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STATI FEBBRILI E LE ALTRE VARIAZIONI DELLA TEMPERATURA CORPOREA

STATI FEBBRILI E LE ALTRE VARIAZIONI DELLA TEMPERATURA CORPOREA. Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Prof. M. Muscaritoli. Temperatura corporea media (18-40 anni) 36,8°C + 0.4 °C (Nadir 6 A.M. - Zenith 4-6 P.M.).

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STATI FEBBRILI E LE ALTRE VARIAZIONI DELLA TEMPERATURA CORPOREA

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  1. STATI FEBBRILI E LE ALTRE VARIAZIONI DELLA TEMPERATURA CORPOREA Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Prof. M. Muscaritoli

  2. Temperatura corporea media (18-40 anni) 36,8°C + 0.4 °C (Nadir 6 A.M. - Zenith 4-6 P.M.) 37,5 . . . . . 37,0 . 36,5 36,0 0 4 8 12 16 20 24

  3. Gli esseri umani sono animali OMEOTERMI, ovvero in grado di mantenere entro certi limiti costante la temperatura del proprio corpo TERMOCETTORI cutanei periferici, superficiali e profondi CENTRO TERMOREGOLATORE: IPOTALAMO, e in particolare i neuroni della regione rostrale TERMOGENESI/TERMODISPERSIONE

  4. TERMOGENESI Calore prodotto dal corpo in toto = somma del calore prodotto da ogni singola cellula A livello cellulare il calore prodotto ha un’origine chimica, tramite reazioni metaboliche esotermiche, in particolare quelle di OSSIDORIDUZIONE a livello della catena respiratoria mitocondriale CALORE 50% GLICIDI LIPIDI FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA 50%responsabile della produzione di ATP una importante riserva energetica dell’organismo

  5. TERMOGENESI TERMOGENESI OBBLIGATORIA: produzione basale di calore in condizioni di riposo ed a normale temperatura ambientale, e riguarda il calore generato dall’attività metabolica e l’energia richiesta per l’omeostasi fisiologica, in assenza di sovraccarico funzionale. A tale regolazione presiedono gli ORMONI TIROIDEI METABOLISMO BASALE: 1.400-1.800 cal/die TERMOGENESI FACOLTATIVA: produzione di calore in eccesso in confronto a quella richiesta per lo stato basale. A tale regolazione presiedono le CATECOLAMINE

  6. TERMOGENESI Ormoni tiroidei e Catecolamine (noradrenalina, adrenalina, insulina e glicocorticoidi) SISTEMA NERVOSO NEUROVEGETATIVO • Incremento delflusso degli ioni (Ca2+,Na+,K+) che determina un’accelerata attivazione/sintesi dell’ATPasi • Contrazione della muscolatura scheletrica (BRIVIDO): è un meccanismo involontario e viene anche denominato termogenesi contrazionale.Essa si attiva quando la temperatura ambientale si abbassa ad un limite non altrimenti compensabile. La muscolatura striata funge pertanto da “Fornace Metabolica”

  7. TERMOGENESI CALORE GENERATO A B SANGUE DISPERSIONE RITENZIONE Ambiente freddo Scarsa produzione endogena di calore Ambiente surriscaldato Eccessiva produzione endogena di calore VASODILATAZIONE VASOCOSTRIZIONE (noradrenalina) Lo stato di contrazione dei vasi superficiali è sotto il controllo di meccanismi centrali (tuber cinereum)

  8. TERMODISPERSIONE • CONDUZIONE: è necessario il contatto fisico affinchè il calore si disperda dal corpo a temperatura più alta verso il corpo a temperatura più bassa. E’ unidirezionale • CONVEZIONE: movimento diretto, naturale o forzato, di particelle aventi temperatura diversa (gas efluidi che circondano la superficie cutanea) • IRRAGGIAMENTO: trasferimento di energia termica tramite onde elettromagnetiche infrarosse. Non necessita di contatto fisico. Dipende non solo dalla differenza di temperatura ma anche dall’estensione della superficie cutanea • EVAPORAZIONE:passaggio dell’acqua dallo stato liquido a quello aeriforme (sudore). Non necessita di differenza di temperatura tra due corpi. L’unico ostacolo è l’UMIDITA’. La sudorazione è sotto il controllo del SNC.

  9. I CENTRI TERMOREGOLATORI • AREA PREOTTICA • FORMAZIONE RETICOLARE • GANGLI SIMPATICI Termocettori periferici Sangue Generazione di segnali che determinano termodispersioe o termogenerazione “Termostato biologico” TEMPERATURA DI RIFERIMENTO : 37°C

  10. I CENTRI TERMOREGOLATORI Nell’area preottica sono presenti 4 tipi di neuroni: RECETTIVI w I TC = 37°C stimoli eccitatori equivalgono quelli inibitori NEURONI RECETTIVI DI T > o < 37°C NEURONI INSENSIBILI A STIMOLI TERMICI TC > 37°C stimoli eccitatori > inibitori (neuroni w) e viceversa (neuroni c) c w TC < 37°C stimoli inibitori > eccitatori (neuroni w) e viceversa (neuroni c) NEURONI DI TERMO DISPERSIONE NEURONI DI TERMO PRODUZIONE EFFETTORI

  11. IPERTERMIENON FEBBRILI • CAUSE ESOGENE: • COLPO DI SOLE: prolungata esposizione della testa ai raggi solari (aumento della permeabilità capillare del SNC) • COLPO DI CALORE: in ambiente caldo-umido, soprattutto in concomitanza di sforzi fisici, difficoltà di raffreddamento per evaporazione per l’elevata concentrazione di vapor acqueo nell’aria. • CAUSE ENDOGENE: • IPERTERMIE DI ORIGINE ENDOCRINA: IPERTIROIDISMO Gli ormoni tiroidei stimolano la trascrizione di geni codificanti per l’ATPasi. Stimolano la lipogenesi negli epatociti, rendendo disponibili gli acidi grassi substrato della genesi ossidativa del calore a livello miticondriale. • IPERTERMIA MALIGNA: malattia ereditaria autosomica dominante. Si scatena in concomitanza di interventi chirurgici dopo esposizione ad anestetici volatili. Alla base ci sarebbe un difetto genetico della molecola dei canali del calcio del reticolo sarcoplasmatico, il cui funzionamento risulterebbe instabile dando luogo ad un eccessivo flusso di calcio sotto l’influenza di determinati stimoli.

  12. IPERTERMIE FEBBRILI FEBBRE: elevazione della temperatura corporea oltre le normali variazioni circadiane, legata ad alterazioni del centro regolatore situato nell’ipotalamo anteriore. IPERTERMIA: elevazione della temperatura corporea al di sopra del livello di soglia ipotalamico, dovuta a un’insufficiente dispersione di calore NORMALMENTE LA TC = 36.8°C + 0.4°C Si ha febbre quando TC mattutina è > 37,2°C TC pomeridiana è > 37,7°C • CICLO MESTRUALE • STAGIONI • ETA’ • DIGESTIONE • GRAVIDANZA La TC può variare in dipendenza di:

  13. IPERTERMIE FEBBRILI TERMOCETTORI PERIFERICI CENTRO TERMOREGOLATORE IPOTALAMICO TC COSTANTE FIBRE AFFERENTI SANGUE ORGANUM VASCULOSUM LAMINAE TERMINALIS In ambiente neutro le reazioni metaboliche dell’uomo producono più energia di quella necessaria, pertanto l’ipotalamo controlla la TC utilizzando maggiormente i meccanismi di termodispersione T Corporea 36,8°C + 0.4 °C ORALE + 0.6 °C RETTALE

  14. IPERTERMIE FEBBRILI PIROGENI ESOGENI PIROGENI ENDOGENI Polipeptidi prodotti da un gran numero di cellule nell’organismo, in particolare MONOCITI E MACROFAGI, ma anche LINFOCITI, CELLULE ENDOTELIALI, FIBROBLASTI e altri. • Origine batterica Lipopolisaccaride (Gram -) Acido lipoteicoico (Gram+) Peptidoglicani (Gram+) CITOCHINE PIROGENE: IL 1α IL 1 β TNF α TNF β IFN α IFN β IFN γ IL – 6 IL – 2 IL - 8 • Origine non batterica (alimenti, farmaci)

  15. IPERTERMIE FEBBRILI AGENTI INFETTIVI TOSSINE MEDIATORI DELL’INFIAMMAZIONE FEBBRE CONSERVAZIONE DEL CALORE PRODUZIONE DEL CALORE MONOCITI/MACROFAGI CELLULE ENDOTELIALI ALTRE CELLULE INNALZAMENTO DEL LIVELLO DI SOGLIA DELLA TERMOREGOLAZIONE CITOCHINE PIROGENE IL-1, TNF, IL-6, IFN MEDIATORI DELL’ACIDO ARACHIDONICO PGE 2 IPOTALAMO ANTERIORE

  16. IPERTERMIE FEBBRILI MODIFICAZIONI COMPORTAMENTALI Batteri CORTECCIA CEREBRALE INNALZAMENTO DEL LIVELLO DI SOGLIA DELLA TERMOREGOLAZIONE Virus FIBRE EFFERENTI SIMPATICHE BRIVIDO VASI EMATICI PERIFERICI Parassiti VASOCOSTRIZIONE La produzione/conservazione del calore si protrae finchè la TC non coincide con il “set febbrile”

  17. IPERTERMIE FEBBRILI MODIFICAZIONI DEL COMPORTAMENTO CITOCHINE PIROGENE INIBITORI CICLOOSSIGENASI RIDUZIONE DEL LIVELLO DI SOGLIA IPOTALAMICO ANTIPIRETICI ENDOGENI vasopressina, corticotropina, MSH VASODILATAZIONE SUDORAZIONE Si ottiene così una termodispersione per raggiungere il nuovo livello di soglia ipotalamico

  18. IPERTERMIE FEBBRILI ANDAMENTO DELLA FEBBRE • FASE DEL RIALZO TERMICO O PRODROMICA: oggettiva sensazione di freddo ed eventuale comparsa del brivido, e riscontro obiettivo di pallore cutaneo per la vasocostrizione Aumento della termogenesi e riduzione della termodispersione (aumento della PA e FC) • FASE DEL FASTIGIO: la termoregolazione si è aggiustata a un livello più alto e la TC resta abbastanza costante. Manca la sensazione di freddo e il brivido • FASE DELLA DEFERVESCENZA: sensazione di caldo e abbassamento della TC La caduta della febbre può avvenire -bruscamente (per LISI) -gradualmente (per CRISI)

  19. IPERTERMIE FEBBRILI FEBBRE CONTINUA: rialzo termico al di sopra dei 37°C che si mantiene costante durante il periodo del fastigio, con oscillazioni della temperatura inferiori a 1°C TC > 37°C (Salmonella typhi) FEBBRE REMITTENTE: oscillazioni giornaliere più significative, anche >1°C senza raggiungere mai la defervecenza FEBBRE INTERMITTENTE: andamento nel corso della quale si alternano periodi di rialzo termico a periodi di apiressia, ognono di essi di varia durata a seconda dei casi TC > e< 37°C (Plasmodium) QUARTANA rialzo termico dopo 2 giorni di apiressia QUOTIDIANAentrole 24h TERZANA rialzo termico a giorni alterni

  20. IPERTERMIE FEBBRILI FEBBRE RICORRENTE: rialzo termico della durata di alcuni giorni seguito da defervescenza sempre della durata di alcuni giorni (Borrellia) FEBBRE ONDULANTE: sia la defervescenza che il rialzo termico avvengono gradualmente (Brucella /LH)

  21. IPERTERMIE FEBBRILI EFFETTI DELLA FEBBRE SU ORGANI E APPARATI: • SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO: -prevalenza del sistema neurovegetativo simpatico che induce vasocostrizione (nel periodo prodromico). Vasodilatazione nel periodo della defervescenza -tachicardia con un aumento delle pulsazioni in media di circa 8 per ogni grado di temperatura corporea • APPARATO RESPIRATORIO: polipnea (aumento degli atti respiratori nell’unità di tempo) • APPARATO DIGERENTE: disappetenza, nausea e talora vomito • SNC: torpore, astenia adinamia muscolare

  22. PERCHÉ LA FEBBRE? • Meccanismo di difesa primitivo: • La crescita e la virulenza di molte specie batteriche viene ad essere diminuita ad alte temperature. • L’aumento della temperatura aumenta il potere fagocitico e battericida dei neutrofili • Aumenta l’effetto citotossico dei linfociti • Problemi che la febbre comporta: • Accelerazione dei processi catabolici (calo ponderale, negativizzazione del bilancio d’azoto) • Riduzione dell’acutezza mentale fino al delirium o allo stato stuporoso • Convulsioni febbrili nei bambini • Rischio di anomalie fetali se la TC supera i 37,8°C nel primo trimestre di gravidanza

  23. SINTOMI DI ACCOMPAGNAMENTO • Sintomi di accompagnamento della febbre: • BRIVIDO : mediato dal SNC (meccanismo involontario di termoproduzione) • RIGOR FEBBRILE: brivido profondo con piloerezione, battito di denti e scuotimento imponente (influenza, rickettsiosi, infezioni batteriche, leptospirosi, brucellosi, malaria, linfomi, ascessi, leucemie, epatoma, carcinoma a cellule renali) • SUDORAZIONE: determina termodispersione nella fase di defervescenza dopo la terapia antipiretica • ALTERAZIONI DELLO STATO MENTALE: soprattutto negli anziani, nei defedati e nei pazienti molto giovani • CONVULSIONI FEBBRILI: soprattutto nel bambino

  24. APPROCCIO AL PAZIENTE ANAMNESI : ORDINE E COMPARSA DEI SINTOMI USO DI EVENTUALI FARMACI INTERVENTI CHIRURGICI O ODONTOIATRICI ANAMNESI LAVORATIVA ESPOSIZIONE A FUMI TOSSICI O GAS CONTATTI CON ANIMALI RECENTI VIAGGI CONSUMO DI CARNI POCO COTTE O FORMAGGI FRESCHI/LATTE NON PASTORIZZATO PARTICOLARI PRATICHE SESSUALI USO DI SOSTANZE STUPEFACENTI ANAMNESI FAMILIARE(connettiviti, TBC) ETNIA (febbre familiare mediterranea) INDAGINI DI PRIMO LIVELLO

  25. APPROCCIO AL PAZIENTE ESAME OBIETTIVO :con particolare riguardo alla pelle, linfonodi, occhi, letti ungueali, sistema cardiovascolare, torace, addome ,sistema nervoso centrale. E’ d’obbligo: l’esplorazione rettale l’esame della prostata, dello scroto, dei testicoli e del pene l’esplorazione pelvica nella donna. INDAGINI DI PRIMO LIVELLO LABORATORIO: VES, emocromo, elettroliti, protidogramma, azotemia, creatininemia, transaminasi, PCR, urine -SIEROLOGICHE: monotest, Ab per cytomegalovirus, sierodiagnosi per Tifo, Paratifo, Brucella -COLTURALI: emocolture, urinocolture, coprocolture, colture espettorato, tampone faringeo/uretrale/vaginale, es. liquor -STRUMENTALI: RX torace, ecografia addominale INDAGINI DI SECONDO LIVELLO

  26. APPROCCIO AL PAZIENTE -LABORATORIO: si ripetono per conferma quelli del 2°livello (incluse le sierodiagnosi per Tifo, Paratifo e Brucella per positività tardiva) +anticorpi anti Rickettsia (Febbre Q, Febbre Bottonosa). -EMOCOLTURE: si ripetono lasciandole fino a 2 settimane (gruppo HACEK che hanno tempi di crescita anche molto lunghi) -URINOCOLTURE: per micobatteri e funghi -COLTURA DI CAMPIONI DIVERSAMENTE OTTENUTI: biopsie, aspirati, broncolavaggi,ecc… -ASPIRATO MIDOLLARE: peresame citologico e colturale -ANA -TEST CUTANEO ALLATUBERCOLINA: negativo in miliare, linfomi, AIDS, malnutrizione INDAGINI DI TERZO LIVELLO

  27. APPROCCIO AL PAZIENTE -RX TORACE: riesaminare precedenti e ripetere se necessario (conferma dati dubbi) -RTC-RMN torace e addome (masse retroperitoneali, masse addominali, linfonodali….) -COLONSCOPIA: ca. colon causa comune di febbre nell’anziano -ECOCARDIOGRAFIA: endocardite, pericardite,mixoma atriale -SCINTIGRAFIA CON LEUCOCITI MARCATI: utili nell’individuare sedi di flogosi (settica e non) non sospettate (raccolte,osteomieliti,artriti) I risultati sono poi confermati con TC mirata. -BIOPSIA EPATICA E MIDOLLARE INDAGINI DI TERZO LIVELLO

  28. APPROCCIO AL PAZIENTE CONTROLLO DE VISU DURANTE LA MISURAZIONE DELLA FEBBRE PER EVITARE DI IGNORARE UNA FEBBRE FACTITIA

  29. CAUSE PIU COMUNI DI FEBBRE: • Infezioni vie aeree superiori • Infezioni tratto urinario • Ascessi superficiali- celluliti • Polmoniti • Terapia sintomatica • Terapia antibiotica (complicazioni)

  30. FUO (FEVER OF UNKNOWN ORIGIN) • Termine introdotto da Petersdorf nel 1961 per indicare: • Febbre > 38, 3°C riscontrata in più occasioni • Febbre di durata > 3 settimane • Impossibilità a formulare una diagnosi dopo 1 settimana di indagini in ambiente ospedaliero

  31. FUO (FEVER OF UNKNOWN ORIGIN)

  32. FUO: CAUSE PIU’ FREQUENTI INFEZIONI Ascessi epatici, sottoepatici, della colecisti, subfrenici, splenici, periappendicolari, perineali, pelvici e di altre sedi. Granulomatosi, tubercolosi extrapolmonare e miliare, micobatteri atipici, infezioni fungine. Intravascolari: endocardite da catetere, meningococcemia, gonococcemia,listeria, brucella, febbre da morso di gatto, febbre recidivante Virali, da rickettsie, clamidie: CMV, mononucleosi infettiva, HIV, epatite, febbre Q, psittacosi Parassitarie: amebiasi extraintestinale, malaria, toxoplasmosi DISORDINI INFIAMMATORI NON INFETTIVI Malattie del collagene, febbre reumatica, LES, AR, malattia di Still, vasculiti, Granulomatosi: sarcoidosi, epatite granulomatosa, morbo di Crohn Danno tissutale: embolia polmonare, anemia falciforme, anemia emolitica FEBBRE DA FARMACI Sulfonamidi, penicilline, tiouracili, barbiturici, chinidina, lassativi FEBBRE FACTITIA FEBBRE MEDITERRANEA FAMILIARE, MALATTIA DI FABRY

  33. TERAPIA DELLA FEBBRE • SOSPENSIONE DEL FARMACO SOSPETTO (febbre da farmaci) • INTERRUZIONE DELL’ANESTESIA E SOMMINISTRAZIONE DI DANTROLENE SODICO (Ipertermia maligna) • SPUGNATURE, COPERTE REFRIGERANTI, LAVANDA GASTRICA O PERITONEALE CON SOLUZIONE FISIOLOGICA FREDDA (ipertermie) • ANTIPIRETICI • GLUCOCORTICOIDI • TERAPIA SPECIFICA DELLA MALATTIA DI BASE ATTENZIONE A NON MASCHERARE L’ANDAMENTO DELLA FEBBRE!!

  34. CAUSE DELLE SINDROMI DA IPERTERMIA • COLPO DI CALORE • Da esercizio fisico: esercizio fisico in ambienti con valori di temperatura e di umidità troppo elevati • Non da esercizio fisico: anticolinergici, antistaminici, antiparkinsoniani,diuretici, fenotiazine IPERTERMIA DA FARMACI Amfetamine, inibitori delle MAO, cocaina, antidepressivi triciclici, lsd SINDROME MALIGNA DA NEUROLETTICI Fenotiazine, butirrofenoni (aloperidolo), fluoxetina, metoclopramide, domperidone, tioxitene IPERTERMIA MALIGNA Da inalazione di anestetici, succinilcolina ENDOCRINOPATIE Tireotossicosi, Feocromocitoma

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