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Ascoltare il silenzio: Una ricerca narrative-based sull’assistenza alle donne vittime di violenza . Massimo M. Greco. Coordinatore Infermieristico. Roma. Partner Associazione Differenza Donna Consulente esterno Lucia Portis. Ideatore e Coordinatore della Ricerca Massimo M. Greco
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Ascoltare il silenzio: Una ricerca narrative-based sull’assistenza alle donne vittime di violenza Massimo M. Greco Coordinatore Infermieristico
Roma • PartnerAssociazione Differenza Donna • Consulente esternoLucia Portis Ideatore e Coordinatore della RicercaMassimo M. Greco Aiuto ricercatoreLaura Sabatino Il tema “Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo (…). Anche nel caso degli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). Il tasso di denuncia è più elevato nel caso in cui le donne si siano rivolte ad operatori del pronto soccorso (62,3%)”. (da ISTAT, La sicurezza delle donne in Italia, 2007).
Stiamo parlando della violenza all’interno delle relazioni affettive … e del nostro ruolo nell’andare incontro ad una donna vittima di violenza domestica.
? Qualche specifico elemento nel comportamento del personale sanitario Decisione della donna di uscire dalla situazione di disagio e di violenza Vs Dipende da... Silenzio • Internazionale: molte informazioni • Italia: poche informazioni, poco specifiche sul personale sanitario/infermieristico. • Italia: Molti “Bisogna”, “Si deve” ma poche descrizioni e racconti delle esperienze delle donne nel contatto con le strutture sanitarie… Review ? “Per capire meglio, abbiamo bisogno di sapere come è andata…”
“Ho bisogno di ascoltare la storia di come è andata” • Obiettivi generali: • Raccogliere storie di donne vittime di violenza e della loro esperienza di contatto con le strutture sanitarie; • Creare uno spazio di ascolto e di dialogo con loro. • Obiettivi specifici: • Definire e valutare i bisogni delle donne v.d.v.; • Individuare le competenze relazionali necessarie, in particolare nel personale infermieristico; • Fornire alla donna strumenti di espressione del proprio disagio; • Fare arrivare la voce delle donne v.d.v. ai professionisti sanitari.
Fare ricerca con (e non “su”) donne che hanno subito violenza vuol dire porsi necessariamente un problema etico e deontologico. Autonomy Beneficence Non-maleficence Justice - fairness ROMA
Le donne hanno scritto di : • Difficoltà nella comunicazione, espressione e ascolto del loro disagio e della loro sofferenza. • Timore di non essere capite ed aiutate. • Timore di essere giudicate. • Vergogna • Passività e incapacità di affermare i propri bisogni. • Desiderio di proteggere i figli, anche se frutto di una relazione abusiva. • Percezione di essere mancate di rispetto da parte del personale • Percezione di essere trattate con indifferenza, se non con disprezzo
“Ciao infermiera, ricordo come fosse successo ieri quando suonai alla porta del pronto soccorso e tu venisti ad aprire e non appena il tuo sguardo cadde sul mio viso completamente insanguinato tu avesti un sussulto e mi facesti entrare con urgenza. In medicheria non appena ti accorgesti che la ferita sul sopracciglio era molto profonda, chiamasti il chirurgo. […] Mentre mi suturava mi chiese come mi ero procurata quel taglio e io dissi la prima cosa che mi passò x la mente: “il cancello di casa chiudendosi mi ha colpito”. In quel momento cara infermiera eravamo tutti consapevoli della grande bugia che avevo detto, tutti, ma nessuno ha avuto il coraggio di parlare, io nella mia situazione di pericolo costante era anche giustificato che avessi paura di parlare, ma tu? Voi? Perché non siete in grado di trasmettere sicurezza e protezione? “
“Scrivo al Pronto Soccorso dell’Ospedale omissis di Roma, per raccontarti quella volta che l’ambulanza mi ha portato nel vostro pronto soccorso dopo essere stata picchiata dal mio ex compagno. Ero terrorizzata e tutti gli addetti al servizio di quel giorno mi hanno accolto benevolmente, non mi hanno fatto sentire a disagio, non mi hanno fatto sentire diversa, non mi hanno giudicata, anzi mi hanno dato coraggio e mi sono stati vicini, mi hanno dato forza e non mi hanno fatto sentire sola e li ringrazio per questo. L’unica cosa di cui mi rammarico è che non mi hanno informata dell’esistenza di centri che mi avrebbero potuto aiutare, quindi consiglierei che ci fosse più informazione da parte loro, magari che il pronto soccorso stesso segnalasse al centro antiviolenza più vicino la situazione di violenza visto che la maggior parte delle donne che subiscono violenza vengono isolate e non hanno sempre un sostegno da parte della propria famiglia.”
prospettive? Screening Dialogo Leadership Ricerca Formazione Lettere dal Silenzio, FrancoAngeli, Milano 2011 collegio@ipasvi.roma.it letteredalsilenzio@ipasvi.roma.it