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I LONGOBARDI IN ITALIA. I LUOGHI DI POTERE ( 568/774 d. C.) Sintesi dell’intervento della dott.ssa Barbara d’Attoma a cura di Antonella Bettoglio, Valeria Puglisi e Chiara Dalle Nogare. I SITI LONGOBARDI ITALIANI E LA CANDIDATURA UNESCO.
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I LONGOBARDI IN ITALIA I LUOGHI DI POTERE ( 568/774 d. C.) Sintesi dell’intervento della dott.ssa Barbara d’Attoma a cura di Antonella Bettoglio, Valeria Puglisi e Chiara Dalle Nogare
I SITI LONGOBARDI ITALIANI E LA CANDIDATURA UNESCO • I Longobardi furono un popolo che scese dal Nord Europa e si insediò in tutta la nostra Penisola, dando vita ad una nuova temperie artistico-culturale che interessò tutti i territori in cui erano insediati, segnando così l’inizio dell’era Medioevale, tra il VII e l’VIII secolo d.C. • In Italia le testimonianze della loro presenza sono collocate in molti luoghi. • Ciò ha portato all’idea di una candidatura di tipo seriale di alcuni di essi alla lista Unesco “Patrimonio dell’Umanità”. Più in particolare, tali beni architettonici monumentali risiedono in 7 comuni: - Cividale del Friuli; Friuli Venezia Giulia - Brescia; Lombardia - Castelseprio Torba; Lombardia - Spoleto; Umbria - Campello sul Clitunno; Umbria - Benevento; Campania - Monte Sant'Angelo; Puglia
Tale candidatura ha avuto successo • Dal 25/06/2011, quindi, la città di Brescia, rappresentata dal Monastero di San Salvatore - Santa Giulia, è entrata a far parte del patrimonio dell'UNESCO, in quanto facente parte del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi di potere (568-774 d.C.).”
L’UNESCO • L‘Unesco (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation- Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) è un'istituzione internazionale intergovernativa. Precisamente, si tratta di un‘agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di educazione e tutela della cultura a livello mondiale • Il suo fine è di “contribuire alla pace e alla sicurezza promuovendo la cooperazione tra le nazioni attraverso l’educazione, la scienza e la cultura onde garantire il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione.“ • L'Unesco nasce nel 1946 in seguito ad un trattato internazionale sottoscritto a Londra il 16 novembre 1945. Attualmente vi aderiscono 195 paesi; l’Italia dal 1947. • Uno dei ruoli che l’Unesco si è ritagliata e forse quello che le dà maggiore visibilità è quello legato alla creazione di una “World Heritage List”, o Lista del Patrimonio dell’Umanità. Date le candidature da parte delle nazioni, l’UNESCO sancisce se un determinato monumento possa definirsi come parte di essa, ovvero meritevole di particolare attenzione per la sua qualità culturale (o anche naturale, come si vedrà in una prossima slide). Tale ettanzione è ada intendersi anche nel senso di porre in essere particolari misure per la sua tutela, compito che però è demandato alle nazioni che ospitano il monumento
L’Unesco fornisce 2 definizioni che hanno il compito di chiarire quali Beni possano essere posti sotto nella lista, e sono: - Patrimonio culturale: l'insieme di complessi monumentali e siti con rilevanza storico- artistica, architettonica escludendo gli oggetti e, di conseguenza, i musei. - Patrimonio naturale: luoghi con rilevanza relativa a caratteristiche naturali, geologiche, biologiche, fisiche. • Di recente introduzione sono i cosiddetti beni immateriali, ovvero quelle tradizioni orali che caratterizzano un popolo. Per quanto riguarda l’Italia, i beni immateriali divenuti Patrimonio dell’Umanità sono 3: - i Pupi siciliani - il canto sardo - la dieta mediterranea • Altri beni immateriali che fanno parte del patrimonio Unesco sono: il tango argentino, la scrittura cinese e gli scritti di Anna Frank.
CRITERI PER L’INSERIMENTO NELLA LISTA UNESCO • Affinché un sito venga inserito nella lista del patrimonio Unesco è necessario che vengano rispettati alcuni importanti presupposti: - universalità - unicità - insostituibilità (nel caso il bene in oggetto andasse perduto). • Oltre a tali presupposti è necessario che il bene soddisfi almeno uno dei criteri fissati dal Comitato per il Patrimonio dell'Umanità per la relativa selezione; fino al 2004 i criteri utilizzati erano solo sei in ambito culturale e quattro in ambito naturalistico. Dal 2005 esiste un unico insieme di 10 criteri, che sono: 1- rappresentare un capolavoro del genio creativo umano; 2- testimoniare un cambiamento considerevole culturale in un dato periodo sia in campo archeologico sia architettonico sia della tecnologia, artistico o paesaggistico; 3- apportare una testimonianza unica o eccezionale su una tradizione culturale o della civiltà; 4- offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione architettonica o del paesaggio o tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana; 5- essere un esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente;
6- essere direttamente associato ad avvenimenti legati a idee, credenze o opere artistiche e letterarie aventi un significato universale eccezionale ( possibilmente in associazione ad altri punti); 7- rappresentare dei fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza estetica eccezionale; 8- essere uno degli esempi rappresentativi di grandi epoche storiche a testimonianza della vita o dei processi geologici; 9- essere uno degli esempi eminenti dei processi ecologici e biologici in corso nell'evoluzione dell'ecosistema; 10- contenere gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per la conservazione delle biodiversità, compresi gli spazi minacciati aventi un particolare valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione.
Iter di inserimento nella lista Unesco • L'iter di inserimento ha inizio con la presentazione di una lista propositiva (tentative list) da parte del singolo Stato, in cui vengono segnalati i beni che si intendono iscrivere nell'arco di 5-10 anni • In una fase successiva viene predisposta e presentata, per ogni singolo bene, la documentazione completa che include descrizione particolareggiata e piano di gestione per la tutela e la valorizzazione. Tale documentazione viene esaminata dall’Unesco avvalendosi del supporto tecnico di, rispettivamente, per i siti di valore storico-artistico l'ICOMOS (associazione professionale che lavora per la tutela del patrimonio a livello internazionale), e per i siti naturali l'UICN (analogo in campo naturale) • Tutto parte solitamente dalle amministrazioni competenti per la gestione del sito (es. sindaco, sovrintendenza, ente parco…). Una prima richiesta di candidatura viene proposta presso il Ministero per i beni e le attività culturali (MIBAC). • Il MiBAC valuta le diverse proposte pervenute ai fini della compilazione della nuova lista propositiva. Spetta al MIBAC stesso decidere quali siti debbano essere presentati al Comitato per il Patrimonio Mondiale.
LE CRITICHE ALLA LISTA UNESCO L’Unesco nella sua gestione della lista non è esente da critiche Il primo genere di critica si incentra sul processo di selezione delle candidature: - l’ottenimento di un sito da parte di uno Stato, spesso, non è dato dall’importanza storico/artistica del monumento, quanto da fattori economici, istituzionali e politici. Ci sono stati che hanno più capacità di ottenere l’approvazione delle proprie candidature, tipicamente sono gli stati più industrializzati con più capacità di condizionare l’esito delle candidature attraverso lobby - l’inserimento di un bene nella lista può essere condizionato dalla presenza di altri siti già Patrimonio dell’Umanità nelle vicinanze (es. Bergamo ha proposto come candidata la “Città Alta”, tuttavia, essendoci già 9 altri Patrimoni dell’Umanità in Lombardia, molto probabilmente l’Unesco non terrà conto della sua domanda) - la lista sta “esplodendo”, troppe candidature approvate fanno diminuire la percezione dell’eccezionalità dell’etichetta “Patrimonio dell’Umanità” Il secondo genere di critica riguarda la scarsa capacità sanzionatoria dell’Unesco. L’Unesco non ha potere, può soltanto consigliare di effettuare delle particolari operazioni di tutela e valorizzazione in conformità al piano di gestione, senza però poter obbligare lo Stato ad eseguirle. L’unica cosa che l’Unesco può fare in caso di inadempienza è di trasferire un sito dalla Lista “Patrimonio” alla lista “Patrimonio in pericolo” (per es. è stato ventilato di operare questo trasferimento nel caso di Pompei, che ultimamente è stata teatro di numerosi crolli causa incuria). Tale atto è solo indirettamente una sanzione, nel senso che danneggia la reputazione degli Stati responsabili per i siti in questione 9
I siti Unesco in Italia e a BS • I siti che ad oggi vengono considerati Patrimonio dell’Umanità sono 878 e sono dislocati in tutto il Mondo • Di questi, 47 sono in Italia, di cui 9 solo in Lombardia • Di questi 9, 3 sono nel Brescia. Da quest’anno alle incisioni rupestri in Valle Camonica, patrimonio UNESCO a partire dal 1979 (furono il primo sito Unesco italiano) si sono aggiunti: - Monastero San Salvatore e Museo Santa Giulia, Brescia, parte del sito seriale dei Longobardi - i villaggi palafitticoli sul Lago di Garda, parte del sito transnazionale (e anch’esso seriale) dei villaggi palafitticoli nell'arco alpino • Da notare che la tipologia “sito seriale” è comparsa nella Lista del Patrimonio dell’Umanità relativamente di recente
IL SITO DEI LONGOBARDI: UN LUNGO ITER - 1996: Cividale del Friuli richiede presso il MIBAC che il suo tempietto Longobardo sia candidato ad entrare in lista per diventare patrimonio dell’umanità. Il MiBAC risponde che per rafforzare la candidatura è opportuno coinvolgere altri siti longobardi - 2003: il comune di Brescia offre il suo “aiuto” a a Cividale e proponeilsuoMonastero benedettino di S. Salvatore, voluto fortemente dal re longobardo Desiderio. • Il sindaco Corsini, il cui sostegno al progetto è naturale, data la sua politica di rilancio culturale della città, propone la candidatura di Brescia al MiBAC nell’ambito del sito seriale • Ottiene parere preliminare favorevole, ma vengono aggiunte 2 raccomandazioni: 1. coinvolgere Regione e Provincia (quest’ultima, in particolare, nella redazione del piano di gestione) 2. ampliare le zone candidate per la presenza di siti monumentali Brescia segue le raccomandazioni. 11
- Vengono quindi contattati altri comuni e in definitiva il piano prevede la partecipazione di 7 comuni, dal Nord al Sud Italia, ognuno dei quali porta come candidato un solo monumento. Si procede con la stesura di piani e relazioni sulla gestione dei beni. - 2008: dopo il preliminare ok del Ministero la commissione dell’Unesco prende in esame la domanda di candidatura - 2009: l’ispettore Boschetti dell’ICOMOS, dopo attenta valutazione, pone il timbro “deferred” (= deferito)sulla documentazione presentata. Questa non è una bocciatura, ma un segnale che indica che la documentazione è inadeguata, servono nuove argomentazioni per soddisfare i requisiti e modifiche al piano di gestione. Bisogna ricominciare tutto daccapo (a cominciare dal titolo della candidatura!) ed essere sottoposti a nuova ispezione • per Brescia il consiglio è di ampliare la “buffer zone”, ovvero la zona tampone tra il sito vero e proprio e la città circostante • a seguito di ciò, Brescia si muove sia nel senso di prevedere il coinvolgimento di capitali privati nel piano di gestione (“Protocollo di intesa” tra Comune, Provincia e Fondazione CAB), sia nel senso di menzionare in esso anche la valorizzazione di siti longobardi vicini (Bassa Bresciana, candidatura per l’ottenimento di fondi ARCUS per il progetto di valorizzazione “Langobardia Fertilis”; piano che, gestito dalla Provincia, non ha avuto poi successo) - 2011: l’iter ha finalmente fine con l’approvazione della candidatura 12
I PROPOSITI DI VALORIZZAZIONE DEI SITI UNESCO DELLA REGIONE LOMBARDIA • Negli ultimi anni l'impegno della regione si è accresciuto e rivolto ad una promozione più organica ed efficace delle valenze culturali e turistiche dei propri siti Unesco attraverso due modalità: 1. recependo una specifica raccomandazione del Consiglio Regionale; 2. integrando le competenze dell’Assessorato alle Cultura con quelle dell’Assessorato al Turismo, Giovani e Sport e quelle dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente. • Nello specifico, delle attività di coordinamento degli interventi a favore dei siti Unesco si è fatta carico la Direzione Cultura indirizzando il proprio intervento al sostegno e promozione della presentazione di nuove candidature, impegnandosi inoltre nella diffusione delle conoscenze sul patrimonio relative ai luoghi già inseriti nella lista Unesco. • L’idea è che esista qui un elemento di forte attrattività del territorio non ancora pienamente sfruttato. Uno degli impedimenti in questo senso è forse la forte eterogeneità dei siti UNESCO lombardi, che rende difficile la loro promozione coordinata e congiunta
Modalità di intervento regionale: 1. sottoscrizione di intese per la predisposizione dei piani di gestione (in fase di candidatura); 2. finanziamenti di interventi di conservazione e restauro dei beni; 3. adeguamenti strutturali per il miglioramento della loro fruizione e accessibilità (realizzazione di percorsi ciclabili, posa di indicazioni stradali, abbattimento di barriere architettoniche); 4. interventidipromozionedelpatrimonio “tradizionali” (posadipannelli, predisposizione, traduzione e diffusione di materialepromozionale); 5. realizzazione di materiale multimediale; 6. sostegno alla produzione di documentari, promozione di studi e ricerche finalizzati alla scelta delle migliori modalità di gestione dei siti. 7. utilizzo di specifici canali di promozione di impatto più spettacolare, al fine di realizzare servizi televisivi legati ai tesori culturali della Regione, cui si è affiancata la scelta dei siti Unesco come ideale location per le manifestazioni culturali e teatrali promosse dalla Regione.