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Lezione 7 Concorrenza monopolistica e oligopolio. ultimo aggiornamento 9 aprile 2010. Sommario. Indice della lezione scala minima efficiente e strutture di mercato concorrenza monopolistica interazione strategica e oligopolio politiche della concorrenza.
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Lezione 7Concorrenza monopolistica e oligopolio • ultimo aggiornamento 9 aprile 2010
Sommario Indice della lezione • scala minima efficiente e strutture di mercato • concorrenza monopolistica • interazione strategica e oligopolio • politiche della concorrenza
Scala minima efficiente e struttura di mercato • Sia il monopolio che la concorrenza perfetta sono strutture di mercato poco realistiche • i mercati concreti hanno caratteristiche intermedie • La maggior parte delle imprese, anche le più piccole hanno la capacità di influenzare il proprio prezzo di vendita • la gran parte dei mercati sono imperfettamente concorrenziali • in mercati imperfettamente concorrenziali la curva di domanda non è mai perfettamente elastica • La struttura di mercato è determinata dalle caratteristiche della tecnologia
Scala minima efficiente e struttura di mercato • La scala minima efficiente (MES) è la quantità prodotta in corrispondenza della quale il costo medio di produzione di lungo periodo è minimo • la MES è una caratteristica definita dalla funzione di produzione, cioè dalla tecnologia • Quando la MES è molto ridotta rispetto alla dimensione del mercato la struttura di mercato sarà concorrenziale, q1 rispetto a Q1 • molte imprese • libertà di ingresso • omogeneità di prodotto nel caso di concorrenza perfetta
Scala minima efficiente e struttura di mercato • differenziazione della produzione nel caso di concorrenza monopolistica • Quando la MES è pari o addirittura superiore rispetto alla dimensione del mercato si avrà un monopolio naturale, caso Q3 • Quando la MES è significativamente ampia rispetto alla dimensione del mercato si avrà un oligopolio • caso Q2, dove due imprese si dividono la produzione e realizzano un profitto economico positivo, q2 = Q2 / 2
Concorrenza monopolistica • La concorrenza monopolistica è caratterizzata da • frammentazione dei venditori • libertà di ingresso e uscita dal mercato • differenziazione del prodotto, anche se l’offerta di ogni produttore è sostituibile con quella degli altri produttori • Le imprese rendono una parte della clientela fedele alla propria produzione tramite • localizzazione • qualità • pubblicità • servizi accessori
Concorrenza monopolistica • La curva di domanda della singola impresa non è più perfettamente elastica • A differenza della concorrenza perfetta si hanno due curve di domanda inclinate negativamente • una di mercato • una della singola impresa • Anche in questo caso si ha un equilibrio di breve periodo e un equilibrio di lungo periodo • nel breve periodo l’impresa eguaglia costo marginale e ricavo marginale e fissa un prezzo superiore al costo marginale, come in monopolio • l’impresa registra profitti economici positivi nel breve
Concorrenza monopolistica movimento della curva di domanda nel lungo periodo
Concorrenza monopolistica • La presenza di profitti economici positivi sollecita l’ingresso nel mercato di nuove imprese • la curva di domanda di ogni singola impresa si sposta verso sinistra • l’ingresso di nuove imprese restringe la domanda delle imprese già esistenti • Nel lungo periodo la curva di domanda della singola impresa è tangente alla curva di costi medi di lungo periodo • il prezzo è ancora superiore al costo marginale • i profitti economici sono nulli
Concorrenza monopolistica • l’impresa non produce alla scala minima efficiente • Anche se i profitti economici si annullano, l’impresa mantiene potere di mercato anche nel lungo periodo • Come nel caso del monopolio, non si raggiunge l’efficienza economica • la si potrebbe raggiungere nel caso in cui le imprese potessero utilizzare la discriminazione di prezzo
L’oligopolio • L’oligopolio è caratterizzato da • rilevanti barriere all’entrata • concentrazione dell’offerta e frammentazione della domanda • prodotto omogeneo • non perfetta informazione sui comportamenti dei concorrenti • In concorrenza perfetta e monopolistica i comportamenti di ogni venditori sono irrilevanti per gli altri venditori • nessuno ha necessità di preoccuparsi delle reazioni dei concorrenti alle proprie decisioni
L’interdipendenza strategica tra i venditori • In oligopolio le imprese realizzano che le loro azioni sono interdipendenti • l’azione di un venditore provoca degli effetti sugli altri venditori e la loro reazione • le reazioni degli altri venditori non sono conosciute • esiste non perfetta informazione • ogni venditore deve formulare delle congetture sul comportamento degli altri • Si raggiunge l’equilibrio se ogni venditore agisce al meglio date le sue congetture e le congetture si rivelano esatte
L’interdipendenza strategica tra i venditori • Quindi le decisioni delle imprese, le loro strategie, sono interdipendenti • esistono molti modelli teorici che analizzano l’interazione strategica • ogni modello è basato su ipotesi specifiche su come le imprese formulano le loro congetture sul comportamento degli altri • Prima di passare ad esaminare alcuni di questi modelli deve essere affrontata una questione preliminare • perché le imprese non cooperano tra di loro a danno dei consumatori, piuttosto che competere?
Il dilemma tra cooperazione e competizione • La cooperazione implica un accordo per eliminare la competizione • l’accordo può essere esplicito, e si dice cartello • oppure implicito, e si dice collusione • In concorrenza perfetta, con costi medi e marginali di lungo periodo costanti, le imprese presenti sul mercato avrebbero convenienza a trovare un accordo per • ridurre la produzione da QC a QM • fare lievitare il prezzo a PM • dividersi i profitti monopolistici
Il dilemma tra cooperazione e competizione • Un accordo di questo genere è difficile da essere realizzato • ogni impresa può ulteriormente accrescere i suoi profitti rispetto all’accordo cooperativo • basta offrire il prodotto ad un prezzo leggermente inferiore a PM e non rispettare la quota di produzione imposta • i maggiori profitti verrebbero realizzati a danno delle altre imprese • Situazioni di interazione tra le strategie di più agenti come la precedente sono studiati dalla teoria dei giochi
Teoria dei giochi • Gli elementi caratterizzanti un gioco sono • i giocatori partecipanti al gioco • le strategie a disposizione dei giocatori, cioè le mosse dei giocatori in ogni situazione prevedibile • i payoff, cioè i guadagni e le perdite, associati alle combinazioni di strategie • L’equilibrio di Nash di un gioco è una situazione in cui ogni giocatore massimizza il proprio payoff date strategie degli altri giocatori • ognuno sceglie la migliore risposta alla migliore risposta degli altri
Teoria dei giochi • In alcuni giochi esistono delle strategie dominanti • una strategia è dominante se consente al giocatore di ottenere il massimo payoff indipendentemente dalla strategia degli altri giocatori • La decisione delle imprese tra cooperazione e competizione è un esempio di un gioco a strategia dominante • la strategia dominante è la competizione • la strategia efficiente sarebbe la cooperazione • questo gioco è chiamato “dilemma del prigioniero”
Teoria dei giochi • Le alte spese per pubblicità possono essere anche interpretate come l’esito di un gioco fra le imprese tipo dilemma del prigioniero
Modello di Cournot • Nel modello di duopolio di Cournot le ipotesi fondamentali sono due • i due duopolisti scelgono contemporaneamente la quantità che massimizza il proprio profitto • ciascun duopolista sceglie la quantità da produrre ipotizzando che l’altro duopolista non varierà la produzione • Date queste ipotesi, ciascun duopolista sceglierà quanto produrre eguagliando il costo marginale al ricavo marginale derivante dalla domanda residuale • la domanda residuale si ottiene sottraendo dalla curva di domanda di mercato la quantità prodotta dall’altro duopolista
Modello di Cournot se l’impresa A produce Q0 l’impresa B risponde con QF Q0 se l’impresa B produce QF l’impresa A risponde con QG G QG se l’impresa B produce QG l’impresa A risponde con QH e così via fino al punto E H Q3 Q5 QF 3 5 QH
Modello di Cournot • La funzione di reazione di ciascuna impresa definisce la produzione ottimale di una impresa data la produzione dell’altra • La produzione di equilibrio delle due imprese definita dal punto di intersezione delle due funzioni di reazione • il punto di intersezione è un equilibrio di Nash • le strategie di equilibrio sono le migliori risposte alle migliori risposte • l’equilibrio è stabile, cioè partendo da un punto esterno all’equilibrio le imprese convergono al punto E
Modello di Cournot P = a – b (Q1 + Q2) RM1 = a – b Q2 –2bQ1 CM = 0 Q1 = (a – b Q2)/2b
Modello di Cournot • Funzione di reazione dell’impresa 1 Q1 = R1(Q2) = (a – b Q2)/2b • Simmetricamente Q2 = R2(Q1) = (a – b Q1)/2b • L’intersezione tra le due funzioni di reazioni individua l’equilibrio di Nash Q* = Q1 = Q2 = a/3b P* = a – b (Q1 + Q2) = a – b (2a/3b) = a/3 P1 = P2 = P*·Q* = a2/9b
Modello di Cournot • In monopolio, con lo stesso costo marginale, la condizione di equilibrio sarebbe P = a – b Q RM = a – 2b Q = CM = 0 • L’equilibrio sarebbe QM = a/2b PM = a – b QM = a – b (a/2b) = a/2 PM= PM·QM = a2/4b • In monopolio il prezzo di equilibrio è più alto che in duopolio
Modello di Cournot P = 56 – 2(Q1 + Q2) CM = 20 Q1= 9 – (1/2) Q2 Q2= 9 – (1/2) Q1
Barriere all’entrata • Abbiamo all’inizio affermato che nell’oligopolio esistono rilevanti barriere all’entrata di concorrenti potenziali • Se quelle barriere non esistessero, la minaccia dell’ingresso di nuovi concorrenti ridurrebbe fortemente il potere di mercato degli oligopolisti • il prezzo di vendita tenderebbe verso il costo marginale • mercati con pochi venditori ma libertà di ingresso si dicono contendibili • in mercati contendibili il potere di mercato dei venditori è molto ridotto
Barriere all’entrata • Le barriere all’ingresso possono avere varia natura • possono essere tecnologiche, cioè determinate da una MES ampia rispetto alle caratteristiche del mercato • possono essere determinate da una differenziazione dei costi di lungo periodo tra imprese insediate nel mercato e potenziali entranti • possono essere il frutto del comportamento dei potenziali entranti
Barriere all’entrata • Vari modi per prevenire l’ingresso di concorrenti nel mercato • differenziazione del prodotto • spese in pubblicità • azioni strategiche
La prevenzione strategica dell’ingresso • Una azione strategica è una decisione intrapresa per influenzare le aspettative di altri agenti e quindi i loro comportamenti • l’impegno irrevocabile è una azione strategica • la prevenzione strategica all’ingresso è una azione che muta i comportamenti di un potenziale concorrente e lo scoraggia dall’entrare nel mercato • Senza prevenzione strategica l’impresa insediata non ha convenienza a scatenare una guerra dei prezzi una volta che il concorrente è entrato
La prevenzione strategica dell’ingresso • L’investimento di 3 in capacità produttiva in eccesso cambia i payoff dell’impresa insediata • la minaccia di scatenare una guerra dei prezzi diventa credibile • la guerra dei prezzi è la soluzione ottimale per l’impresa insediata una volta che il concorrente è entrato • il potenziale concorrente cambia le aspettative sul comportamento dell’impresa insediata e decide di non entrare
La prevenzione strategica dell’ingresso • Non sempre la prevenzione strategica è possibile • se il profitto in caso di mancato ingresso fosse 3, l’impresa insediata preferirebbe non installare capacità produttiva in eccesso • la condivisione del mercato con il concorrente diverrebbe la situazione maggiormente profittevole
Politica della concorrenza • L’autorità politica vigila sulla competizione nei mercati • viene impedita la nascita di posizioni di monopolio o oligopolio che non siano dettate dall’obiettivo di ridurre i costi di produzione • la fusione tra imprese può creare un beneficio sociale se riduce i costi • la fusione va scoraggiata se ha l’obiettivo di aumentare il potere di mercato delle imprese, oppure di scoraggiare potenziali concorrenti dall’entrare nel mercato