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Resilience in Children: Risk Factors, Protective Factors, and Coping Strategies

Explore the concept of risk and resilience in children's development, including distal and proximal risk factors, protective elements, and coping mechanisms. Learn about individual, familial, and social factors influencing children's adaptability and mental health.

mikko
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Resilience in Children: Risk Factors, Protective Factors, and Coping Strategies

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Presentation Transcript


  1. RISCHIO • PROBABILITA’ DI SVILUPPARE: DISADATTAMENTO • CAMBIAMENTO NELLO STATO DI SALUTE

  2. CONCETTO DI RISCHIO

  3. CONCETTO DI RISCHIO

  4. FATTORI PROTETTIVI

  5. FATTORI DI RISCHIO • DISTALI (INFLUENZA INDIRETTA) • PROSSIMALI (INFLUENZA DIRETTA)

  6. FATTORI DI RISCHIO DISTALI • POVERTA’ CRONICA • BASSO LIELLO DI ISTRUZIONE • GIOVANE ETA’ DELLA MADRE • CARENZA DI RELAZIONI INTERPERSONALI • CARENZA DI RETI E D’INTEGRAZIONE SOCIALE • FAMIGLIA MONOPARENTALE • ESPERIENZE DI RIFIUTO, VIOLENZA O ABUSO • SFIDUCIA VERSO LE NORME SOCIALI E LE ISTITUZIONI • ACCETTAZIONE DELLA VIOLENZA E DELLE PUNIZIONI COME PRATICHE EDUCATIVE • ACCETTAZIONE DELLA PORNOGRAFIA INFANTILE • SCARSE CONOSCENZE E DISINTERESSE PER LO SVILUPO DEL BAMBINO

  7. FATTORI PROSSIMALI DI RISCHIO E DI APLIFICAZIONE DEL RISCHIO • FATTORI INDIVIDUALI: • PSICOPATOLOGIA DEI GENITORI • ABUSO DI SOSTANZE • DISTORSIONE DELLE EMOZIONI E DELLE CAPACITA’ EMPATICHE • IMPULSIVITA’ • ANSIA DA SEPARAZIONE • B) GRAVIDANZA E MATERNITA’ NON DESIDERATE • 6) RELAZIONI DIFFICILI CON LE FAMIGLIE • 7) CONFLITTI DI COPPIA E VIOLENZA DOMESTICA • C) CARATTERISTICHE DEL BAMBINO • 8) MALATTIE FISICHE O DISTURBI ALLA NASCITA • 9) TEMPERAMENTO DIFFICILE

  8. FATTORI PROTETTIVI E DI RIDUZIONE DEL RISCHIO A) FATTORI INDIVIDUALI. 1) RIELABORAZIONE DEL RIFIUTO 2) CAPACITA’ EMPATICHE 3) DESIDERIO DI MIGLIORARSI 4) BUON LIVELLO D’AUTOSTIMA B) FATTORI FAMILIARI E SOCIALI 5) RELAZIONE ATTUALE SODDISFACENTE CON LA FAMIGLIA 6) CAPACITA’ DI GESTIRE I CONFLITTI C) CARATTERISTICHE DEL BAMBINO 7) TEMPERAMENTO FACILE

  9. RESILIENZA • CAPACITA’ D’ADATTAMENTO, DI FLESSIBILITA’, DI RESISTENZA ALLO STRESS ALL’ANSIA E ALLE AVVERSITA’ SOGGETTI RESILIENTI:FATTORI PERSONALI (CARATTERISTICHE DI PERSONALITÀ, RISORSE DISPONIBILI) ED AMBIENTALI (RELAZIONI ED ESPERIENZE) SONO PROTETTIVI. • SOGGETTI RESILIENTI ESPOSTI A CONDIZIONI FORTEMENTE STRESSANTI CHE RIESCONO A FRONTEGGIARE

  10. ORIGINE DI RESILIENZA • SPITZ E WOLF (1946): ISTITUZIONALIZZAZIONE CON EFFETTI MOLTO GRAVI: DALLA DEPRESSIONE ANACLITICA ALLA MORTE; • HARLOW E HARLOW (1958) : ‘THE NATURE OF LOVE’, INFANTI DI SCIMMIE RHESUS CON DEPRIVAZIONI AMBIENTALI MOSTRANO DANNI SEVERI E PROCESSI DETERIORATIVI NELLO SVILUPPO SOCIALE, EMOTIVO, COGNITIVO E SOPRAVVIVENZA ANALISI DI DIFFERENZE INDIVIDUALI: ESEMPIO DI 123 BAMBINI ISTITUZIONALIZZATI, 79 SOPRAVVIVONO SENZA GRAVI PROBLEMI.

  11. RISCHIO E FATTORI PROTETTIVI • CONCETTI UNIVERSALI O DEFINIBILI IN TERMINI INDIVIDUALI? • STUDI EPIDEMIOLOGICI SU AMPI CAMPIONI IDENTIFICA FATTORI PREDITTIVI; CASI CLINICI UTILI PER INDIVIDUARE I MECCANISMI • CONCETTI CHIAVE: VULNERABILITÀ, INVULNERABILITÀ, RESILIENZA, COPING

  12. RESILIENZA • LEWIN, WERNER, FREUD: INDIVIDUO RESILIENTE HA MOLTE RISORSE, MANTIENE COMPORTAMENTO INTEGRATO ANCHE SOTTO STRESS, RIESCE A PROCESSARE PIÙ INFORMAZIONI INSIEME, È ABILE ANCHE A REGRESSIONI AL SERVIZIO DELL’IO • FRONTEGGIARE LE DIFFICOLTÀ (COPING) A DIVERSI LIVELLI: BIOLOGICO: AUMENTO DELLA SOPRAVVIVENZA E CONTINUITÀ DELLA SPECIE; SOCIALE: AUMENTO DI BENESSERE DEGLI ALTRI; PSICOLOGICO: BENESSERE DEL SÈ

  13. BAMBINI RESILIENTI O INVULNERABILI • FATTORI COINVOLTI: INTELLIGENZA, GENERE, ETÀ E STATUS SOCIOECONOMICO • STUDI LONGITUDINALI E SU CASI: FATTORI PROTETTIVI: INCONTRO TRA QUALITÀ PSICOLOGICHE O FISICHE E I BISOGNI SODDISFATTI DA ALMENO UN ADULTO; CONCETTO CHIARO CHE C’È QUALCOSA DI BUONO IN SÈ

  14. SOGGETTI A RISCHIO I BAMBINI NATI PRETERMINE: SONO MENO RESPONSIVI NON ESPRIMONO LE LORO EMOZIONI IN MODO CHIARO E COMPRENSIBILE

  15. DEFINIZIONE DI PREMATURITA’ NEONATO CON PESO INFERIORE AI 2.500GR SENZA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE IL PESO ANNI ’60 PESO ALLA NASCITA INFERIORE A 2.500 ETA’ GESTAZIONALE INFERIORE A 37 SETTIMANE ANNI’ 70 LA PRIMA DISCRIMINANTE, ANCHE PER L’ESITO FUTURO, E’ IL SUO PESO ALLA NASCITA E SI DISTINGUE TRA PRETERMINE AGA (APPROPRIATE FOR GESTATIONAL AGE) CON PESO ADEGUATO E SGA (SMALL FOR GESTATIONAL AGE), DI PESO BASSO.

  16. FATTORI DI RISCHIO ETA’ GESTAZIONALE PESO TIPO DI GRAVIDANZA INDICE DI APGAR (MISURE STANDARDIZZATE DI BENESSERE FISICO) SCALA DI BRAZELTON (VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEL NEONATO)

  17. FATTORI DI RISCHIO LIVELLI SOCIOECONOMICI BASSI AMBIENTE IN CUI LA DONNA SI TROVA DURANTE LA GRAVIDANZA SITUAZIONE PSICOLOGICA ETA’ MATERNA ALTA O BASSA FUMO SVOLGIMENTO DI LAVORO PESANTE USO E/O ABUSO D’ALCOOL, SOSTANZE STUPEFACENTI COMPLICAZIONI PERINATALI (SINDROME DA DISTRESS RESPIRATORIO, INFEZIONI)

  18. IL NEONATO PRETERMINE“A RISCHIO” NEUROBIOLOGICO – POSSIBILI EVENTI NEUROLESIVI PSICOPATOLOGICO – DEGENZA PROLUNGATA, SEPARAZIONE PROTRATTA DALLA MADRE E DIFFICOLTA’ SUCCESSIVE

  19. ESITI PSICOPATOLOGICI IPERATTIVITA’ IRREQUIETEZZA BASSA CONCENTRAZIONE RICHIESTA DI ATTENZIONE DIFFICOLTA’ GENERALI DI CONTROLLO BASSA MOTIVAZIONE SVILUPPO EMOZIONALE IMMATURO BASSA AUTOSTIMA DIFFICOLTA’ DI SOCIALIZZAZIONE

  20. ASPETTI GENERALI SULLA CONDIZIONE DELLA PREMATURITA’ NON MATURAZIONE DI APPARATI SENSORIALI SITUAZIONI DI STIMOLI INVASIVI E PERTURBANTI (VIBRAZIONI DELLE CULLE, LUCE SEMPRE ACCESA, PRELIEVI) ASSENZA DI CURE PARENTALI E DI CONTATTO FISICO

  21. VITA SOCIALE PER IL PRETERMINE RISPOSTE EVITANTI O DISORGANIZZATE SEGNALI AMBIGUI RISPONDE E SI ADATTA CON LENTEZZA

  22. DISTACCO ALLA NASCITA, DOVUTO ALLE NECESSITA’ DI CURE. MANCATO IMPRINTING DIFFICOLTA’ RELAZIONALI CON LA MADRE

  23. DEPRIVAZIONE MATERNA • DANNO ORGANIZZAZIONE COMPORTAMENTALE • EFFETTI DEPRIVAZIONE SENSORIALE

  24. MAGGIORE E’ LA TRAUMATIZZAZIONE PIU’ ELEVATO E’ IL RISCHIO DI VIOLENZA DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS (PT SD)

  25. TRAUMA PSICOLOGICO • ABUSO • DISTRUTTIVITA’

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