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LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA

IL GOVERNO DELL’ESPANSIONE URBANA IL CONTROLLO SULL’USO DEL SUOLO. LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA. IL MODELLO AUTORITATIVO: LA PIANIFICAZIONE NORMATIVA. Lo Stato esercita il diritto-dovere della pianificazione in funzione della sua neutralità e del bene comune.

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LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA

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Presentation Transcript


  1. IL GOVERNO DELL’ESPANSIONE URBANA IL CONTROLLO SULL’USO DEL SUOLO LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA

  2. IL MODELLO AUTORITATIVO: LA PIANIFICAZIONE NORMATIVA • Lo Stato esercita il diritto-dovere della pianificazione in funzione della sua neutralità e del bene comune. • Il piano è un insieme di vincoli e di norme prescrittive esercitati in funzione del bene comune • La Zonizzazione, la NTA, il Regolamento edilizio

  3. IL MODELLO QUANTITATIVO • Obiettivo:dimensionamento (previsione) degli assetti futuri • Analisi preliminare di tipo statistico quantitativo: popolazione, attività, ecc • Modelli matematici previsionali • Analisi dei fabbisogni e della domanda • Standard urbanistici

  4. IL MODELLO “A CASCATA” • La pianificazione agisce mediante una sequenza ordinata scalarmente e temporalmente di diversi piani (territoriali, generali, particolareggiati) • Il piano scalarmente superiore detta le regole a quello inferiore (esecutivo) • Il piano scalarmente superiore precede temporalmente quello inferiore

  5. IL MODELLO MULTIDISCIPLINARE • La pianificazione è un’attività che si esercita mediante il contributo di diverse discipline per dare risposta alla complessità della città • I rapporti con le discipline economiche • La pianificazione integrata territoriale promuove un ordinato assetto del territorio parallelamente al suo sviluppo economico

  6. . LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA IN ITALIA

  7. . LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA IN ITALIA

  8. LA LEGGE URBANISTICA NAZIONALE • I PIANI TERRITORIALI • I piani territoriali di coordinamento • I PIANI URBANISTICI GENERALI • Piano regolatore generale • Programma di fabbricazione • I PIANI PARTICOLAREGGIATI • Peep, Pip, Piani di recupero, ecc

  9. IL DM. 1444 DEL 1968IL DECRETO SUGLI STANDARD • LE ZONE TERRITORIALI OMOGENEE • il centro storico • le aree di completamento • le aree di espansione • le aree produttive • i servizi • il verde • le aree agricole • GLI STANDARD URBANISTICI • TERRITORIALI • DI QUARTIERE • VERDE • ISTRUZIONE • GENERALI • PARCHEGGI

  10. IL PACCHETTO DEGLI ANNI ‘70 • LA LEGGE 10 DEL 1977 • IL DIRITTO AD EDIFICARE • LA CONCESSIONE ONEROSA • IL PROGRAMMA PLURIENNALE DI ATTUAZIONE • L’EQUO CANONE • LA LEGGE SULLA CASA • LA LEGGE 457/1978 • IL P.I.P. • IL PIANO DI RECUPERO

  11. IL RUOLO DELLE REGIONI • Il Dpr 616/1976 ed trasferimento di competenze • Le nuove Leggi urbanistiche e i nuovi Piani Territoriale Regionali • La Legge 142/1990 e i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale • Le Aree metropolitane • La seconda generazione di Leggi urbanistiche: i Piani strutturali sostituiscono i Piani regolatori

  12. LA 142 DEL 1990 • IL PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE • L’APPROVAZIONE DEGLI STRUMENTI URBANISTICI • L’ACCORDO DI PROGRAMMA • LE AREE METROPOLITANE • LA REGIONE SICILIA • LE PROVINCIE REGIONALI • LE AREE METROPOLITANE

  13. LE NUOVE LEGGI URBANISTICHE REGIONALI • APPROCCIO RETICOLARE ? • RILEVANZA DELLE TEMATICHE AMBIENTALI • SPAZIO ALLA PARTECIPAZIONE • APPROCCIO PEREQUATIVO • MAGGIORE SPAZIO A PROGRAMMI E PROGETTI URBANI

  14. CHE COSA E’ UN PIANO URBANISTICO?

  15. LE TRE CONCEZIONI DEL PIANO IL PIANO COME STRUMENTO TECNICO DI ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DISEGNO DELLA CITTA’ IL PIANO COME STRUMENTO DI EQUITA’ SOCIALE E REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA IL PIANO COME UN PROCESSO DI DECISIONI (RAZIONALI?)

  16. IL PIANO COME STRUMENTO DI EQUITA’ SOCIALE IL PARADIGMA ETICO

  17. "La prima funzione dell'Urbanistica nel nostro sistema consiste nell'assicurare il supporto tecnico necessario per organizzare il territorio in quanto fattore produttivo dell'economia capitalistica, per renderlo cioè utilizzabile come tale; questa funzione si esplica a sua volta in due modi: organizzare il territorio da un lato come base per la formazione del plusvalore e dall'altro per la riproduzione della forza lavoro".(Romano M., 1980).

  18. IL PIANO COME STRUMENTO ECONOMICO SOCIALELA CITTA’ PRODOTTO, della attività umana la sua organizzazione, intesa non solo come attrezzatura di base e di servizi, ma più in generale di tutte le infrastrutture indispensabili allo sviluppo dei processi produttivi, è determinata dalla struttura e dai fini della società molto più di quanto non risulti determinata dalle condizioni naturali. • FATTORE PRODUTTIVO, in quanto concorre all’accumulazione del capitale: • direttamente attraverso la rendita fondiaria, che altri non è che una forma diversa assunta dal profitto capitalistico; • indirettamente, mediante l’offerta dei servizi necessari alla produzione, quali strade, aree attrezzate, etc..

  19. LA SOCIALIZZAZIONE DELLE FORZE PRODUTTIVE favorire una riproduzione del capitale attraverso la fornitura dei beni che consentono lo sviluppo dei processi produttivi: aree attrezzate per l' industria, infrastrutture di trasporto, etc..; consentire quella che Marx definisce la riproduzione della forza lavoro, ovvero tutti quei servizi e quelle infrastrutture che consentono alla classe operaia, al di fuori della fabbrica di vivere, riposare, riprodursi: la casa, il verde, i servizi sociali, etc..

  20. RENDITA FONDIARIA E CONSUMI COLLETTIVI LA RENDITA FONDIARIA riduce i margini di profitto del capitale industriale attraverso un eccessiva pressione sul salario operaio per le spese dell’abitazione; riduce gli investimenti nel settore industriale a vantaggio di più redditizi investimenti fondiari: sottrae spazio, attraverso la realizzazione di interventi speculativi, alla realizzazione di infrastrutture necessarie alla produzione del capitale. • I BENI DI CONSUMO COLLETTIVO (John Kenneth Galbraith: Ricchezza privata e povertà pubblica), quel consumo la cui realizzazione economica e sociale, pur restando capitalistica, non si compie attraverso il mercato, ma attraverso l'apparato statale, diventa contemporaneamente elemento funzionale indispensabile, oggetto permanente di rivendicazioni e settore deficitario dell’economia capitalista" (M. Castells, 1974).

  21. IL PIANO COME STRUMENTO ECONOMICO E SOCIALE strumento di redistribuzione della ricchezza, atto a garantire uno sviluppo equilibrato fra consumi privati e consumi collettivi strumento di mediazione fra interessi contrastanti strumento onnicomprensivo, garanzia di un ordine urbano e territoriale, specchio di un parallelo ordine economico e sociale.

  22. IL REGIME DEI SUOLI • LA RENDITA FONDIARIA URBANA • Il surplus pagato alla proprietà dei suoli a prescindere da qualunque forma di investimento. Essa si genera nel momento in cui un terreno agricolo viene trasformato in suolo edificabile • La rendita è la conseguenza dell’affermarsi della proprietà privata dei suoli urbani. • La rendita fondiaria è all’origine di gran parte dei mali di cui soffrono le città • Il contrasto alla rendita è uno dei motivi della nascita del piano urbanistico (redistribuzione della ricchezza)

  23. IL REGIME DEI SUOLI • L’ESPROPRIO PER PUBBLICA UTILITA’ • Acquisizione forzata dei suoli privati da parte dei poteri pubblici per la realizzazione di opere di utilità pubblica • Nel 1850 Haussmann fa estendere il concetto di p.u. al risanamento urbano. • ITALIA, Legge del 1865, Legge di Napoli del 1885 • L’annosa questione dell’indennità: prezzo agricolo o prezzo di mercato?

  24. IL REGIME DEI SUOLI • IL DIRITTO ALL’EDIFICAZIONE • La Legge n° 10 del 1977 e l’introduzione della concessione onerosa • L’ESPROPRIO GENERALIZZATO DELLE AREE EDIFICABILI • E’ un sistema in uso in diversi paesi in base al quale lo Stato acquisisce tutti i terreni inseriti all’interno di un Piano urbanistico, ne procede all’urbanizzazione e li restituisce successivamente ai proprietari, incamerando parte del plusvalore

  25. LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE • La pianificazione territoriale è una forma di pianificazione integrata fra obiettivi e politiche a carattere urbanistico ed economico • La Regional Science e la dimensione regionale • Il New Deal di Roosevelt ed il Piano della Tennessee Valley • Le New Towns in Inghilterra • La Programmazione dei Fondi europei e i Piani Integrati Territoriali

  26. 1901, Ebenezer Howard, La città giardino

  27. 1942, Il Greater London Plan di Sir P. Abercrombie

  28. LE NEW TOWNS: MILTON KEYNES

  29. IL PARADIGMA SCIENTIFICO ED IL RUOLO DELLA CONOSCENZAAnalisi e progetto

  30. ILDEFONSO CERDA’ • Cerdà Ildefonso y Suñer (Barcellona 1815-1876). Ingegnere catalano, autore del Piano di ampliamento di Barcellona, il cui progetto è corredato da una monumentale relazione che rappresenta il testo instauratore della moderna disciplina urbanistica: La Teoria general de la urbanizacion. • Cerdà inaugura la visione “scientifica” della disciplina • La monumentale analisi che precede il piano sancisce questa visione scientifica e legittima in sostanza le scelte del piano

  31. Laureato in biologia si interessa di studi sociologici ed urbani. Autore di Cities in evolution (1915), nel quale descrive per la prima volta il processo di formazione delle aree metropolitane PATRICK GEDDES(1854-1932)

  32. P. GEDDES E LA SURVEY • E’ la premessa indispensabile per il progetto di piano • Deve considerare TUTTI gli aspetti che interessano la città: storici, economici, sociali, culturali, ecc.. • NON è un momento esclusivamente tecnico • Deve coinvolgere i cittadini

  33. PATRICK GEDDESLA METAFORA DELLA MEDICALIZZAZIONE • La città è come un organismo (in evoluzione continua) • Come tutti gli organismi anche la città ha i suoi mali • Compito dell’urbanistica è di curare i mali della città • L’indagine preliminare è la DIAGNOSI che precede la cura

  34. realizzata da Geddes ad Edimburgo è allo stesso tempo osservatorio urbano e museo di città. Deve servire come banca dati per la pianificazione, ma serve anche per educare i cittadini all’amore per la loro città, al consolidamento dell’identità culturale L’OUTLOOK TOWER

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