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“I fiumi”. Caos. Nella mitologia greca e romana i fiumi erano figli del dio Oceano e della ninfa Teti e a loro volta erano padri delle Ninfe e potevano generare figli unendosi a donne. Nix. Emera. Erebo. Etere. Fu Eros ad inculcare nella madre terra un desiderio irriducibile di Amore.
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Caos Nella mitologia greca e romana i fiumi erano figli del dio Oceano e della ninfa Teti e a loro volta erano padri delle Ninfe e potevano generare figli unendosi a donne. Nix Emera Erebo Etere
Fu Eros ad inculcare nella madre terra un desiderio irriducibile di Amore. Per soddisfare tale desiderio Gea si fabbricò un figlio, Urano, che nient'altro era se non il Cielo Stellato. A partire da quel momento, Gea ed Urano si congiunsero ogni notte di nascosto da Etere e da Emera, e dalla loro prole fecero parte anche Oceano e Teti.
I fiumi in Dante e Ungaretti Firenze, maggio 1265 Ravenna, 14 settembre 1321 Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 Milano, 1 giugno 1970
Dante “E poi ch’a riguardar oltre mi diedi,vidi genti a la riva d’un gran fiume;per ch’io dissi: "Maestro, or mi concedi ch’i’ sappia quali sono, e qual costumele fa di trapassar parer sì pronte,com’i’ discerno per lo fioco lume".Ed elli a me: "Le cose ti fier contequando noi fermerem li nostri passisu la trista riviera d’Acheronte.” G.Doré; “Caronte nelle acque dell'Acheronte” Divina Commedia; Inferno Canto III vv. 70/78
“Ma quell’anime, ch’eran lasse e nude,cangiar colore e dibattero i denti,ratto che ’nteser le parole crude.Bestemmiavano Dio e lor parenti,l’umana spezie e ’l loco e ’l tempo e ’l semedi lor semenza e di lor nascimenti.Poi si ritrasser tutte quante insieme,forte piangendo, a la riva malvagiach’attende ciascun uom che Dio non teme.” Luca Signorelli; “Caronte” (Duomo di Orvieto) Divina Commedia; Inferno Canto III vv. 100/108
“Va dunque, e fa che tu costui ricinghed’un giunco schietto e che li lavi ’l viso,sì ch’ogne sucidume quindi stinghe; ché non si converria, l’occhio sorprisod’alcuna nebbia, andar dinanzi al primoministro, ch’è di quei di paradiso.” Divina Commedia; Purgatorio Canto I vv. 94/99
“Quando noi fummo là ’ve la rugiadapugna col sole, per essere in partedove, ad orezza, poco si dirada, ambo le mani in su l’erbetta spartesoavemente ’l mio maestro pose:ond’io, che fui accorto di sua arte,porsi ver’ lui le guance lagrimose;ivi mi fece tutto discovertoquel color che l’inferno mi nascose.” Virgilio lava il volto a Dante; Codice Biblioteca Marciana Divina Commedia; Purgatorio Canto I vv. 121/129
“Da questa parte con virtù discende che toglie altrui memoria del peccato; da l’altra d’ogne ben fatto la rende. QuinciLetè; così da l’altro lato Eünoè si chiama, e non adopra se quinci e quindi pria non è gustato: a tutti altri sapori esto è di sopra.” Divina Commedia; Purgatorio Canto XXVIII vv. 127/133 Nicolo Barabino; “Dante incontra Matelda”
“S'io avessi, lettor, più lungo spazio da scrivere, i' pur cantere' in parte lo dolce ber che mai non m'avria sazio […]” Divina Commedia; Purgatorio Canto XXXIII vv. 135/138 G. Doré, “Dante nell'Eunoè”
Ungaretti “Stamani mi sono distesoin un’urna d’acquae come una reliquiaho riposato L’Isonzo scorrendomi levigavacome un suo sasso.” “Allegria di naufragi”; “I fiumi” 1916 vv. 9/15 G. Klimt; “Acqua in movimento”
“Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde.” “Il porto sepolto”; 1916 vv. 1/3 PinckeyMarcious; “FlowerFairies”
«L’immersione nelle acque, secondo il simbolismo che è ad esse proprio, comporta una morte iniziatica, cui segue una rinascita, una riconquista dell’identità perduta ed un’espansione dell’Io a tutte le modalità dell’esistenza: Ungaretti perde la specificità di essere umano per trasformarsi in “una docile fibra / dell’universo”, per sentirsi, al di là di ogni contrasto, sé nel tutto e il tutto in sé e raggiungere in quei sacri momenti una difficile e sofferta armonia con se stesso e con il cosmo, soffusa di un “ rara felicità” » Francesco Puccio; “Testi e intertesti del Novecento”
Lavoro realizzato da Ilaria Matta classe 5A Liceo scientifico a.s. 2011-2012 Prof.ssa Assunta Gasparri