150 likes | 321 Views
A proposito di MERITOCRAZIA di Roger Abravanel. Viterbo, 19 dicembre, 2008 Dott.ssa Grazia Labate. Come definiamo la meritocrazia?. Un sistema di regole e valori condivisi, in base ai quali valutare riconoscimenti e compensi, basati sul merito individuale.
E N D
A proposito di MERITOCRAZIAdi Roger Abravanel Viterbo, 19 dicembre, 2008 Dott.ssa Grazia Labate
Come definiamo la meritocrazia? • Un sistema di regole e valori condivisi, in base ai quali valutare riconoscimenti e compensi, basati sul merito individuale. • 1958: per la prima volta Michael Young nel • suo libro “Rice of the meritocracy “ usa il termine meritocrazia.L’ascesa della meritocrazia possiamo considerarlo un testo storico satirico sulla british society dal1870 al 2033.
lL punto di vista di YOUNG • La meritocrazia cambia i modelli di disuguaglianza sociale, ma alla fine, una disparità di società fondamentalmente rimane. • Vi sono diritti che non possono essere garantiti sulla base del merito (istruzione, salute, sicurezza, giustizia). • Essi costituiscono una griglia di pari opportunità sui quali si innesta il percorso dello sviluppo individuale e sociale misurabile in base al merito.
MERITO=TALENTO+IMPEGNO • Valutare le persone, non solo in base alla loro intelligenza, all’impegno /responsabilità che mettono nell’affrontare i loro compiti, il loro lavoro, nell’esercitare il loro potere … • ma anche in base al loro coraggio, alla loro creatività, alla loro sensibilità e generosità.
Meritocrazia • Se i diritti fondamentali sono garantiti nella loro agibilità allora la meritocrazia non diventa selezione di una elite aristocratica • Ma costruzione di una società pluralistica e tollerante, in cui le differenze individuali sono attivamente incoraggiate avendo assicurato a tutti un eguale nastro di partenza.
Ogni essere umano deve averepari opportunità per: • Sviluppare la propria capacità di condurre una vita piena nel riconoscimento delle proprie diversità. • Se così non è, ed il merito è determinato solo dal suo quoziente intellettivo e dallo sforzo, che a loro volta ne determinano la posizione sociale, allora si costruisce un’elite,arrogante e scollegata dai sentimenti profondi del sentire comune, in termini di uguaglianza, libertà e giustizia sociale.
20 novembre 2008 Toby Youngsuo figlio scrive: • Meritocrazia crescente disuguaglianza. • Nell’era globale, quando saltano le regole dello stare insieme per il bene comune,aumentano le disuguaglianze economiche,sociali e culturali. • Il sopravvento dell’economia di carta sull’economia reale tende a fiaccare il capitale umano, che rischia molto in termini di perdita di senso verso il proprio futuro. • IL merito rischia di essere attratto dall’orbita della “celebrità”.Nasce una nuova classe il “celebritariat” sempre più esclusivo che punta più sulla visibilità ed il sensazionalismo che sul merito del fare, al punto da alimentare l’inganno sulla disuguaglianza con l’idea che comunque se ti fai avanti ed hai dei numeri puoi essere scelto.
Meritocratico e visibile • Come una pop star, un calciatore , una star dei reality il merito nell’era della rete più è visibile, nel senso di scenico, più tende a coprire la dimensione reale delle disuguaglianze. • Ed è cosi che si struttura una fetta di società in attesa di essere scelta dal guru di turno o peggio viene catturata all’idea della scalata e del successo fuori dalle regole per intenderci nella versione italiana dei furbetti del quartierino.
“Meritocrazia” di Roger Abravanel • Siamo alla terza edizione, il libro ha fatto e fa molto discutere. • L’analisi del nostro paese è tutt’altro che rassicurante: un Paese immobile,esangue. • Familismo,campanilismo,assistenzialismo, nepotismo, gerontocrazia, piccole e medie imprese a farconti conla globalizzazione e la competitività, in carenzadi ricerca e innovazione di processo e di prodotto. Un sistema formativocarente e chiuso con conseguente fugadei cervelli. • Sistema politico in perenne fibrillazione, una classe politica di cooptati attraversata da fenomeni di corruzione che configurano una vera e propria questione morale mai risolta.
IL sistema Italia non è meritocratico • Se guardiamo alla nostra storia oggettivamente non lo è. • I campanili, il particulare,l’individualismo a tutti i costi,l’assenza dell’etica del bene comune,io e non il team, la squadra, la massa critica necessaria per vincere,ci portano distanti dal merito. • Micro e macro strutture di potere che si avvitano su stesse nella perenne contraddizione tra autonomia e protezione. • Puoi essere in gamba nel lavoro come all’università, ma spesso è più importante chi conosci piuttosto che chi sei e cosa sai fare; molte persone che “conoscono e si conoscono” fanno da tappo a talenti validi in tutti i campi.
Per quanto difficile sia la scommessa dobbiamo tentare • Costruire una mappa delle regole del gioco, chiara. • Tenere salda la propria scala di valori, scegliendo se decidere di andare via a testa alta, sempre, o adattarsi a quelle stesse dinamiche che a parole, tutti condannano ma che costituiscono pratica comune. • Costruire pari opportunità ai nastri di partenza e riconoscere talento e impegno è la precondizione per l’introduzione di principi meritocratici che raccolgano un largo consenso.
Estendere lo sforzo di misurazione dei risultati • Abravanel che non è un accademico o un giornalista bensì un manager italiano di successo (per 34 anni consulente in Mc Kinsey) non si limita a denunciare i limiti e i gravi problemi del nostro paese e della nostra mentalità, ma avanza 4 proposte concrete per far sorgere il merito. • Il libro può apparire a tratti schematico o un po’ superficiale, ma è inevitabile quando si tenti di contrastare sedimentate convinzioni e complesse autorappresentazioni culturali con la sola forza dei dati e del buon senso.
4 proposte per dare slancio al paese fertilizzandolo con il merito • Lo stato per godere la fiducia dei cittadini deve essere esso stesso un simbolo di merito. • La P.A. rivista in senso meritocratico può AVERELA CREDIBILITA’ PERIMMETTEREMERITOCRAZIA NEGLI ALTRI FONDAMENTALI MOTORI DELL’ASCENSORE SOCIALE E DELLE PARI OPPORTUNITA’, COME L’EDUCAZIONE E L’ECONOMIA. DUNQUE UNO STRAORDINARIO MIGLIORAMENTO DEL LIVELLO DEI SERVIZI PUBBLICI DEVE ESSERE IL PILASTRO DELLA NUOVA POLITICA DEL MERITO.
I PILASTRI DELLA POLITICA DEL MERITO • DELIVERY UNIT: DALL’ANALISI DELLE NORME E DELLE PROCEDURE ALL’ANALISI DEI RISULTATI. • EDUCAZIONE E FORMAZIONE RIVISTA NON SOLO DAL PUNTO DI VISTA DEI TEST DI INGRESSO, MA RENDENDO PUBBLICI I RISULTATI PER CREARE L’ECCELLENZA NEL SISTEMA EDUCATIVO. • CREARE UNA AUTORITA’ DEL MERITO CHE SI OCCUPI DI MONITORARE LE POLITICHE DI LIBERALIZZAZIONE. • ACCELERARE LA POLITICA DI PARITA’ TRA I DUE SESSI ATTRAVERSO UNA AFFIRMATIVE ACTION PER PORTARE LE MIGLIORI DONNE ITALIANE AI POSTI DI COMANDO.
UNA SOCIETA’ PIU’ RICCA E PIU’ GIUSTA • AVERE IL CORAGGIO DI PROPORRE AI CITTADINI I VANTAGGI A LUNGO TERMINE DI UNA POLITICA DEL MERITO. • PROFITTARE DELLA CRISI PER INNESCARE MECCANISMI VIRTUOSI CAPACI DI FAR SCATTARE L’ORGOGLIO DI UN PAESE E DEI SUOI CITTADINI PER RIBALTARE L’IMMAGINE CHE IL MONDO FA DI NOI: STANCHI, VECCHI, IMMOBILI, SPENTI. • ILSEGRETO E’ FAR CRESCERE SUL MERITO UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE, VOI I GIOVANI DEL 21°SECOLO, CHE DEVONO APPROPRIARSI DEL POSSIBILE PER TRAGUARDARE L’IMPOSSIBILE.