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Università degli Studi di Firenze Facoltà di Scienze della Formazione CORSI SPECIALI PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE “La progettazione nella riforma del sistema educativo di istruzione e formazione professionale". Dott. Davide Capperucci.
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Università degli Studi di FirenzeFacoltà di Scienze della FormazioneCORSI SPECIALI PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE“La progettazione nella riforma del sistema educativo di istruzione e formazione professionale" Dott. Davide Capperucci
Il modello di progettazione definito dalla Riforma Moratti L. 53/03 PECUP PSP UA UA UA UA UA Obiettivi Formativi e Specifici Conoscenze Abilità Ind. Nazionali Competenze Portfolio personale Certificazione
Centralità delle competenze Fine delle istituzioni scolastiche è quello di formare competenze (saperi, saper fare, saper essere) spendibili in contesti formativi e professionali diversi da quello scolastico
Le “competenze” nella riforma «Le competenze sono l’insieme delle buone capacità potenziali di ciascuno portate effettivamente al miglior compimento nelle particolari situazioni date: ovvero indicano quello che siamo effettivamente in grado di fare, pensare e agire, adesso, nell’unità della nostra persona, dinanzi all’unità complessa dei problemi e delle situazioni […] (professionali e non professionali) che siamo chiamati ad affrontare e risolvere in un determinato contesto. Mentre le capacità esprimono la forma del nostro essere potenziale, le competenze manifestano, quindi, quella del nostro essere attuale, nelle diverse contingenze date». (Raccomandazioni).
PECUP e competenze Come previsto dal Regolamento sull’autonomia scolastica (DPR 275/99) e dalla riforma del Titolo V della Costituzione, fra i compiti esclusivi dello Stato (Ministero) in materia di istruzione vi è quello di individuare i livelli essenziali di prestazione ovvero le competenze minime che gli alunni devono possedere alla fine di un percorso scolastico
Il PECUP (I ciclo) «[…] esplicita ciò che un ragazzo dovrebbe sapere e fare per essere l’uomo e il cittadino che è lecito attendersi da lui in questo momento della sua crescita globale. Il traguardo può ritenersi raggiunto se le conoscenze disciplinari e interdisciplinari (il sapere) e le abilità operative (il fare) apprese ed esercitate nel sistema formale (la scuola), non formale (le altre istituzioni formative) e informale (la vita sociale nel suo complesso) sono diventate competenze personali di ciascuno». Detto Profilo «costituisce la bussola e l’orizzonte di senso per la determinazione sia degli obiettivi generali del processo formativo sia degli obiettivi specifici di apprendimento a riguardo dei diversi periodi didattici che caratterizzano i gradi scolastici di ogni ciclo».
Quali competenze per la scuola del I Ciclo Dopo aver frequentato la scuola dell’infanzia e il Primo Ciclo di istruzione, grazie anche alle sollecitazioni educative nel frattempo offerte dalla famiglia e dall’ambiente sociale, i ragazzi sono nella condizione di: ·riconoscere e gestire i diversi aspetti della propria esperienza motoria, emotiva e razionale, consapevoli (in proporzione all’età) della loro interdipendenza e integrazione nell’unità che ne costituisce il fondamento; ·abituarsi a riflettere, con spirito critico, sia sulle affermazioni in genere, sia sulle considerazioni necessarie per prendere una decisione; ·distinguere, nell’affrontare in modo logico i vari argomenti, il diverso grado di complessità che li caratterizza; ·concepire liberamente progetti di vario ordine – dall’esistenziale al tecnico – che li riguardino, e tentare di attuarli, nei limiti del possibile, con la consapevolezza dell’inevitabile scarto tra concezione ed attuazione, tra risultati sperati e risultati ottenuti; ·avere gli strumenti di giudizio sufficienti per valutare se stessi, le proprie azioni, i fatti e i comportamenti individuali, umani e sociali degli altri, alla luce di parametri derivati dai grandi valori spirituali che ispirano la convivenza civile; ·avvertire interiormente, sulla base della coscienza personale, la differenza tra il bene e il male ed essere in grado, perciò, di orientarsi di conseguenza nelle scelte di vita e nei comportamenti sociali e civili; ·essere disponibili al rapporto di collaborazione con gli altri, per contribuire con il proprio apporto personale alla realizzazione di una società migliore; ·avere consapevolezza, sia pure adeguata all’età, delle proprie capacità e riuscire, sulla base di esse, a immaginare e progettare il proprio futuro, predisponendosi a gettarne le basi con appropriate assunzioni di responsabilità; • porsi le grandi domande sul mondo, sulle cose, su di sé e sugli altri, sul destino di ogni realtà, nel tentativo di trovare un senso che dia loro unità e giustificazione, consapevoli tuttavia dei propri limiti di fronte alla complessità e all’ampiezza dei problemi sollevati.
Dal PECUP ai Piani di Studio Personalizzati Il Piano di Studi Personalizzato (PSP) è l’insieme delle Unità di apprendimento concretamente realizzate, sia nel tempo scuola obbligatorio sia in quello opzionale facoltativo, e rappresenta il progetto realizzato dall’équipe pedagogica, in cooperazione con le famiglie e gli stessi alunni, per l’educazione di ciascuno. Ha come punto di riferimento obbligato le competenze espresse nel Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo, che vengono promosse a partire dalle capacità di quegli alunni, in quel determinato contesto, modellando in obiettivi formativi gli obiettivi specifici di apprendimento elencati nelle Indicazioni nazionali. Il piano di studio è impostato nelle sue linee generali all’inizio dell’anno scolastico, tenendo conto anche di tutti gli apprendimenti non formali e informali acquisiti dagli alunni, ma si definisce riflessivamente e compiutamente solo durante e al termine delle attività realizzate.
Piani di Studio Personalizzati L’insieme delle UA effettivamente realizzate, con le eventuali differenziazioni che si fossero rese opportune per i singoli alunni, dà origine al UA UA UA UA UA UA UA UA PIANO DI STUDIO PERSONALIZZATO che resta a disposizione delle famiglie e da cui si ricava anche la Documentazione utile per la compilazione del Portfolio delle Competenze Individuali
Le Unità di Apprendimento • Individuazione degliObiettivi formativiadatti e significativi per i singoli allievi • Obiettivi specifici • Scelta dei contenuti e delle attività • Metodi e soluzioni organizzative • Modalità di verifica delle competenze acquisite Le Unità di Apprendimento (UA), individuali, di gruppi di livello, di compito o elettivi oppure di gruppo classe sono costituite dalla: Ogni istituzione scolastica, o ogni gruppo docente, deciderà il grado di analiticità di questa progettazione delle Unità di Apprendimento Dalle “Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio ersonalizzati”
Gli obiettivi formativi E’ compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti, infatti, nel concreto della propria storia e del proprio territorio, assumersi la libertà di mediare, interpretare, ordinare, distribuire ed organizzare gli obiettivi specifici di apprendimento negli obiettivi formativi , adatti e significativi per i singoli allievi, assumendosi la responsabilità di “rendere conto” delle scelte fatte e di porre gli allievi, le famiglie e il territorio nella condizione di conoscerle e condividerle Dalle “Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati”
Gli obiettivi specifici Gli obiettivi specifici di apprendimento (OSA) indicano le conoscenze (il sapere) e le abilità (il saper fare) che tutte le scuole del territorio nazionale sono tenute ad utilizzare per progettare e organizzare autonomamente i piani di studio personalizzati che aiutino a trasformare le capacità di ciascun alunno in competenze.
Gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (OSA), riportati nelle Indicazioni Nazionali, fanno riferimento a conoscenze* e ad abilità** e costituiscono la base di riferimento per la rilevazione dei livelli di apprendimento. *Le conoscenze rappresentano il sapere che costituisce il patrimonio di una cultura; sono un insieme di informazioni, nozioni, dati, principi, regole di comportamento, teorie, concetti codificati e conservati perché ritenuti degni di essere trasmessi alle nuove generazioni. Le conoscenze sono ordinate, nelle Indicazioni nazionali, per “discipline” e per “Educazione alla Convivenza civile” e costituiscono, unitamente alle abilità, gli “obiettivi specifici di apprendimento”. **Le abilità rappresentano il saper fare che una cultura reputa importante trasmettere alle nuove generazioni, per realizzare opere o conseguire scopi.
conoscenze abilità • Le conoscenze e le abilità acquisite da ciascun alunno concorrono a promuovere competenze personali COMPETENZE La competenza è l’agire personale di ciascuno, basato sulle conoscenze e abilità acquisite, funzionale all’esecuzione di un compito, alla realizzazione di un progetto. Non è mai un agire semplice, atomizzato, astratto, ma è sempre un agire complesso che coinvolge tutta la persona e che connette in maniera unitaria e inseparabile i saperi (conoscenze), i saper fare (abilità), i comportamenti individuali e relazionali, gli atteggiamenti emotivi, le scelte valoriali, le motivazioni e i fini. Per questo, nasce da una continua interazione tra persona, ambiente e società, e tra significati personali e sociali, impliciti ed espliciti (Indicazioni Nazionali).
Strumenti per la valutazione dell’apprendimento • Scheda personale dell'alunno • Portfolio delle competenze individuali • Attestato finale • Certificazione delle competenze
Portfolio e C.d.C. • C.M n. 84, 10 novembre 2005 (Linee guida per la definizione e l'impiego del Portfolio delle competenze nella scuola dell'infanzia e nel primo ciclo di istruzione) ll Portfolio delle competenze è uno “strumento unitario” che raccoglie ordinatamente e stabilmente le documentazioni più significative del percorso scolastico dell'alunno, registrandone esiti e modalità di svolgimento del suo processo formativo, e accompagnandolo dalla scuola dell'infanzia fino alla conclusione del 2° ciclo di istruzione/formazione per tracciare la sua "storia" e per offrirsi in ogni momento a supporto di analisi ragionate e condivise dei risultati ottenuti per i docenti, per l'alunno e per i suoi genitori.
Che fare del portfolio? Con la Nota prot. n. 5596 (12 giugno 2006), il Ministero della Pubblica Istruzione ha stabilito che per l’anno scolastico 2006-07 possono trovare applicazione sia i modelli di portfolio previsti dalla C.M n. 84/2005 che quelli introdotti dal previdente ordinamento. Tenendo conto della necessità di provvedere alla stesura di Regolamenti definitivi di attuazione del D.Lgs n. 59/2004 viene suggerito di soprassedere dall’applicazione delle modalità di valutazione introdotte dal portfolio e di avvalersi dei modelli valutativi di cui ai previgenti ordinamenti. Gli istituti scolastici che intendono continuare ad utilizzare il portfolio possono farlo considerandolo però solo come strumento finalizzato alla valutazione formativa e non alla certificazione finale delle competenze acquisite.
Progettazione curricolo per competenze Esempio Struttura e progettazione di una Unità di Apprendimento Esempio
I documenti di riferimento Documenti esterni Il profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (PECUP 1° ciclo) Le Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati La nota di indirizzo per l’avvio dell’a.s. 2006/07 Le Disposizioni per l’avvio dell’a.s. 2006/07 Documenti interni Il Piano dell’Offerta Formativa, così come previsto dal DPR 275/99 (art. 3); deliberato dal collegio dei docenti, viene poi adottato dal consiglio di istituto La progettazione curricolare