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  1. anemia Con anemia si intende una riduzione della capacità di trasportodell’ossigeno da parte del sangue periferico: dato che la molecola che trasporta l’ossigeno è l’emoglobina (Hb), si definisce anemia una diminuzione della quantità totale di Hb circolante all’interno degli eritrociti Nella pratica clinica si fa diagnosi generica di anemia quando la concentrazione di Hb nel sangue periferico è inferiore a 12,5 g/dL nell’uomo e a 11,5 g/dL nella donna

  2. concentrazione di emoglobina e variazione del volume plasmatico La concentrazione ematica della emoglobina rappresenta un buon indice di laboratorio per fare diagnosi di anemia a menoche non si verifichino variazioni significative del volume plasmatico: condizioni in cui si determini una diminuzione del volume plasmatico, quali gravi emorragie, estese ustioni, forte diuresi o altri stati di disidratazione, tendono a sottostimare uno stato di anemia; viceversa, le condizioni in cui si abbia una espansione del volume plasmatico, quali la gravidanza, lo scompenso cardiaco congestizio e l'insufficienza renale oligurica, tendono a sovrastimare uno stato di anemia

  3. principali classificazioni delle anemie - fisiopatologica (da ridotta produzione di eritrociti, da ridotta o alterata sintesi di emoglobina, da precoce distruzione dei globuli rossi) - eritrocinetica(iporigenerative e rigenerative) - di laboratorio o morfologica (microcitiche, normo-macrocitiche, megaloblastiche)

  4. gli “indici eritrocitari” MCH e MCHC L’MCH (meancorpuscolarhemoglobin) corrisponde al contenuto emoglobinico corpuscolare medio e si calcola dividendo la concentrazione di emoglobina totale per il numero di globuli rossi:MCH (pg)= [emoglobina (g/dL) x 10] / numero eritrociti (milioni /mmc)] L’MCHC (meancorpuscolarhemoglobinconcentration) corrisponde alla concentrazione emoglobinica corpuscolare media e si calcola dividendo la concentrazione di emoglobina totale per l’ematocrito: MCHC (g/dl)= [emoglobina (g/dl) x 100] / ematocrito La concentrazione emoglobinicadei singoli globuli rossi viene anche misurata dai contatori automatici ed il valore medio così ottenuto viene espresso con l’acronimo CHCM (corpuscolarhemoglobinconcentrazionmean)

  5. RDW L’RDW(reddistribution wide; letteralmente: “ampiezza di distribuzione dei volumi eritrocitari”) rappresenta un indicedi dispersionedelle misurazioni volumetriche relative ai globuli rossi In termini statistici l’RDW corrisponde al coefficiente di variazione percentuale (deviazione standard / media x 100) delle dimensioni dei globuli rossi Nella pratica clinica l’RDW viene anche definito come indice di anisocitosi

  6. HDW L’HDW(hemogobinconcentrationdistribution wide; letteralmente: “ampiezza di distribuzione delle concentrazioni di emoglobina”) rappresenta un indicedi dispersione delle concentrazioni di emoglobina misurate nei singoli globuli rossi In termini statistici l’HDW corrisponde alla deviazione standard dei valori di CHCM ottenuti sulla popolazione eritrocitariaanalizzata Nella pratica clinica l’HDW viene anche definito come indice di anisocromia

  7. reticolociti I reticolocitisono precursori diretti dei globuli rossi. Sono presenti sia a livello midollaresia nel sangue periferico, dove rappresentano circa lo 0,5 – 2% dei globuli rossi totali. I reticolociti circolanti nel sangue periferico sono considerati globuli rossi “giovani” (neociti) e contengono ancora mitocondri, o loro frammenti, e residui di sostanze di natura ribosomiale. Le loro dimensioni sono superiori a quelle dei globuli rossi. Dopo 24/48 ore dalla loro immissione in circolo i reticolociti si liberano completamente dei residuidegli organuli citoplasmatici e diventano globuli rossi “adulti” (normociti). Dall’invecchiamentodei normociti si produrranno poi i gerociti, elementi di volumeancora inferiore che, a seguito della progressiva la perdita di molte funzioni connesse con la sopravivenza, verranno eliminati dal circolo ad opera dei fagociti mononucleati del sistema reticolo-endoteliale (emocateresi). La vita media di un globulo rosso è stimata intorno ai 120 giorni.

  8. classificazione di laboratorio (o morfologica) delle anemie • anemie microciticheMCV < 80 fl ( < 7,3 m) • anemie normo-macrociticheMCV 80 - 110 fl ( 7,3-8,3 m) • anemie megaloblasticheMCV > 115 fl ( > 8,5 m)

  9. anemie microcitiche La microcitosieritrocitaria è sempre il risultato di una difettosa sintesi di emoglobina dovuto alla alterata disponibilità di una delle sue componenti fondamentali: • ferro (anemia sideropenica, anemia da malattia cronica) • catene globiniche (sindromi talassemiche)

  10. Principali forme di anemia riscontrate nel mondo occidentale (Europa e Nord America) - sideropeniche29% (*) - da malattia cronica 27,5% (**) - da emorragia 17,5% - emolitiche 17,5% - da deficit midollare 8,5%  (*) secondo l’OMS, nel mondo 400-500 milioni di soggetti sono affetti da questo tipo di anemia (**) certamente la forma di anemia più frequente tra i pazienti ospedalizzati

  11. fisiologia del ferro Solo lo 0,1% del ferro totale dell’organismo circola nel sangue legato alla transferrina; il resto è immagazzinato sotto forma di ferritina o di emosiderina(ferro di deposito: 30% circa), oppure si trova inglobato nell’anello porfirinico della emoglobina, della mioglobina e degli enzimieminici(ferro funzionale: 70% circa) Il ferro corporeo ammonta nel maschio a circa 50 mg/kg e nella femmina a circa 35 mg/kg; tale differenza è dovuta sia al diverso livello emoglobinico nei due sessi sia alla diversa entità dei depositi, che ammontano a circa 1000 mg nel maschio e a soli 200 – 400 mg nella femmina

  12. distribuzione di ferro nei giovani adulti sani (mg)

  13. assorbimento ed eliminazione del ferro Il contenuto in ferro dell’organismo tende ad essere costante e, pertanto, le perdite sono controbilanciate dalla quota di ferro dietetica assorbita; le perdite di ferro (1-2 mg/die) sono costituite dalla esfoliazione delle cellule dell’epitelio intestinale e, in misura minore, da perdite urinarie, sudore, desquamazione dell’epitelio cutaneo e perdite biliari: nella donna sono inoltre particolarmente significative le perdite che avvengono con il flusso mestruale (20 – 40 mg/mese) Una dieta giornaliera bilanciata contiene 10 – 30 mg di ferro; si deduce quindi che solo il 5 - 10% del ferro introdotto con la dieta viene effettivamente assorbito dall’intestino

  14. ciclo del ferro eritrociti2500mg emolisi (SRE) 20 mg al giorno eritropoiesi (midollo) 20 mg al giorno plasma 4mg assorbimento 1 – 2 mg al giorno perdite 1 – 2 mg al giorno depositi 1000mg mioglobina ed enzimi eminici 300mg

  15. principali cause di deficienza di ferro • CARENZE ALIMENTARI • dieta inadeguata (ricca di cereali e povera di carne) • RIDOTTO ASSORBIMENTO • gastrectomia parziale o totale, acloridria • sindromi da malassorbimento (morbo celiaco) • AUMENTATE RICHIESTA • infanzia, adolescenza, gravidanza, allattamento • PERDITE EMATICHE CRONICHE • perdite mestruali eccessive • emorragie gastrointestinali (ulcera peptica, gastrite, ernia iatale, diverticoliti, emorroidi, assunzione di salicilati, neoplasie) • emorragie genito-urinarie • epistassi

  16. deplezione di ferro nelle perdite ematiche croniche - contenuto di emoglobina in 1 ml di sangue = 0,15 g - contenuto di ferro in 1 g di emoglobina = 3,33 mg - contenuto di ferro in 1 ml di sangue = 0,50 mg Pertanto, una perdita giornaliera di 5 ml sangue comporta una perdita di ferro di 2,5 mg, corrispondente a più del doppio della perdita giornaliera fisiologica

  17. reperti di laboratorio diagnostici di anemia sideropenica • reperti specifici: • sideremia • ferritinemia • TIBC  • UIBC  • % saturazione transferrina  • emocromo: • - RBC  o norm. • - HGB • - HCT • - MCV • - MCH • - MCHC  o norm. • - RDW 

  18. TIBC, UIBC e % di saturazione • - La transferrinaè la glicoproteinasierica deputata al trasporto del ferro nel sangue periferico; ogni molecola di transferrina ha due siti di legame per il ferro: normalmente circa un terzo di questi siti di legame sono occupati, mentre i rimanenti due terzi sono liberi. • La concentrazione ematica della transferrina può essere valutata direttamente con metodi immunometrici; tuttavia, nella pratica clinico-diagnostica, la transferrina viene più frequentemente determinata in modo indiretto, mediante la valutazione della “capacità totale di legare il ferro” (TIBC: Total IronBindingCapacity) della transferrina stessa. La TIBC si valuta in laboratorio determinando la quantità totale di fero legato alla transferrina dopo che tutti i siti di legame della transferrina per il ferro sono stati saturati con ferro esogeno. Nei casi di sideropenia, la transferrina e la TIBC risultano aumentate. • La UIBC (UnsaturatedIronBindingCapacity) corrisponde alla quota di transferrinainsatura (cioè non legata al ferro) e si determina sottraendo alla TIBC la sideremia. • La % di saturazione della transferrina si calcola invece dal rapporto percentuale tra sideremia e TIBC (sideremia / TIBC x 100).

  19. ferro “endogeno” legato alla transferrina ferro “esogeno” aggiunto in laboratorio transferrina Fe Fe FERRO: 4 TIBC: 12 UIBC: 8 SATURAZIONE: 33% condizione normale Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe FERRO: 1 TIBC: 18 UIBC: 17 SATURAZIONE: 5% deficit di ferro Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe Fe

  20. sequenza degli eventi durante lo sviluppo della deficienza di ferro anemia in carenza di ferro deplezione di ferro eritropoiesi in carenza di ferro normale depositi di ferro ferro nell’eritrone TIBC 330  30 360 390 410 (g/dL) ferritina plasmatica 100  60 2010 <10 (g/dL) sideremia 115  50 115 <60 <40 (g/dL) saturazione transferrina 35  15 30 <15 <10 (%) eritrociti normalinormalinormalimicrocitici/ ipocromici

  21. anemia da malattia cronica • Eziologia • infezioni subacute e croniche: endocardite infettiva subacuta, osteomielite, ascessi polmonari, tubercolosi, pielonefrite • disordini immunitari cronici: AR, LES, AIDS • neoplasie: linfomi di Hodgkin, ca. del polmone e della mammella Patogenesi - ridotto apporto di ferro al midollo per sottrazione e mancato rilascio del ferro parte dei macrofagi - ridotta sopravvivenza degli eritrociti per attivazione dei macrofagi - inadeguata produzione di Epo (eritropoietina) conseguente al rilascio di alcune citochine pro-infiammatorie (IL-1, TNF) • Laboratorio • anemia moderata, normo/microcitica e ipocromica con scarsi reticolociti • bassa sideremia • alta ferritinemia per aumento dei depositi tessutali di ferro

  22. elementi di laboratorio per la diagnosi differenziale tra anemie sideropenica e anemia da malattia cronica

  23. recettore solubile della transferrina (sTfR) Il recettore della transferrina (TfR) è espresso su tutte le cellule del nostro organismo, ad eccezione dei granulociti maturi: l’espressione del TfR è particolarmente elevata nei precursori midollari della serie eritroide. Dal clivaggio del TfR si ottiene una forma troncata del recettore, denominata appunto recettore solubile della transferrina (sTfR), che viene liberata in circolo. I sTfR correlano direttamente con il TfR; pertanto, la determinazione dei sTfR è un indicatore affidabile della espressione dei TfR, soprattutto sui precursori dei globuli rossi. L’espressione del TfR (e, pertanto, del sTfR)è inversamente proporzionale allo quantità di ferro contenuto nelle cellule edirettamente proporzionale alla attività di eritropoiesi: i livelli di sTfR risultano infatti aumentati nelle anemie sideropeniche(nella quali si ha carenza di ferro) e ridotti nelle anemie da malattia cronica (nelle quali si ha una ridotta eritropoiesi midollare).

  24. il sTfR nella diagnosi di anemia sideropenica in pazienti con malattia cronica Nella pratica clinica i livelli di sTfR possono risultare utili per diagnosticare un eventuale stato di sideropenia in pazienti con anemia da malattia cronica; in questi casi, la carenza di ferro dovrebbe manifestarsi laboratoristicamente con una riduzione dei livelli ferritina circolante; se però la malattia cronica induce un persistente aumento delle proteina della fase acuta, i livelli di ferritina (che è anche, appunto, una proteina della fase acuta) risulteranno elevati, “mascherando” di fatto lo stato di sideropenia La carenza di ferro determina un aumento dei valori di TfRe di sTfR, facilmente dosabile in laboratorio; in un paziente con anemia da malattia cronica, il riscontro di elevati livelli di sTfR in presenza di bassi valori di sideremia e di elevati valori di ferritinemia diventano pertanto fortemente indicativi di un concomitante stato di sideropenia (es: paziente con AR che assume FANS)

  25. ruolo del sTfR nella diagnosi di anemia sideropenica in pazienti con malattia cronica * la ferritina risulta elevata in quanto aumenta come proteina della fase acuta

  26. sindromi talassemiche Le sindromi talassemiche sono un gruppo eterogeneo di disordini genetici, trasmessi come caratteri autosomici recessivi, caratterizzati da una mancata o diminuita sintesi di emoglobina conseguente alla alterazione (mutazione/delezione) di geni che codificano per le catene globiniche A seconda del tipo di catena interessata si distinguono diversi tipi di talassemie: i quadri clinici più importanti si realizzano quando è difettosa la sintesi delle catene globiniche più rappresentate, cioè le catene  e le catene ; la talassemia è più comune nel Sudest asiatico e nel Medio Oriente, mentre la talassemia  è più comune nell’area Mediterranea e in certe aree dell’Africa, dell’Asia, del Sud Pacifico e dell’India

  27. fisiopatologia delle sindromi talassemiche Le conseguenze ematologiche di un deficit della sintesi di una catena globinica derivano non solo da un basso livello di emoglobina intracellulare (anemia ipocromica) ma anche dal relativo eccesso di altre catene, che tendono ad aggregarsi formando inclusioni insolubili all’interno delle emazie e dei loro precursori, così da provocare la prematura distruzione degli eritroblasti in maturazione nel midollo osseo (eritroblastolisi o eritropoiesi inefficace) e la lisi di eritrociti maturi a livello della milza (emolisi)

  28. varianti emoglobiniche Nel corso della vita, compresa la vita intrauterina, sono presenti diversi tipi di emoglobina che differiscono tra loro per la composizione dei polipeptidi che costituiscono le catene globiniche:  - durante i primi 3 mesi di gravidanza vengono sintetizzate le emoglobine embrionali che comprendono le Hb Gower 1 (22), Gower 2 (22) e Portland (22) - dopo il 3° mese di gravidanza diventa predominante l’emoglobina fetale (HbF: 22), che rimane elevata per tutto il periodo della vita fetale: è ancora elevata al momento della nascita (65 – 95%) poi declina rapidamente fino ad assestarsi, dopo il primo anno di vita, su valori inferiori al 2% - nell’adulto l’emoglobina è costituita principalmente dalla HbA(22) e da piccole quantità di HbA2(22) e di emoglobina fetale(HbF: 22); la quota di HbA è superiore al 95%, quella di HbA2 può variare tra l’1 e il 3% mentre la quota di HbF non supera mai il 2%

  29. talassemia  Le talassemie sono caratterizzate da una ridotta o assente sintesi di catene  globiniche; poiché ogni individuo possiede 4 geni per la globina  (2 su ogni cromosma 16), la gravità del quadro clinico risulta strettamente dipendente dal numero dei geni  difettivi Come per le altre forme di talassemia, l’anemia deriva sia da una ridotta sintesi di emoglobina, sia dall’eccesso di catene non :nelneonato si determina un eccesso di catene  spaiate, che si aggregano a formare tetrameri 4 (Hb Bart), mentre nell’adulto si determina un eccesso di catene , che si aggregano a formare tetrameri 4 (HbH)

  30. -talassemie condizione normale:aplotipo / stato di portatore asintomatico 2 talassemia eterozigote: aplotipo /- laboratorio: HbBart alla nascita 0-2%

  31. -talassemie tratto talassemico 1 talassemia eterozigote: /-- (ASI) 2 talassemia omozigote: -/- (AFR) laboratorio: anemia microcitica – ipocromica HbBart alla nascita 2-8% diminuzione HbA2

  32. -talassemie malattia da HbH doppia eterozigosi per 1 e 2 talassemia: aplotipo -/-- laboratorio: HbH 10 – 30% (corpi di Heinz) HbBart alla nascita fino al 25% Hb Portland alla nascita idrope fetale 1 talassemia omozigote: aplotipo --/-- laboratorio: HbBart: 80%

  33. elettroforesi dell’emoglobina nelle -talassemie

  34. talassemia  Ogni individuo possiede 2 geni per la globina (1 su ogni cromosoma 11) L’alterazione di entrambi i geni ( talassemia omozigote, o talassemia major, o malattia di Cooley) determina una condizione grave, caratterizzata dall’assenza o dalla spiccata riduzione della sintesi di catene ; dopo elettroforesi della emoglobina la HbA appare parzialmente o del tutto assente e sostituita dalla HbF, mentre i livelli di HbA2 sono variabili Se il difetto molecolare è invece a carico di uno solo dei due geni  presenti nel normale patrimonio genetico ( talassemia eterozigote, o talassemia minor, o tratto talassemico), l’incremento nella sintesi delle catene  ad opera dell’altro gene attivo assicura un livello complessivo di emoglobina di poco inferiore ai valori normali; dopo elettroforesi dell’emoglobina si osserva un caratteristico aumento dei livelli di HbA2 (>3,5%), mentre i livelli di HbF sono variabili

  35. anemia a cellule falciformi L’emoglobina S (HbS) è caratterizzata dalla sostituzione dell’amminoacido idrofilicoglutamina (GAG) con l’amminoacido idrofobico valina (GTG) in posizione 6 della catena  In presenza di basse tensioni di ossigeno le molecole di HbS polimerizzano trasformando l’emoglobina prima in un gel viscoso e poi in cristalli birifrangenti che deformano il globulo rosso e gli fanno assumere una caratteristica forma a falce(sickle) I globuli rossi falcizzati perdono la flessibilità necessaria ad attraversare il microcircolo, e vengono captati e distrutti dai macrofagi (anemia emolitica); la diagnosi di anemia falciforme si basa sulla identificazione della HbS mediante elettroforesi delle emoglobine

  36. anemie normo-macrocitiche • basso numero di reticolociti: • anemie da insufficienza midollare • numero di reticolociti normale: • anemie da perdita di sangue (fase iniziale) • alto numero di reticolociti: • anemie emolitiche

  37. anemia da insufficienza midollare Le anemieda insufficienza midollare sono anemie causate da disordini primitivi del midollo che determinano una alterata produzione di precursori indirizzati verso il differenziamento in senso eritroide; sonoanemie normocitiche e normocromoche con reticolociti scarsi o del tutto assenti Se il deficit midollare interessa anche le altre linee cellulari midollari, all'anemia si associano leucopenia e piastrinopenia(pancitopenia)

  38. anemia aplastica: eziologia • - forme idiopatiche(60%) • - forme ereditarie, quali la anemia di Fanconi, rara malattia autosomica recessiva associata a multiple anomalie somatiche (ipoplasia del rene e della milza, anomalie ipoplasiche dell’osso, particolarmente a carico del pollice e del radio) e ad anomalie citogenetiche, causate da un difetto di riparazione del DNA • - forme acquisite, da sostanze mielotossiche quali: • farmaci (cloramfenicolo, antineoplstici, quinacrina, fenilbutazione, fenitoina, carbamazepina) • sostanze chimiche (benzene, toluidina, insetticidi, alcool, arsenico) • radiazioni ionizzanti (radioterapia, esplosioni nucleari, incidenti ad impianti nucleari) • virus (HIV, parvovirus, virus dell’epatite C, virus di Epstein Barr, citomegalovirus, Herpex zoster)

  39. anemia da emorragia acuta Una emorragia acuta importante riduce rapidamente il volume ematico totale e innesca meccanismi compensatori che consistono nell’aumentare la velocità del battito cardiacoe nell’espandere il volume circolatorio a spese del liquido extravasale; il ripristino della volemia causa la comparsa dei segni dell’anemia: infatti il liquido richiamato in circolo diluisce le cellule rimaste determinando una caduta graduale del valore dell’ematocrito durante le successive 24 - 72 ore I livelli di eritropoietina aumentano entro 6 ore ed entro 24 ore diviene evidente la reticolocitosi, che raggiunge il picco dopo 6-10 giorni; se non ci sono altre perdite di sangue e i depositi di ferro consentono una eritropoiesi normale, la reticolocitosi scompare quando la massa eritrocitaria è completamente ripristinata, il che avviene generalmente entro una trentina di giorni

  40. anemie emolitiche • Le anemie emolitiche costituiscono un gruppo eterogeneo di malattie caratterizzate da una ridotta sopravvivenza in circolo dei globuli rossi perprematura distruzione; elementi di laboratorio comuni a queste forme di anemia sono: • il marcato aumento dell’eritropoiesi nel midollo osseo, nel tentativo di compensare la perdita di emazie, con conseguente aumento della percentuale direticolociticircolanti • l’accumulo dei prodotti del catabolismo dell’emoglobina, con aumento della bilirubinemia indiretta solitamente non oltre i 4 – 5 mg/dL • nei casi di emolisi intravascolare: deplezione di aptoglobina nel sangue periferico e presenza di emoglobinuria

  41. emolisi intra- ed extra-vascolare Ogni giorno circa l’1% dei globuli rossi circolanti (contenenti dai 5 ai 6 grammi di emoglobina) viene rimosso dai fagociti mononucleati del sistema reticolo-endoteliale (SRE) e sostituito con reticolociti; tale processo viene definito emolisi extravascolare Solo il 5 – 10% dell’intero processo emolitico fisiologico avviene nei vasi sanguigni con un processo, chiamato emolisi intravascolare, che libera emoglobina in circolo; nel plasma l’emoglobina libera viene captata dalla aptoglobina: tale azione impedisce la perdita di emoglobina con il filtrato glomerulare e consente il trasporto dalle emoglobina al fegato ed al SRE per il recupero del ferro L’aptoglobina è in grado di captare circa 100 mg di emoglobina libera / 100 ml di plasma: quando la concentrazione ematica di emoglobina libera diventa superiore alla capacità dell’aptoglobina di legare l’emoglobina stessa, si ha la comparsa di emoglobina nelle urine (emoglobinuria); la deplezione di aptoglobinaè quindi un segno di emolisi intravascolare recente, mentre il riscontro di emoglobinuria è indice di una emolisi intravascolare massiva

  42. deplezione di aptoglobina: emolisi intravascolare recente • deplezione di emopessina: emolisi intravascolare importante • emoglobinuria: emolisi intravascolare massiva • aumento di metaemalbumina: emolisi intravascolare cronica

  43. lattico deidrogenasi (LDH) L’LDH catalizza la conversione reversibile del lattato in piruvato ed è virtualmente ubiquitaria; l’enzima è costituito una molecola tetramerica formata da 2 subunità (H: heart e M: muscle) dalla cui diversa combinazione derivano 5 forme isoenzimatiche (LD1 – LD5); le diverse forme enzimatiche della LDH hanno una distribuzione caratteristica nei vari tessuti, in relazione alla prevalenza di un metabolismo glucidico aerobio o anaerobio: così, miocardio ed eritrociti sono ricchi delle isoforme LD1 e LD2 in cui prevale la subunità H, mentre fegato e muscoloscheletrico sono ricchi delle isoforme 4 e 5 in cui prevale la subunità M - le isoforme LD1 e LD2 aumentano caratteristicamente nell’ infarto del miocardio (LD1/LD2 > 1) e nelle anemie emolitiche (LD1/LD2 < 1) - le isoforme LD3, LD4 e LD5 risultano frequentemente aumentate in soggetti affetti da tumore in stadio avanzato - le isoforme LD4 e soprattutto LD5 aumentano nel corso di numerose epatopatie

  44. anemie emolitiche: classificazione • Anemie emolitiche ereditarie da cause intraglobulari, o intrinseche (ereditarie): • da alterazioni della membrana eritrocitaria (es: sferocitosi ereditaria) • da alterazioni degli enzimi eritrocitari (es: deficit di G6PDH) • Anemie emolitiche da cause extraglobulari, o estrinseche (acquisite): • mediate da anticorpi (alloimmuni e autoimmuni) • non mediate da anticorpi

  45. anemie emolitiche intrinseche da alterazione di componenti della membrana eritrocitaria Le anemie di questo gruppo sono causate da alterazioni del membrano-scheletro degli eritrociti prodotte da deficit qualitativi o quantitativi di proteine strutturali. In queste patologie gli eritrociti sono caratterizzati da una ridotta deformabilità, da perdita di frammenti del doppio strato lipidico e da un accumulo di calcio nella membrana con conseguente aumento della sua rigidità. Nel microambiente dei sinusoidi splenici lo stress metabolico (in particolare l’accumulo di metaboliti acidi) e l’azione meccanica favoriscono la prematura lisi dei globuli rossi ad opera delle cellule del sistema reticolo-endoteliale, causando una emolisi extarvascolare. L’andamento cronico di queste patologie, che comprendono la sferocitosi ereditaria, l’ellissocitosi, la piropoichilocitosi, la stomatocitosi, è a volte complicato da periodi di emolisiacuta alla quale segue un grado variabile di anemia con reticolocitosi e iperbilirubinemia.

  46. reperti di laboratorio nella sferocitosi ereditaria • Cellule ematiche e indici eritrocitari • - anemia lieve (Hb 9-12 g/dl) • MCV normale o lievemente diminuito • MCHC elevata • riscontro di sferociti nel sangue periferico • reticolociti 5 – 7 % • Test eritrocitari • fragilità osmotica elevata • Esami ematochimici • lieve iperbilirubinemia indiretta • urobilinogeno urinario aumentato

  47. funzioni metaboliche dell’eritrocita L’eritrocita maturo ha un metabolismo relativamente semplice, sufficiente ad assecondare le sue modeste esigenze metaboliche; tali esigenze consistono essenzialmente nel: 1. mantenere il gradiente elettrolitico con l’ambiente extracellulare (sangue) alimentando le pompe sodio / potassio ATP-dipendenti; 2. mantenere il ferro dell’emoglobina allo stato ridotto (Fe++); 3. proteggere l’emoglobina e la membrana dagli agenti ossidanti. Per garantire queste funzioni, l’eritrocita utilizza una serie di prodotti della glicolisi anaerobiadalla quale ottiene, per ogni molecola di glucosio, 2 molecole di ATP e 2 molecole di NAD ridotto (NADH); in particolare: 1. l’ATP fornisce l’energia necessaria a sostiene il funzionamento della pompe di membrana sodio / potassio; 2. il NADH consente l’azione della metaemoglobina reduttasi, che provvede a ridurre la quota di emoglobina “ferrica” (Fe+++, ossidata) ad emoglobina “ferrosa” (Fe++); 3. da una variante della via glicolitica, la cosiddetta via dei pentoso fosfati, l’eritrocita rigenera glutationeridotto il quale, grazie al gruppo sulfidrilico (SH) della cisteina, proteggere l’emoglobina e la membrana cellulare dall’azione degli agenti ossidanti.

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