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IL PROTESTANTESIMO. Un progetto di Amato Matilde D’Arco Beatrice Di Leva Nando Mansi Eugenia Troisi Emiliano Vitale Marco. La Riforma protestante. INTRODUZIONE
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IL PROTESTANTESIMO Un progetto di Amato Matilde D’Arco Beatrice Di Leva Nando Mansi Eugenia Troisi Emiliano Vitale Marco
La Riforma protestante INTRODUZIONE Per riforma protestante si intende l'affermarsi nel XVI secolo di movimenti religiosi che produssero una frattura nella cristianità, dando vita alla religione protestante che ebbe larga diffusione in europa. L'inizio della riforma viene tradizionalmente fatto coincidere con la pubblicazione, il 31 ottobre 1517, da parte di Martin Lutero, a cui è attribuita l’origine del movimento protestante, delle 95 Tesi contro le indulgenze a Wittenberg in Sassonia.
LUTERANESIMO MARTIN LUTERO Martin Lutero nacque ad Eisleben in Sassonia il 10 novembre del 1483. All’età di 22 anni decise di entrare in convento per fuggire il mondo e i suoi pericoli e ritirarsi in meditazione e in preghiera sperando di raggiungere la salvezza eterna. Tuttavia nonostante la sua totale fede ed abnegazione sentiva di essere in perenne debito verso Dio e destinato alla dannazione eterna. Lutero trova risposta a questo suo dramma interiore in un passo della “lettera ai romani” dell’apostolo Paolo che recitava: “Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene;c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo;infatti, io non compio il bene che voglio ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me”(Rm 7, 18-20). Proprio dall’analisi di questo passo biblico Lutero elaborò una teoria secondo la quale l’uomo per eredità del peccato originale è inevitabilmente portato a peccare, dunque nessuno, agli occhi di Dio può essere giusto.
Principio della giustificazione mediante la sola fede Tale principio è uno dei capisaldi del pensiero luterano. Secondo Lutero Dio, anche se siamo peccatori,non ci destina inevitabilmente alla dannazione eterna ma ci tratta da giusti, cioè ci giustifica e ci concede la possibilità di accedere al paradiso in virtù della contrizione e della fede in Cristo che sacrificatosi per noi sulla croce ha cancellato le conseguenze del peccato.
La polemica contro le indulgenze e il purgatorio Ovviamente tale principio veniva a scontrarsi con il concetto stesso di indulgenza, ossia una buona azione o più spesso una donazione in denaro alla Chiesa che potesse purificare l’anima del peccatore prima del giudizio divino e con la stessa idea di purgatorio poiché se Dio, in virtù della fede, trattava l’uomo da giusto e lo destinava al paradiso, l’idea che l’uomo dovesse purificarsi in purgatorio prima di poter aver accesso all’Empireo appariva priva di senso. Nell’ottobre del 1517 Lutero espose organicamente e divulgò le proprie affermazioni sulle indulgenze nelle cosiddette 95 tesi che furono simbolicamente affisse sulla porta della cattedrale di Wittemberg. Va detto però che la polemica di Lutero si scagliava contro il concetto stesso di indulgenza e non contro l’uso tutt’altro che pio che i papi e le massime autorità ecclesiastiche facevano del denaro ricavato dalla vendita delle indulgenze.
Il principio della “sola scrittura” Nel corso della sua polemica contro la chiesa e dell’approfondito studio delle sacre scritture il monaco tedesco elaborò il cosiddetto principio della sola scrittura, altra colonna del pensiero luterano. Secondo questa concezione solo la Bibbia e in particolare il Nuovo testamento doveva essere come valida fonte per costruire e strutturare la dottrina e la prassi della Chiesa. In base a ciò Lutero si proponeva dunque di eliminare tutte quelle aggiunte e quelle alterazioni della dottrina che nel corso dei secoli erano state introdotte dai papi e dai concili dei vescovi. Ovviamente sulla base di questo principio la polemica di Lutero si estese ad altre istituzioni ecclesiastiche: • Rifiutò la supremazia papale, cosa che non trovava riscontro nelle sacre scritture e dunque insostenibile; • Si oppose fortemente alla maggior parte dei sacramenti(dei 7 canonici ne conservò solo 2: battesimo ed eucaristia), ed in particolare rifiutò fortemente il sacramento dell’ ordine, poiché sosteneva che qualunque cristiano in virtù del battesimo potesse mettersi in diretto contatto con Dio, ed essere dunque sacerdote di se stesso.
Conseguenze della diffusione del pensiero luterano Dopo 3 anni dalla pubblicazione delle 95 tesi scattò la condanna ufficiale da parte della chiesa che nel 1520 scomunicò il monaco tedesco. L’anno successivo, dopo la dieta di Worms alla quale fu invitato anche Lutero perché rinnegasse le sue affermazioni eretiche, il monaco fu bandito dall’impero e fu costretto a trovare rifugio presso il principe Federico I di Sassonia che sosteneva la diffusione del pensiero protestante. Altra conseguenza importante della Riforma luterana fu lo scoppio di una Rivolta contadina guidata dal teologo luterano Thomas Munzter che si opponeva alle angherie a cui i nobili sottoponevano i contadini sostenendo le proprie richieste con puntuali e coerenti passi biblici. I ribelli chiesero dunque anche l’appoggio di Lutero alle proprie richieste, ma questi, ben conscio della necessità dell’appoggio politico nobiliare alla sua causa si schierò dalla parte dei principi sassoni incitandoli anzi a reprimere nel sangue la rivolta considerata da lui, in alcuni versi scritti per sostenere la sua scelta, come un’incarnazione dell’anticristo.
CALVINISMO La prima metà del ‘500 fu il periodo di maggior diffusione del Protestantesimo, che si diffuse però, non tanto nella sua versione luterana ma nella versione detta calvinista o riformata sostenuta dal teologo protestante francese Giovanni Calvino (Jean Cauvin 1509-1564). Tra le motivazioni che favorirono la diffusione del calvinismo a livelli estremamente maggiori rispetto al luteranesimo la principale è sicuramente la maggiore radicalità del teologo francese e la notevole differenza di temperamento tra i due monaci. Lutero ci appare ,infatti, sempre come un uomo appassionato e spinto da un forte furore profetico: non mancano infatti tra i suoi scritti espressioni forti, violente e persino volgari nei confronti dei suoi avversari. “Verso i contadini testardi ed accecati, che non vogliono sentir ragioni, nessuno abbia pietà, ma percuota, ferisca, sgozzi, uccida come se fossero cani arrabbiati…” M.Lutero: Scritti politici: Rivolta dei contadini del 1525
Il temperamento di Calvino è invece del tutto diverso, era un intellettuale di formazione umanistica le cui doti principali erano la misura, l’equilibrio; i suoi toni furono sempre pacati e misurati anche se, teologicamente parlando, si spinse a posizioni ben più radicali di quelle del riformatore tedesco. “Se Lutero mi desse del demonio io gli farei l’onore di considerarlo un eminentissimo servo di Dio che ha certamente dei grossi difetti, come pure delle splendide virtù. Si fosse almeno sforzato di frenare maggiormente il suo carattere tempestoso, con cui prorompe ovunque. […] Avesse almeno sempre diretto contro i nemici della verità la sua innata passionalità anziché farla esplodere contro i servi del Signore”
LA TEOLOGIA DI CALVINO: la dottrina della predestinazione Colonna portante della teologia calvinista è la cosiddetta dottrina della predestinazione secondo la quale Dio al momento della creazione avrebbe diviso gli uomini, in base a criteri suoi del tutto indecifrabili e incomprensibili per l’uomo, in due gruppi: un gruppo ristretto di eletti destinati alla salvezza in paradiso e una enorme massa damnationis destinata alla sofferenza eterna. GINEVRA Nel 1541 Calvino fu incaricato di procedere alla riorganizzazione politica e religiosa della città svizzera di Ginevra che divenne, così, ben presto, la capitale morale della Riforma e un modello per quanti volessero abbandonare il cattolicesimo. L’elemento che più colpiva era la grande radicalità dei principi religiosi calvinisti che non ammettevano nessun compromesso rispetto al passato papista; infatti a differenza della città luterane nelle quali molti elementi della liturgia che non contrastavano direttamente col principio della Sola Scrittura continuarono a funzionare secondo il modello cattolico, nelle città calviniste e in particolar modo a Ginevra ogni elemento che si rifaceva al passato papista fu eliminato.
BATTISMO Il battismo è un movimento nato nell’alveo del protestantesimo che affonda le proprie radici storiche nel puritanesimo inglese del XVII secolo. Esso è così chiamato per la pratica del battesimo dei credenti. I battisti sono una delle principali comunioni di chiese protestanti del mondo.
Origini Le origini storiche dei battisti sono oscure, confuse in quel marasma di posizioni ed opinioni teologiche proprie del puritanesimo inglese del tempo di Enrico VIII. Sembra tuttavia che abbiano avuto origine nell’ambito del grande dibattito teologico del XVII sec. Riguardo alla questione arminiana, che riguardava la dottrina della predestinazione: Giacomo Arminio era un pastore e teologo riformato olandese che si oppose alla dottrina calvinista della predestinazione, egli sosteneva che l’opera di Gesù Cristo fosse universale, cioè per tutti gli uomini e le donne indistintamente, mentre i calvinisti sostenevano che l’opera di Cristo fosse solo per i predestinati. Nel 1607, in piena persecuzione anglicana, una comunità di puritani fedeli alla teoria arminiana sceglie l’esilio in Olanda dove viene in contatto con una comunità di mennoniti, protestanti anabattisti,e dunque con l’insegnamento neotestamentario del battesimo dei credenti. La comunità viene interamente ri-battezzata per aspersione e quando in Inghilterra le acque si calmano, gran parte della comunità rientra a Londra (gli altri confluiscono nel movimento mennonita) formando la prima chiesa battista.
Dottrina Il movimento battista condivide le affermazioni centrali della Riforma protestante del XVI sec: • Principio della giustificazione mediante la sola fede • Principio della Sola scrittura Tuttavia si distingue dagli altri protestanti per alcuni principi: • Il battesimo dei credenti. Il battesimo cristiano, seguendo la teologia e la prassi neotestamentaria, viene impartito ai soli credenti, cioè a chi ha creduto e professato Gesù Cristo come proprio Signore e Salvatore. Quindi, di per sé, il sacramento non gioca alcun ruolo nella salvezza, perché viene compiuto in realtà dopo. Il battesimo dei credenti viene impartito per immersione (dal Greco baptizo = immergo) per rispetto alla prassi neotestamentaria e per lasciare integro il riferimento simbolico alla morte (immersione = seppellimento) e alla risurrezione (emersione dalle acque) proprio del Nuovo Testamento. Il battesimo associa il credente alla chiesa. Raccogliendo l'influenza anabattista, I battisti respingono la pratica del pedobattesimo o battesimo infantile perché ritengono che la fede necessaria al battesimo sia quella del battezzando e non quella dei genitori, dei padrini o della chiesa. • Il congregazionalismo che consiste nel lasciare autonomia a ciascuna chiesa locale per quanto riguarda la predicazione, l'attività di testimonianza, l’organizzazione e la vita ecclesiastica interna. Le chiese battiste non sottostanno al controllo diretto, né amministrativo né dottrinale, di alcuno, sia esso un organismo direttivo o un Sinodo, oppure una persona a ciò preposta, come un vescovo o un papa. • La separazione tra Chiesa e Stato.
VALDISMO Il Valdismo, i cui fedeli sono chiamati Valdesi, è una confessione protestante. I Valdesi nacquero nel Medioevo (XII secolo) come movimento di poveri di poco anteriore a Francesco d'Assisi. Fondatore è Valdo di Lione (o Pietro Valdo). Valdo, si dice, in seguito all'ascolto da un menestrello della vita di sant'Alessio, decise di approfondire lo studio della Bibbia: egli però non conosceva il latino, così si fece tradurre i Vangeli e altri scritti biblici in francese. Fu colpito in particolar modo dalle parole rivolte da Gesù al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Matteo XIX, 21).
Decise allora, nel 1173, di abbandonare la moglie e offrire tutta la sua ricchezza ai poveri. In seguito si circondò di un gruppo di seguaci con i quali, fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, andava in giro a predicare la Parola di Dio; ben presto il gruppo fu identificato con l'espressione "Poveri di Lione". La loro predicazione si svolse all'interno dell'ortodossia romana, rivolgendosi principalmente contro il dualismo cataro. La loro buona fede è testimoniata dalla loro ricerca di approvazione ecclesiastica nel 1179, in occasione del terzo concilio Laterano: essi si recarono a Roma incontrandosi anche con il pontefice Alessandro III, il quale dimostrò apprezzamento per il loro proposito di vivere in maniera povera e conforme al dettato evangelico, ma non fu disposto a riconoscere la loro richiesta di essere predicatori della Parola. L'annuncio del Vangelo infatti era riservato solo ai chierici e agli ecclesiastici, ai laici non era permesso predicare ed era persino sconsigliato l'accostamento personale alle Scritture.
Successivamente nel 1184 a Verona, con la bolla Ad Abolendam, papa Lucio III scomunicò una serie di movimenti ereticali anche molto diversi tra loro, tra cui i poveri di Lione. Nei secoli successivi i valdesi furono duramente perseguitati ma, a differenza dei catari, l'Inquisizione non riuscirà mai a spegnere il focolaio valdese nonostante la durissima repressione. Vivendo nella clandestinità il movimento valdese riuscì ad arrivare al XVI secolo e ad aderire alla Riforma protestante.
QUACCHERISMO Il Quaccherismo è un movimento religioso appartenente alla dottrina protestante. Questo termine proviene dal termine in inglese arcaico "Quacksalver" col quale venivano indicati, in senso dispregiativo, gli appartenenti ad un movimento protestante, sorto nell’ambito della chiesa Anglicana in Inghilterra nel XVII secolo, che nelle loro riunioni, quando scendeva lo Spirito, avevano alcune manifestazioni esteriori, fisiche, (tremori estatici), tra cui il tremare. Loro preferivano autodefinirsi: "Society of friends", ossia "Società degli amici" (di Gesù), e traevano questo nome dal Vangelo di Giovanni cap.15 ver.15, dove Gesù dice ai discepoli: "Io non vi chiamo più servi; perché il servo non sa quel che fa il suo signore; ma voi vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio".
Origine: Il loro fondatore si chiamava George Fox. Egli (1624-1691) nacque da una famiglia puritana, e crebbe in un rigido moralismo. All'età di 19 anni, considerando la sua religione troppo formale e istituzionalizzata, e venuta meno ai principi di santità biblici, cominciò la sua ricerca spirituale. Si confrontò, Bibbia alla mano, con quella che era la realtà religiosa del suo tempo, cercando delle risposte che potessero appagare il desiderio dell’anima sua, ma senza risultato. Trascorsi quattro anni circa, (1647), ecco l’illuminazione che tanto aspettava. Nel suo diario si legge: "Quando la Luce spuntò, tutto ciò che non era toccato da essa mi apparve come tenebre, morte, tentazione, realtà peccaminosa e priva di Dio: la Luce rendeva tutto manifesto e visibile.".
In questa sua rivelazione mistica, si sentì appagato completamente e scoprì che l’uomo deve essere fortificato e guidato nel suo cammino di fede, da una "luce divina" interiore, e non da un libro, anche importante come la Bibbia, o da una classe di ministri ordinata né da riti come il battesimo o la cena del Signore; questi erano stati sí degli strumenti usati da Dio, ma inferiori alla "luce interiore" che lui aveva realizzato. Forte di ciò, si mise subito a predicare; il suo slogan era: "per troppo tempo Cristo è stato chiuso nella Bibbia e nei riti religiosi, sia Egli il vostro profeta, il vostro sacerdote, il vostro Re, ubbiditegli" O un buon successtenneo e formò una comunità ben nutrita di "illuminati":nel giro di solo tre anni si potevano contare 50.000 quaccheri e il numero diventò doppio prima della fine del secolo. Dopo la morte di Fox nel 1653, Il testimone passò a William Penn, che continuò il lavoro di Fox nell'America del nord, fino a fondare uno proprio stato libero, uno stato “Quacchero”, nella regione ad ovest di Delaware nel 1682, chiamata poi da Re Giacomo II, Pennsylvania, dal nome di Penn.
Dottrina: • colui che rivela Dio e concede la "luce interiore", (la Verità) è lo Spirito Santo; la Bibbia, quindi è una regola secondaria • in virtù di questa "luce interna", tutti possono essere usati dallo Spirito, (uomini e donne), pertanto, non è necessario un ministero ordinato • siccome, poi, la fede Cristiana è di natura spirituale, i riti o simboli come il Battesimo e la Santa cena, non sono necessari, ma è importante una vita illuminata dalla semplicità e dalla santità in tutte le sfere della vita • come figli di luce e del regno, i Cristiani sono chiamati a proclamare la pace ed a rigettare la guerra in tutte le sue manifestazioni e per questo rifiutano di fare il servizio militare e la lotta di classe • infine, sempre secondo il loro intendimento, il Vangelo proibisce di giurare davanti ai tribunali e fregiarsi di titoli onorifici umani