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UN DIRETTORIO “DAL BASSO”………

UN DIRETTORIO “DAL BASSO”………. DIRETTORIO: Indicazioni “moralmente” obbliganti DAL BASSO: Che nascono dalla esperienza. ·. ITINERARIO DI PREPARAZIONE PROSSIMA: OBIETTIVI. ITINERARIO DI PREPARAZIONE IMMEDIATA: OBIETTIVI.

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UN DIRETTORIO “DAL BASSO”………

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Presentation Transcript


  1. UN DIRETTORIO “DAL BASSO”………

  2. DIRETTORIO: Indicazioni “moralmente” obbliganti DAL BASSO: Che nascono dalla esperienza

  3. · ITINERARIO DI PREPARAZIONE PROSSIMA: OBIETTIVI ITINERARIO DI PREPARAZIONE IMMEDIATA: OBIETTIVI favorire una riflessione sul significato e responsabilità legati alla scelta del matrimonio cristiano; suscitare, ove possibile, domande, curiosità, riflessioni rispetto alla proposta di vita cristiana insegnare a mettersi “in posizione” di lavoro su sé stessi; suscitare il desiderio e l’attitudine ad essere protagonisti del proprio matrimonio;

  4. Il sussidio cosa offre agli animatori ? • Un impianto costruito e sviluppato da più mani (più di venticinque collaboratori nella quasi totalità appartenenti alle diocesi della regione Emilia Romagna) • la raccolta e la sistematicizzazione del meglio dei sussidi diocesani al fine di non disperdere un patrimonio di esperienze e di idee accumulate nel tempo. • Un itinerario che tiene conto delle aspettative espresse dalla commissione regionale a partire dal 2003 • punti di riferimento che partono non da situazioni ideali, ma che hanno a che fare con il contesto culturale e sociale emiliano romagnolo.

  5. La equipe animatrice cosa offre agli incontri ? • un’esperienza di gruppo che aiuta ogni partecipante a crescere per mezzo della conoscenza di sé e del proprio partner, • la possibilità di migliorare e sviluppare i loro rapporti interpersonali tramite la comunicazione, • un’occasione di dialogo orientata alla ricerca dei valori umani e cristiani, • un’occasione di rievangelizzazione da adulti nel contesto di una scelta di vita che stanno maturando, • un metodo flessibile, ma da non snaturare, perché quando un gruppo non segue una precisa metodologia finisce spesso per essere dispersivo e confusionario (qualche volta si avverte la sensazione di non aver combinato niente).

  6. La equipe animatrice come fa perché ciò si realizzi ? • Lavorando insieme sacerdote/diacono e coppia alla preparazione di ogni singolo incontro • Rendendosi tutti e tre sempre presenti agli incontri • Cercando di capire chi si ha davanti prima (iscrizione) e durante gli incontri (accoglienza, azioni misurate su chi c’è) • Costruendo un itinerario a misura del gruppo che si è formato • pensando a quanti incontri proporre, quanto deve durare ogni singolo incontro, quale metodologia utilizzare di volta in volta • Tenendo presente le fasi irrinunciabili che ogni incontro deve avere e quanto ognuna deve durare a seconda delle situazioni , delle aspettative e del coinvolgimento che si è creato. • selezionando i contenuti da offrire

  7. ITINERARIO COMPLESSIVO

  8. LE FASI DI UN INCONTRO

  9. (fase proiettiva) attraverso l’utilizzo di una particolare tecnica o stimolo adeguato si cerca di favorire l’emergere di pregiudizi, dubbi, conoscenze, situazioni di vita, attese dei partecipanti . Questo affinché si capisca: che desideriamo sinceramente il loro bene come persone e come coppie, che intendiamo condividere le nostre esperienze di vita e non fare prediche, che siamo entusiasti e apprezziamo il loro reciproco amore. ACCOGLIENZA

  10. CONTENUTI (Fase analitica ) vengono proposti alcuni contenuti fondamentali riguardanti le tematiche della serata tenendo conto del contesto socio-culturale di riferimento e della visione antropologica cristiana, scegliendo di volta in volta fra diverse tipologie di interventi quello più indicato per quel tipo di coppie presenti.

  11. (Fase di appropriazione ) si favorisce un momento di condivisione singolarmente, in coppia o in gruppo piccolo, di interiorizzazione. LAVORI DI GRUPPO (Fase di condivisione) si cerca di favorire un confronto nel gruppo grande mantenendo un profondo rispetto ed attenzione per quanto la coppia o il singolo sceglie di esprimere e/o tacere al gruppo.

  12. (Fase digestiva) Alla fine di ogni incontro è consigliabile un momento di relax intorno a un buffet. E’ un modo per far sì che i fidanzati si fermino dopo l’incontro, affiatandosi meglio e dando la possibilità all’equipe di intervenire anche individualmente. Il clima conviviale conclusivo favorisce poi il superamento di eventuali tensioni che si fossero create, anche involontariamente durante l’incontro. BUFFET

  13. STRUTTURA DELLE SCHEDE

  14. TITOLO INCONTRO E AMBITO • indirizzano immediatamente verso i contenuti e le proposte della serata. • devono servire da apripista per gli interventi successivi.

  15. UNO SGUARDO AL FUTURO • la vignetta e la frase sono prese da un testo francese “Un temps pour la famille” Les Editions du Cerf–France-1998 e vogliono inserire l’ incontro in una dimensione ancora da percepire, ponendolo entro l’ orizzonte prossimo, anticipando la realizzazione futura dei contenuti della serata. • Può essere dato a fine serata come ricordo e augurio di ciò che si è vissuto insieme.

  16. CONTENUTI FONDAMENTALI sono il nucleo centrale attorno al quale si svolge tutto l’ incontro, danno continuità all’ incontro precedente e costituiscono il trampolino di lancio per quello successivo. Nel loro complesso riportano attraverso le 16 schede, per esteso, il n° 58 del Direttorio di Pastorale Familiare. Costituiscono l’ ossatura magisteriale dell’ itinerario

  17. CONTESTO viene delineata, nelle linee generali, la situazione che sull’ argomento trattato, le giovani coppie si trovano a vivere nell’ attuale momento sociale e culturale. Serve agli animatori per valutare con maggior cognizione di causa, la realtà di vita , le attese, i problemi di cui le coppie sono portatrici. Propone in modo semplice la situazione con cui si viene a confronto.

  18. OBIETTIVI è importante definire quale è l’ obiettivo che si vuole conseguire con l’ incontro. Altrimenti si corre il rischio di parlare genericamente di un argomento senza finalità specifiche. Servono agli animatori perché la trattazione, gli interventi di animazione e le tecniche, le risposte alle domande siano costantemente indirizzati all’ obiettivo fissato. Sono la bussola che deve dare il senso e la direzione della serata.

  19. CONTENUTO contiene lo sviluppo dell’ argomento. E’ la base minima di conoscenza degli animatori ai fini dello svolgimento della serata. Può essere utilizzato come supporto teorico o per una eventuale diversa animazione della serata.

  20. PAROLA E VITA la presenza della Parola di Dio è sempre legata alla tematica essenziale della serata, e propone alcune domande che agganciano la vita della coppia alla parola stessa. Può diventare strumento di vero e proprio annuncio quanto più si è in grado di farlo recepire come risposta nuova, coinvolgente e non scontata. Può essere utilizzata all’ inizio dell’ incontro come preghiera di apertura oppure nel corso della serata a sostegno e integrazione dell’ argomento trattato.

  21. TECNICHE DI ANIMAZIONE sono strumenti non vincolanti che possono facilitare lo svolgimento dell’ incontro: con attività, spunti, giochi, animazioni. Nelle schede sono presenti anche alcuni allegati (come presentazioni proiettabili o materiali vari) da poter utilizzare a seconda delle occasioni. La logica è quella di fornire alcuni strumenti e non di indirizzare al loro esclusivo utilizzo.

  22. IPOTESI DI VALUTAZIONE

  23. Alcune precisazioni cDistinta per tipo di itinerario cComprendente una parte per gli animatori e una parte x i partecipanti; Cosa ci interessa capire da questa sperimentazione cQuali parti vanno modificate, snellite o aggiunte? cNella forma attuale permette di raggiungere gli obiettivi prefissati?

  24. Valutazione da parte dell’équipe di animatori: 1. rispetto all’itinerario nel suo complesso (percezione di efficacia, tipo di clima instaurato, difficoltà nella preparazione, validità dei contenuti, adeguatezza dei suggerimenti biblici…) 2. rispetto ai diversi incontri (quale incontro richiede modifiche sul piano dei contenuti, della metodologia, degli spunti di preghiera e perché…)

  25. Valutazione da parte DEI PARTECIPANTI rispetto all’itinerario nel suo complesso (tipo di clima percepito, validità dei contenuti, importanza dei momenti di preghiera…) rispetto a qualche incontro in particolare (domande del tipo “quale incontro fra i diversi cui avete partecipato valutate sia stato più significativo per la vostra esperienza di coppia e perché? E quale meno e perché?”)

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