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ECONOMIA DELL’AMBIENTE

ECONOMIA DELL’AMBIENTE. Programma del corso. - Introduzione - Accenni di teoria economica - Economia del Benessere ed Economia dello sviluppo sostenibile - Principi di Economia del benessere e di teoria delle scelte sociali La teoria delle capacità di A. Sen

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ECONOMIA DELL’AMBIENTE

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Presentation Transcript


  1. ECONOMIA DELL’AMBIENTE

  2. Programma del corso - Introduzione - Accenni di teoria economica - Economia del Benessere ed Economia dello sviluppo sostenibile - Principi di Economia del benessere e di teoria delle scelte sociali La teoria delle capacità di A. Sen -Economia dello sviluppo sostenibile -Fallimento dei mercati -Fallimento dell'intervento pubblico - Analisi economica dell'inquinamento - Il meccanismo di mercato ed il livello ottimale di inquinamento - Tasse e livello ottimale di inquinamento - Standard ambientali, tasse, sussidi e permessi trasferibili - Misurazione dei danni ambientali - Analisi economica delle risorse naturali - Risorse rinnovabili - Risorse non rinnovabili

  3. Metodologie di valutazione - Individuazione e valutazione degli impatti - Metodologie monetarie - L'analisi costi-benefici - L'analisi costi-efficacia - Il valore economico totale - Valutazione contingente, costo di viaggio, prezzo edonistico. - I limiti delle metodologie monetarie - Le metodologie multicriteriali quantitative - La matrice di valutazione - Le alternative dominate • L'attribuzione dei pesi • La definizione dei parametri di ordinamento

  4. - Le metodologie multicriteriali qualitative - L'analisi della frequenza - Il metodo di Regime - L'Analytic Hierarchy Process (AHP) - I limiti delle metodologie non monetarie - Metodologie descrittive - La Valutazione di Impatto Ambientale - Competenze pluridisciplinari nella valutazione di impatto ambientale - Fasi della valutazione di impatto ambientale - La procedura amministrativa e la normativa

  5. Testi consigliati • Silvestri F. (2005) - Lezioni di economia dell’ambiente ed ecologica, II edizione. Clueb. • Bresso M. (1993) - Per un’economia ecologica. NiS. • Turner R.K., Pearce D.W., Bateman I. (1994). Economia ambientale. Il Mulino. • G. Bazzani, M. Grillenzoni, C. Malagoli, A. Ragazzoni, Valutazione delle risorse ambientali - Bologna, Edagricole, 1993. • R.K. Turner, D.W. Pearce, I. Bateman - Economia Ambientale - Bologna, Il Mulino, 1996. • I. Bernetti, S. Romano (a cura di), Economia delle risorse forestali – Napoli, Liguori Editore, 2007.

  6. 1- Introduzione • La questione ambientale è stata ignorata per lungo tempo dalla scienza economica che di volta in volta la considerava un tema minore per tecnici o per fanatici anti-progressisti. • Carla Ravaioli (1992) ambientalista e saggista di fama internazionale “Il pianeta degli economisti, ovvero l’economia contro il pianeta”: non esiste un problema ambientale e non esistono limiti allo sviluppo economico.

  7. Chi crede che sia possibile una crescita infinita in un mondo finito o è un pazzo o è un economista. www.decrescita.it

  8. Rachel Carson (1963) Silentspring: primadenuncia contro l’uso crescente dei pesticidi e dei composti organici di sintesi in agricoltura attraverso una documentata analisi degli effetti dannosi sull’ambiente e sulla salute umana. “Più riusciamo a focalizzare la nostra attenzione sulle meraviglie e le realtà dell'universo attorno a noi, meno dovremmo trovare gusto nel distruggerlo”.  • Barry Commoner (1972) The closingcircle: mise in evidenza come fossero le nuove tecnologie (in particolare quelle chimiche) le principali cause della crescita esponenziale dell’inquinamento per unità di prodotto e dei consumi di energia del secondo dopoguerra.

  9. Le 4 leggi fondamentali dell’ecologia per Commoner 1. Everything is Connected to Everything Else. La natura è un reticolo complesso e ogni sua parte è collegata con le altre. 2. Everything Must Go Somewhere. Quando buttiamo una cosa pensiamo che essa si volatilizzi invece no, finisce inevitabilmente da qualche parte e spesso non produce effetti positivi. 3. Nature Knows Best. Questo indica esplicitamente l'uomo a non essere così pieno di se e a usare la natura come se potesse renderla a suo indiscriminato servizio. Se la natura si ribella l'uomo è destinato a soccombere. 4. There Is No Such Thing as a Free Lunch. Indica il fatto che le risorse sono limitate, quindi dobbiamo è necessario contenere sempre più gli sprechi.

  10. Definizioni • Disciplina specialistica che si concentra sulle questioni relative ai prelievi ambientali generati dall’attività produttiva. • Lo studio sulla regolazione delle attività inquinanti e la valutazione delle bellezze ambientali; sembrerebbe un concetto logicamente distinto da quello di «economia delle risorse naturali», che è invece lo studio dell'allocazione e dello sfruttamento delle risorse rinnovabili e non rinnovabili. • Ma le due discipline devono affrontare problemi comuni e si integrano per fornire un quadro completo del rapporto fra l'attività economica e l'ambiente. • Oggigiorno appaiono sempre più evidenti i limiti della scienza economica nel guidare uno sviluppo socioeconomico equo e sostenibile e nel risolvere i problemi di natura ambientale. Questa inadeguatezza è dovuta alla mancanza di strumenti e modelli idonei a cogliere la grande quantità e complessità dei fenomeni reali e della loro interconnessione, soprattutto in un’ottica di sviluppo ed evoluzione.

  11. Valutare l’importanza economica del degrado ambientale, indagarne le cause economiche, e individuare incentivi economici per rallentare, fermare e invertire questo degrado. • L’ambiente non costituisce un’entità separata dall’economia: i mutamenti dell’uno influiscono sull’altro e viceversa. Non è possibile prendere decisioni economiche che non abbiano conseguenze sull’ambiente e nessun mutamento ambientale è possibile senza conseguenze di natura economica. • L’economia non si interessa solo al denaro. Il denaro c’entra nel momento in cui è preso in considerazione come criterio per misurare ciò che la gente vuole e non vuole a proposito di ambiente. Da Turner, Pearce & Bateman (1994)

  12. 2- Accenni di teoria economica

  13. 2- Accenni di teoria economica - Mercantilisti (XVI-XVIII sec.) vs. Fisiocratici (XVIII sec.) La ricchezza ha origine dall’accumulazione di mezzi monetari a seguito delle attività di commercio internazionale; la potenza di una nazione è incrementata dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. L'attività del mercante si esplica in società fondate economicamente sul sistema agricolo ma in cui c'è una stretta connessione tra attività economica e Stato; i mercanti operano accrescendo la ricchezza e il prestigio propri e dello Stato, mentre quest'ultimo garantisce la stabilità, l'ordine pubblico, l'allargamento del mercato attraverso la politica di conquiste coloniali. L'economia è dunque finalizzata all'interesse dello Stato, il quale a sua volta rappresenta un mezzo a disposizione dell'economia mercantile, grazie alle politiche di crescita economica e di espansione promosse ed alla capacità del mercante di inserirsi in questo contesto. Dal greco physis = natura, l'agricoltura è la vera base di ogni attività economica: solo l'agricoltura è infatti in grado di produrre beni, mentre l'industria si limita a trasformare e il commercio a distribuire. La fisiocrazia assume quindi il momento della produzione dei beni e non il momento dello scambio come situazione in cui viene creata ricchezza. Tutto il ciclo economico della fisiocrazia ha come fine ultimo quello di creare un surplus (o prodotto netto o dono gratuito della natura), che poi verrà investito nuovamente nell'agricoltura (per aumentare la produttività di un terreno, avere a disposizione più manodopera, compiere ricerche nel campo delle macchine agricole), attraverso una condizione di libero mercato.

  14. Le tematiche dell’economia ambientale e delle risorse naturali quali discipline di studio sono relativamente nuove, ma già trattate dagli economisti classici ai tempi della Rivoluzione Industriale tra XVIII e XIX sec. : • Smith (1776): “l’uomo,perseguendo il proprio interesse, si trova a promuovere spesso il sociale molto più efficacemente di quando si proponga direttamente lo sviluppo sociale” Egli è guidato da una “mano invisibile” che lo porta a promuovere un “fine sociale” anche se esso non faceva parte delle sue intenzioni

  15. Per gli economisti classici, la terra e tutte le risorse naturali sono un importante fattore di contributo alla crescita della ricchezza: ma… come è possibile la crescita economica stante la limitata disponibilità della terra ?

  16. Nel suo Tableau économiquedescrisse il meccanismo economico come una struttura dinamica di tipo circolare il cui motore principale è rappresentato dall'attività agricola; è l’agricoltura infatti, che produce quel surplus di ricchezza basilare per l’allargamento del sistema. Gli addetti all'agricoltura sono considerati gli unici lavoratori produttivi, mentre i mercanti e gli artigiani sono ritenuti una classe sterile, non di produttori, ma soltanto di distributori e trasformatori di ricchezza. François Quesnay (1694-1774) Concetto di limite fisico alla crescita; la fissità del fattore terra fa si che i beni prodotti aumentino in progressione aritmetica mentre la popolazione cresce in progressione geometrica scarsità di risorse e impossibilità di crescita nel lungo periodo. Non considera l’incidenza del fattore progresso tecnico. Thomas Malthus (1766-1834)

  17. Concetto di “stato stazionario”: Nel suo "Saggio sul basso prezzo del grano” egli sostiene che a mano a mano che aumenteranno la popolazione e la domanda di viveri, terre progressivamente meno fertili saranno messe a coltura, e quindi la tendenza alla compressione dei profitti comporterà, in assenza di progresso tecnico, l’avvento di uno stato stazionario nel quale la crescita cessa. Lo stato stazionario vedrà l'intero prodotto netto suddiviso tra rendite e salari, la cessazione dei profitti e quindi dell'accumulazione del capitale. David Ricardo (1772-1823) Reinterpretazione dello stato stazionario come fondamento di una società più equa ed attenta al benessere non solo materiale degli individui. “Se la bellezza che la terra deve alle cose venisse distrutta dall'aumento illimitato delle ricchezza e della popolazione, al semplice scopo di poter dare sostentamento ad una popolazione sempre più numerosa, benché non migliore, allora io spero sinceramente, per amore della posterità, che questa sarà contenta di rimanere stazionaria, molto tempo prima di esservi obbligata dalla necessità”. “È soltanto nei paesi arretrati che una maggiore produzione rappresenta ancora uno scopo importante; in quelli progrediti ciò di cui vi è bisogno è una migliore distribuzione”. John Stuart Mill (1806-1863)

  18. Approccio marginalista: rifiuto della teoria classica (Adam Smith) del valore-lavoro e dell’importanza dei costi di produzione nel determinare il prezzo di un bene. L’attenzione deve spostarsi sul lato della domanda essendo il prezzo una misura della soddisfazione (utilità marginale) del consumatore che acquista il bene per massimizzare il suo benessere. Critiche sulla misura dell’utilità - Samuelson (1974) “ogni problema è rappresentabile sotto forma di funzione di utilità sotto vincolo”. LèonWalras (1834-1910) Approccio neoclassico: estensione del concetto di utilità marginale al costo dei fattori della produzione il cui livello ottimale è dato dal contributo di ogni unità aggiuntiva al prodotto complessivo ossia dalla misura della sua produttività marginale. Il prezzo di un bene rappresenta la misura della sua scarsità relativa , quindi il prezzo di un bene è determinato dall’incontro tra domanda e offerta ma la combinazione di prezzo e quantità che vengono scambiati in equilibrio sul mercato dipendono direttamente dalla disponibilità di bene esistente sul mercato stesso. Alfred Marshall (1842-1924)

  19. Scuola neoclassica: limiti e pregi - Rappresentazione dei processi reali come chiusi, isolati, autonomi ed indipendenti. Nelle formalizzazioni matematiche della teoria neoclassica non sono considerate le relazioni con gli altri sistemi (fisico-ambientale, sociale). - Identificazione dell’oggetto di studio con il mercato con difficoltà a trattare di beni e servizi che faticano a trovare una collocazione in esso. • Introduzione nella disciplina economica di maggiore robustezza metodologica • Se è importante studiare il modo di usare le risorse ambientali in maniera più efficiente possibile è anche essenziale, ad esempio, controllare la correttezza della distribuzione dei benefici e dei costi che ne risulta. • L’economia neoclassica è stata la dottrina di riferimento per la prima branca di studio delle interconnessioni esistenti tra scienza economica e questione ambientale.

  20. Tecnocentrismo Ecocentrismo Economia dell’ambiente Arthur Cecil Pigou (1877 - 1959) Posizioni ideologiche Nicholas Georgescu-Roegen (1906 - 1994) Istituzionalisti Economia ecologica HermanDaly (1938 ) ThorsteinVeblen (1857-1929) John Commons (1857-1929) Bioeconomia Teoria dello stato stazionario GunnarMyrdal Importanza dell’informazione presente nei prodotti e nei servizi Mercedes Bresso Definizione di un metodo realmente multidisciplinare - metodologie multicriteriali Peter Nijkamp

  21. Nel non facile cammino verso la ricerca di un approccio analitico adeguato, da alcuni anni si sta delineando la distinzione fondamentale fra economia dell'ambiente ed economia ecologica. - Bresso (1993) mette in rilievo che "con la prima si intende una specializzazione dell'economia neoclassica, oggi dominante nella professione economica; con la seconda, una disciplina trasversale, capace di attingere alle diverse scienze che affrontano le infinite sfaccettature della questione ambientale e di utilizzare le informazioni che da esse provengono per individuare un nuovo paradigma capace di ricostruire un equilibrio di lunga durata fra l'economia dell'uomo e l'economia del mondo vivente".

  22. La scuola termodinamica trova la sua massima espressione in Georgescu-Roegen. Egli propone di ripensare all'approccio standard ai processi economici come meccanismi circolari e reversibili, con un nuova visione che integri alcuni principi della termodinamica, in particolare il fatto che i processi non sono reversibili e che esiste una "freccia del tempo". L'applicazione di questi due principi nelle analisi economiche consente di comprendere che lo sviluppo sostenibile deve essere perseguito soprattutto in termini di bilanci energetici, pur nella consapevolezza che questo approccio rischia di oscurare alcuni aspetti della dimensione ambientale. Ex. non è sostenibile un'agricoltura che aumenta la produttività per addetto, ma la diminuisce in termini di input/output di energia e che utilizza soprattutto energia non rinnovabile, così come non è sostenibile un'economia industriale che consuma risorse energetiche non rinnovabili sottraendole alle generazioni future

  23. In particolare si assume che (I e II principio della termodinamica): • poiché la materia prima non può essere distrutta, i processi produttivi impiegano materie prime di valore ed al termine rigettano la stessa quantità di rifiuti, ma senza alcun valore. L’aumento quantitativo della produzione implicherà dunque un incremento dei residui; • l'impiego delle materie prime comporta irrevocabilmente il passaggio da uno stato di ordine ad uno di disordine nell'uso delle risorse, in particolare di quelle energetiche fossili e minerali, riducendo irreversibilmente le qualità e quantità delle risorse disponibili per il futuro ed aumentando l'entropia del sistema. Ne discende che la durata delle materie prime "ordinate", soggette ad un degrado irreversibile, dipende dalle scorte disponibili e dal tasso di consumo annuale (eventualmente dedotta la parte riciclata) Il filone analitico della scuola termodinamica ha però sollevato numerose critiche. Con il primo principio vi è infatti la sostanziale accettazione degli attuali modelli di sviluppo, il che implica la visione riduttiva di intervenire soltanto nella fase di smaltimento dei residui dei processi produttivi. Per il secondo si osserva che è possibile contare sulla innovazione tecnologica per produrre nuove materie prime in grado di sostituire l'eventuale scarsità delle risorse naturali.

  24. Bioeconomia, termine coniato da Georgescu-Roegen per indicare come l'economia mutui le proprie caratteristiche essenziali dal più generale comportamento del mondo vivente (legge dell'entropia). Dalla constatazione che numerose asimmetrie caratterizzano le relazioni fra i sistemi economici e l'ambiente (5), l'autore sostiene che soprattutto una asimmmetria* può costituire la base di una nuova disciplina chiamata appunto bioeconomia. Si tratta dei rischi che l’uomo corre quando, con l'agricoltura chimica, distrugge specie animali e vegetali rischiando di provocare danni irreversibili nell'uso delle risorse (Georgescu-Roegen, 1971). Nella bioeconomia l'accento viene dunque posto sul ruolo centrale dell'agricoltura e del mondo vivente nella costruzione di un'economia ecologica. *Si tratta del rapporto fra energia solare (un flusso) ed energia fossile (stock finito); il fatto che le risorse minerali "ordinate" sono limitate e non riproducibili; delle differenze fra l'energia solare (pulita ed abbondante ma diffusa) e quella fossile (limitata ma impiegabile in modo concentrato). Da queste asimmetrie discende l'economia ecologica "energetica".

  25. Approccio istituzionalista, in cui si mette l'accento sulla nozione di "complesso ecologico", che comprende l'ambiente (naturale e costruito), l'uomo, le forme organizzative (le strutture economiche, sociali e politiche) e la tecnologia. Tutte le componenti del complesso ecologico sono connesse fra di loro in un equilibrio dinamico: un cambiamento in una di esse comporta delle modifiche in tutte le altre. In altre parole esiste un'interdipendenza fra l'ambiente e la società (economia e popolazione) per cui ogni mutamento in uno dei due poli deve essere reso compatibile (nel tempo e nelle modalità) con le leggi che regolano l'altro.

  26. Tecnocentrismo ed ecocentrismo

  27. Il moderno sistema economico (che ci fornisce tutti i beni materiali ed i servizi necessari a garantire elevati standard di vita) è basato su e non può funzionare senza il supporto di sistemi ecologici costituiti da piante e animali e loro interazioni mentre non è vero il contrario. • I modelli economici semplici e tradizionali ignorano le interazioni tra ambiente - economia: sistemi chiusi e lineari Consumo di beni e servizi Famiglie Consumatori di beni e servizi (domanda) Detentori di risorse Remunerazione dei fattori: salari, rendite, profitto, interesse Mercato Luogo in cui gli acquirenti e venditori vengono in contatto Interazione di domanda e offerta Imprese Produttrici di beni e servizi (offerta) Utilizzatrici di risorse Spese per consumi Produzione di beni e servizi

  28. Economia come sistema aperto e circolare: bilancio dei materiali semplificato Wp: residui che richiedono eliminazione Wpr: residui generati durante il trattamento e/o i processi di riciclaggio Q: output in forma di prodotto finale

  29. Economia come sistema aperto e circolare: flusso dei materiali semplificato

  30. Ambiente Energia Inquinamento Atmosferico Imprese di produzioneTermico Aria Ambientale Idrico INPUTIl sistema economicoOUTPUT Acqua Rifiuti Famiglie (consumo) Attrattive Materie Prime Il sistema economico e l’ambiente

  31. Le funzioni dell’ambiente • Base di risorse naturali (rinnovabili e non rinnovabili) • Insieme di beni naturali ( risorse di paesaggio e svago) • Capacità di assimilazione di rifiuti • Sistema di sostegno alla vita Costo di scarsità - costo opportunità - allocazione efficiente di risorse scarse • Se le risorse ambientali diventano più scarse allora l’analisi economica può svolgere un ruolo nell’individuazione di strategie dirette a mitigare alcune conseguenze del processo di funzionamento dell’economia. • Necessità di un equilibrio tra coloro che utilizzano l’ambiente e coloro che desiderano goderlo ora in maniera indiretta. • Principio di sostenibilità: le necessità della generazione attuale dovranno essere bilanciate con i bisogni delle generazioni future.

  32. Il problema di come e in quali condizioni i mercati che funzionano liberamente possono essere di aiuto per conseguire questo equilibrio ha dato luogo ad una vasta letteratura scientifica. • La teoria economica mostra che date determinate condizioni, il meccanismo di mercato è in grado di conseguire un’allocazione efficiente delle risorse purché non siano presenti esternalità e/o quando devono essere allocati beni di tipo pubblico. In tal caso il funzionamento di mercato potrebbe non essere efficiente.

  33. Esternalità • Marshall (primi del ‘900) “effetti favorevoli, non remunerati, che ricadono su uno o più soggetti grazie allo svolgimento di un’attività da parte di terzi” • Pigou (1920) “esternalità negative come delle forme di danno subite da terzi e provocate da un soggetto nel corso della propria attività, senza che vi sia una successiva compensazione” • Baumol (1965) “interferenze prodotte dalle attività di un soggetto sulla funzione di utilità di un altro soggetto, senza che per questo avvenga una qualsiasi transazione economica” • Arrow (1969) “intese come economie o diseconomie esterne che contribuiscono a determinare i fallimenti di mercato o al più condizioni di disequilibrio” • “Un’economia esterna (o diseconomia) è un evento che determina benefici considerevoli (o danni considerevoli) su un individuo o su individui senza che essi abbiano alcun controllo o potere decisionale sull’evento in questione” (Meade, 1973 in Ocse, 2001).

  34. La teoria economica suggerisce che i soli meccanismi di mercato non portano ad un’allocazione efficiente delle risorse, lì dove il privato produttore di esternalità non è indotto dal meccanismo dei prezzi a soddisfare i bisogni collettivi, perché il suo operato non è compensato o sanzionato dal mercato. Diventa pertanto necessario l’intervento pubblico per indurre chi produce (o consuma) esternalità a dover fare i conti con i loro costi (o ricavi) (Velasquez, 1998). • In generale, il fallimento di mercato determina che l’offerta di un bene che genera un’esternalità, ad esempio positiva, tenda ad essere inferiore rispetto al livello socialmente ottimale, poiché i meccanismi di mercato non tengono conto dei benefici sociali generati dalla stessa esternalità (e viceversa per le esternalità negative). • L’aspetto cruciale delle esternalità è che vi sono beni che stanno a cuore alla collettività e che non vengono venduti sui mercati. • Gran parte dei beni ambientali rientra in una categoria per la quale non sono disponibili prezzi di mercato.

  35. Beni pubblici e privati

  36. Nella realtà esistono più livelli di escludibilità e di rivalità. Classificazione OCSE: - Beni pubblici a carattere locale (non rivali a cui possono accedere liberamente solo i componenti di una piccola giurisdizione - paesaggio, eredità culturale, occupazione) - Open accessresources(risorse ad accesso libero, risorse ittiche, acqua sotterranea) - Common propertyresources(i membri di una comunità locale usufruiscono di diritti di proprietà comuni su un determinato bene - gestione acqua sotterranea) - Toolgoods(escludibili - quota di accesso, ma non rivali - autostrade a pagamento, parchi sottoutilizzati) - Club goods(soggetti a congestione con quota di accesso stabilita dai soci pari all’effettiva disponibilità a pagare dei soci stessi)

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