250 likes | 393 Views
“Chi ha paura dell'uomo nero!” aiutare i figli a gestire ed elaborare le più comuni paure evolutive Dott.ssa Claudia Mazzoni.
E N D
“Chi ha paura dell'uomo nero!” aiutare i figli a gestire ed elaborare le più comuni paure evolutive Dott.ssa Claudia Mazzoni
E' un'esperienza naturale dell'uomo , possiede una funzione di salvaguardia e serve a garantire la sopravvivenza. E' una preparazione psicologica ed intellettuale necessaria per affrontare una situazione pericolosa. Definiamo la paura...
Secondo D. Winnicott il bambino piccolo deve essere in grado di provare paura. La paura è utile !
Con il formarsi di paure, fisiologiche, nel corso della crescita, i bambini attuano e perfezionano anche strategie di superamento. Tentano di addomesticare la paura! ( racconti “paurosi”, giocare a farsi paura ecc. ) E' importante sapere che ....
All'inizio del terzo anno , con una maggiore padronanza del linguaggio e l'accesso alla sua funzione simbolica, il bambino arriva man mano a distanziare le sue emozioni: il parlarne gli permette di liberarsene; ci gioca in diversi modi, ascoltando racconti,guardando un cartone animato, assistendo ad uno spettacolo di marionette....
Nei primi cinque anni di vita il bambino sperimenta le cinque forme della paura condizionate dalla crescita Paure basilari
Vediamo quali sono: • Perdita del contatto fisico • Angoscia dell'ottavo mese • Paura della separazione ( tra il dodicesimo ed il diciottesimo mese ) • Paura dell'annientamento (nel corso del terzo anno).E' legata al senso del potere. Può essere esternata con la paura dei temporali, terra acqua, fuoco, mostri, fantasmi, animali in via di estinzione ecc. • Paura della morte ( tra i quattro e i cinque anni)
Paure dei mostri: tra il secondo ed il terzo anno il bambino sviluppa un senso di potere, di onnipotenza e al contempo sente la dipendenza dai genitori. Questa ambivalenza, questo binomio positivo/negativo gioca un ruolo ansiogeno che il bambino esterna simbolizzando queste paure Vediamone alcune
Paura del lupo: rappresenta l'angoscia divoratrice; la paura di essere divorato. Anche in questo caso sono implicate emozioni forti da cui il bambino piccolo è spesso attaccato e di fronte alle quali si sente impotente, “divorato”.
Paura del mare: il mare rappresenta un mondo sconosciuto e a volte ostile e inquietante, difficile da dominare.Può generare visioni di inghiottimento o divoramento da parte di animali tanto più pericolosi tanto più misteriosi ed invisibili
Paura del buio e della notte: trattasi di una paura atavica , che perdura attraverso i secoli. E' associata al nero, all'oscurità che ha una simbologia inquietante. Anche i bambini hanno paura del buio, dell'oscurità, ma non da subito:durante i primi mesi non distinguono il giorno dalla notte!
Verso i due anni la notte in quanto tale diventa fonte di angoscia. L'ambivalenza del bambino verso le figure adulte, il senso di onnipotenza, la trasgressione ed il senso di colpa susseguente, lo portano a pensare di essere legittimamente punito. Le sue notti diventano piene di minacce e rappresaglie che lo svegliano di soprassalto e popolano i suoi incubi.
Il buio toglie ogni RIFERIMENTO spazio temporale. La privazione del campo visivo rende minaccioso un elemento di cui NON ha il controllo.
Paura della morte: esperienza di separazione estrema. Nel corso del suo sviluppo il bambino incamera l'idea della morte e il suo corteo di paure. Fin verso i cinque anni NON ha idea dell'irreversibilità.
E quando sono i genitori a trasmettere le paure ? • “......non toccare, è pericoloso!” • “...non avvicinarti al cane che ti morde!” • “....non ti arrampicare sulla sedia, puoi cadere!”
Queste frasi pronunciate sistematicamente e ritenute in grado di prevenire grandi pericoli finiscono per GENERARE PAURE nel bambino, che le recepisce come reali minacce da cui non può premunirsi perchè DICENDOGLI QUELLE COSE NON GLIELE SI INSEGNA! Quali conseguenze?
E' importante che i genitori, prima di aiutare il bambino a superare le proprie paure si confrontino con le proprie Cosa possono fare i genitori ?
Una forma di iperprotettività sta nel cercare a tutti i costi di proteggere il bambino da emozioni ritenute troppo forti perchè possano essere superate. Lo stesso vale per le eccessive semplificazioni! ( es. non è niente....)
In primo luogo è importante accogliere la fragilità. Compito dei genitori è favorire la crescita e la maturazione di un figlio, NON spaventarlo e usare orchi, straghe e mostri o.....Babbo Natale per sottometterlo quando fa i capricci. quindi...come aiutare il bambino?
Gli esseri mostruosi di cui ha paura in realtà sono proiezioni all'esterno di ciò che teme possano fargli i suoi genitori ( abbandoni, vendette, disintegrazioni,disconoscimenti , annullamenti ecc.) Depositare queste sensazioni su esseri immaginari è un modo per esternarle e poterle gestire da una posizione che ne garantisce un controllo maggiore!
Quali strategie? • La rassicurazione è la migliore strategia......il genitore temuto coabiterà con il genitore confortante! • La comunicazione delle proprie paure senza vergogna e senza censura ai genitori, è il miglior modo per iniziare a dialogare con le stesse paure • La funzione di ascolto dei genitori risulta fondamentale per abituare un bambino a non nascondere sentimenti angoscianti.
Quali sono gli strumenti del bambino? • Il gioco ( bambole, pupazzi ) • Disegno • Racconto
Le paure accompagnano la crescita dei nostri figli ed i genitori devono esser sempre pronti ad accoglierle. I genitori NON possono estinguere le paure , ma trasformarle in qualcosa di tollerabile! E per concludere...........
LA PAURA NON SI ESAURISCE , MA LA CAPACITA' DI AFFRONTARLA, PENSARLA, RIELABORARLA FA DIMINUIRE NEL TEMPO LA SUA ESPLOSIVITA'!
“...ogni bambino ha paura di esser solo perchè sa che, da solo, non è più capace di crescere e di diventare grande come i suoi genitori”. Pensiero di Emma..........