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Ah l’Amore … l’amore. 11. Cenacolo Scalata, 6.12.2011 Verso un amore libero (oltre i vincoli predeterminati) “ Chi comincia ad amare, deve prepararsi a soffrire ” (Antoine Gombaud, Chevaliere du mere ) “ … perché forte come la morte è l ’ amore ” (Cantico dei cantici, 8,6).
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Ah l’Amore … l’amore 11. Cenacolo Scalata, 6.12.2011 Verso un amore libero (oltre i vincoli predeterminati) “Chi comincia ad amare, deve prepararsi a soffrire” (Antoine Gombaud, Chevaliere du mere) “… perché forte come la morte è l’amore” (Cantico dei cantici, 8,6)
Mettiamo dei punti Il centro delle considerazioni svolte è quello di imparare ad impostare un rapporto d’amore con Dio. Proviamo questa sera a mettere a fuoco alcuni concetti che potranno aiutare a riflettere sul progetto d’amore inteso come l’occasione per amare liberamente un altro per ciò che è (anziché come compensazione affettiva, o ai fini del proprio esclusivo piacere). L’amore può e deve essere uno stile di libertà. Questo vuol dire cominciare a provare un piacere sano e intenso nell’amare una persona e stare con lei, aiutandola a crescere nella maturazione e nell’autonomia personale, anche grazie alla sicurezza affettiva che costituiamo per lei: sarà questo il più grande dono da offrire all’altro e il più elevato traguardo da raggiungere, per noi stessi. Bisogna sempre ricordare: non si ama per soddisfare l’esigenza di colmare un vuoto, o per arrivare a essere indipendenti.
Nell’amore immaturo, poiché non riusciamo ad avere equilibrio in noi stessi, cerchiamo di afferrare l’altro facendolo affondare nello nostre sabbie mobili affettive. Chi ama oltre i propri schemi accoglie la sfida di fare progetti in due che contemplano i bisogni della coppia. L’amore libero è frutto di un costante esercizio di espressione della propria volontà Saper collaborare con Gesù Cristo per imparare ad amare Leggiamo Gv 6,1-13 Nel testo c’è un ragazzo di 11-14 anni. Ognuno provi a mettersi nei panni di questo ragazzo ripercorrendo la sua strada secondo cinque tappe. Non si impara un vero cammino di amore se non siamo capaci di essere discepoli di Gesù.
1. Incuriosimento tenace – Matteo – dopo averne sentito parlare molto – avverte un desiderio forte di vederlo e dopo un po’ decide di andare a incontrarlo. Diventa per lui importante fare quell’incontro. • Quali sono per me le 5 cose più importanti nella mia vita e perché? Quali vantaggi mi danno quando le eseguo o cerco? Per capire quali sono le cose davvero importanti vedi quali sono quelle per cui spendi più tempo, denaro, interesse, energie, sudore e gusto. • 2. Il viaggio alla ricerca di Gesù – Matteo – nonostante il parere diverso dei suoi genitori – riesce a convincerli e a portarlo con loro a vedere Gesù. Si prepara un fagotto di 5 pani d’orzo e due pesci. • Io che cosa faccio per scoprire chi è veramente Gesù? Elenca 3-4 cose che fai per avvicinarti al segreto di questa persona (la preghiera, la generosità, la lealtà …). • 3. Un coinvolgimento pericoloso – Ad un certo punto Matteo vede Andrea andare verso di lui e chiedergli: “Cosa porti in quel fagotto?”. Matteo glielo dice ma ha paura che glielo portino via. Lo nasconde. Per alcuni minuti si sente fuori pericolo.
Spesso capita di trovarsi di fronte a un bivio: scegliere di fare una cosa buona o limitarmi. Racconta un episodio in cui ti è capitato di rinunciare a qualcosa che ti piaceva, per fare una buona azione? Che è successo in te? • 4. Una scoperta straordinaria che lascia il segno - Matteo sente dire che Gesù ha bisogno del suo fagotto. Prima tergiversa, poi si fida. Vede che Gesù moltiplica i suoi pani e i suoi pesci a dismisura. Allora decide di seguirlo anche se non capisce bene il motivo della sua gioia. • C’è qualcosa che mi accomuna a Matteo? • Quali sono i miei 5 pani e i 2 pesci: cioè di cosa si nutre la mia vita, la riempie, le cose che mi servono per crescere, i miei talenti? Almeno 4-5. • Che cosa può aiutare me a diventare una persona in gamba? • 5. Matteo a colloquio con Gesù - Andrea porta quindi Matteo davanti a Gesù che lo ringrazia per il gesto compiuto. • Nei panni di Matteo davanti a Gesù dopo il miracolo dei pani, che cosa gli avrei detto? Cosa gli avrei chiesto? Che impegno per restargli fedele?
Accettazione di sé - Per educare ad accettare se stessi e quindi imparare a rapportarsi con le altre persone per amarle, è necessario imparare alcuni passaggi da operare sempre: • percepire / riconoscere / accettare / valutare / scegliere / impegnarsi. • Accettarsi è condizione di partenza per imparare ad amare. Possiamo renderci conto che ci accettiamo quando cresciamo verso il vero sé. • I sintomi del vero sé sono: • cordialità, solidità, apertura, fiducia, creatività, comunicazione, gioia di vivere, autenticità, tenacia, empatia, assertività, impegno, pazienza, lungimiranza, • senso del cammino, assunzione del limite, gestione positiva dei conflitti, • cura della dimensione spirituale della vita. • Per completezza e per ben capire vi indico pure i sintomi del falso sé: • risentimento, fragilità, permalosità, senso di inferiorità, ripetitività, vergogna di sé, tristezza, doppia faccia, indecisione, criticismo, pigrizia, impazienza, paura del nuovo, rifiuto di ciò che frustra, fuga dal confronto con gli altri, non senso della vita, sindrome infantile (invidia, gelosia, rivalità), sindrome adolescenziale (idealismo, perfezionismo, moralismo, volontarismo), rigidità nel sentire, dipendenza affettiva, senso di superiorità.
La vita come servizio * L’amore per incarnarsi nella concreta persona si deve tradurre in qualcosa di sperimentabile. * Per “divenire capaci di amore” bisogna essere al tempo stesso frutto e forza trainante che alimenta l’amore. * La capacità d’amare effettiva si concretizza secondo due modi principali: * reciprocità tra gli interlocutori; ** la gratuità, il dono di sé, l’oblazione Ah … l’amore l’amore quante cose ti fa fare l’amore, quante parole ti fa dire l’amore, quanta vita, quante ore dedicate all’amore quante frasi al vento dedicate all’amore (Luigi Tenco, Ah l’amore l’amore)
Il palazzo di Atlante A volte le storie d’amore sono come un labirinto, nel quale si aprono altri labirinti. Crediamo di cercare un partner e seguiamo la scia di un’illusione, un’emozione a cui noi stessi abbiamo dato forma senza saperlo. A volte il desiderio può essere una corsa verso il nulla. Nell’Orlando furioso di Ariosto si parla di questo palazzo di Atlante… dove un mago materializza il desiderio che si porta nel cuore di chiunque si avvicini così da non attaccare il palazzo. Ciascuno cerca ciò che ha perduto (chi un cavallo, chi un nemico, chi una donna). Ma il palazzo è deserto, ci sono solo cercatori, ma esso è un’illusione. Eppure nessuno riesce ad allontanarsi. Solo grazie ad Astolfo i prigionieri riescono ad uscirne. E’ la consapevolezza che permette di non finire a girovagare a vuoto
Liberi di amare: l’amore adulto Come trovare la via d’uscita per scegliere liberamente un partner da rendere felice e che ci renda felici? In primo luogo portando la luce vicino al volto di Amore, costi quel che costi. L’interruttore è nelle vostre mani. Per amare davvero bisogna essere molto stanchi di non riuscire a farlo. In secondo luogo smettere di strumentalizzare il partner ai propri bisogni: smettere di pensare all’altro come all’oggetto del nostro amore ma permettergli di essere il ‘soggetto’ del nostro amore. Si tratta di lasciare ognuno al proprio partner il suo spazio di libertà, senza cercare di annullare la distanza per non avvertire la paura del rifiuto. Porsi di fronte al partner in atteggiamento contemplativo: “ti contemplo e gioisco per ciò che sei, e non perché in questo momento mi servi”