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NORME RELATIVE ALLA QUALITA’ DELLE ACQUE. D. lgs. 31/2001 D. lgs. 152/1999. DECRETO LEGISLATIVO 2 febbraio 2001, n. 31 "Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualita' delle acque destinate al consumo umano". Finalità. Definizioni (esempi). " acque destinate al consumo umano ":
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NORME RELATIVE ALLA QUALITA’ DELLE ACQUE D. lgs. 31/2001 D. lgs. 152/1999
DECRETO LEGISLATIVO2 febbraio 2001, n. 31"Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualita' delle acque destinate al consumo umano"
Definizioni (esempi) • "acque destinate al consumo umano": • 1) le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori; • 2) le acque utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano;
Definizioni • "impianto di distribuzione domestico": le conduttore, i raccordi, le apparecchiature installati tra i rubinetti normalmente utilizzati per l'erogazione dell'acqua destinata al consumo umano e la rete di distribuzione esterna. La delimitazione tra impianto di distribuzione domestico e rete di distribuzione esterna, di seguito denominata punto di consegna, e' costituita dal contatore, salva diversa indicazione del contratto di somministrazione;
Definizioni • "gestore": il gestore del servizio idrico integrato; • "autorita' d'ambito": la forma di cooperazione tra comuni e province.
Esenzioni • acque minerali e medicinali. • acque destinate esclusivamente a quegli usi per i quali la qualità delle stesse non ha ripercussioni, dirette od indirette, sulla salute dei consumatori interessati.
Obblighi generali le acque destinate al consumo umano: a) non devono contenere microrganismi e parassiti, ne' altre sostanze, in quantita' o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana; b) devono soddisfare i requisiti minimi di cui alle parti A e B dell'allegato I;c) devono essere conformi a quanto previsto nei provvedimenti adottati.
Controlli. a) ai punti di prelievo delle acque superficiali e sotterranee da destinare al consumo umano; b) agli impianti di adduzione, di accumulo e di potabilizzazione; c) alle reti di distribuzione; d) agli impianti di confezionamento di acqua in bottiglia o in contenitori;
Controlli. e) sulle acque confezionate; f) sulle acque utilizzate nelle imprese alimentari; g) sulle acque fornite mediante cisterna, fissa o mobile.
Controlli. • Controlli interni. Effettuati dal gestore di concerto con l’ASL. Controlli esterni. svolti dall’ASL, che può anche fissare standard per le sostanze non presenti in allegato. Si avvalgono dei laboratori e servizi ARPA. I risultati sono trasmessi mensilmente alla Regione e al ministero Sanità.
Provvedimenti e limitazioni dell’uso. • Se l’acqua non rispetta gli standard l’autorità di ambito (es. i Comuni) indica con l’ASL i provvedimenti necessari per ripristinare la conformità. • In caso di pericolo l’ASL informa l’autorità di ambito che vieta o limita l’uso o impone provvedimenti. Obbligo di informare i consumatori delle scelte.
Competenza statale • Lo stato (Min. Sanità di concerto con altri: Ambiente, LL.PP. ecc.) fissa i valori di riferimento, i metodi analitici e le norme tecniche per potabilizzazione, imbottigliamento ecc.
Competenze regionali • Misure di emergenza; • sostituzione di gestori inadempienti; • concessioni di deroghe; • piani di miglioramento, • attribuzioni compiti alle ASL.
Deroghe • Di competenza regionale entro i limiti fissati e di concerto con il Ministero della Sanità, purché non pericolose per la salute e di durata più breve possibile.
Conformità ai parametri indicatori. • L’autorità di ambito, sentita l’ASL, dispone provvedimenti per ripristinare la salubrità delle acque.
Termini. • La qualità delle acque deve essere conforme alle norme entro il 25 dicembre 2003.
Sanzioni • Ad es., fornitura acqua non conforme: da 20 milioni a 120 milioni £ ecc.
Controlli • Di routine: mira a fornire ad intervalli regolari informazioni sulla qualita' organolettica e microbiologica delle acque fornite per il consumo umano nonche' informazioni sull'efficacia degli eventuali trattamenti dell'acqua potabile. • di verifica: mira a fornire le informazioni necessarie per accertare se tutti i valori di parametro contenuti nel decreto sono rispettati.
Frequenza minima di campionamento • Acquedotti: Tabella B1. • Acque minerali: Tabella B2.
Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152" Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/Cee concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/Cee relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole"
FINALITA’ • prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; • conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; • perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; • mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.
STRUMENTI • individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici; • la tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi nell'ambito di ciascun bacino idrografico ed un adeguato sistema di controlli e di sanzioni; • il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dallo Stato, nonché la definizione di valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore;
STRUMENTI • adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi idrici; • individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento nelle zone vulnerabili e nelle aree sensibili; • individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche.
Definizioni (esempi) • "abitante equivalente": il carico organico biodegradabile avente una richiesta biochimica di ossigeno a 5 giorni (BOD5) pari a 60 grammi di ossigeno al giorno; • "inquinamento": lo scarico effettuato direttamente o indirettamente dall'uomo nell'ambiente idrico di sostanze o di energia le cui conseguenze siano tali da mettere in pericolo la salute umana, nuocere alle risorse viventi e al sistema ecologico idrico, compromettere le attrattive o ostacolare altri usi legittimi delle acque;
Definizioni (esempi) • "trattamento primario": trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo fisico o chimico che comporti la sedimentazione dei solidi sospesi, ovvero mediante altri processi a seguito dei quali il BOD5 delle acque reflue in arrivo sia ridotto almeno del 20% prima dello scarico e i solidi sospesi totali delle acque reflue in arrivo siano ridotti almeno del 50%; • "trattamento secondario": il trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo che in genere comporta il trattamento biologico con sedimentazioni secondarie, o un altro processo in cui vengano rispettati i requisiti di cui alla tabella 1 dell'allegato 5;
Competenze • Stato, Regioni, Province, Comuni, Autorità di bacino, Agenzia nazionale e Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente: assicurano l'esercizio delle competenze già spettanti; • Consorzi di bonifica e di irrigazione: azioni di salvaguardia ambientale e di risanamento delle acque, anche al fine della loro utilizzazione irrigua, della rinaturalizzazione dei corsi d'acqua e della fitodepurazione
OBIETTIVI DI QUALITÀ e obiettivo di qualità per specifica destinazione • Obiettivo di qualità ambientale: insieme di obiettivi minimi di qualità in funzione della capacità dei corpi idrici di autodepurarsi e di sostenere comunità animali e vegetali ben strutturate. • Obiettivo di qualità per specifica destinazione: stato dei corpi idrici adatto a una specifica utilizzazione da parte dell’uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi o altro.
Aree sensibili (laghi, lagune, zone umide ai sensi della Convenzione di Ramsar, aree costiere nordadriatiche, tradizionali aree di pesca da tutelare) Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari e altre zone vulnerabili
TUTELA DELLA RISORSA ACQUA • Qualitativa • Quantitativa
TUTELA QUANTITATIVA • Pianificazione del bilancio idrico
TUTELA QUANTITATIVA • Risparmio idrico
TUTELA QUALITATIVA: DISCIPLINA DEGLI SCARICHI • Obbligo di costruire reti fognarie; • Regolamentazione degli scarichi; • Divieto di scarichi nel suolo.
STRUMENTI DI TUTELA DI COMPETENZA REGIONALE Rilevamento delle caratteristiche del bacino e dell’impatto antropico Rilevamento della qualita dei corsi d’acqua Piani di tutela delle acque