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Giovanni Molonia

Toponomastica femminile a Messina. Giovanni Molonia. 27 settembre 2013. degli oltre 1.000 toponimi presenti nel Dizionario toponomastico della Città di Messina (2013) solo una percentuale bassissima è dedicata a figure di donne: in totale 18 toponimi pari all’1,7 %.

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Presentation Transcript


  1. Toponomastica femminile a Messina Giovanni Molonia 27 settembre 2013

  2. degli oltre 1.000 toponimi presenti nel Dizionario toponomastico della Città di Messina (2013) solo una percentuale bassissima è dedicata a figure di donne: in totale 18 toponimi pari all’1,7 %

  3. 2 strade intitolate a figure mitiche o leggendarie 7 strade intitolate a protagoniste della storia di Messina 4 strade intitolate a regine e principesse d’Italia 2 strade intitolate a cantanti del nostro tempo 3 strade intitolate a donne associate ai rispettivi mariti

  4. inoltre a: • GRAZIELLA CAMPAGNA • (Saponara 1968 - Villafranca Tirrena 1985) • vittima della Mafia, è stata intitolata sotto la sindacatura Provvidenti • la Piscina Comunale • SUOR MARIA FRANCESCA GIANNETTO • (Camaro Superiore 1902 - 1930) • religiosa dell’Istituto Santa Brigida delle Figlie di Maria Immacolata, • è stato intitolato l’Asilo Nido Comunale di Camaro • SUOR MARIA ALFONSA DI GESU' BAMBINO • (Tarquinia 1937 - Messina 1994) • missionaria e religiosa dell’Istituto Ancelle Riparatrici di Messina, è stata intitolata una via del Rione Paradiso • MARIA ACCASCINA • (Napoli 1898 - Palermo 1979) • storica dell’arte e direttrice dal 1949 al 1956 del Museo di Messina, • a lei intitolato dalla Regione Siciliana

  5. 2 strade intitolate a figure mitiche o leggendarie Fata Morgana dal viale della Libertà alla scalinata che la collega a via Chiesa dei Marinai. Personaggio della mitologia celtica, cui la cultura medievale d’ispirazione cristiana ha attribuito la natura di fata, come tale in grado - tra l’altro - di levitare sollevandosi dal suolo. Per questa sua qualità, e anche perché secondo la leggenda amava indurre nei marinai la visione di fantastiche costruzioni turrite in aria al fine di attirarli e quindi ucciderli, Morgana fu identificata nel "miraggio" cui dette il nome. Di fatto, nello Stretto di Messina accade a volte che differenze termiche tra i vari strati dell’atmosfera determinino, in particolari condizioni di luce, effetti di rifrazione che “disegnano” nel cielo immagini cui la fantasia popolare attribuiva una configurazione reale. Il fenomeno fu osservato e descritto già nel 1646 dal gesuita Athanasius Kircher nel suo Ars Magna Lucis et Umbrae. Dama Bianca da via Peculio Frumentario a via Malvizzi. La via ricorda un’antica leggenda, narrata anche dai cronisti della Guerra del Vespro (1282-1302), in cui si dice che durante l’assedio di Messina da parte delle truppe angioine si vide una “dama bianca” che sembrava proteggere le mura della città e gli abitanti. Il popolo ritenne che quella dama fosse la Vergine Maria venuta in suo soccorso. Nel sito dello straordinario prodigio, delimitato da un miracoloso volo di colomba, sorgerà poi il Santuario della Madonna di Montalto.

  6. 7 strade intitolate a protagoniste della storia di Messina: le POETESSE Nina da Messina (sec. XIII) dal viale della Libertà a via Mons. Letterio D’Arrigo Non si conoscono precisi riferimenti biografici e per questo è stata talvolta messa in dubbio persino la sua esistenza, ma è ormai certo che Nina da Messina nella seconda metà del 1200, insieme a Guido e Oddo delle Colonne, Ciullo d’Alcamo e Jacopo da Lentini, fece parte della “Scuola Poetica Siciliana”. Nota anche come Nina Siciliana o Nina di Dante, “questa gentile e leggiadra Donna, bellissima sopra tutte le altre del suo tempo, e della sua Nazione, fu la prima femmina che poetasse nella lingua volgare”. Per i suoi bei versi d’amore fu detta “poetessa chiarissima”. Anna Maria Arduino (Messina 1672 - Napoli 1700) piazza - già piazza Felice Bisazza (fino al 1944), all’incrocio tra le vie Felice Bisazza, Cavalluccio e degli Amici Figlia del principe di Polizzi e marchese della Floresta, fin da giovane coltivò la poesia, la pittura, la musica e la danza. Per assecondarne il talento il padre la fece educare “nelle italiane e nelle latine lettere e nelle arti liberali”. Nota anche per la bellezza dell’aspetto, è ricordata per i suoi interessi culturali, artistici e scientifici e per la produzione latina e volgare che s’spirava a Petrarca e Virgilio. Dopo il matrimonio con Giovanni Battista Ludovisi, principe di Piombino, visse a Roma dove venne ammessa nell’Accademia dell’Arcadia. Poco dopo aver perso il marito e l’unico figlioletto, morì a 28 anni a Napoli e fu sepolta nella chiesa di San Diego all’Ospedaletto, in cui ancor oggi si trova il suo sepolcro con un bassorilievo marmoreo disegnato da Francesco Solimena.

  7. 7 strade intitolate a protagoniste della storia di Messina: EROINE Macalda Scaletta (Scaletta 1240 ca. - ? post 1308) rione Torre Vittoria, da via Leopoldo Nicotra al limite del rione Eroina della Guerra del Vespro (1282). Proveniva da una famiglia di umili origini: la bisnonna vendeva generi alimentari alla Porta Judaeorum a Messina; il nonno da servitore nel castello di Scaletta ne era divenuto a sua volta castellano; il padre aveva studiato Diritto e sposato una nobildonna. Macalda, che era “molto bella e gentile, e valente nel cuore e nel corpo, generosa nel donare e, a tempo e luogo, valorosa nelle armi al par d'un cavaliere”, si sposò ancora bambina. Rimasta presto vedova andò alla corte di Napoli dove conobbe e sposò Alaimo da Lentini. Prese parte attiva alla Guerra del Vespro combattendo contro gli angioini: sostituì il marito come governatrice di Catania, manifestando doti militari e ambizioni politiche. All’arrivo in Sicilia del nuovo sovrano Pietro III d’Aragona, Macalda gli si presentò a Randazzo con la sua armatura e una mazza d'argento e, secondo le cronache del tempo, mise in atto vari tentativi per sedurlo (ricordati da Boccaccio nel Decamerone). Macalda e Alaimo ebbero un ruolo di primo piano nella politica del tempo. La loro fortuna ebbe però fasi alterne che culminarono con la condanna a morte di Alaimo e la prigionia di Macalda nella fortezza di Matagrifone. In carcere ella imparò a giocare a scacchi con l’emiro Margam ibn Sebir, diventando la prima persona in Sicilia a conoscere e praticare questo gioco. Poco si conosce del periodo successivo alla sua liberazione.

  8. 7 strade intitolate a protagoniste della storia di Messina: le EROINE Dina e Clarenza (sec. XIII) da piazza Basicò al viale Principe Umberto  Dina e Clarenza rappresentano simbolicamente non solo le tante “nobili matrone” messinesi che presero parte attiva ai Vespri Siciliani combattendo contro gli angioini, ma anche tutte le donne che, nei secoli successivi, sono state protagoniste di episodi rivoluzionari decisivi nella storia della città. L’episodio al quale è legato, tra storia e leggenda, il loro nome s’inserisce nel contesto della Guerra del Vespro, iniziata a Palermo come reazione popolare contro un soldato francese accusato di molestie nei confronti di una donna palermitana. Protagoniste della lotta contro gli angioini furono anche le donne messinesi che, durante l’assedio della città, non solo erano impegnate “a portar in seno e nel grembo pietre, ed altre sorte di cose da gettar dalle mura e dalle torri contro i nemici”, ma si addestravano anche a usare le armi e vigilavano sulle mura giorno e notte per spiare i movimenti del nemico. E nella notte dell’8 agosto 1282 furono proprio due donne, Dina e Clarenza, a sventare un attacco dei francesi che, dalle mura che circondavano il colle della Caperrina (Montalto), tentavano di aprirsi un varco per penetrare in città. Con il loro coraggio e audacia, le due “eroine del Vespro” salvarono Messina entrando, oltre che nella leggenda, anche nella cultura popolare. Due immagini di Dina e Clarenza sono scolpite sul prospetto laterale del Municipio, mentre sul campanile del Duomo due statue le raffigurano nell’atto di suonare le campane. Ad esse è intitolata anche una scuola e, per un certo periodo, portava il loro nome anche il quartiere in cui si trova il colle della Caperrina.

  9. 7 strade intitolate a protagoniste della storia di Messina: le EROINE gradinata - da via XXIV Maggio a via Eustochio Figlia di un “cuciniere”, Rosa Rosso nell’adolescenza aveva assistito alla repressione borbonica seguita alla rivoluzione siciliana del 1820-21. Sposata con lo stalliere Donato e rimasta presto vedova, era “una povera donna del volgo” che viveva guadagnandosi da vivere come “tosatrice di cani”. Condivideva però le aspirazioni della città per un cambiamento politico, nutriva “un sacro affetto verso la patria” e aveva un “cuore per audacia ed abnegazione sublime”. Nel 1848-49 partecipò attivamente alla rivoluzione siciliana contro il governo borbonico, prima a Messina e poi a Palermo. A Messina fu protagonista di molti scontri armati con le truppe borboniche conquistandosi il titolo di “artigliera del popolo”: nelle cronache e nell’iconografia dell’epoca è raffigurata nell’atto di caricare un cannone in piazza Duomo per sparare contro le truppe regie. A Palermo le fu invece dato il comando di due pezzi di artiglieria e per il suo comportamento fu elogiata con un pubblico encomio dal governo rivoluzionario. Dopo la riconquista borbonica dell’isola venne arrestata, torturata e imprigionata nei sotterranei della Cittadella. Uscita di prigione, viveva chiedendo l’elemosina davanti all’Università solo ai giovani studenti nei quali riponeva l’unica speranza per il futuro. Dopo il 1860, le fu concesso “un modesto vitto decretatole dalla patria” in segno di riconoscenza per il suo ruolo attiva nella rivoluzione del 1848. Morì in povertà. A fine ‘800 i versi di una lapide posta vicino Piazza Duomo la paragonavano a Dina e Clarenza, mentre nel busto scolpito nel 1893 da Vincenzo Gugliandolo era raffigurata come “artigliera del popolo” accanto al fusto del suo cannone (la scultura è oggi nella sede centrale del Banco di Sicilia-Unicredit). Rosa Donato (Messina 1808 - 1867)

  10. 2 strade intitolate a SANTE ed EDUCATRICI da via Rosa Donato a via Montevergine. Nell’anno in cui Smeralda Calafato nacque, Messina fu colpita da un’epidemia di peste: i suoi genitori, per sfuggire al contagio, si recarono nel vicino villaggio Annunziata ove, presso una mangiatoia, la madre la diede alla luce. Nel 1449, contro la volontà della famiglia, prese i voti ed entrò tra le clarisse del monastero di Santa Maria di Basicò ove assunse il nome di Eustochia. Amante della povertà e risoluta nei suoi propositi, riteneva che nel monastero non si osservasse alla lettera la regola clariana. Per questo nel 1464 ottenne dal papa di fondare un nuovo monastero di più stretta osservanza che chiamò “Montevergine”, dove alla sua morte lasciò ben cinquanta suore, il profumo delle sue virtù e la fama della sua santità. Il suo corpo incorrotto è ancora oggi visibile nel monastero da lei fondato. E’ stata proclamata santa da Giovanni Paolo II nel 1988. Eustochia Smeralda Calafato (Messina 1434 - 1485) contrada Conte all’Annunziata, tra le cooperative edilizie Garofano, Sperone, Nuova Espansione, Conte, Beata Eustochia Giunse a Messina giovanissima nel 1912 per collaborare nella direzione dell’Orfanotrofio Femminile “Padiglione Bologna” (oggi Casa Famiglia Regina Elena), che era stato donato dalla città di Bologna alla città di Messina per accogliere le bambine che durante il sisma avevano perso la famiglia. Ne assunse la direzione e con coraggio portò avanti un’opera di formazione civile e religiosa: per le “orfane del terremoto” la “zia Sofia” fu madre, maestra e amica. Un mese prima della sua morte il Consiglio Comunale le conferì la cittadinanza onoraria “quale doveroso riconoscimento per la sua alta milizia di carità, per il suo lunghissimo, costante, fattivo prodigarsi a favore delle fanciulle prive di famiglia, che con alto senso di responsabilità e con sentimenti di grande umanità ha svolto a Messina nell’arco di circa 70 anni”. Al Gran Camposanto una lapide ne ricorda l’opera educativa. Sofia Idelson (Bologna 1889 - Messina 1980)

  11. 2 strade intitolate a CANTANTI Rosa Balistreri (Licata 1928 - Palermo 1990) via retrostante la villetta di San Licandro Cantante folk. Di umili origini, emigra negli anni ‘50 a Firenze, dove per vivere - insieme alla figlioletta e ad fratello disabile - vende frutta e verdura. Tramite il pittore Manfredi, suo compagno di vita, entra nell’ambiente artistico: debutta in teatro, incide i primi dischi e Dario Fo nel 1966 la vuole in un suo spettacolo. Nel 1970 torna in Sicilia e si stabilisce a Palermo, continuando a effettuare molte tournée in Europa e in America che la impongono internazionalmente. Mia Martini (Bagnara Calabra 1947 - Milano 1995) belvedere di Grotte, in contrada Pace Cantautrice di musica leggera. Nel corso della sua carriera durata oltre trent’anni, con la sua voce dal timbro particolarmente espressivo per potenza e impatto emotivo, ha cantato il meglio della canzone d'autore italiana ed internazionale, collaborando anche con alcuni tra i più grossi nomi del panorama musicale non solo italiano.

  12. 4 strade intitolate a REGINE e PRINCIPESSE d’Italia Regina Elena (Cettigne 1873 - Montpellier 1952) moglie di Vittorio Emanuele III, re d’Italia Regina Margherita (Torino 1851 - Bordighera 1926) moglie di Umberto I, re d’Italia viale: terzo tronco della Circonvallazione , dal viale Boccetta (in prossimità del Liceo Archimede) a via Palermo viale : quarto tronco della Circonvallazione, da via Palermo al viale della Libertà rione: a nord dell’Ospedale Regina Margherita, tra la Circonvallazione, il viale Annunziata e il Museo Regionale “M. Accascina”

  13. 4 strade intitolate a REGINE e PRINCIPESSE d’Italia Principessa Mafalda di Savoia (Roma 1902 - Buchenwald 1944) da via Pietro Cuppari verso nord. Secondogenita di Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, sposò il principe Filippo d’Assia. Arrestata a Roma dai Nazisti nel 1943, fu deportata in Germania e rinchiusa in un campo di concentramento dove morì a seguito delle ferite riportate durante un bombardamento aereo. Principessa Maria di Savoia (Roma 1914 - Mandelieu 2001) rione Regina Elena, da via Duca d’Ascoli a via XIX Fanteria  Ultimogenita di Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, sposò Luigi di Borbone Parma. Nel 1943 fu arrestata con il marito dalla Gestapo di Cannes e deportata in Germania. Dopo la Liberazione si stabilì in Francia.

  14. 3 strade intitolate a donne associate ai rispettivi mariti MATA (E GRIFONE) rione Torre Vittoria, da via Macalda Scaletta a via Pietra e Calcina; con il solo nome di Mata è titolato il rione posto a destra del torrente Camaro, a monte del ponte ferroviario Mata e Grifone sono i giganti ritenuti i geni tutelari della città, essendone secondo alcuni i mitici fondatori, secondo altri la sintesi felice di un mescolamento di razze (il moro conquistatore Grifone sedotto e “civilizzato” dalla bianca autoctona Mata). I loro simulacri sono, da almeno cinque secoli, protagonisti del ciclo festivo di Mezz’Agosto, costituendo con i loro percorsi rituali per le vie della città un contraltare “mitologico” all’altra grande machina festiva ferragostana, la Vara processionale dell’Assunta, dalla cifra più marcatamente religioso-devozionale. Alla costruzione dei due colossi attesero, dal ‘500 al ‘700, artisti come Martino Montanini, Andrea Calamech e Santi Siracusa. Porta il nome di Matagrifone il castello-fortezza fatto edificare in Messina da re Riccardo Cuor di Leone al tempo della Terza Crociata.

  15. 3 strade intitolate a donne associate ai rispettivi mariti Faustina (e Tertullo) (sec. XVI) da via Malta al muraglione che la separa dal sovrastante viale Principe Umberto Secondo la tradizione Faustina, nobile matrona messinese (forse discendente dalla famiglia Ottavia), sorella di Elpide (che si credeva moglie del filosofo Severino Boezio) e sposa del senatore romano Tertullo, era la madre di Placido, Flavia, Eutichio e Vittorino, santi martiri a Messina nel 541.

  16. 3 strade intitolate a donne associate ai rispettivi mariti Adriana Caneva (Napoli 1896 - Messina 1963) e Giuseppe Bosurgi dall’incrocio tra le vie Strada Provinciale e Umberto Fiore, verso monte Donna colta, poliglotta e dalla solida preparazione tecnico-scientifica, fu moglie di Giuseppe Bosurgi con il quale sviluppò e diresse la maggiore industria messinese del ‘900: la Sanderson & Sons, ditta di derivati agrumari fondata nel 1817 dall’inglese William Sanderson. Dopo la morte del marito ne continuò l’attività imprenditoriale. Molte le sue iniziative filantropiche, tra cui nel 1925 la fondazione e direzione dell’Istituto Marino di Mortelle.

  17. 13 tradizioni e storia di Messina 18 INTITOLAZIONI 5 storia e cultura nazionale

  18. 3 INTITOLAZIONI antecedenti al terremoto del 1908 e ripristinate nel 1916 Dina e Clarenza - Fata Morgana - Rosa Donato ALTRE INTITOLAZIONI 1916 Dama Bianca - Nina da Messina - Beata Eustochio - Faustina e Tertullo - Principessa Mafalda - Principessa Maria 1935 Regina Margherita - Regina Elena 1941 Mata e Grifone - Macalda Scaletta 1944 Anna Maria Arduino 2000 Adriana Caneva e Giuseppe Bosurgi - Rosa Balistreri 2008 Rosa Balistreri 2010 Sofia Idelson 2013 Mia Martini

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