E N D
ROMPERE UNO SPECCHIO:Sono sempre esistiti gli specchi sacri o parlanti, nel mito, nella fiaba o nelle credenze popolari. La loro funzione era di oracoli o di depositari di una parte dell’anima di chi vi si rifletteva. Il fatto di ritenere lo specchio un ruba anima era dato dal fatto che, le leggi della riflessione della luce, ignote ai nostri progenitori, erano ritenute dei prodigi o dei malefici. Questo è il motivo per cui, in molte popolazioni non civilizzate secondo i nostri parametri, anche la fotografia è un furto d’anima. Questo è il motivo per cui rompere uno specchio porta 7 anni di sfiga… Con lo specchio va via una parte della nostra anima!
GATTO NERO:Nel Medioevo il gatto nero era una forma sotto cui si credeva si tramutassero diavoli e streghe. In un antico testo di stregoneria si trova scritto: “…incontrare un gatto nero reca maleficio; se la fiera vi attraversa il cammino vi colpirà un male imminente, peggio se da sinistra…”
PASSARE SOTTO LA SCALA:Passare sotto una scala romperebbe il “triangolo” magico, costituito dalla scala, dalla parete e dal pavimento.
NUMERO 13:Superstizione di origine asiatica. 13 sono infatti gli spiriti della casa: 12 buoni, il 13° malvagio, con la figura di una donna anziana che rappresenta la miseria, il dolore, la morte. Le popolazioni nomadi progenitrici degli odierni ROM diffusero probabilmente questa credenza. Ei tarocchi, infatti, il 13 è assegnato alla signora con la falce. Al 13 sono legate altre leggende. Filippo di Macedonia aggiunse la sua statua a quella di 12 divinità e, secondo la leggenda, fu, per questo, ucciso. Tredici furono i convitati all’ultima cena. Nell’Apocalisse il 13° capitolo è quello del Male e dell’Anticristo, Satana (Satvan: l’avversario). La tavola rotonda dei cavalieri di King Arthur aveva 12 posti buoni ed un ultimo definito “dangerous chair”: povero chi vi si sedeva! In Italia, invece, il 13 porta fortuna. Al totocalcio si vince con il 13.
NUMERO 17:Il 17 in Asia era considerato favorevole. Nei tarocchi è rappresentato dalle stelle, 17 sono le parole di preambolo alla preghiera, 17 sono i regali consigli che s’impartivano sussurrate nell’orecchio all’atto dell’incoronazione, 17 sono i simboli del vessillo reale. Nel Medioevo però fu il simbolo dei morti per impiccagione. Presso i Romani, anagrammando il numero XVII (17), si otteneva il verbo VIXI (vissi: sono morto).
IL MARTEDI’ E IL VENERDI’:Martedì è il giorno di Marte, dio della guerra. Il venerdì, secondo la credenza popolare, è propizio ai diavoli e alle streghe. Venerdì si ricollega anche alla passione di Cristo!
ROVESCIARE IL SALE:Il sale in antichità era prezioso (per conservare alimenti, per difendersi da malattie dovute a carenza di sodio e potassio). I Romani pagavano gli operai ed i “milites” con il sale (da qui “salario”). Via Salaria prende il nome dal sale. “Salato” è un aggettivo proprio di qualcosa di costoso. Presso i Celti il crepitio del sale buttato nel fuoco demoliva i propositi del nemico. Cristo viene definito il “sale della terra”. All’atto del battesimo, una volta, si mettevano sulle labbra alcuni granelli di sale. Insomma, versare accidentalmente il sale ha la doppia valenza di sperpero e sacrilegio. Un’altra ipotesi è: versare il sale porta sfortuna perché un tempo i vincitori usavano buttare il sale sul terreno dei vinti.
FERRO DI CAVALLO:Per portare fortuna và trovato o ricevuto in dono ed appeso sull’uscio di casa. Anticamente solo i ricchi possedevano i cavalli. Quando i cavalieri si accorgevano del distacco di un ferro, i poveri si affrettavano ad aiutarli, in cambio spesso di qualche moneta.
VERSARE IL VINO CON LA MANO ROVESCIATA:Tale gesto era utilizzato dai traditori per indicare agli assassini la vittima da eliminare.
PESTARE LA CACCA:Tale credenza pare abbia un’origine recente: durante la Grande Guerra il sistema più efficace per aggirare le mine era quello di camminare saltellando sulle cacche di vacca (dov’era passata una vacca poteva passare un uomo). Questo è il motivo secondo cui tale cacca più è fresca, più porta bene!
INCONTRARE IL CARRO FUNEBRE VUOTO:Perché, si dice, sia in cerca di un morto!
ESSERE IL 3° AD ACCENDERE UNA SIGARETTA DALLO STESSO FIAMMIFERO:Probabilmente anche questo è un retaggio della Grande Guerra. Di notte, l’accensione di un fiammifero, illumina il primo soldato, il passaggio al secondo consente la mira, l’accensione sul 3° (il più giovane in ordine gerarchico) consente lo sparo e l’uccisione.
APRIRE L’OMBRELLO IN CASA:Porta male perché il prete che impartiva l’estrema unzione era assistito da un chierico con un apposito baldacchino a forma d’ombrello.
TOCCARE FERRO:Il “ferro” era il nome con cui si indicava la spada. Mettere mano al “ferro” era un gesto istintivo di difesa.