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Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia

Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia. Corso di ECONOMIA AZIENDALE I° MODULO CAPITOLO 2 PRODUZIONE Titolari : Dott.ssa Michela Pellicelli [L/Z] – Dott.ssa Anna Moisello [A/K] Lecturers : Dott.ssa Carlotta Meo Colombo (seminari e corso per studenti lavoratori MIUR)

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Presentation Transcript


  1. Università degli Studi di PaviaFacoltà di Economia Corso di ECONOMIA AZIENDALEI° MODULO CAPITOLO 2 PRODUZIONE Titolari: Dott.ssaMichela Pellicelli [L/Z]– Dott.ssa Anna Moisello [A/K] Lecturers: Dott.ssa Carlotta Meo Colombo (seminari e corso per studenti lavoratori MIUR) Dott.ssa Nicoletta Spagnolo Dott. Luigi Guardamagna Tutors: Dott. Desperati Dott. Dellanoce Anno Accademico 2012/2013 -

  2. 2.1 - Prodotti e produzioni • Tutti i beni possono essere osservati come prodotti ottenuti e distribuiti (scambio) ai consumatori da qualche processo produttivo svolto in organizzazioni più o meno ampie ed articolate. • Alcuni sono prodotti singoli (un ponte, uno stadio, un grattacielo). • Nella maggior parte dei casi sono unità analoghe di un flusso di prodotti ottenuti nel tempo (biscotti, scarpe, automobili, lattine di birra ecc.). • Tale flusso viene denominato “la produzione” del prodotto quale “risultato” della produzione considerata quale “attività”, o processo di produzione.

  3. Produzione come trasformazione tecnica (di utilità) • Ogni processo di produzione può essere inteso (Fig. 2.1) come un processo di trasformazione produttivadi: • fattori di produzione – beni in input • in produzioni – beni in output • E’ utile classificare i fattori di produzione, per quanto vari, in sole cinque classi: (1)- gli Impianti ed i macchinari [I], (2)- le Materie [M], (3)- i Servizi [S], (4)- il Lavoro (la mano d’opera) [L], (5)- le Conoscenze [B]. • La trasformazione si sviluppa secondo una funzione di trasformazione che specifica come trasformare i fattori in produzioni.

  4. Fig. 2.1 - Sistema di trasformazione

  5. Fig. 2.2 - Sistema produttivo • L’organizzazione che svolge il processo è il sistema produttivo (Fig. 2.2).

  6. Prodotti disgiunti e congiunti • In relazione agli output, i sistemi produttivi possono essere: • monoprodotto • pluriprodotto • con produzioni tecnicamente disgiunte • con produzioni tecnicamente congiunte (Fig. 2.3) • da materia • da processo.

  7. Produzione continua e discreta • Relativamente alla struttura del sistema produttivo, possiamo, ancora, distinguere tra: • processi a produzione continua(benzina, calce, ghisa, automobili, bottiglie di birra, camicie ecc.); • processi a produzione discreta, o di manufatti (uno stadio, una nave, un grattacielo, un abito su misura, ecc); • produzioni per lotti; l’output del sistema è rappresentato da lotti distinti di unità analoghe all’interno di ciascun lotto (lotti di scarpe che cambiano con la moda, lotti di villette, ecc).

  8. 2.2 – Alcune classificazioni • Classificazione 1 • Prodotti materiali, o tangibili (ad es. automobili, treni, computer, capi di abbigliamento, acqua minerale) • Prodotti immateriali, o servizi (telefonia, energia, assicurazioni, consulenze).

  9. Prodotti finali e strumentali • Classificazione 2 • prodotti finali, o per il consumo finale, quali, ad es.: biscotti, polli, carne di manzo, pesche, vino, camicie, scarpe, partite di calcio, spettacoli teatrali, ventilatori da abitazione, televisori, automobili, trasporto ferroviario, appartamenti in un condominio, gioielli e le altre migliaia di beni che tutti noi utilizziamo nel corso della nostra vita; • prodotti strumentali che rappresentano fattori per la produzione di altri prodotti: per es., macchinari di ogni tipo – torni, frese, trapani, presse –, chip, monitor, calce, mattoni, lamierino di ferro, alluminio, assi di legno, putrelle d’acciaio, vagoni ferroviari, chiese, stadi ecc., in una gamma quasi indescrivibile.

  10. Produzioni terminali o intermedie • Classificazione 3 • produzioni terminali, il cui output è un prodotto autonomamente osservabile (automobile, confezione di profumo, ponte); • produzioni intermedie o di componenti (motori o pezzi da assemblare, essenze o bottiglia da confezionare).

  11. Prodotti distintivi o commodities • Classificazione 4 • prodotti a contenuto tecnologico distintivo, quali, ad es., computer, macchinari industriali, creme abbronzanti, capi di vestiario firmati, automobili, aeroplani, grattacieli ecc.; • prodotti legati alla moda; per es., vestiti, calzature, cene ai ristoranti, giornate di villeggiatura, viaggi in date località ecc.; • prodotti indifferenziati o commodities; per es., verdura, frutta, frumento, ghisa, legname, marmo di Carrara, cemento, petrolio, benzina ecc. –, il cui contenuto intrinseco si mantiene relativamente costante negli anni.

  12. Produzioni per il mercato e per il cliente • Classificazione 5 • produzioni per il mercato, o standard, solitamente a flusso, le cui caratteristiche tecniche (“specifiche”) sono decise dal produttore (automobili di serie, matite, abbigliamento di serie, bibita confezionata ecc.); • produzioni per il cliente, o speciali, o produzioni per commessa, le cui caratteristiche sono stabilite dal consumatore.

  13. 2.3 – I fattori e la funzione di produzione • Classifichiamo i fattori di produzione in cinque classi: (1)- gli Impianti ed i macchinari [I], (2)- le Materie [M], (3)- i Servizi [S], (4)- il Lavoro (la mano d’opera) [L], (5)- le Conoscenze [B]. • Nota bene. Il capitale non è tecnicamente un fattore di produzione. Ne parleremo al Capitolo 3.

  14. Funzione di produzione • I fattori di produzione vengono impiegati congiuntamente, secondo una data funzione di produzione che indica i fabbisogni unitari di ogni fattore – delle diverse specie – per unità di prodotto, insieme con i vincoli e le eventuali incompatibilità. • La combinazione produttiva – o mix produttivo – indica, invece, i volumi da ottenere dei diversi prodotti che rappresentano l’output del sistema produttivo.

  15. Produzione come trasformazione economica (di valori) • I fattori vengono acquistati dai FORNITORI a dati prezzi • Si generano i costidiapprovvigionamento (acquisto) complessivi, che indicano i valori negativi: CI = NI  pI CM = QM  pM [5] CS = QS  pS CL = QL  pL • Le produzioni sono cedute ai CLIENTI a dati prezzi • Si generano i ricavidicessione (vendita) che indicano i valori positivi: RP = QP  pP[9] Con la valorizzazione degli input e degli output, tramite i prezzi, la trasformazione produttiva diventa una trasformazione economica, cioè trasformazione di valori.

  16. Costo di produzione • La somma dei costi dei fattori acquistati e impiegati nella produzione di un prodotto P, in quantità QP (in un periodo T, sottinteso), rappresenta il costo di produzione di QP: CP = (CM + CS + CL + CI) [10] • Il rapporto tra il costo di produzione e QP determina il costo unitario medio, cioè il costo per ciascuna delle unità di prodotto compresa nelle QP unità prodotte: CP cP = ––- [11] QP NOTA BENE: il costo unitario medio non è il costo per produrre un’unità ma è il costo di ciascuna delle QP unità prodotte. CP dipende da QP, nel senso che vedremo.

  17. Risultato operativo • La differenza tra i ricavi di vendita (valori positivi) ed il costo di produzione (valori negativo) determina il risultato della trasformazione economica, denominato risultato operativo: RO = RP - CP[14] • RO assume il significato valore che rimane all’azienda di produzione dopo avere reintegrato i fattori “produttivamente consumati” nella trasformazione produttiva.

  18. Fig. 2.7 - Il sistema produttivo come trasformatore economico

  19. Fig. 2.8 – Conto Economico di un sistema produttivo

  20. 2.5 - Misure di performance della trasformazione economica • Dalla [14]deriva che: RO = RP – CP = (pP – cP) QP[16] • Tale espressione dimostra che l’organizzazione esercita il controllo di RO con quattro leve decisionali: • espandere i volumi di produzione, QP, tramite la funzione commerciale, • innalzare i prezzi di vendita, pP, tramite la funzione di marketing, • contrarre i fabbisogni unitari di fattori, qI, qM ecc., dai quali dipendono i costi unitari, tramite la funzione di produzione, • contrarre i prezzi di approvvigionamento dei fattori, pI, pM ecc., tramite la funzione approvvigionamento.

  21. Tre importanti indicatori • Return On Cost anche denominato percentuale di ricarico sul costo, o mark-up: ROC = RO/CP[17] • Economicità. E = RP/CP = pP/cP[19] • Cost per cent o Cost/income ratio. CPC = CP/RP[18]

  22. Fig. 2.9 – Conto economico multimarginale

  23. 2.6 – La produttività • La produttività è l’efficienza dei sistemi produttivi e dei processi di produzione. • Si fa riferimento alla produttività di fattori come la capacità dei sistemi di produzione di ridurre i fabbisogni unitari di fattori, a parità di qualità e di prezzi. • Ergo: un sistema produttivo è tanto più efficiente nel ridurre i costi di produzione quanto più è in grado di aumentare la produttività dei fattori, a parità di prezzi.

  24. Produttività del lavoro • Quando non risulta specificato il fattore al quale si fa riferimento, il termine produttività viene impiegato per indicare l’efficienza dell’impiego del fattore lavoro • Tra tutte le misure di produttività, quella del lavoro è senz’altro la più rilevante, in quanto caratterizza l’unico fattore attivo della produzione. • Mentre la produttività degli altri fattori passivi deriva da un fatto tecnico, quella del lavoro dipende dalle caratteristiche del lavoratore e non è solo un fatto tecnico. • La produttività del lavoro si misura in termini fisici o a valore.

  25. Produttività fisica edeconomica del lavoro • In termini fisici la produttività media del lavoro è quantificata direttamente dal rapporto QP pL = ––- [24] QL o anche dal suo inverso: QL qL = ––- [25] QP • In termini economici la produttività media del lavoro è quantificata direttamente dal rapporto RP pP pL = ––- = –– [26] QL qL

  26. E&C 2.2 – Produttività lorda e netta • Possiamo scrivere: QP QLIMPIEGATO pLASSEGNATO = ––––––––––- ––––––––––- QLIMPIEGATO QLASSEGNATO • Il lavoro impiegato differisce dal lavoro assegnato per: • a) il tasso di assenteismo (ta); • b) il tasso di inattività del processo produttivo (ti); • c) il tasso di sovrabbondanza del lavoro (ts). • La precedente misura diventa: QP pLASSEGNATO = ––––––––––- (1- ta) (1-ti) (i-ts). QLIMPIEGATO

  27. L’importanza delle produttività del lavoro • Nel sistema delle organizzazioni produttive che ottengono le stesse o analoghe produzioni, ciascuna azienda di produzione può vivere se produce con livelli di produttività non inferiori a quelli delle altre aziende. • Ogni organizzazione produttiva, per perdurare, deve tentare di migliorare la propria efficienza, quindi i livelli di produttività. • Quello dell’aumento della produttività diventa il fenomeno dominante dell’intero scenario economico; è istituzionalizzato. • Ipotesi della produttività crescente: il comportamento economico nella produzione tende a conseguire sempre maggiore produttività, ma è governato, esso stesso, dal continuo incremento della produttività.

  28. 2.7 - Due domande sulla produttività • Due sono gli interrogativi che si pongono nell’analisi del fenomeno della crescente produttività del lavoro: • 1) quali siano i fattori della produttività; • 2) perché si cerchi di ottenere e di aumentare la produttività.

  29. I fattori della produttività • I fattori, o driver (variabili, cause) della produttività QP pL = ––- [24] QL • sono tutti i fattori che fanno aumentare l'efficienza del lavoro cioè che aumentanoQP, riduconoQL aumentando il rapporto p. • Ricordiamo che il lavoro è l'unica fonteattiva di produzione e di produttività anche se dipende dalle diverse condizioni in cui viene impiegato nei processi produttivi.

  30. Le tre classi di fattori della produttività • I fattori della produttività sono raggruppabili in treclassi ed in seitipi. • Le tre classi sono: [1] fattori passivi QPQL = [2] fattori attivi QP = QL  [3] fattori endogeni QP® QL • Per ciascuna classe vi sono diversitipi.

  31. Fattori passivi • I fattori della produttività sono raggruppabili in treclassi ed in seitipi. [1] fattori passivi Un solo tipo: [1.1]fertilità - il lavoro del produttore è impiegato in un ambiente che favorisce l'ottenimento di produzioni abbondanti. Dipende anche dalla localizzazione della produzione. Può essere naturale o artificiale.

  32. Fattori attivi • I fattori della produttività sono raggruppabili in tre classi e in sei tipi: • [2] fattori attivi Tre tipi: [2.1]abilità - il lavoratore-produttore può contare su vantaggi naturali o acquisiti. Oggi l’abilità deve essere conoscenza tecnica e tecnologica. [2.2]attrezzatura - il lavoratore-produttore inventa, produce e utilizza attrezzi ottenuti con investimento di lavoro. [2.3]organizzazione - il lavoratore-produttore riesce ad organizzare il lavoro altrui, realizzando economie di specializzazione.

  33. Fattori endogeni • I fattori della produttività sono raggruppabili in tre classi e in sei tipi: • [3] fattori endogeni Due tipi: [3.1]motivazione - il lavoratore-produttore lavora per un obiettivo, per una motivazione. [3.2]appagamento - il lavoratore-produttore continua a lavorare perché ottiene risultati conformi alle motivazioni.

  34. Fine del capitolo 2 Queste diapositive sono disponibili alla pagina: http://economia.unipv.it/pagp/pagine_personali/pellicelli/ Fine 51

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