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Modelli Computazionali per la Comunicazione Lezione del 25 ottobre 2006 "What Has Happened to Ontology?". Un indice... possibile. Ontologia e Metafisica, Il Logos Aristotele, Le Categorie L’eredità aristotelica: Porfirio (232 d.C.) e Linneo (1707)
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Modelli Computazionali per la Comunicazione Lezione del 25 ottobre 2006 "What Has Happened to Ontology?"
Un indice... possibile Ontologia e Metafisica, Il Logos Aristotele, Le Categorie L’eredità aristotelica: Porfirio (232 d.C.) e Linneo (1707) Cartesio e Kant, Il Soggetto e l’Episteme ... ecc. ecc. ecc.! Roberto Poli, Framing Ontology Peter Ohrstrom, Le dimensioni del confronto
Le tappe storico-concettuali di una disciplina La "psicologia" Essenza e Esistenza La Filosofia Prima L’Epistemologia L’Essere Livio Andronico I sec ac Platone V-IV sec ac Avicenna XI sec dc Leibniz XVII sec Husserl XX sec Gockel 1613 Parmenide VI sec ac Tommaso XIII sec dc Aristotele IV sec ac Cartesio XVII sec Kant XVII sec Le Idee Il nome Ontologia Il nome Metafisica Metafisica Generale La Logica La Fenomenologia
Pensiero Realtà Linguaggio Il Logos Il pensiero greco e tardo antico assume questa ‘triangolazione’ Realtà-Pensiero-Linguaggio come primitiva, cioè, Assume che ciò che vienepensato non possa non corrispondere a ciò che esiste che a sua volta non possa non corrispondere a ciò che viene detto
Due problemi – tra loro complementari - occupano la filosofia antica: [1] Come giustificare il non-essere (Nulla/Divenire) [2] Come descrivere e cosa sia l’Essere Metafisica Pensiero Realtà Linguaggio L’investigazione metafisica chiede dunque [1] Che cosa ci sia o possa esserci; [2] Cosa sia ciò che c’è, ovvero, * Come sia fatto e perché sia proprio così l’esistente
Le domande della Metafisica Cosa c’è Cosa è quello che c’è Metafisica Pensiero Realtà Linguaggio
I confini dell’Ontologia Ontologia Cosa c’è Cosa è quello che c’è Metafisica L’Essere L’ente Pensiero Realtà Linguaggio L’Ontologia è una disciplina che storicamente si definisce come specializzazione di un ramo della metafisica: Lo studio dell’Ente e dei suoi predicati generalissimi
L’Essere e la Filosofia Prima Aristotele (Stagira 384-Calcide 322 a.C.) è il primo filosofo ad aver eleborato i lineamenti di una disciplina specifica relativa ai problemi dei principi primi dell’essere materiale ed immateriale, che distinguesse le scienze particolari – la cui sfera di indagine è circoscritta ad aspetti settoriali della realtà – dalla Filosofia Prima che studia l’essere in quanto tale [Essere]. Filosofia Prima: studio dell’Essere considerato sotto il profilo generalissimo della sua esistenza e delle sue proprietà. L’essere si dice in molti modi, però ha un significato comune, che riguarda proprietà che trascendono le indagini particolari circa gli enti presi sotto qualche rispetto L’idea di fondo di Aristotele è che esista qualcosa di eterno, immobile e separato, che deve essere studiato da una scienza teoretica che non può essere: [1] Nè la Fisica poiché la fisica studia le cose in movimento [2] Nè la Matematica che le studia sotto il profilo delle grandezze La Metafisica serve a classificare e ad esplicitare, così come la Fisica serve a spiegare attraverso il riconoscimento di cause in un contesto empirico Il termine metafisica venne introdotto nel I secolo a.C. da Livio Andronico, commentatore di Aritotele per riferirsi ad un corpus di testi scritti dal Maestro cronologicamente posteriori ai libri della Fisica (metà ta physikà).
I modi della predicazione Le proposizioni per Aristotele sono tutte riducibili alla forma soggetto-predicato. Per argomentare bene sarà necessario conoscere le leggi che regolano l’appartenenza di un predicato ad un soggetto. Aristotele distingue quattro modi in cui tale appartenenza può avere luogo. In ordine di intensità decrescente: Definizione, Genere, Proprietà, Accidente.
Aristotele: Le categorie Definizione “La definizione spiega che cosa significa il nome di un oggetto” “La definizione non mira a dimostrare che una cosa è. La definizione vuole mostrare che cosa una cosa è” Esempio: ”L’uomo è un animale razionale” • E’ il discorso che esprime l’essenza del soggetto, ossia il suo essere specifico. • Non è mai costituita da un solo predicato, ma almeno da due predicati: • Dal genere (predicato più universale di cui la specie, nella quale rientra il soggetto, è un caso particolare) • Dal almeno una differenza specifica (predicato che contraddistingue la specie in cui rientra il soggetto dalle altre specie comprese nel medesimo genere)
Genere Un predicato universale, comune a molte specie diverse, che sono suoi casi particolari (animale è il genere di uomo, cavallo, cane, etc.). Copre interamente l’estensione della specie di cui viene predicato, nel senso che tutti gli uomini sono animali, ma non coincide perfettamente con essa, bensì ne sporge. Il Genere identifica la Specie ma non la esaurisce Specie E’ compresa nel genere ma non lo esaurisce Differenza specifica Distingue le specie appartenenti ad uno stesso genere Questa codifica delle regole della predicazione può essere considerata la radice filosofica della relazione Is-a
Aristotele: Le categorie La distinzione tra i vari modi della predicazione, consente di considerare tutti i predicati come disposti in una molteplicità di colonne, ciascuna delle quali è costituita da una serie di generi e specie subordinati gli uni agli altri secondo il grado di estensione
Distribuendo tutti i predicati possibili in colonne di generi e specie subordinati tra loro, Aristotele si accorge che tali colonne, o sezioni, o classi fanno capo a dei generi universalissimi detti appuntogeneri della predicazione, o categorie Sostanza Quantità Qualità Relazione Dove Quando Stare Avere Fare Patire • La denominazione di questi sommi generi rivela che • Ciascuno di essi è preso in considerazione non solo come il predicato più universale possibile di tutti i generi, le specie e gli individui ad esso subordinati, nei confronti dei quali esso esprime appunto il genere, ovvero il “che cos’è” (o una parte di questo), • ma anche come la classe di tutti i predicati che stanno nel medesimo rapporto con i termini di un’altra colonna, o categoria.
La predicazione può avvenire... • Sia tra termini compresi nella stessa colonna, quando ad esempio un genere si predica di una specie, o una specie di un individuo, oppure quando una definizione si predica della specie o dell’individuo di cui è definizione (predicazione essenziale) • Sia tra termini appartenenti a colonne diverse, quando ad esempio un genere o una specie o un individuo di una colonna si predicano rispettivamente di un genere, di una specie o di un individuo di un’altra. In questo secondo caso il predicato è una proprietà o un accidente del soggetto (predicazione accidentale)
Predicazione essenziale Qualità Sostanza Quantità Relazione Dove Genere Genere Genere Genere Genere Is-a Is-a Is-a Is-a Is-a Specie Specie Specie Specie Specie Individuo Individuo Individuo Individuo Individuo Quando Stare Avere Fare Patire Genere Genere Genere Genere Genere Is-a Is-a Is-a Is-a Is-a Specie Specie Specie Specie Specie Individuo Individuo Individuo Individuo Individuo
Il primato della predicazione essenziale C’è una colonna/categoria, la sostanza, i cui termini non possono inerire a quelli di altre colonne, ma possono essere soltanto predicati di termini meno universali compresi nella loro stessa colonna Questa categoria esprime dunque sempre e soltanto “che cos’è” una cosa, e mai “quanta”, “quale”, etc., essa è. (ousia) Tutte le altre categorie in quanto collegate alla categoria della sostanza attraverso un rapporto di inerenza, o di predicazione accidentale, possono essere chiamate accidentali La differenza fondamentale tra la categoria delle sostanza e tutte le altre categorie, cioè gli accidenti, è dunque che queste hanno un significato anche in relazione ad altro da sè, mentre quella ha un significato solo di per se stessa.
L’albero di Porfirio Caratteristiche dell’albero • L’ereditarietà tra classi (universali) subalterne, ovvero la casse sotto-ordinata eredita le proprietà della classe superiore, e • il rapporto inversamente proporzionale tra estensione ed intensione, • ovvero, tanto maggiore è il numero di individui di cui può essere predicato l’universale, quanto minore sarà il numero di note specifiche che individuano quel concetto, e viceversa. Definizione del concetto di classe Influenza di Porfirio e del ruolo della classificazione nell’accumulo della conoscenza: Linneo
La lettura medievale: l’ontologia è assorbita dalla metafisica • I confini della disciplina (Avicenna e Averroè): • Studio dell’ente e dei suoi principi; • Studio delle sostanze soprasensibili.; • Come la fisica si occupa della natura e poi riconosce in questa sfera una grande quantità di oggetti, così la metafisica si occupa dell’ente in quanto tale e poi, all’interno di questa indagine, può isolare degli oggetti determinati (Dio, l’Anima e il Mondo); • Viene abbandonata la componente descrittivo/classificatoria della filofofia di Aristotele; • La Metafisica si allea con la Teologia; • La Scolastica tenta una operazione di coerenza cristianizzando Aristotele; • Tommaso d’Acquino fonda le metafisica sulla distinzione tra essenza ed esistenza: • L’ente in quanto ente, ovvero l’oggetto adeguato della metafisica, è inteso come ente reale. Ente reale non signifca ente esistente, bensì dotato di una res, cioè di una essenza: il fatto di essere qualcosa e dunque di risultare rappresentabile. Res in questo senso è principalmente il contenuto di un atto di pensiero, e non l’oggetto fisico esistente nel mondo esterno ed accessibile ai nostri sensi; • Accanto alla metafisica generale si colloca la metafisica speciale che studia sezioni specifiche dell’essere: la teologia,la psicologia e la cosmologia razionale
Il battesimo dell’ontologia • E’ nel 1613 che si trovano le prime attestazioni del termine “Ontologia” in due opere di due enciclopedisti: • Rudolphus Gockel • Jacob Lorhard • “La scienza ontologica è la filosofia dell’ente, ossia dei predicati applicabili a qualsivoglia entità conoscibile, predicati cioè che trascendono in universalità le categorie della stessa tradizione aristotelica”
La domanda ontologica: Che cosa c’è? • Approccio psicologico Cartesio e il Cogito: viene attacato un principio di base della metafisica tradizionale: • Dall’idea che il mondo esterno fosse chiaro ed accessibile, mentre quello interno diffcile da riconoscresi e da cogliersi, all’idea che il mondo estreno sia dubbio e trascendente, mentre il mondo interno certo ed immanente. • Approccio Logico Leibniz distingue tra “cosa” che può essere concepita distintamente, e “cosa” che si può percepire distintamente: • Il concepibile appare più ampio dell’esistente • Il concepibile è l’oggetto della Metafisica • Approccio ingenuo Clauberg: c’è tutto quello che può essere detto e pensato • Approccio “Metafisico” Wolff, lettore estremo di Leibniz. Esiste solo ciò che non è contradittorio anche se non si presenta nell’esperienza • Approccio Epistemologico Kant. C’è solo ciò che è accessibile nello spazio e nel tempo: • Con Kant si apre una frattura decisiva tra ontologia e metafisica. La prima è interamente assorbita dalla fisica, la seconda dalla fede. • Approccio fenomenologico Husserl. Il mondo delle qualità è il nuovo dominio dell’ontologia. • L’ontologia si annida nell’epistemologia della vita percettiva. • L’ontologia diviene sinonimo di Struttura dell’esperienza. L’ontologia si emancipa dalle scienze positive. • La fenomenologia è una metodo filosofico, ovvero una disciplina, mirante allo studio sistematico di tale struttura
La svolta kantiana ... è il soggetto a costruire l’oggetto! e non viceversa Ogni cosa la pensiamo attraverso le 12 categorie (le strutture dell'intelletto) e la percepiamo attraverso lo spazio e il tempo: dunque il mondo che ci circonda è l'insieme del materiale derivatoci dall'esperienza (e che a sua volta deriva dalla cosa in sè, pensabile ma non conoscibile) e filtrato dallo spazio e dal tempo, poi riorganizzato attraverso le 12 categorie: ecco che così abbiamo quel che ci sta intorno. Il mondo quindi sarà costituito da un materiale (le sensazioni, i sensi, ecc) e dalle forme della sensibilità (spazio e tempo) e dell'intelletto (le 12 categorie), che però gli abbiamo dato noi. Chiamo trascendentale quella conoscenza che non si occupa degli oggetti in sè, ma del nostro modo di conoscere gli oggetti, in quanto questo modo deve essere possibile a priori Critica della Ragion Pura, 1781 Se la metafisica come scienza delle leggi generali della realtà è possibile e tali leggi coincidono con la nostra mente (cioè, le leggi della realtà sono le leggi del pensiero) ne consegue che possiamo designare col nome di metafisica anche l'analisi che noi facciamo delle strutture delle leggi del pensiero.
What Has Happened to Ontology Peter Ohrstrom, Jan Andersen, Henrik Scharfe 2005 L’Ontologia come disciplina filosofica ---------------------------------------------- L’ontologia come information practice Interdipendent dimensions [1] Plural and Singular [2] Dependency of Domain and Perspective (top-down VS bottom-up) [3] Position on Product