 Madre Teresa (India) 1982 Alva Mirdal (Svezia) con Alfonso Garcia Robles 1991 Aung San Suu Kyí (Birmania) 1992 Rigoberta Menchu (Guatemala) Per la letteratura, otto donne - una incomune - su 91 premiati. 1909 Selma Largelof (Svezia) 1926 Grazia Deledda (Italia) 1928 Sígrid Undset (Norvegia) 1938 Pearl S. Buck (USA) 1945 Gabriela Mistral ( Cile) 1966 Nelly Sachs (Germania) con Shmucl Y. Agnon 1991 Nadine Gordimer (Sudafrica) 1993 Toni Morrison (USA)
Per la psicologia o la medicina, cinquedonne - quattro in comune - su 158premiati. 1947 Gerty T. Cori (USA) con Carl F. Cori e Bernardo A. Hossay 1977 Rosalyn Yalow (USA) con Roger Charles L. Guiflemin e Andrew V. Schalley 1983 Barbara McClintock (USA) 1986 Rita Levi Montalcini (Italia) con Stanley Cohen 1988 Gertrude Belle Elion (USA) con Georges H. Hitchings e Sir James W. Black Per la chimica, quattro donne - due in comune - su 121 premiati. 1911 Marie Curie (Francia) 1935 Irene Joliot Curie (Francia) con Frederich jobot Curie 1964 Dorothy Crowfood Hodgkin (Gran Bretagna) 1993 Kary B. Muflis (USA) con Michacl Smith Per la fisica, due donne, entrambe in comune con uomini, su 146 premiati 1903 Marie Curie (Francia) con Pierre Curie e Henri Becquere 1963 Maria Geppert Mayer (USA) con Hans D. Iensen e Eugene P. Wigner Per le scienze economiche nessunadonna su 38 premiati
Maria Montessori Maria Montessori (Chiaravalle, 31 agosto1870 – Noordwijk aan Zee, 6 maggio1952) è stata una pedagogista, scienziata, medico e filosofa, femminista e volontaria italiana. Maria Montessori, figlia di Alessandro e Renilde Stoppani e nipote dell'abateAntonio Stoppani, geologo e patriota, nasce, come ci informa il suo certificato di battesimo, il 31 agosto1870 a Chiaravalle (AN), in un'abitazione al civico 10 di Piazza Mazzini. Pochi anni dopo si trasferisce, con tutta la famiglia, a Roma, divenuta da poco capitale. Fin dai primi anni di studio manifesta interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, una circostanza che le causerà contrasti con i genitori, i quali avrebbero voluto avviarla alla carriera di insegnante. Andando contro le aspettative familiari, si iscrive alla Facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza" scelta che la porterà a diventare, nel 1896, la prima donna medico dopo l'unità d'Italia. Ottiene la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell'università, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici, da lei definiti anormali. Il lavoro in clinica la porta ad entrare materialmente in contatto con gli ambienti scientifici di Inghilterra e Francia. Nasce così il suo interesse per la letteratura scientifica francese del primo Ottocento a proposito dei casi di fanciulli selvaggi, allevati da animali, ritrovati in zone isolate nel corso del Settecento e per gli esperimenti rieducativi tentati da Jean Marc Itard (1765-1835). Attira inoltre la sua attenzione il lavoro svolto da Itard e il suo collaboratore, Edouard Seguin (1812-1880), riguardo alla possibilità di inserimento nella comunità dei bambini anormali, attraverso un percorso di educazione adeguato. Proprio la partecipazione a numerosi convegni pedagogici, in varie città europee, le permettere di entrare in contatto con la scuola di Itard e Seguin e di apprendere i loro metodi sperimentali di rieducazione dei minorati mentali, applicato dai due medici francesi. Contribuisce con il suo impegno all'emancipazione femminile ed è rimasto famoso un suo intervento al Congresso femminile di Berlino nel 1896. Nel 1898 presenta a Torino, al congresso pedagogico, i risultati delle sue prime ricerche e dopo breve tempo, diventa direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma.
Con lo spostamento dei suoi interessi sul lato dell'educazione, decide di rinnovare le sue basi culturali laureandosi in Filosofia. Nel 1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini, in cui applica una nuova concezione di scuola d'infanzia: Il metodo della pedagogia scientifica, volume scritto e pubblicato a Città di Castello (Perugia) durante il primo Corso di specializzazione (1909), viene tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo. Nel 1913, ad esempio, il suo metodo riscosse un discreto interesse nel Nord America, col tempo poi affievolitosi, fino a quando non fu riportato in auge da Nancy McCormick Rambusch, fondatrice, nel 1960, della Società Montessori Americana. Dal successo del suo esperimento nasce il movimento montessoriano, dal quale nel 1924 avrà origine la scuola magistrale Montessori e l'"opera Nazionale Montessori", eretta, quest'ultima, in Ente Morale e volta alla conoscenza, alla diffusione, all'attuazione e alla tutela del suo Metodo. Maria Montessori ne diviene Presidente onoraria. Nel 1929 viene fondata l'Associazione Montessori Internazionale (A.M.I.) di cui attualmente è presidente la nipote Renilde Montessori. Nei primi anni trenta incontra incomprensioni e crescenti difficoltà da parte del regime fascista che aveva tentato di farne uno strumento di propaganda politica e nazionalistica e soprattutto da parte del regime nazista che fece sì che la sua immagine e i suoi libri venissero dati alle fiamme prima a Berlino e poi a Vienna. Nel 1933 esce "La pace e l'educazione", ma la Montessori è ormai emarginata dalla cultura fascista. Nel 1933 Maria e il figlio Mario Montessori decidono di dimettersi dall'Opera Nazionale, che in pratica verrà definitivamente chiusa dal fascismo nel 1936, insieme alla "Scuola di metodo" operante a Roma dal 1928. A causa degli ormai insanabili contrasti con il regime fascista si trova costretta ad abbandonare l'Italia, nel 1934. Continuano così i suoi viaggi in vari paesi per diffondere la propria teoria educativa. Si reca in India, durante la seconda guerra mondiale, dove continua a diffondere la sua opera pedagogica, per tornare poi in Europa nel 1946.
Ovunque viene accolta con onori. Al suo rientro in Italia, nel 1947, si preoccupa innanzitutto di ricostruire l'Opera Nazionale alla quale vengono affidati praticamente gli stessi compiti previsti dallo Statuto del 1924, la cui attuazione e il cui sviluppo venne favorito anche attraverso la presenza di "Vita dell'infanzia" di cui ispirò e determinò la nascita. Grazie all'impulso datole da Maria Jervolino e Salvatore Valitutti, l'Opera Montessori poté riprendere e sviluppare le proprie finalità valorizzando i principi pedagogici della fondatrice e diffondendo la conoscenza e l'attuazione del Metodo. A causa di una grave crisi finanziaria ed organizzativa ne fu commissariata la gestione fino al 1986, quando, completamente risanata, riacquistò la propria fisionomia statutaria che ancor oggi la caratterizza. Maria Montessori muore il 6 maggio1952 nella città di Noordwijk in Olanda.
Il pensiero pedagogico montessoriano parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi successivamente allo studio dell'educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini normali. Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. L'adulto ha la tendenza a reprimere la personalità del bambino e spesso lo costringe a vivere in un ambiente di altra misura con ritmi di vita innaturali. Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Il periodo infantile è un periodo di enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell'ambiente circostante facendole proprie, crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcuno sforzo cognitivo. Con la Montessori molte regole dell'educazione consolidate nei primi anni del secolo cambiarono. I bambini subnormali venivano trattati con rispetto, venivano organizzate per loro delle attività didattiche. I bambini dovevano imparare a prendersi cura di se stessi e venivano incoraggiati a prendere decisioni autonome.
La Montessori sviluppò tutto il suo pensiero pedagogico partendo da una costruttiva critica della psicologia scientifica, corrente di pensiero affermatasi nei primi anni del secolo. L'equivoco di base della psicologia scientifica era da ricercare nella sua illusione di fondo, secondo la quale erano sufficienti una osservazione pura e semplice e una misurazione scientifica per creare una scuola nuova, rinnovata ed efficiente. Il pensiero pedagogico montessoriano riparte dalla pedagogia scientifica infatti l'introduzione della scienza nel campo dell'educazione è il primo passo fondamentale per poter costruire un'osservazione obiettiva dell'oggetto. L'oggetto dell'osservazione non è il bambino in sé, ma la scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità. Infine, della scuola tradizionale infantile Maria Montessori critica il fatto che, in essa, tutto l'ambiente sia pensato a misura di adulto. In un ambiente così concepito il bambino non si trova a suo agio e quindi nelle condizioni per poter agire spontaneamente.
La Montessori definisce il bambino come un embrione spirituale nel quale lo sviluppo psichico si associa allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, definiti nebule, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità. • Le fasi di sviluppo sono così delineate: • dai 0 ai 3 anni: il bambino ha una mente assorbente, la sua intelligenza opera inconsciamente assorbendo ogni dato ambientale. In questa fase si formano le strutture essenziali della personalità. • dai 3 ai 6 anni: fase in cui inizia l'educazione prescolastica. Alla mente assorbente si associa la mente cosciente. Il bambino sembra ora avere la necessità di organizzare logicamente i contenuti mentali assorbiti.
Nel 1907 fonda a Roma la prima casa dei bambini, destinata non più ai bambini ritardati ma ai figli degli abitanti del quartiere San Lorenzo. Si tratta di una casa speciale, non costruita per i bambini ma è una casa dei bambini. È ordinata in maniera tale che i bambini la sentano veramente come loro. L'intero arredamento della casa è progettato e proporzionato alle possibilità del bambino. In questo ambiente il bambino interagisce attivamente con il materiale proposto, mostrandosi concentrato, creativo e volenteroso. Il bambino trova un ambiente per potersi esprimere in maniera originale e allo stesso tempo apprende gli aspetti fondamentali della vita comunitaria. Essenziale è la partecipazione dei genitori per la cura della salute e dell'igiene come prerequisito per la scuola. Il compito dell'insegnante è l'organizzazione dell'ambiente. Deve attendere che i bambini si concentrino su un determinato materiale, per poi dedicarsi all'osservazione dei comportamenti individuali. L'insegnante aiuta il bambino, lo sviluppo del quale deve compiersi secondo i ritmi naturali e in base alla personalità che il bambino dimostra.
La Montessori realizza del materiale didattico specifico per l'educazione sensoriale e motoria del bambino e lo suddivide in: materiale didattico analitico, incentrato su un'unica qualità dell'oggetto, per esempio peso, forma e dimensioni. Educa i sensi isolatamente. materiale didattico autocorrettivo, educa il bambino all'autocorrezione dell'errore e al controllo dell'errore, senza l'intervento dell'educatore. materiale didattico attraente, oggetti di facile manipolazione e uso, creato per invogliare il bambino all'attività di gioco-lavoro con esso. Il bambino è libero nella scelta del materiale. Tutto deve scaturire dall'interesse spontaneo del bambino, sviluppando così un processo di autoeducazione e di autocontrollo. Alla Montessori sono state mosse accuse sul piano ideologico per quanto riguarda la contrapposizione troppo rigida tra il fanciullo buono e l'adulto sclerotizzato e corrotto. Sul piano didattico è stato criticato il carattere artificioso dei materiali e le modalità troppo rigide del loro impiego. Nonostante le critiche il metodo montessoriano è tuttora diffuso ed utilizzato in modo particolare all'estero.
Rosa Luxemburg Rosa Luxemburg (Rozalia Luksenburg) (Zamość, 5 marzo1870 o 1871 - Berlino, 15 gennaio1919), esponente politica, teorica socialista e rivoluzionaria.Rosa Luxemburg nacque a Zamość nel Voivodato di Lublino, ora in Polonia, da una famiglia ebraica. Dopo essere fuggita in Svizzera per evitare la detenzione, frequentò l'Università di Zurigo assieme ad altre figure di spicco del socialismo, come Anatoli Lunacharsky e Leo Jogiches. Contro il nazionalismo del Partito Socialista Polacco (PPS) creò, nel 1893, assieme a Leo Jogiches e Julian Marchlewski, la rivista Sprawa Robotnicza (La causa dei lavoratori). Riteneva che l'indipendenza della Polonia sarebbe stata possibile solo tramite una rivoluzione in Germania, Austria e Russia, e che la lotta contro il capitalismo fosse più importante dell'indipendenza. Negava il diritto di autodeterminazione delle nazioni, in disaccordo con Lenin. Nel 1897 ottenne la cittadinanza tedesca e l'anno successivo aderì al Partito Socialdemocratico. Il Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), cui Rosa si iscrisse, era, prima del 1914, il più forte partito socialista d'Europa ed il suo segretario Karl Kautsky era considerato l'erede ed il continuatore di Marx ed Engels, il detentore ed il custode della autentica dottrina marxista, del marxismo più "puro" ed ortodosso.È a fianco di Kautsky che Rosa Luxemburg condusse la polemica con i riformisti, quando nel suo scritto intitolato Riforma sociale o rivoluzione? (1899) prese risolutamente posizione per il secondo termine dell'alternativa. Nella sua difesa del marxismo "classico" contro il revisionismo riformista, Rosa introdusse però alcune importanti note personali: interamente suo è l'accento sulla creatività delle masse, sulla loro spontaneità rivoluzionaria che i dirigenti del partito operaio non devono né forzare, né reprimere o bloccare in una "camicia di forza burocratica". Per Rosa, il compito del partito è quello di indicare la via, ma l'iniziativa storica non spetta ad esso, bensì alle masse: anche i passi falsi di un reale movimento operaio sono storicamente più utili dell'infallibilità del miglior comitato centrale. Fece parte del fronte pacifista all'inizio della prima guerra mondiale e assieme a Karl Liebknecht, nel 1915, creò il Gruppo Internazionale, che sarebbe diventato in seguito la Lega Spartachista. Questa fece parte in un primo tempo del Partito Socialdemocratico e poi del Partito Socialdemocratico Indipendente, prima di divenire il nucleo del Partito Comunista Tedesco.
Il 28 giugno1916 la Luxemburg, assieme a Karl Liebknecht, venne arrestata dopo il fallimento di uno sciopero internazionale e condannata a due anni di reclusione. Durante questo periodo scrisse diversi articoli, compreso La Rivoluzione Russa, che fa riferimento al pericolo di una dittatura bolscevica in Russia, e anche il cosiddetto «Pamphlet Junius», che contiene la nota espressione socialismo o barbarie, che sta ad indicare che in futuro gli unici esiti possibili saranno l'instaurazione della società socialista o la barbarie.[1] Sullo stesso argomento è notevole la breve opera, pubblicata postuma, La rivoluzione russa. Un esame critico (recentemente ripubblicata in italiano in un'edizione a cura di R. Massari, Bolsena 2004). In questo scritto la Luxemburg esalta il coraggio dei bolscevichi che in condizioni difficilissime, quasi disperate, hanno osato lanciare la parola d'ordine dell'insurrezione, e contrappone questo coraggio alla pusillanimità dei socialdemocratici tedeschi che si sono resi complici del militarismo del loro governo. Per Rosa, l'unica possibilità di salvezza per la rivoluzione russa è che il proletariato europeo, stimolato dall'esempio dei russi, si sollevi a sua volta: non solo non è possibile realizzare una società socialista in un solo paese, per di più arretrato come la Russia, ma la situazione di isolamento e di difficoltà oggettiva in cui si trovano i bolscevichi li costringe, secondo la Luxemburg, a commettere degli errori, ad attuare delle misure che non vanno in direzione del socialismo. Rosa Luxemburg critica in particolare l'abolizione delle libertà democratiche: senza libertà di stampa, senza diritto d'associazione e di riunione, la rivoluzione non può andare avanti, perché questi diritti sono uno strumento indispensabile per l'auto-educazione politica delle masse popolari. I bolscevichi hanno istituito i Soviet come organismo rappresentativo delle masse lavoratrici: "ma col soffocamento della vita politica in tutto il paese - scrive Rosa - anche la vita dei soviet non potrà sfuggire a una paralisi sempre più estesa. Senza elezioni generali, libertà di stampa e di riunione illimitata, libera lotta d'opinione in ogni pubblica istituzione, la vita si spegne, diventa apparente e in essa l'unico elemento attivo rimane la burocrazia". Rosa Luxemburg condivide il principio della dittatura del proletariato, ma per lei "questa dittatura deve essere opera della classe, e non di una piccola minoranza di dirigenti in nome della classe".
Nel 1918 si oppose alla cosiddetta Sollevazione Spartachista perché la riteneva avventurista, ed alla formazione del Partito Comunista Tedesco perché prematura. All'alba della "Rivolta di Gennaio", il 15 gennaio1919, venne rapita ed in seguito assassinata, insieme con Liebknecht, dai soldati dei cosiddetti Freikorps, agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert. Nel 1926, a lei e a Liebknecht venne dedicato un monumento di Ludwig Mies van der Rohe.
Lou von Salomé (San Pietroburgo, 12 febbraio1861 - Gottinga, 5 febbraio1937) fu "la giovane e affascinante russa", che Friedrich Nietzsche conobbe nel 1882 e che probabilmente lo ispirò a creare le prime due parti della sua opera più importante: Così parlò Zarathustra. Lou von Salomé naque il 12 febbraio 1861 a S.Pietroburgo nella famiglia di un generale russo, d'origine tedesca. A parte Lou, nella famiglia c'erano altri cinque fratelli, che parlavano sia francese che tedesco, anche se il generale considerava se stesso un gran patriota. Dopo la morte di Nietzsche due donne pubblicarono le loro memorie: Elisabeth Förster-Nietzsche e Lou Andreas von Salomé. Alcuni chiamarono Lou "La Grande Rivoluzione Russa" nella vita di Nietzsche. Di lei era innamorato anche il poeta Rilke. Lei elogiava particolarmente il padre della psicoanalisiSigmund Freud ed era una profonda conoscitrice di Henrik Ibsen, Lev Nikolaevic Tolstoj, Ivan Sergeyevich Turgenev, Richard Wagner, ecc. Lei, che fu vergine fino all'età di trent'anni, dopo aver avuto finalmente la prima esperienza intima, scrisse un libro che divenne un vero bestseller nei paesi europei, "Erotica". Si interessò a lungo di psicoanalisi, e rimase a lungo in contatto con i circoli psicoanalitici ed alcuni dei più noti psicoanalisti dell'epoca (tra cui Sandor Ferenczi e Viktor Tausk, con cui ebbe una relazione sentimentale). Nel 1882, Friedrich Nietzsche, trentottenne, conobbe Lou Andreas Salomé, che all'epoca aveva solo 21 anni. Lou Andreas Salomé voleva costruire una piccola comune intelettuale, una specie di "trinità" filosofica tra lei, Nietzsche e l'amico Paul Rée, di 32 anni. Nietzsche, innamorato della "giovane e affascinante russa", volle sposarla, ma ottenne solo il rifiuto. Deluso nelle sue aspettative, in una grande depressione Nietzsche scrisse la prima parte del libro Così parlò Zarathustra.
Movimento delle suffragette Movimento sorto in Gran Bretagna alla fine dell'Ottocento per ottenere il suffragio elettorale femminile. Pronunciamenti in favore del voto femminile si erano avuti in Francia e in Inghilterra alla fine del XVIII secolo, ma un movimento di donne nacque in Inghilterra solo nel secolo successivo. Ottenuto il voto municipale (1869) e di contea (1880), esso si pose l'obiettivo del voto per il parlamento. Nel 1897 il movimento si strutturò nelle National Union of Women's Suffrage Societies. Il rifiuto di concedere l'estensione del voto femminile portò Emmeline Pankhurst a fondare nel 1903 un movimento che venne definito "militante": l'Unione nazionale sociale e politica delle donne. Questo si fece promotore di agitazioni culminate in numerosi arresti. Tale movimento fu definito delle "suffragette" in contrapposizione a quello delle "suffragiste" che perseguiva lo stesso obiettivo con metodi più moderati. Interrotte le proteste nel 1914 per contribuire alla causa nazionale, nel 1918 le donne sopra i trent'anni furono ammesse al voto politico e nel 1928 il suffragio fu esteso a tutte le donne. Anche negli Stati uniti si formarono dal 1869 movimenti analoghi che riuscirono a ottenere il suffragio nel 1920. Il movimento statunitense diede vita anche all'Alleanza internazionale per il suffragio della donna. Ma il primo paese in cui le donne ottennero il diritto di voto fu l'Australia, nel 1903.
Emmeline Pankhurst (Manchester1858 - Londra1928) fu una femminista inglese che guidò il movimento suffragista femminile inglese. Nel 1894 ottenne per le donne sposate il diritto al voto nelle elezioni locali. Arrestata e processata diverse volte, riuscì con la sua incessante attività ad assicurare fondamentali diritti politici a tutte le donne inglesi, come il suffragio femminile per la camera dei Comuni nel 1918. Emmeline Pankhurst
La richiesta del suffragio femminile venne avanzata per la prima volta nel 1848 alla Convenzione di Seneca Falls e nel 1869 venne fondata la National Woman Suffrage Association (Nwsa, Associazione nazionale femminile per il suffragio). Il quindicesimo emendamento della Costituzione, che nel 1869 riconobbe il diritto di voto ai neri ma non alle donne, provocò scontento e divisione tra le appartenenti al movimento suffragista. Si formarono due organizzazioni: la più conservatrice American Woman Suffrage Association, guidata da Lucy Stone, che decise di appoggiare l'emendamento, e la radicale Nwsa che ruppe i suoi legami con gli abolizionisti e ammise soltanto donne tra i suoi membri. La prima ebbe centro a Boston e cercò, in particolare attraverso la pubblicazione della rivista "Woman's Journal", di diffondere l'idea del suffragio femminile. La seconda, con base a New York, fece del diritto al voto l'obiettivo di un programma per la parità dei diritti in ogni campo, occupandosi nel settimanale "The Revolution" di temi sociali scottanti. Le due organizzazioni si riunirono solo nel 1890 nella National American Woman Suffrage Association (Nawsa), dalla quale si staccò più tardi il gruppo di Alice Paul che fondò nel 1916 il National Woman's Party. Nel 1878 fu presentato al Congresso l'emendamento Anthony, approvato dal Senato solo il 26 agosto 1920 come diciannovesimo emendamento alla Costituzione. Il primo stato che concesse il diritto di voto fu il Wyoming (1869), l'ultimo a ratificare l'emendamento fu il Tennessee (1920). Movimento delle suffragiste:
Il voto alle donne in Italia In Italia l'organizzazione di gruppi femministi favorevoli al voto politico seguì di poco l'istituzione delle grandi centrali internazionali di cui erano attive animatrici le anglosassoni: il Consiglio nazionale delle donne italiane fu fondato a Roma nel 1903; allo stesso periodo risale l'Alleanza femminile pro suffragio. Già da tempo, tuttavia, gli ambienti intellettuali influenzati dalle idee positivistiche e socialiste avevano cominciato a interessarsi alla questione femminile, benché la sensibilità del legislatore al riguardo continuasse ad apparire assai debole. Nella legge del 1882 l'esplicita esclusione delle donne dal diritto di voto non era prevista, in quanto la loro condizione di minorità politica era ovvia; le leggi sull'elettorato amministrativo, invece, le escludevano sfacciatamente perché, prima dell'unificazione del paese nel Lombardo-veneto e in Toscana, alle donne proprietarie era riconosciuta la facoltà di partecipare alla scelta degli amministratori locali, purché per mezzo di rappresentanti o di una "scheda suggellata". Su questa base fra il 1863 e il 1876 furono presentate varie proposte di modifica alla legge comunale e provinciale del 1859, tutte tendenti a sancire il principio dell'elettorato attivo delle donne possidenti. Ancora nel 1880-1882 con Depretis, e poi nel 1888 con Crispi e nel 1907 con Giolitti, il tema fu affrontato in sede parlamentare, senza tuttavia sfociare in alcun provvedimento legislativo. La questione del voto politico femminile riprese vigore durante il dibattito sul suffragio universale, aperto da Giolitti nel 1912; le resistenze a un allargamento eccessivo della base elettorale furono notevoli anche all'interno dell'estrema sinistra, dove prevalevano i timori di un'eccessiva influenza clericale sulle masse, al punto che solo l'intransigenza di Anna Kuliscioff consentì al Psi di tenere a Montecitorio una posizione coerente con l'impostazione etico-politica della tradizione socialista. Nel 1919 Nitti propose l'allargamento del diritto di voto politico e amministrativo alle donne, ma la crisi del sistema liberale impedì al progetto di approdare all'esame delle Camere. Fu Mussolini, nel 1923, a introdurre il suffragio amministrativo femminile, che tuttavia non trovò applicazione a causa della stessa riforma fascista degli enti locali; le suffragiste che avevano appoggiato il fascismo credendolo una forza di rinnovamento e modernizzazione nazionale videro così la loro aspirazione travolta dal sistematico smantellamento degli istituti di partecipazione individuale alla vita dello stato. Per un pieno riconoscimento dell'elettorato attivo le donne italiane dovettero attendere, dunque, la liberazione del paese dalla dittatura e l'instaurazione della democrazia: nella primavera del 1946 esse si recarono alle urne per la prima volta.
"L’emancipazione della donna sancirebbe una grande verità base a tutte le altre, l’unità del genere umano, e assocerebbe nella ricerca del vero e del progresso comune una somma di facoltà e di forze, isterilite da quella inferiorità che dimezza l’anima. Ma sperare di ottenerla alla Camera come è costituita, e sotto l’istituzione che regge l’Italia [la monarchia] è, a un dipresso, come se i primi cristiani avessero sperato di ottenere dal paganesimo l’inaugurazione del monoteismo e l’abolizione della schiavitù". Mazzini. "la proposta femminista ha lo scopo di attribuire maggiori diritti alla donna, entro la cerchia delle forme di proprietà e di famiglia borghese. Dunque il movimento femminista è un movimento conservatore. Quand’anche raggiungesse i suoi fini, non avrebbe ottenuto altro che interessare attivamente un maggior numero di persone alla conservazione degli attuali ordinamento sociali. All’opposto, la lotta di classe porta con sé una vera elevazione sociale della donna ... [Il femminismo] esiste in quanto non vede tale soluzione. Esso non è dunque altro che un fenomeno di incoscienza sociale". Bissolati. "Noi che abbiamo nel nostro programma cristiano l’integrità e lo sviluppo dell’istituto familiare, sentiamo che a questo programma non si oppone, in alcun modo, la riforma del suffragio alla donna, che anzi è conseguente ad esso ogni riforma la quale tenda ad elevare al donna e a conferirle nella vita autorità, dignità e grandezza".Don Sturzo. "Se temeste che il suffragio alle donne spingesse a corsa vertiginosa il carro del progresso sulla via delle riforme sociali, calmatevi! Vi è chi provvede freni efficace: vi è il Quirinale, il Vaticano, Montecitorio e Palazzo Madama, vi è il pergamo e il confessionale, il catechismo nelle scuole e ... la democrazia opportunista!". A.M. Mozzoni. "L’emancipazione femminile è la suprema, la più vasta e radicale delle questioni sociali, capace di unire le donne di tutti i ceti per a causa della loro libertà e del loro riscatto". Mozzoni.
Anna Maria Mozzoni (Rescaldina, 1837 - Roma, 1920) è stata una pioniera italiana del femminismo. Cresciuta in una famiglia dell'alta borghesia milanese, scrisse numerosi libri e opuscoli sulla condizione femminile ("La donna e i suoi rapporti sociali", 1864, "La donna in faccia al progetto del nuovo codice civile italiano"). Si batté per tutta la vita per la concessione del voto alle donne, presentando mozioni al parlamento italiano nel 1877 e nel 1906. Nel 1878 rappresentò l'Italia al Congresso internazionale per i diritti delle donne di Parigi. L'anno seguente fondò a Milano la "Lega promotrice degli interessi femminili". Avvicinatasi al movimento socialista, nei primi anni del Novecento criticò le proposte di tutela del lavoro femminile sostenute da Anna Kuliscioff, convinta che avrebbero legittimato differenziazioni salariali. Morì a 83 anni nel 1920. Anna Kuliscioff (vero nome Anija Rosenstein) (Moskaja, Crimea, 1857 - Milano, 27 dicembre1925) fu una socialista e rivoluzionaria russa. Nata in una ricca famiglia ebrea, iniziò fin da giovane a professare idee vicine alle posizioni anarchiche di Bakunin. Perseguita dal regime zarista si rifugiò prima a Parigi, dove conobbe Andrea Costa e, dopo esserne stata espulsa nel 1878, in Italia dove ebbe una parte molto attiva nelle battaglie politiche e libertarie e nella lotta per l'estensione del voto alle donne. Diresse dal 1891 la rivista del socialismo italiano Critica sociale. Fu più volte imprigionata e condannata con l'accusa di cospirazione contro l'ordine costituito. Compagna di Filippo Turati, è considerata un'antesignana del movimento femminista. In suo onore a Milano è stata costituita la Fondazione Anna Kuliscioff, che ha una biblioteca di 35.000 volumi ed opuscoli, tutti dedicati alla storia del Socialismo. Anna Maria Mozzoni & Anna Kuliscioff
Una nuova figura: la femme fatale La femme fatale, termine francese che ha il suo corrispettivo nell'italianodonna fatale, o vamp, è un personaggio tipo molto diffuso nella letteratura europea e spesso rappresentato in numerose operecinematografiche. Dominatrice del maschio fragile e sottomesso, lussuriosa e perversa, crudele torturatrice, maga ammaliatrice al cui fascino nessuno può sfuggire, succhia le energie vitali dell'uomo come un vampiro (da cui il termine vamp), portandolo alla follia, alla perdizione, alla distruzione. È affine alla dark lady, ma le due figure non coincidono: la femme fatale è una donna maliziosa e disinvolta, ma in genere non nasconde la cattiveria e il desiderio di annientamento tipico della dark lady. Nella letteratura decadente era utilizzata spesso la figura dell'"inetto a vivere", ovvero un uomotimido, escluso dalla vita, impotente ed incapace di assumersi responsabilità perché indebolito da un forte senso di inferiorità che nutre nei riguardi di tutti gli altri cittadini del mondo. Di contro a questi uomini deboli e malati viene realizzata l'immagine antitetica di donna: la femme fatale, dominatrice, lussuriosa e perversa. Malgrado il termine sia di derivazione francese, il primo esempio di femme fatale è la Fosca di Iginio Ugo Tarchetti, ma simili eroine popolano i romanzi di Gabriele D'Annunzio, in cui la donna è costantemente la nemica che si oppone ai sogni eroici dei protagonisti. In ambito europeo, la figura ricorre in tutta la letteratura di fine Ottocento ed inizio Novecento, dalla Salomè di Oscar Wilde alla Lulu di Wedekind, il cui personaggio è divenuto un archetipo, alla Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch. Si verifica come un meccanismo di proiezione: la coscienza in crisi dell'uomo decadente, malato e debole, erige di fronte a sé la sua parte perduta, la sua forza dominatrice del reale, come una potenza esterna malefica ed ostile, che lo insidia e lo minaccia, ed in cui si obiettivano le sue angosce ed i suoi terrori.
La femme fatale è una figura che esprime conflitti profondi e per questo appare l'equivalente dei mostri che emergono dagli incubi degli scrittori romantici: non a caso essa assume spesso tratti che sono propri di Satana, o comunque caratteri vampireschi. Questa condizione però non si verifica nel cinema, in cui la femme fatale vede "ammorbidito" il suo ruolo: continua a sedurre l'uomo senza personalità in modo da renderlo suo schiavo, ma quasi sempre si "limita" a rubargli denaro o fargli fare grandi sacrifici, quasi mai lo distrugge completamente.
Mata Hari Mata Hari è il nome d'arte usato da Margaretha Geertruida Zelle (7 agosto1876 - 15 ottobre1917), una ballerina esoticaolandese che fu accusata, condannata e giustiziata per spionaggio durante la prima guerra mondiale. Mata Hari nacque in Olanda a Leeuwarden, suo padre era un uomo d'affari mentre sua madre era nativa di Giava. All'inizio del Novecento, dopo aver tentato senza successo la professione di insegnante e con alle spalle un matrimonio fallito e due bambini, si trasferì a Parigi. Qui cominciò una carriera di ballerina esotica, esibendosi in danze in stile orientale. Il suo nome d'arte, Mata Hari, significa "sole" o "occhio del giorno" in malese e in indonesiano. Di lei fu detto che avesse relazioni amorose con importanti ufficiali militari e uomini politici dell'epoca. Mata Hari si trovò, probabilmente, coinvolta in alcuni intrighi internazionali, sebbene gli storici non abbiano mai chiarito quale fosse l'esatta natura delle sue operazioni di spionaggio. Nel 1917 venne incriminata in Francia per attività spionistiche e fu accusata di aver causato la morte di migliaia di soldati durante la prima guerra mondiale. Il suo arresto in Francia fu provocato da un messaggio radio inviato a Berlino dall'addetto militare tedesco in Spagna, intercettato dai francesi, in cui si parlava di Mata Hari come di una spia tedesca, con nome in codice H-21. Una coincidenza poco chiara è che questo messaggio fu inviato utilizzando un codice che si sapeva essere già stato decrittato dai francesi. Le accuse a Mata Hari ebbero luogo in un momento di grande difficoltà per la Francia, dissanguata sul fronte occidentale, una fase in cui al governo francese faceva particolarmente comodo trovare un capro espiatorio su cui riversare tutta la responsabilità dei rovesci militari. Ella fu giudicata colpevole e fucilata il 15 ottobre1917. Mata Hari svolse probabilmente azioni di spionaggio per conto dei francesi o dei tedeschi, ma tale attività spionistica non è stata mai realmente documentata in modo convincente. Tutto ciò che è stato raccontato, circa le sorti di intere nazioni condizionate dall'attività spionistica di Mata Hari, va considerato solo una fantasia.