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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALE Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica. Modulo: Aspetti adattativi e preventivi in Oncologia Argomenti trattati: Screening; Impatto sulle funzioni;
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Modulo: Aspetti adattativi e preventivi in Oncologia Argomenti trattati: • Screening; • Impatto sulle funzioni; • Approcci riabilitativi e preventivi, Management del Linfedema; • Focus on… Esercizio fisico e Cancro • La proposta motoria del Laureato in Scienze Motorie A cura del Dott. De Falco Felice A.A. 2011-2012
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Parte 1. Screening in Oncologia A cura del Dott. De Falco Felice A.A. 2011-2012
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Obiettivi della pratica oncologica: Conoscere i più importanti fattori di rischio • di comportamento ed esposizione (modificabili) • Genetici (non modificabili) Conoscere i metodi di prevenzione • di screening • di diagnosi precoce Possibilità di utilizzo dei marcatori tumorali nelle patologie conclamate (con finalità di monitoraggio)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Dai fattori di rischio alla diagnosi: lo screening Lo Screening consiste nell’applicazione di un test che consente di diagnosticare un tumore allo scopo di intercettarlo in uno stadio in cui l’intervento terapeutico potrebbe portare un evidente vantaggio rispetto al percorso naturale della malattia. La sorveglianza è la ripetizione del medesimo test per lo stesso scopo.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Dai fattori di rischio alla diagnosi: lo screening Scoprire il tumore precocementepermetteun trattamento meno pesante ed una sopravvivenza in genere più lunga, in tal senso sono molto importanti i programmi di screening.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Dai fattori di rischio alla diagnosi: lo screening Per programma di screeningsi intende un complesso di prestazioni diagnostiche che il Servizio Sanitario Nazionale offre attivamente ad una popolazione apparentemente sana con fini di prevenzione secondaria.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Dai fattori di rischio alla diagnosi: lo screening Scoprire tardivamente il tumore riduce il tempo di sopravvivenza. Alcuni tests di screening sono: Mammografia Pap test Ricerca di Sangue occulto nelle feci (Sof) RettoSigmoidoScopia colorettale (Rss) Dosaggio del PSA, prostate specific antigene
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening La finalità principale di uno screening è quella di scoprire la malattia, il cancro, prima dell’apparizione dei sintomi; Lo screening è consigliabile in individui asintomatici, cioé che si sentono “sani”
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening Lo screening si effettua in soggetti che presentano fattori di rischio quali per esempio l’età o la familiarità. Lo screening non si limita ad un unico test. Un eventuale risultato positivo deve essere confermato o escluso da altri esami.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening: i programmi La domanda ricorrente è: A chi vanno rivolti? A tutta la popolazione? Se sì, per quale patologia? • Il cancro del colon retto? • Il cancro della prostata? • Il cancro del collo dell’utero? Allora solo ad una popolazione a rischio? Bene, a quale? • Ai fumatori • Ai pazienti con epatiti attive • Alle persone dalla pelle chiara e molti nei Le conseguenze economiche per la Sanità Pubblica delle scelte effettuate nei vari programmi di screening sono molto diverse! 10
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening e Sanità Pubblica Italiana In Italia il Ministero della Salute nell’ottobre del 2006 ha pubblicato un documento, Raccomandazioni per la pianificazione e l’esecuzione degli screening di popolazione, che regola gli screening oncologici secondo le indicazioni provenienti dall’OMS e che tiene conto delle evidenze emerse in vari studi caso-controllo effettuati in ambito di ricerca. 11
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening e Sanità Pubblica Italiana Il tumore alla cervice uterina nelle donne ha un’incidenza dell’1,6% ed una mortalità dello 0,6% (dati AIRTUM). Fondamentale risulta quindi l’azione preventiva dei programmi di screening. Il PAP-test ad esempio: È indicato per tutte le donne e specie in età riproduttiva va effettuato almeno una volta l’anno. La cadenza dei controlli può modificare e si passa ad un test ogni tre anni se: • i precendenti 2 test hanno avuto esito negativo • I fattori di rischio sono molto bassi 12
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening e Sanità Pubblica Italiana Il carcinoma dell’ovaio nelle donne ha un’incidenza del 3,2% (l’1,7% di tutti i tumori, dati AIRTUM) La maggior parte dei casi di questo tipo di tumore viene attualmente scoperta in stato avanzato: • Perché in fase precoce non ci sono sintomi oppure sono scarsamente specifici quindi • Solo una piccola percentuale di pazienti può essere operata con una buona prognosi. 13
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening e Sanità Pubblica Italiana • Proponiamo lo screening per il cancro all’ovaio a tutte le donne con più di 50 anni? • Oppure solo alle donne con • meno di due figli • una storia familiare di cancro dell’ovaio ed al seno • Quale metodo di screening scegliamo? • Il marcatore tumorale • L’ecografia • Tutti e due • Chi paga per questo servizio? 14
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening ed Epidemiologia Italiana Sono necessarie un’attenta serie di riflessioni e l’analisi dei dati epidemiologici relativi alle malattie oncologiche nella popolazione di riferimento. 15
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening ed Epidemiologia Italiana Interessante è evidenziare come si distribuisce l’incidenza dei tumori se si diversificano i dati del Rapporto 2009 dell’AIRTUM per il genere: 16
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening ed Epidemiologia Italiana Interessante è evidenziare come si distribuisce la mortalità dei tumori se si diversificano i dati del Rapporto 2009 dell’AIRTUM per il genere: 17
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening: le raccomandazioni • La malattia ricercata deve avere una significativa frequenza ed una mortalità elevata; • La popolazione interessata dall’indagine deve essere facilemente individuabile. Il medico incaricato accetta le procedure di screening; • Il test deve creare pochi danni e deve essere altamente sensibile e specifico; 18
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening: le raccomandazioni • Ci deve essere una procedura semplice ed automatica di richiamo; • Il test di screening deve essere accettabile(l’Rss, 1 caso di perforazione ogni 20.000 circa) per la popolazione indagata; • Infine: • devono esserci terapie accettabili ed efficaci per la malattia ricercata; • SE NON C’E UNA TERAPIA EFFICACE DA OFFIRE AL MALATO, LO SCREENING È IMMORALE. 19
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening e Sanità Pubblica Italiana Il Ministero della Salute, con un documento del 2006 ha dettato le Raccomandazioni per la pianificazione e l’esecuzione degli screening di popolazione per la prevenzione del cancro: • della mammella • della cervice uterina • del colon-retto 20
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Screening sul TerritorioUn’indagine, è stata svolta nell’ambito di un lavoro di tesi nell’ottobre del 2006, e realizzata a mezzo intervista presso il Dott. Antonio Corbo, Coordinatore Generale dei Programmi di Screening dell’A.S.L. - FR.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Parte 2. Impatto della malattia sulle funzioni A cura del Dott. De Falco Felice A.A. 2011-2012
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Impatto della malattia sulle funzioni Con il termine Funzione si definisce l’abilità a compiere attività quotidiane ed include elementi relativi a vari domini, quali quello FISICO, PSICOLOGICO, SOCIALE E VOCAZIONALE I modelli riabilitativi descrivono un continuum nel quale le anormalità (o danni) sono relazionate a limitazioni funzionali le quali a loro volta potrebbero portare a disabilità. Non tutti i danni causano limitazioni funzionali o disabilità; la disabilità non implica necessariamente che un individuo sia limitato nelle sue abilità e/o a ricoprire vari ruoli sociali (di lavoratore, studente o altro).
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Impatto della malattia sulle funzioni Le relazioni tra danno, disabilità ed handicap non sono né lineari né unidirezionali. Ad esempio, la disabilità è causata da un danno, l’intervento degli specialisti, inclusi i Laureati in Scienze Motorie, potrebbe aiutare a riversare il danno, meglio ancora a migliorare la funzione coinvolta. Il ruolo dello specialista è questo, cioè di aiutare il paziente a stabilizzare e mantenere una buona funzione.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Impatto della malattia sulle funzioni Le valutazioni funzionali e riabilitative nel paziente oncologico si concentrano sul sistema neuro-muscolo-scheletrico e sull’impatto della malattia sulle funzioni. L’Assessment solitamente si fa utilizzando strumenti standardizzati e validati che misurano tutti i domini sui quali è possibile realizzare degli interventi riabilitativi
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Impatto della malattia sulle funzioni Le misure di Qualità della Vita, progettate per valutare la soddisfazione individuale relativa alla propria vita, vengono spesso utilizzate. “La Qualità della Vita è la percezione degli individui della propria posizione nella vita in relazione ai propri obiettivi ed al sistema di valori che essi hanno accettato e incorporato nel prendere le loro decisioni” (World Health Organization).
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Impatto della malattia sulle funzioni Gli strumenti sono oggi utilizzati su scala mondiale grazie al Progetto WHOQOL tramite cui sono stati tradotti ed adattati ai vari contesti socio-culturali. SF-36 strumento specifico, Nella valutazione delle seguenti scale:
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Parte 3. Approcci adattativi al malato oncologico A cura del Dott. De Falco Felice A.A. 2011-2012
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico STATO DELL’ARTE: Attività Fisica e Oncologia Una vasta mole di dati epidemiologici evidenzia la relazione dose-risposta nella quale il rischio d’insorgenza della patologia oncologica diminuisceall’aumentare dei livelli di attività fisica(AF). Inoltre è noto il ruolo positivodell’AF per una migliore gestione delle sequele legate alle patologie oncologiche tanto nella fase di prevenzione primaria quanto in quella terziaria, in particolare nel prevenire e/o contrastare gli effetti del decondizionamento fisico, quali la stanchezza e l’atrofia, la perdita dell’efficienza cardiorespiratoria ed il decremento del metabolismo energetico a livello cellulare, inoltre l’AF ha effetti anche su parametri immunitari e psicosociali. (Physical Activity Guidelines Advisory Committee Report,2008)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico Numerosi studi negli ultimi anni hanno valutano l’efficacia dell’esercizio fisico nei malati oncologici, osservando diverse tipologie di benefici: • Performance fisica (durata dell’esercizio, capacità funzionale, frequenza cardiaca, intensità del carico di lavoro e le distanze percorse nei test di valutazione) • Qualità della Vita • Psicologici Grazie al format delle attività di gruppo
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico Altri effetti dell’esercizio fisico includono vari fattori : • Peso corporeo(fattore direttamente proporzionale al tasso di ricadute ed alla mortalità, infatti l’obesità è un fattore di rischio per l’insorgenza del linfedema) • Fatigue • Funzionalità cellulare(trombocitopenia ed anemia) • Riduzione del periodo di ricovero
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico I pazienti che in letteratura scientifica vengono maggiormente trattati con esercizio fisico sono: • Malate di Cancro al seno • Donne con Linfedema • Trapiantati di midollo osseo • Malati di Cancro ai polmoni
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico Neoplasia mammaria Il tumore al seno è la neoplasia di gran lunga più frequente nel sesso femminile, in Italia rappresenta il 29% del totale delle diagnosi tumorali. (AIRTum, I tumori in Italia – Rapporto 2009) Nella patologia oncologica mammaria, gli ambiti maggiormente studiati sono quelli riguardanti i parametri di natura fisiologica e psicosociale, in particolare: L’affaticabilità delle pazienti, indotta dal tipo e dal dosaggio delle terapie. L’autopercezione di sé e dello stato di salute in relazione alla Qualità di Vita percepita dalla paziente. Il management del linfedema, che si manifesta con gonfiore dell’arto che ne è affetto ed è definibile come senso di pienezza dell’arto stesso. (De Vita et al, 2009)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico Neoplasia mammaria Un terzo delle pazienti con cancro al seno vengono sottoposte alla dissezione ascellare completa (Jemal A et al, 2009) a queste si associa un incidenza di linfedema dal 13% al 47% (Sagen A et al, 2009). In letteratura tale condizione patologica è nota come linfedema correlato al cancro del seno (BCRL, breast cancer-related lymphedema)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico Management del Linfedema Il linfedema o senso di pienezza dell’arto superiore senza cambiamento della sua circonferenza è frequentemente registrato in pazienti sottoposte alla dissezione linfonodale. Fattori di rischio sono: • Estensione dell’intervento chirurgico • Esposizione a radioterapia ascellare • Obesità
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico Prevenzione del Linfedema Attualmente la prevenzione del rischio d’insorgenza e la gestione del linfedema dipende da due fattori: • tecniche di massaggio per favorire il linfodrenaggio • uso di bendaggi di compressione differenziata per limitare la produzione e l’accumulo della linfa ed evitando la vasodilatazione. (De Vita et al, 2009)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico La relazione tra Attività Fisica e BCRL Nell’ambito delle condizioni di BCRL non è ancora chiarito il ruolo svolto dall’AF nell’influenzare le variazioni di circonferenza del braccio affetto dal linfedema. 4 studi hanno valutato il rischio d’insorgenza o di peggioramento del linfedema misurando i cambiamenti della circonferenza del braccio o le sensazioni derivanti dall’esercizio fisico. Nessuno ha evidenziato effetti negativi dovuti all’esercizio aerobico o di resistenza sulle circonferenze o sulle sensazioni, la prova di un possibile beneficio per il braccio affetto però non è stata esaminata. (Physical Activity Guidelines Advisory Committee Report,2008 Part G. Section 7: Cancer, G7-17).
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico La relazione tra Attività Fisica e BCRL Le ultime evidenze sostengono che donne sopravvissute al cancro con rischio d’insorgenza del linfedema a 1 anno che seguono un programma di allenamento della forza con incremento progressivo del carico e dell’intensità non incorrono in un aumento dell’incidenza del linfedema in confronto a coloro che non sono state sottoposte allo stesso tipo di esercizio fisico. (Schmitz KH et al, 8 dicembre 2010) Ciò suggerisce che la realizzazione di AF e lo studio degli effetti fisiologici della pratica nelle donne con linfedema correlato al cancro al seno (BCRL) è un tema che merita un approfondimento. Inoltre tra gli effetti da monitorare vanno senza dubbio inclusi anche quelli di natura psicosociale come da ampia letteratura suggerito.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico La malattia Oncologica è diversa dalle altre Caratteristiche soggettive • Paura • Vergogna • Isolamento e stigmatizzazione • Segretezza Caratteristiche obiettive • Incidenza • Fattori di rischio • Trattamento Cambiano le percezioni: • del tempo • delle relazioni • delle priorità della vita 43
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Approcci adattativi al malato oncologico La malattia Oncologica è diversa dalle altre Richiede al personale medico-sanitario e a tutte le professionalità: • Conoscenze, sia sullo stato della malattia che sullo stato psichico ed emotivo del paziente • Empatia • Resistenza fisica ed emotiva L’incontro col malato oncologico riserva: • Esperienze uniche • Incontri inattesi • Momenti intensi e irrepetibili 44
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Parte 4. FOCUS ON… Esercizio fisico e cancro A cura del Dott. De Falco Felice A.A. 2011-2012
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Esercizio fisico e cancro Digitando le keywords “physical activity cancer” sul motore di ricerca PubMed: • Presenti oltre 9700 pubblicazioni che mettono in relazione queste due tematiche, • Oltre 3800 sono stati pubblicati negli ultimi 5 anni 46
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Esercizio fisico e cancro Nell’ambito della Prevenzione Primaria diversi studi hanno valutato la correlazione Attività Fisica/Incidenza per alcuni tumori. + Pochi studi scientifici ++ Tra 5 e 10 studi scientifici +++ Più di 10 studi scientifici Mod. da: ACSM’s Guidelines for exercise testing and prescription, 7° edition, 2005
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Esercizio fisico e cancro Le linee guida sulla Nutrizione e l’Attività Fisica per la Prevenzione del Cancro pubblicate dall’American Cancer Society suggeriscono di adottare uno stile di vita fisicamente attivo. 48
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Esercizio fisico e cancro Le linee guida dall’American Cancer Society suggeriscono in particolare: • Adulti: impegnarsi in almeno 30 minuti di attività fisica moderata o intensa, oltre alle normali attività, per 5 o più giorni della settimana. Quarantacinque - 60 minuti di attività sono preferibili. • Bambini e adolescenti: impegnarsi in almeno 60 minuti al giorno di attività fisica moderata o intensa almeno 5 giorni alla settimana. • Politiche sociali: fornire un ambiente sicuro, divertente e accessibile per l'attività fisica nelle scuole, per il trasporto ed il tempo libero nelle comunità. 49
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALEDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute Corso di Laurea Magistrale LM-67 C.I. Oncologia Clinica Esercizio fisico e cancro Le neoplasie ed i sopravvisuti al cancro: • Attualmente in Italia circa 1:4 dei decessi è secondario alla presenza di una neoplasia. • Circa il 50 % degli uomini ed il 33% delle donne svilupperanno una neoplasia nel corso della loro vita. • Il tasso di sopravvivenza medio a 5 aa. è aumentato fino a circa il 65%. • In futuro, un numero sempre maggiore di persone avrà una storia di neoplasia. 50