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Ugo Foscolo

Ugo Foscolo. Dal sito www.liceociceroneformia.it. La vita.

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Presentation Transcript


  1. Ugo Foscolo Dal sito www.liceociceroneformia.it

  2. La vita Ugo Foscolo nasce nel 1778 nell’isola greca di Zante. La sua formazione avviene in vari luoghi: prima a Spalato, poi Venezia, poi Padova. Mostra un fortissimo interesse per tutto quello che comprende il mondo greco e quindi ancor di più il mondo classico. Ebbe numerosi incarichi lavorativi, politici e militari, infatti la personalità di Foscolo era tutt’altro che «monocromatica». Egli si interessava di problemi civili e politici, partecipò a varie guerre, lavorò come giornalista ed ebbe numerosi amori, sempre vissuti in modo passionale. Mentalità transizionista Vita da irregolare Libero intellettuale Tratti della personalità foscoliana

  3. Tematiche foscoliane

  4. Ultime lettere di Jacopo Ortis L’Ortis è un romanzo epistolare composto da 67 lettere scritto da Ugo Foscolo tra la fine del 700 e gli inizi dell’800. questo romanzo parla di un’ giovane patriota veneziano appunto di nome Jacopo che dopo la delusione ricevuta dal trattato di Campoformio (e quindi la conseguente azione di questo trattato) si esilia nei colli euganei terra del padre. Qui conosce Teresa e se ne innamora, anche se Teresa è già stata promessa in sposa dal padre. Ortis inizia a viaggiare per l’Italia e alla fine di questo viaggio torna sui colli e viene a conoscenza delle nozze avvenute tra Teresa e il suo sposo (Odoardo), quest’evento sarà la goccia che farà traboccare il vaso, il vaso della vita di Ortis che dopo la conoscenza di questa notizia si suiciderà.

  5. Caratteristiche del romanzo: • -Le lettere sono destinate ad un amico immaginario di Jacopo, ma non vi sono risposte da quest’amico e ciò contribuisce ad aumentare la dimensione soggettiva. • -È una sorta di romanzo autobiografico da parte di Foscolo in quanto Jacopo presenta molti punti in comune con il poeta. • -Sono presenti due temi principali all’interno del romanzo: tema politico e tema amoroso.

  6. «Il sacrificio della patria nostra è consumato» Temi Delusione personale Patria tradita Morte come liberazione

  7. La «divina fanciulla» Temi L’idea della figura femminile Presagio della propria infelicità

  8. Alla sera • Descrizione delle sere stagionali • Aspirazione alla «serenità» • Morte come soluzione per la pace interiore • Il sonetto presenta un ritmo lento, solenne, scandito dalla descrizione della sera e dall’invocare di essa. Le più importanti figure retoriche della poesia sono: l'ossimoro, l'enjambement e l'antitesi. L'ossimoro del primo verso «fatal quiete» e il «Nulla eterno» del 10 verso. L'enjambement dei versi 5-6 (inquiete/ tenebre e lunghe). L'antitesi si trova negli ultimi due versi «e mentre io guardo la tua pace, dorme / quello spirto guerriero ch'entro mi rugge».

  9. In morte del fratello Giovanni -La tristezza e l’affetto per il fratello perduto -Il sepolcro come luogo di ricongiunzione della famiglia -La madre come figura fondamentale per unire la famiglia In questo sonetto Ugo Foscolo rievoca la figura del fratello e la distanza dalla sua famiglia e più precisamente dalla madre. Con il passare dei versi il sonetto diventa un monologo in cui il poeta ci fa capire lo struggimento che prova per andar fuggendo «di gente in gente». Come figure retoriche troviamo: una sineddoche «tetti» verso 8, una metonimia «la tua pietra» verso 2, varie enjambement ai versi «1-2» «9-10» «13-14» e infine alcune metafore «il fior de’ tuoi gentili anni caduto» «furon tempesta».

  10. A Zacinto -L’esilio (paragonato ad Ulisse) -Nostalgia per la terra natale -Forza della poesia In questo sonetto Foscolo mostra tutto il suo lato neoclassico mescolando l’amore per la terra greca ai miti partenopei. Si paragona ad Ulisse( colui che tornò dalla sua Itaca dopo l’esilio)e la coscienza che mai più tornerà a zante provoca in lui una profonda angoscia. Solo la poesia può unire il poeta alla sua amata terra. Le figure retoriche sono: una litote «non tacque», una sineddoche «nubi».

  11. Dei sepolcri Il carme dei sepolcri è un poemetto che combina in esso più genere: vi troviamo l’epistola in versi, il genere del poemetto didascalico, l’elegia sepolcrale. L’opera nasce dopo l’editto napoleonico di Saint-Cloud che vietava le sepolture di persone illustre nelle chiese. Da ciò Foscolo compone quest’opera interrogandosi sull’importanza dei sepolcri. I temi trattati sono: l’inutilità del sepolcro sul piano materiale, l’utilità invece sul piano affettivo, l’indegna sepoltura di un poeta. Ma perché pria del tempo a sé il mortale Invidierà l’illusion che spento Pur lo sofferma al limitar di Dite? Non vive ei forse anche sotterra, quando Gli sarà muta l’armonia del giorno, Se può destarla con soavi cure Nella mente de’suoi? Celeste è questa Corrispondenza d’amorosi sensi, Celeste dote è negli umani;

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