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Elementi base sulla Direttiva e le normative per ambienti con pericolo di esplosione (ATEX )

Elementi base sulla Direttiva e le normative per ambienti con pericolo di esplosione (ATEX ). CAMPO DI APPLICAZIONE. A partire del Luglio del 2003 è entrata definitivamente in vigore la Direttiva Europea 94/9/CE. o come è comunemente è definita Direttiva ATEX. CAMPO DI APPLICAZIONE.

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Elementi base sulla Direttiva e le normative per ambienti con pericolo di esplosione (ATEX )

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Presentation Transcript


  1. Elementi base sulla Direttiva e le normative per ambienti con pericolo di esplosione (ATEX )

  2. CAMPO DI APPLICAZIONE • A partire del Luglio del 2003 è entrata definitivamente in vigore la • Direttiva Europea 94/9/CE o come è comunemente è definita Direttiva ATEX

  3. CAMPO DI APPLICAZIONE • Si applica ai prodotti che compongono tutti i tipi di impianti destinati ad essere utilizzati in atmosfera esplosiva

  4. CAMPO DI APPLICAZIONE • Non si applica ai soli apparecchi elettrici ma a tutti i tipi di impianto come per esempio: IDRAULICI MECCANICI

  5. DEFINIZIONI Apparecchi Macchine, materiali, dispositivi fissi o mobili, gli organi di comando e i sistemi di prevenzione e rilevazione che da soli o in combinazione sono destinati alla produzione, al trasporto, al deposito, alla misurazione, alla regolazione, alla conversione di energia e alla trasformazione di materiale e che per via delle potenziali sorgenti di innesco che sono loro proprie, rischiano di provocare esplosioni

  6. DEFINIZIONI Sistemi di protezione Tutti i dispositivi incorporati o separati da essi, diversi dai componenti degli apparecchi, che hanno il compito di bloccare sul nascere le esplosioni e/o circoscrivere la zona da esse colpite

  7. DEFINIZIONI Componenti Elementi essenziali al funzionamento sicuro degli apparecchi e dei sistemi di protezione, privi tuttavia di funzione autonoma ES. UN INVOLUCRO NON HA UNA PROPRIA FUNZIONE AUTONOMA

  8. CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI La Direttiva classifica i prodotti in 2 GRUPPI in funzione del tipo di sostanza esplosiva presente GRUPPO 1 GRUPPO 2

  9. CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI GRUPPO 1: prodotti destinati a miniere ove potrebbero essere sottoposti al grisou e/o a polveri combustibili

  10. CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI GRUPPO 2: prodotti destinati a luoghi diversi dalle miniere grisoutose come per esempio: AUTOPOMPE IMPIANTI CHIMICI

  11. CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI All’interno di ogni gruppo vengono inoltre identificate diverse categorie in funzione della probabilità di trovare sostanze potenzialmente esplosive nell’ambiente GRUPPO 1 GRUPPO 2 CATEGRORIE GAS POLVERE M1 1G 1D 2G 2D M2 3G 3D

  12. Categoria M2 Categoria 1G Categoria 1D Categoria 2G Categoria 2D Categoria 3G Categoria 3D CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI Categoria M1 Prodotti di gruppo 1 che, per il rischio molto elevato di presenza di grisou, debbono poter continuare a funzionare anche in presenza del gas senza innescare esplosioni anche qualora vi siano due possibili malfunzionamenti contemporanei

  13. Categoria M1 Categoria 1G Categoria 1D Categoria 2G Categoria 2D Categoria 3G Categoria 3D CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI Categoria M2 Prodotti di gruppo 1 che debbono poter essere messi fuori tensione in presenza del gas

  14. Categoria M1 Categoria 1G Categoria 2G Categoria 2D Categoria 3G Categoria 3D CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI Prodotti destinati ad essere installati in ambienti ove il rischio d’esplosione è molto elevato Categoria 1G Categoria 1D PRESENZA GAS PRESENZA POLVERE

  15. Categoria M1 Categoria 1G Categoria 1G Categoria 1D Categoria 3G Categoria 3D CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI Prodotti destinati ad essere installati in ambienti ove il rischio d’esplosione è elevato Categoria 2D Categoria 2G

  16. Categoria M1 Categoria 1G Categoria 1G Categoria 1D Categoria 2G Categoria 2D CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI Prodotti destinati ad essere installati in ambienti ove il rischio d’esplosione è medio Categoria 3D Categoria 3G

  17. ZONE DI PERICOLOSITA’ La classificazione mira a definire i luoghi ove è possibile il formarsi d’atmosfere pericolose in modo da poter correttamente scegliere ed installare i prodotti le cui caratteristiche meglio si adeguano all’ambiente e alla sua pericolosità

  18. ZONE DI PERICOLOSITA’ La classificazione delle zone di pericolosità nel caso di presenza di gas viene effettuata in base alla norma: EN 60079-10 (CEI 31-30) Un utile guida a supporto è rappresentata dalla: CEI 31-35

  19. ZONE DI PERICOLOSITA’ L’individuazione delle diverse aree all’interno di un luogo con pericolo d’esplosione, rappresenta un problema progettuale di non immediata soluzione stante i complessi meccanismi in gioco

  20. ZONE DI PERICOLOSITA’ La soluzione di tale problema presuppone pertanto ampie conoscenze che spaziano per esempio nel campo elettrico neltermomeccanico

  21. ZONE DI PERICOLOSITA’ Si distingue innanzitutto tra ambienti pericolosi per la presenza di: Gas Polvere

  22. ZONE DI PERICOLOSITA’ LUOGHI CON PRESENZA DI GAS P E R I C O L O S I T A’ Zona 0: PRESENZA CONTINUA DI ATMOSFERA PERICOLOSA Zona 1: PRESENZA FREQUENTE DI ATMOSFERA PERICOLOSA Zona 2: PRESENZA POCO FREQUENTE DI ATMOSFERA PERICOLOSA

  23. ZONE DI PERICOLOSITA’ LUOGHI CON PRESENZA DI POLVERE P E R I C O L O S I T A’ Zona 20: PRESENZA CONTINUA DI ATMOSFERA PERICOLOSA Zona 21: PRESENZA FREQUENTE DI ATMOSFERA PERICOLOSA Zona 22: PRESENZA POCO FREQUENTE DI ATMOSFERA PERICOLOSA

  24. PRODOTTI ZONE GAS ZONE POLVERE 1G 1D ZONA 20 ZONA 0 ZONA 22 ZONA 21 ZONA 1 ZONA 2 2D 2G 3G 3D ZONE DI PERICOLOSITA’ Esiste una correlazione tra ambiente di installazione e tipo di prodotto installabile

  25. PERICOLOSITA’ ZONE DI PERICOLOSITA’ Ogni categoria di prodotto può essere pertanto installato nella propria zona di pertinenza e in quelle meno gravose da un punto di vista della pericolosità per esempio: UN PRODOTTO DI CATEGORIA 2G SI PUO’ INSTALLARE SOLO IN ZONA: MA NON IN ZONA: X 0 1 2

  26. ZONE DI PERICOLOSITA’ Purtroppo non esiste una perfetta correlazione tra numerazione della zona e classificazione del prodotto, ad esempio: CATEGORIA PRODOTTO 3G NON VA IN VA IN X ZONA 2 ZONA 3

  27. CONCENTRAZIONE DI GAS CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS Limite inferiore d’esplodibilità (LEL): Concentrazione di un gas o di un vapore infiammabile al di sotto del quale un atmosfera non è esplosiva LEL

  28. CONCENTRAZIONE DI GAS CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS Limite superiore d’esplodibilità (UEL): Concentrazione di un gas o di un vapore infiammabile al di sopra del quale un atmosfera non è esplosiva UEL

  29. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS Sorgente d’emissione Un punto o una parte dell’impianto da cui è possibile l’emissione di gas, di un liquido o di un vapore tali da creare un’atmosfera potenzialmente esplosiva

  30. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS Grado d’emissione Rappresenta la probabilità che una sorgente d’emissione emetta gas, liquido o vapore tali da creare un’atmosfera potenzialmente esplosiva

  31. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS Il grado di emissione viene classificato in funzione della frequenza con cui è probabile avere la fuoriuscita di sostanze pericolose SORGENTI CONTINUE SORGENTI DI GRADO 1 SORGENTI DI GRADO 2

  32. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS SORGENTI CONTINUE Emissione continua o per lunghi periodi Emissione occasionale o periodica durante il normale funzionamento SORGENTI DI GRADO 1 Emissione non prevista durante il normale funzionamento o che avviene solo raramente e per brevi periodi SORGENTI DI GRADO 2

  33. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS Ventilazione : movimento dell’aria o un suo ricambio con aria fresca prodotto dal vento, da un gradiente termico o mediante mezzi artificiali E’ importante perché dalla sua efficacia dipende la possibilità di ridurre la zona potenzialmente pericolosa

  34. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS La ventilazione viene classificata in funzione della disponibilità in tre gruppi VENTILAZIONE BUONA VENTILAZIONE MEDIA VENTILAZIONE SCARSA

  35. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS VENTILAZIONE BUONA Ventilazione presente con continuità Ventilazione presente durante il normale funzionamento ma sono ammesse interruzioni poco frequenti e comunque di breve durata. VENTILAZIONE MEDIA Ventilazione non in grado di soddisfare i requisiti per essere considerata buona o adeguata ma dove comunque non sono previsti interruzioni di lunga durata VENTILAZIONE SCARSA

  36. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS La classificazione viene effettuata combiando i vari parametri Numero delle sorgenti d’emissione Tipo delle sorgenti d’emissione (continue, primo grado, secondo grado) Grado della ventilazione (alta (VH), media (VM), bassa (VL) Disponibilità della ventilazione (Buona, adeguata o scarsa)

  37. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON GAS • A seconda del risultato dei calcoli effettuati si effettua la classificazione delle aree in accordo alla tabella:

  38. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON POLVERE La classificazione viene effettuata in base a quanto stabilito dalla norma EN 50281-3 (CEI 31-52) La norma non fornisce dei criteri quantitativi ma si limita a fornire alcuni esempi di aree

  39. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON POLVERE Esempio di Zona 20 Interno dei sistemi di contenimento di polveri Sistemi di trasporto polveri

  40. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON POLVERE Esempio di Zona 21 Aree esterne dei sistemi di contenimento di polveri Vicinanza dei punti di riempimento e svuotamento

  41. CLASSIFICAZIONEDELLE ZONE CON POLVERE Esempio di Zone 22 Uscite degli sfiati degli involucri dei filtri Magazzini di scacchi

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