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LE INCURSIONI AEREE DEL 1943 SULLA SARDEGNA.
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LE INCURSIONI AEREE DEL 1943 SULLA SARDEGNA Il 7 febbraio 1943 l’aviazione statunitense diede avvio ad una massiccia offensiva sugli aeroporti sardi per contrastare gli attacchi delle forze aeree italo-tedesche ai porti di Algeri, Orano, Philippeville e Bona che costituivano i principali centri logistici degli Alleati nel Nordafrica francese. Per tre mesi gli obiettivi prioritari dell’USAAF furono i campi di volo di Elmas, Villacidro, Decimomannu e Monserrato, unitamente al porto di Cagliari, ma dopo la grande incursione sul Capoluogo, effettuata il 13 maggio, gli attacchi aerei vennero estesi a tutto il territorio dell’Isola. Con lo scopo di indebolire il fronte interno, i bombardamenti non risparmiarono i centri abitati, neppure quelli minori. Per la sua posizione strategica fu Cagliari a subire i danni più gravi ed a patire il maggior numero di vittime.
Domenica 7 febbraio1943 Incursioni sull’aeroporto di Elmas BOMBARDAMENTO STATUNITENSE DIURNO: ore 15.08 Forza attaccante: 32 quadrimotori B 17 e 19 bimotori B 26 scortati da 40 caccia P38. Avvistamento: ore 15.04 dalle S.V. di Monte Sarri, Punta Planedda e Capo Spartivento. Modalità di attacco: in 3 ondate. 1^ ondata: alle 15.08 una formazione di 14 B 17 proveniente da SW sgancia da 7000 m 84 bombe da 454 kg sulla Base aerea di Elmas. 2^ ondata: alle 15.10 una formazione di 18 B 17 proveniente da Nord sgancia sull’obiettivo 2544 spezzoni da 9 kg. 3^ ondata: una formazione di 19 B 26, avvistata alle 15,40 dalle S. V. di Cala Piombo e Monte Sarri, effettua l’attacco sganciando da m 3800 di quota altri 2238 spezzoni da 9 kg . Danni alla Base: 10 aerei distrutti e numerosi danneggiati, colpite le installazioni e la batteria C. 344. Vittime: 31 militari morti e 33 feriti. Esito del tiro contraereo : 1 B 17 abbattuto, 2 danneggiati. Caccia decollati su allarme: 19 italiani e 8 tedeschi alle 14.02. Esito: 1 B 17 e 2 B 26 abbattuti. Perdite : 2 Re 2001 e 2 Me 109. BOMBARDAMENTO INGLESE NOTTURNO: ore 23.08 Forza attaccante: 16 bimotori Wellington. Esito del tiro di sbarramento : 1 bombardiere abbattuto.
Mercoledì 17 febbraio1943: spezzonamento di Cagliari, Quartu e Gonnosfanadiga Forza attaccante: 70 bombardieri di alta e media quota scortati da 35 caccia P 38. Obiettivo: aeroporti del Basso Campidano. A causa del cielo coperto le bombe a frammentazione colpiscono i centri abitati. Incursione sulla Base di Elmas: alle14,06 una prima formazione di 24 B 17 sgancia 3296 spezzoni e 12 bombe da 500 lb. mancando l’obiettivo. Incursione su Cagliari: alle 14.10 una seconda formazione di B 17 spezzona la Base navale, la parte alta di Stampace, Castello e Villanova. Vittime: morti 165 civili e 44 militari, feriti 292. Gli ordigni investono anche Quartu, uccidendo 8 civili e ferendone 19, e la zona del Margine Rosso dove perdono la vita 2 soldati del 409° Btg. Costiero impegnati nei lavori di fortificazione. Incursione su Gonnosfanadiga: alle 14.45 una formazione di 12 B 25 diretta verso l’aeroporto di Villacidro spezzona Gonnosfanadiga uccidendo 77 civili e 6 militari. L’obiettivo principale non viene localizzato e risulta infruttuoso anche l’attacco al campo di Decimo. Incursione sull’aeroporto di Decimomannu: alle 15.00 una formazione di 15 B 26 sgancia 1116 spezzoni sul campo di volo, ma con scarsi risultati. Azione della difesa: poco efficace per le cattive condizioni atmosferiche. Perdite alleate: 2 B 26 caduti nelle campagne tra Nuraminis e Samassi ed un terzo aereo precipitato al largo dell’isola di S.Pietro.
Venerdì 26 febbraio 1943 Incursione aerea su Cagliari Forza attaccante: 19 quadrimotori B 17 senza scorta segnalati alle 14.45 dal Semaforo di Ustica. Obiettivo: il porto di Cagliari. Avvistamento: ore 15,30 dalle S.V. di Capo Carbonara, Torre Fenugu e Torre Mortorio. Inizio incursione: ore 15,37. Bombe sganciate: 204 da 227 Kg da m 7000 di quota. Zone colpite: area portuale e quartiere di Stampace. Vittime: 73 morti e 286 feriti. Esito del tiro contraereo : poco efficace. Caccia decollati su allarme: 4 italiani e 8 tedeschi alle 15.33 . Esito: 3 B 17 colpiti. Perdite: 1 Me 109, 3 caccia danneggiati.
Domenica 28 febbraio 1943 Incursione su Cagliari Forza attaccante: 46 quadrimotori B 17 scortati da 39 caccia P 38. Obiettivo: il porto di Cagliari. Avvistamento: 1^ formazione alle 12,48 dalla S.V. di Torre Fenugu con rotta NW; 2^ formazione segnalata alle 12,53 dal C.R.N. di Gonnesa. Inizio incursione: ore 12,50. Modalità di attacco: in 2 ondate. Bombe sganciate: 538 da 227 kg. da 6500 m di quota. Zone colpite: porto, stazioni ferroviarie, area urbana di Cagliari. Naviglio affondato: p.fo Paolo da 3868 tonn., p.fo S.Rita da 5191 tonn., natanti minori. Vittime civili: oltre 200 morti e alcune centinaia di feriti. Esito del tiro contraereo: poco efficace. Caccia decollati su allarme: 15 italiani e 9 tedeschi alle 12.49. Esito: 3 B 17 probabilmente abbattuti. Perdite: 2 MC 202 e 1 Me 109; 5 Re 2001 danneggiati.
Mercoledì 31 marzo 1943 Incursioni sul Basso Campidano Forze attaccanti: 90 quadrimotori B 17 scortati da 27 caccia P 38. Obiettivo: Cagliari e aeroporti del Basso Campidano. 1°avvistamento: ore 13,55 dai radar tedeschi di Teulada (W 3) e Pula (Saturn). Distanza40 km . 2° avvistamento: ore 13,59 dalle S.V. di Capo Sperone e Capo Spartivento. Incursione su Cagliari: alle 14,11 una formazione di 27 B 17 sgancia da 7000 m 288 bombe da 227 kg sul porto e sulla città. Naviglio affondato: piroscafi Albissola e Campo Mele. Incursione su Monserrato: alle 14,10 una formazione di 18 B 17 sgancia 2592 spezzoni sull’aeroporto colpendo anche l’abitato. Incursione sull’aeroporto di Decimomannu: colpito alle 14,10 da 3168 spezzoni sganciati da 22 B 17 provenienti da SE. Incursione sull’aeroporto di Villacidro: colpito alle 14,23 da 3312 spezzoni sganciati da 23 B 17. Vittime civili e militari: 69 morti e 63 feriti. Esito del tiro contraereo: diversi bombardieri danneggiati. Caccia decollati su allarme: 25 alle 13.56. Esito: 3 B 17 abbattuti e 4 danneggiati. Perdite: 2 MC 202 e 1 Re 2001.
Giovedì 13 maggio 1943 La grande incursione su Cagliari BOMBARDAMENTO STATUNITENSE DIURNO: 13.36 – 14.45 Forza attaccante: 103 quadrimotori B 17, 94 bimotori B 25 / B 26, 186 caccia P38 / P 40 . Avvistamento: ore 13.26 dalla Stazione Radar tedesca di Capo Sperone (Stier). Distanza:80 km . Inizio incursione: ore 13.36. Modalità: in 7 ondate. Bombesganciate: 887 da 454 kg e 6 da 227 kg. Quota operativa: m 7-8000 per i B 17; m 3500 per i bombardieri medi. Dispositivo contraereo: 8 batterie della Milmart, 2 della Flak. Caccia decollati su allarme: 35, alle 13.27. Perdite: 2 MC 202, 3 Me 109, 1 Fw 190; vari danneggiati. Perdite nemiche: 7 aerei probabilmente abbattuti e 27 danneggiati dal tiro contraereo e dai caccia. BOMBARDAMENTO INGLESE NOTTURNO: 22.50 – 23.07 Forza attaccante: 23 bimotori Wellington. Bombe sganciate: 4 block-burster da 4000 lb., 28 da 1000, 57 da 500, 56 da 250 e 2700 spezzoni da 4.
Il 13 maggio furono lanciate su Cagliari ben 451 tonnellate di esplosivo che accrebbero le devastazioni dell’area urbana e del porto prodotte dalle precedenti incursioni. Il serg. Lawrence Smith che allora prestava servizio come mitragliere a bordo di un B 26 del 320° Bomb Group, così ricorda quel lontano giorno di guerra. Avevo una veduta perfetta della città di Cagliari, giusto sulla mia destra. Il cielo sembrava vivo per le esplosioni dei proiettili della contraerea, e potei notare i B 25 venire fuori dalla nuvola di un colpo di flak. Gli scoppi sulla città più in basso mi apparvero come tanti fiori che sbocciavano. Quindi giunse il momento del nostro bomb run: ne facemmo uno dannatamente buono.
Immagini di una città fantasma Quando con l’Armistizio dell’8 settembre 1943 i bombardamenti aerei sulla Sardegna ebbero termine, la zona centrale di Cagliari era ridotta ad un desolante ammasso di rovine. Dei 4500 fabbricati che prima della guerra costituivano il patrimonio edilizio della città, 720 erano rasi al suolo, 540 gravemente danneggiati e 2300 privi di infissi a causa degli spostamenti d’aria. Oltre agli edifici residenziali, le bombe avevano colpito anche le sedi delle istituzioni, i bastioni spagnoli, l’Ospedale Civile, il Teatro Civico e molte chiese, di cui S.Caterina, S.Domenico, S..Agostino e quella della Madonna del Carmine erano andate distrutte. Quanto al porto, era quasi inagibile per le gravi condizioni in cui versavano le scogliere di posa di moli e banchine e la distruzione tanto delle strutture di servizio che delle attrezzature fisse. Cagliari, come mostrano le foto del tempo, era una larva di città pressochè disabitata e invivibile, anche per mancanza di acqua potabile e di elettricità, la cui popolazione, in larga parte malamente alloggiata nei paesi dell’interno, contava non meno di 40mila senzatetto.