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Marconi SpA . La società di ricerca e sviluppo di Ericsson in Italia Quale ricerca e quale didattica serve alle aziende?. Roberto Sabella Resp. Innovazione e Tecnologia Marconi S.p.A. Marconi SpA La ricerca e sviluppo di Ericsson in Italia.
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Marconi SpA La società di ricerca e sviluppo di Ericsson in Italia Quale ricerca e quale didattica serve alle aziende? Roberto SabellaResp. Innovazione e Tecnologia Marconi S.p.A.
Marconi SpALa ricerca e sviluppo di Ericsson in Italia • E’ un centro di eccellenza mondiale per le telecomunicazioni • E’ il più grande centro di ricerca e sviluppo di Ericsson al di fuori della Svezia • Centralità di competenza per i seguenti segmenti: • Reti ottiche e tecnologie fotoniche • Reti multimediali di accesso a larga banda • Sistemi di controllo e gestione delle reti • Sistemi e tecnologie a microonde • Infrastrutture per reti radiomobili
Marconi in Italia Marconi SpA Marconi Sud • EM per nodi di accesso BB - Microonde - Accesso Marconi / Ericsson Lab Italy (Marconi S.p.A.) • Oltre 1300 dipendenti in R&D (più 200 consulenti) • Sedi: Genova, Milano, Pisa, Roma, Latina, Pagani, Ivrea • Centro di sviluppo multi-tecnologico e multi prodotto • Responsabilità a livello mondiale sui segmenti strategici di mercato: Core, Metro e Accesso • Alto livello di scolarizzazione Marconi Sud S.p.A. • Circa 850 dipendenti (di cui oltre 600 a Marcianise) • Unità Produttiva: Marcianise • Centro di ingegnerizzazione, produzione e assemblaggio di sistemi ottici ad alta tecnologia Milano Ivrea Attività di ricerca su : - Fotonica - Architetture SW Genova Pisa - Reti Ottiche - OSS - Accesso Broadband - HW per Reti ottiche Roma Latina - Core Networks - Sistemi di TLC Marcianise Pagani Produzione Fotonica - Core Networks - Lawful Intercept - OSS
Milano La rete delle collaborazioni nazionali Università e centri di ricerca I siti R&D Ericsson in Italia • Milano-Politecnico • Pavia • Bologna • DIST (Univ. Genova) • M3S Nord Genova • Scuola Sant’Anna • CNIT • PISATEL • CoRiTeL • Univ. La Sapienza • Univ. Tor Vergata • Univ. Roma3 Pisa Centro Roma Pagani • Univ.Napoli • Univ. Salerno • Univ. Sannio Sud
Collaborazioni con le universitàEsperienze negative, positive, lezione imparata • Esperienze negative • Quando non ci sono obiettivi condivisi, non c’è il giusto committment da parte delle università, si cerca di “vendere” a tutti i costi delle competenze o delle soluzioni che non servono all’azienda • Quando non si ha una visione condivisa sui trend tecnologici • In generale il risultato è negativo quando non si ha alcun tipo di technology / competence transfer • Esperienze positive • Le università hanno proprio le competenze giuste per fare le attività richieste • Si lavora insieme con pazienza ed umiltà, mettendo a fattor comune le competenze maturate da ognuno, creando così nuove competenze etc. • Lezione imparata: per una buona collaborazione occorre • Visione e obiettivi condivisi • Motivazione a lavorare insieme per raggiungere risultati stimolanti per entrambi (brevetti, pubblicazioni, prototipi di nuovi sistemi e/o soluzioni) • Volontà reciproca di imparare dall’altro e portare le proprie esperienze e competenze. In questo caso si sviluppa un processo virtuoso
Quale ricercaSviluppo di nuove competenze, idee e soluzioni Se è vero che: • Ci sono poche industrie italiane operanti con strutture R&D nel settore TLC • L’industria investe poco nella ricerca • Lo stato investe poco nella ricerca • … E’ anche vero che: • Le (poche) realtà significative di R&D operanti in Italia devono continuamente competere con i centri R&D internazionali: • Investire in ricerca per innovare o inventare prodotti e soluzioni • Maturare nuove competenze su concetti di sistema, tecnologie, nuove metodologie di progettazione per dominare le nuove tecnologie • Essere efficienti (cost/performance competitive) come strutture di R&D • In tutto questo l’università può giocare un ruolo fondamentale mettendosi in discussione insieme all’industria accettando la sfida della competitività • Le istituzioni (MUR, MSE, regioni, etc.) dovrebbero incentivare quei centri di ricerca pubblici che concorrono a migliorare la “competitività” per il sistema Paese: costruire a partire dalle realtà di eccellenza
Quale didatticaFormare laureati qualificati secondo le esigenze del mondo del lavoro • Nella sfida della competitività per il sistema Paese, occorre che le università siano in grado di formare giovani qualificati che costituiranno il patrimonio fondamentale per le imprese • Requisiti di base per la didattica • Solida preparazione di base (il punto di forza dell’università italiana fino a qualche anno fa) • Preparazione specialistica con contenuti adeguati alle esigenze del mondo del lavoro (aggiornamento continuo dei programmi) • Preparazione al “problem solving” e alla interdisciplinarietà • Focus sul “Team working”: l’organizzazione cooperativa è la forza delle imprese ed è la base per l’efficienza operativa (competitività) • Suggerimenti • Rivedere la struttura 3+2 e i piani di studio dei corsi di laurea, con il contributo delle imprese significative del settore • Proporre percorsi di studio che prevedano una esperienza nelle industrie • Collaborare con le imprese nella ricerca aiuta a capire le esigenze di queste nella didattica • Lavorare insieme per capire come inserire nel mondo del lavoro i laureati ai diversi livelli: laurea, laurea specialistica, dottorato di ricerca