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UCD. I Incontro Formazione Catechisti Rionero, 26 febbraio 2012 Diocesi di Melfi Rapolla Venosa. l’impegno che l’UDC vi assicura:. I incontro , ogg i: 1. Uno sguardo al punto di partenza fino ai … Criteri comuni.
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UCD I Incontro Formazione Catechisti Rionero, 26 febbraio 2012 Diocesi di Melfi Rapolla Venosa
l’impegno che l’UDC vi assicura: I incontro, oggi: 1. Uno sguardo al punto di partenza fino ai … Criteri comuni. 2. «Coinvolgere», «evangelizzare i» ed «evangelizzare con i Genitori»: temi, contenuti e obiettivi 3. Partecipazione Convegno Regionale Catechisti 22 aprile, comunicazioni. II Incontro 25marzo, ore 16.30 Rionero in Vulture Suore Misericordiose III Incontro Convegno Regionale 22 aprile IV incontro 24 GIUGNO Armonizzare il percorso di genitori e bambini con le Tappe e le Consegne • Verifica
L'esperienza biblico-ecclesiale La Chiesa ha sempre sottolineato il ruolo primario ed insostituibile della famiglia nell'educazione dei figli alla vita di fede Proviamo a fare insieme un esercizio di memoria: Nel Nuovo Testamento la casa è luogo dell'annuncio del Vangelo. Gli apostoli infatti "ogni giorno nel tempio e di casa in casa, non cessavano di insegnare, cioè di annunciare che Gesù era il Messia" (At 5, 42). "Spezzavano il pane nelle case, prendendo il cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio" (At 2, 47). Cornelio "era un pio credente in Dio con tutta la sua casa" At 10, 2 Paolo nelle sue lettere ricorda i discepoli che accoglievano la comunità cristiana nelle loro case: "Vi salutano tanto nel Signore Aquila e Priscilla con la chiesa che è in casa loro" 1 Cor 16, 19. "Salutate i fratelli che sono in Laodicea e Ninfa e la chiesa che si riunisce nella sua casa" Col 4, 15 Padri della Chiesa Agostino insegna ai genitori: "Voi padri siete i vescovi della famiglia. Comportatevi nella vostra casa come nostri vicari. Ciascuno di voi, capi famiglia, si consideri investito per così dire di una missione episcopale per ciò che riguarda la fede dei suoi cari". Giovanni Crisostomo raccomanda a ogni padre: "Insegna a tuo figlio a cantare i salmi, pieni di tanta saggezza di vita". "Tornati nelle nostre case prepariamo due tavole: una per il cibo del corpo, l'altra per il cibo della Sacra Scrittura. Il marito ripeta quello che è stato detto nella Santa Assemblea, la moglie si istruisca e i figli l'ascoltino. Ognuno di voi faccia della sua casa una chiesa. Non siete forse responsabili della salvezza dei vostri figli?". E facendosi ancora più severo, aggiunge: "Come non provocare lo sdegno divino quando voi avete tempo per tutto il resto e non trovate un istante per occuparvi delle cose di Dio con i vostri figli!".
Medio Evo la catechesi dei figli era affidata completamente ai genitori e ai padrini, che dovevano condurre ogni domenica i fanciulli in chiesa per partecipare all'Eucaristia. Il Concilio provinciale di Cividale del 796, presieduto da S.Paolino di Aquileia, prescrive ai genitori, come obbligo grave, di insegnare ai figli almeno il Credo e il Padre nostro. Non si dimentichi che in quell'epoca il contesto sociale era ispirato decisamente dal senso religioso e fungeva da "catecumenato sociale" permanente per l'educazione dei fanciulli e dei ragazzi alla fede. Età Moderna Con il sorgere delle scuole, in epoca umanistica, e con il matrimonio ridotto a "istituzione", l'impegno educativo dei genitori verso i figli passa in secondo ordine; ai genitori si chiede di battezzare i figli appena nati, di educarli con il buon esempio e di aver cura della loro vita. Il Concilio di Trento (1545-1563), constatata l'ignoranza religiosa del popolo cristiano, avverte l'urgenza di istituire le scuole della dottrina cristiana e di fatto sottrae i figli alla responsabilità educativa della famiglia. Tuttavia raccomanda ai genitori di assicurare la frequenza dei figli alla dottrina cristiana e di aiutarli ad apprendere le formule del catechismo. Il catechismo di S. Pio X Un'inversione di rotta avviene all'inizio del ‘900, quando, essendo estromesso dalle scuole l'insegnamento della religione, i Pastori della Chiesa riconoscono la necessità impellente dell' impegno educativo cristiano dei genitori. Pio X, nelle "Avvertenze" poste in appendice al suo catechismo, scrive: "I genitori cristiani come sono i primi e principali educatori dei loro figli, così debbono esserne i primi e principali catechisti; i primi, perché debbono instillare quasi con il latte la dottrina ricevuta dalla Chiesa; i principali, perché spetta ad essi far imparare a memoria in famiglia le cose principali della fede e farle ripetere ogni giorno in modo che a poco a poco penetrino profondamente nell'animo dei figli".
Il Magistero post-conciliare Ancora una sottolineatura, ecco un testo particolarmente significativo: "L'azione catechistica della famiglia ha un carattere particolare e, in un certo senso, insostituibile, giustamente sottolineato dalla Chiesa e segnatamente dal Concilio Vaticano II ... La catechesi familiare precede, accompagna ed arricchisce ogni altra forma di catechesi. Inoltre laddove una legislazione anti-religiosa pretende persino di impedire l'educazione della fede, laddove una diffusa miscredenza o un invadente secolarismo rendono praticamente impossibile una vera crescita religiosa, questa che si potrebbe chiamare "chiesa domestica" resta l'unico ambiente in cui i fanciulli ed i giovani possono ricevere un'autentica catechesi" (CT 68; cf. EN 71). La pubblicazione del Documento di base Il rinnovamento della catechesi (DB), avvenuta quarant’anni fa, il 2 febbraio 1970, ha segnato «un momento storico e decisivo per la fede cattolica del popolo italiano». Il Concilio Vaticano II Ha segnato una svolta decisiva riguardo all'impegno educativo dei genitori, molti documenti ne richiamano la responsabilità e ne indicano le motivazioni . Due passi significativi: "In questa famiglia, che si potrebbe chiamare "chiesa domestica", i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e assecondare la vocazione propria di ognuno e quella sacra in modo speciale"(LG 11 d). "I coniugi cristiani sono cooperatori della grazia e testimoni della fede reciprocamente e nei confronti dei figli e tutti gli altri familiari. Sono essi i primi araldi della fede ed educatori dei loro figli; li formano alla vita cristiana e apostolica con la parola e con l'esempio: li aiutano con prudenza nella scelta della loro vocazione e favoriscono con ogni diligenza, la sacra vocazione eventualmente in essi scoperta" (AA 11 b).
Conclusioni 199-200 Introduzione 1-3 Il rinnovamento della Catechesi
DB : elaborato con la collaborazione di tutte le Chiese d’Italia, nello stile del dialogo, della ricerca e del confronto dinamico; ha stimolato le comunità ecclesiali e in particolare i catechisti a conoscere e assimilare il Magistero conciliare, in particolare le quattro grandi costituzioni: SC, LG, DV e GS. *Sul piano dei contenuti della fede, offre una visione rinnovata della Rivelazione: Dio si manifesta agli uomini mediante eventi e parole e si consegna a noi in Cristo, Ci chiama e ci ammette alla piena comunione con sé (cap. 1); tutta la Chiesa è chiamata a farsi annunciatrice, perché è missionaria (cap. 2). * È Gesù Cristo, il centro vivo della catechesi, l’obiettivo è farlo conoscere, educare ad accoglierlo, a seguirlo, a entrare in comunione vitale con Colui che introduce nel mistero della Trinità, della Chiesa e dell’uomo rinnovato dallo Spirito (cap. 4). * Offre una visione rinnovata della fede: non è solo adesione dell’intelligenza alle verità del messaggio cristiano, ma è adesione della mente e del cuore alla persona di Cristo, come accoglienza, dialogo, comunione e intimità con Dio in Gesù Cristo. * Finalità : trasmettere i contenuti della fede e educare la “mentalità di fede”, di iniziare alla vita ecclesiale, di integrare fede e vita (cap. 3), insegnandoci a leggere il nostro tempo alla luce della parola di Dio (cap. 5).
Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo.”DB, 38 La Chiesa, grembo che genera alla vita in Cristo mediante l’IC,ècomunità tutta responsabile dell’evangelizzazione e dell’educazione della vita di fede. Missione affidata ai catechisti, che sono maestri, educatori e testimoni della fede. Ogni cristiano, in forza del battesimo e della cresima, è responsabile dell’evangelizzazione: una responsabilità differenziata, ma comune (capp. 8 e 10) che deve raggiungere le persone nella loro concreta situazione di vita e renderle protagonisti del proprio cammino di fede (cap. 7). Il carattere ecclesiale della catechesi evidenzia anche la dimensione ecumenica: la passione per l’unità del Corpo di Cristo e la corretta conoscenza delle diverse tradizioni e confessioni cristiane devono animare tutta la catechesi e farne una scuola di impegno per l’unità che il Signore vuole. Le fonti della catechesi: la Sacra Scrittura; la Tradizione, la Liturgia, le opere del creato, danno una dimensione di annuncio e di contemplazione della storia della salvezza (cap. 6). Anche il contesto sociale va guardato con gli occhi della fede: esso non è solo lo spazio in cui annunciare la parola di Dio, ma è anche il luogo teologico in cui Dio si manifesta, attraverso i segni dei tempi (cfr n. 77).
Il metodo: chiede di essere fedeli alla parola di Dio e alle esigenze della persona; afferma validi sia i metodi che partono dalla situazione dei soggetti o dall’attualità, sia quelli che partono dalla rivelazione, purché in ambedue i casi si arrivi a far incontrare le persone con Gesù Cristo e il suo messaggio (cap. 9) L’ IC è «espressione di una comunità che educa con tutta la sua vita e manifesta la sua azione dentro una concreta esperienza di ecclesialità. L’IC non è quindi una delle tante attività della comunità cristiana, ma l’attività che qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre» …i catechisti, oltre a narrare e spiegare il messaggio cristiano (traditio), devono preoccuparsi di fornire a ciascuno gli strumenti espressivi, perché possano riesprimere con la vita e la parola ciò che hanno ricevuto (redditio). Una comunicazione che si esaurisse nel solo processo di trasmissione produrrebbe cristiani “infanti”, che “non parlano”, “muti e invisibili”, e alla fine perderebbe ogni rilevanza nella vita delle persone. Il cristiano è un testimone che, per rendere ragione della sua fede, non può limitarsi a compiere le opere dell’amore, ma deve anche narrare ciò che Dio ha fatto e sta facendo nella sua vita, e così suscitare negli altri la speranza e il desiderio di Gesù…
in conclusione … il Signore Gesù chiede alle nostre comunità e a ciascuno di noi di testimoniare l’amore di Dio per l’uomo e di prolungare nel tempo la manifestazione di quel grande ‘sì’ che Dio «ha detto all’uomo, alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza ». Egli ci chiama a testimoniare che Dio è dalla parte dell’uomo, è suo amico e alleato. Questo amore infinito di Dio va annunciato prima di tutto con l’attenzione alle persone, con le opere dell’amore e con scelte di vita in loro favore. Siamo tutti impegnati in una seria riflessione su come il progetto catechistico italiano è stato ed è realizzato nelle nostre comunità. Non rassegniamoci a lasciare che l’uomo viva solo in superficie, o che diventi schiavo del conformismo. Aiutiamo ciascuno a prendere in mano la propria vita in compagnia di Gesù, per rispondere alle inquietudini e agli interrogativi più profondi e scoprire Lui come “via, verità e vita” (Gv14,6). Nel guardare a questa meta, che è anche la sfida che ci è posta dinanzi, rendiamo grazie al Signore per l’immenso lavoro di annuncio della fede e di catechesi compiuto in questi quarant’anni: Dio solo ne conosce i frutti e vede quanto amore, quanta fede e quanta passione vi sono stati investiti. Possa Egli trasformare questa memoria grata, che è insieme anche consapevolezza dei nostri limiti, in un rinnovato slancio, affinché il Vangelo raggiunga tutto l’uomo in ogni fratello e sorella, e ciascuno, credendo, abbia accesso alla pienezza della vita che viene da Dio nel Signore Gesù e nella forza del suo Spirito. Roma, 4 aprile 2010 Pasqua di Risurrezione LA COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, L’ANNUNCIO E LA CATECHESI *Lettera alle comunità, ai presbiteri e ai catechisti nel quarantesimo del Documento di Base Il rinnovamento della catechesi
La Scrittura è il “Libro”, non un sussidio DB 107 Sacra Scrittura Si incontra Colui di cui parlano la Scrittura e le altre fonti, e lo si incontra con gesti e azioni vive come è proprio della celebrazione liturgica Liturgia Tradizione Presenta, con sentimento religioso e con obiettività, le grandi pagine della carità e della santità cristiana lungo i secoli” DB 112 Tutto è segno e via per annunciare il mistero di Cristo. DB 118 Creato
diventare cristianocon e nellacomunità RdC200 Educarealla Vita Buona del Vangelo • La formazione dei catechisti nella Comunità cristiana, 1982 • Lettera dei Vescovi per la riconsegna del DB «Il rinnovamento della catechesi», 1988 • Nota UCN Per l’accoglienza e l’utilizzazione del Catechismo CEI, 1991* • Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti, 1991 • Prima Nota pastorale sull’I. C. Catecumenato per gli adulti, 1997 • Seconda N. P. I.C. Catecumenato f/r dai 07 ai 14 anni, 1999 • Terza Nota Risveglio della fede e completamento dell‘I. C. Adulti, 2003 • La formazione dei catechisti per l’i. C. dei fanciulli e dei ragazzi, 2006
ASSEMBLEA DIOCESANA 17 SETTEMBRE 2011 1.Verifica itinerari e strumenti di catechesi, in particolare di IC a) Il cammino di fede che proponete ai fanciulli e ai ragazzi quali strumenti utilizza? Oltre al testo quali sono le fonti di riferimento per la catechesi? strumenti: testi Cei (Cdf 1,2,3,) Sacra Scrittura, Testi AVE, Avvenire, filmati, dossier Catechisti, quaderni attivi, schede. b) Avete realizzato/validato un percorso che individua e scandisce obiettivi, tappe, esperienze concrete di gruppo? A quali documenti o elementi fate riferimento? Itinerari: ACR (obiettivi, mete …) programmi personali (nel senso che il singolo catechista decide il percorso da fare), programma per fasce d’età (in gruppo tra i catechisti), il singolo catechista con il parroco. c) Ogni percorso presuppone l’avvio, l’assunzione e l’approfondimento: come vivete questi aspetti del cammino di fede nella vostra opera di evangelizzazione? A chi vi rivolgete? Ricerca personale o a volte insieme ad altri catechisti. d) Le celebrazioni hanno qualche elemento importante che esprime la gioia di una vita rinnovata dal Signore? I ragazzi partecipano poco alle celebrazioni, pregano poco. Se coinvolti nell’animazione della celebrazione, rispondono in maniera positiva ma, sembra prevalere “il dover far qualcosa” non l’esigenza di partecipare.
e) Entrata progressiva nella fede, appartenenza alla comunità, partecipazione ai suoi riti: la dimensione catecumenale può essere così sintetizzata con la precisazione che tutto ciò non può essere delegato ad un solo catechista ma, richiede altre figure e soprattutto la presenza della Comunità cristiana. Da cosa bisogna partire per metterla in pratica? L’impostazione catecumenale ha difficoltà nel decollare perché, si ha l’impressione che, pochi sanno cos’è. Educare alla mentalità di fede: come verifichiamo e cosa soprattutto alla fine dei percorsi educativi? La verifica(dove viene fatta) prende in considerazione: partecipazione agli incontri e alla Celebrazione, interesse e partecipazione durante l’incontro, graduale cambiamento positivo e successivi progressi, essere pronti a ricevere i sacramenti, partecipazione obbligata dai genitori. 2. Formazione permanente degli adulti e famiglie La tua formazione : Con quali modalità le persone si sono prese cura di te ?quali esperienze/relazioni sono stati significativi? Sai individuare il modello che è stato preminente? Percorsi associativi presentano un ventaglio di esperienze formative valide( incontri settimanali del gruppo giovani; incontri mensili dei catechisti con il parroco, formazione animatori di AC, campi di formazione animatori, campi giovani, incontri con testimoni, lettura e confronto di testi (es. Lettera ai cercatori di Dio, ecc.) e confronti personali. Volontà personale di ricerca, cioè autoformazione.
La formazione è adeguata per rispondere alle nuove richieste di annuncio? No, tutti avvertono come decisiva una nuova formazione dei catechisti per abilitarli progressivamente ad una nuova fisionomia del loro ministero. L’azione catechistica del vostro contesto cosa mette in atto per diventare adatta agli adulti? Incontri settimanali dei catechisti, confronto tra gruppi, incontro con parroco e/o esperti (in poche parrocchie) Il coinvolgimento della famiglia nei percorsi di fede a che punto è? Famiglie poco presenti generalmente, maggiore affluenza per i sacramenti Ritieni che la presenza dei genitori, intesa come esperienza diretta di catechista, sia più proficua, in quale età del ragazzo? Scuola primaria e/o scuola media. Quali risorse impegniamo per l’evangelizzazione degli adulti? Incontri mensili affidati al Parroco o a qualche catechista
3. Reciprocità famiglia-chiesa (comunità ecclesiale) – società a) È in atto un dialogo con le agenzie educative presenti sul territorio? Il dialogo con le altre agenzie educative è difficile, alcune parrocchie si scambiano il calendario per non sovraccaricare i ragazzi. b) Quali proposte suggerisci per un coordinamento formativo tra comunità parrocchiale e altre agenzie educative? Non ci sono idee L’oratorio parrocchiale può diventare il luogo in cui le altre agenzie educative possano davvero entrare in sinergia ed elaborare progetti condivisi? Avete fatto esperienza di tutto ciò? Aspetto negativo di alcune parrocchie è la mancanza di strutture e locali da adibire all’oratorio, in altre parrocchie invece l’oratorio è presente ed è sempre aperto. 4. Attenzione alle nuove sfide Come pensi possa intervenire la comunità cristiana nei confronti delle nuove sfide? Bisogna porre la massima attenzione a tutto ciò che li circonda, a tutto ciò che vivono a scuola, in famiglia, nel tempo libero, con gli amici. Bisogna essere accoglienti, saper ascoltarli e dar loro la massima disponibilità, creare con loro un legame di fiducia, renderli protagonisti e saper utilizzare il loro linguaggio Cosa pensi vada consolidato nella pastorale e cosa cambiato? Nessuna risposta
Nella maggior parte delle comunità, si mantiene l’impostazione tradizionale, con l’attenzione a non interrompere quanto è in atto per non introdurre modalità che l’ambiente non capirebbe e che gli stessi catechisti non hanno ben chiare ; • 2. Tutte le realtà, però, stanno progettando o avvertono la necessità dei cambiamenti e sono entrate in una mentalità di sperimentazione; • Si procede a piccoli passi, nella logica della fattibilità; • 4. Il cambiamento non deve diventare un aggiustamento del vecchio modello, magari semplicemente cambiando il testo/quaderno attivo per i ragazzi! Annotazioni a margine dall’Assemblea: * Sensazione di scoraggiamento: “Si parla, è poi? Tutto resta fermo, è più che mai necessario, ineludibile decidere il da farsi. Ognuno si assuma le sue responsabilità e ci si metta a lavorare –sul serio- ai diversi livelli“; * I catechisti hanno evidenziato le difficoltà sempre crescenti nel rapporto con i ragazzi e con le famiglie, spesso di tipo comportamentale; * Si ha la sensazione che… si parli di qualcosa di cui si conosce poco o niente (es. è stato rilevato che i testi Cei sono difficili, usano un linguaggio desueto, superato…), alcuni preferiscono usare materiale scaricato da internet; *Riguardo a documenti e / o proposte di tipo catecumenale sembra ci sia un vuoto
EMERGE UNA TELA IN CUI LE TRAME NON SONO SEMPRE BEN COLLEGATE TRA LORO E RISULTANO ESSERE PIUTTOSTO DISOMOGENEE. Prendiamo e rivolgiamo a noi le parole del documento “La formazione dei catechisti” dell’UCN :“… in molte comunità ecclesiali il lavoro formativo è carente o addirittura assente, per cui è necessario «maturare una decisione coraggiosa a cambiare le cose» . La missione è la nuova frontiera aperta anche alla catechesi. Essa esige la formazione degli operatori catechistici, perché siano in grado di comprendere il cambiamento culturale e religioso in cui viviamo, per farsi «catechisti di strada», come Filippo sulla strada di Gaza e Gesù risorto sulla strada di Emmaus.” UCD - Formazione Catechisti
Educare alla Vita Buona del Vangelo n. 39 La catechesi, primo atto educativo della Chiesa nell’ambito della sua missione evangelizzatrice, accompagna la crescita del cristiano dall’infanzia all’età adulta e ha come sua specifica finalità «non solo di trasmettere i contenuti della fede, ma di educare la mentalità di fede, di iniziare alla vita ecclesiale, di integrare fede e vita». Per questo la catechesi sostiene in modo continuativo la vita dei cristiani e in particolare gli adulti, perché siano educatori e testimoni per le nuove generazioni.
luogo fondamentale per la comunicazione del Vangelo e la formazione della coscienza credente La parrocchia – Chiesa che vive tra le case degli uomini – riferimento immediato per l’educazione e la vita cristiana a un livello accessibile a tutti favorisce lo scambio e il confronto tra le diverse generazioni dialoga con le istituzioni locali e costruisce alleanze educative per servire l’uomo … è animata dal contributo di educatori, animatori e catechisti, autentici testimoni di gratuità, accoglienza e servizio. La formazione di tali figure costituisce un impegno prioritario per la comunità parrocchiale, attenta a curarne, insieme alla crescita umana e spirituale, la competenza teologica, culturale e pedagogica.Educare alla Vita Buona del Vangelo n.41
Evangelizzare è • Primo Annuncio della salvezza a chi, per ragioni varie, non è a conoscenza o ancora non crede • Ministero essenziale della Chiesa non soltanto per i popoli non cristiani, ma per gli stessi credenti. • Ridestare la fede in coloro nei quali è spenta; • Rinvigorirla in coloro che vivono nell’indifferenza. DB 25 … ogni credente è, per la sua parte, responsabile della Parola di Dio. La sfida è delineare una Chiesa adulta e di adulti, credenti capaci di leggere la propria vita alla luce della Parola “che invita, interroga, provoca, consola, crea comunione, salva” DB 35
Come aquila che veglia la sua nidiata che vola sopra i suoi nati egli spiegò le sue ali e lo prese lo sollevò sulle sue ali.Il Signore lo guidò da solo, non c'era con lui alcun Dio straniero. Deut.32,10-12 La Chiesa esercita la missione profetica primariamente con la predicazione viva della Parola di Dio. DB 20 Prendersi cura … del dono Nessun’altra forma di diffusione del pensiero può sostituire la predicazione viva della Parola, la quale resta la via ordinaria che porta alla fede indicata dall’Apostolo: <<la fede dipende dall’udire la predicazione, ma questa, a sua volta, dalla Parola di Cristo>>. Rm 10,17
<<La Chiesa, pertanto, non proclama un’astratta ideologia, ma la Parola che si è fatta carne in Cristo, Figlio di Dio, Maestro e Redentore di tutti gli uomini. Dallo Spirito Santo la Chiesa viene introdotta sempre più pienamente nella verità. Progredisce nella comprensione tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, finché venga a compimento il disegno di Dio>> DB,16 Chiesa = comunità profetica oggi deve essere <<comunità ermeneutica>> cioè una comunità laica, adulta, vivente in un processo continuo di ascolto della Parola nella storia, nella forza dello Spirito, che vede tutti i cristiani reali protagonisti, e per questo comunità annunciante il realizzarsi del Regno. UCD - Formazione Catechisti
Qualsiasi attività pastorale, che non faccia assegnamento per la sua realizzazione su persone veramente formate e preparate, mette a rischio la sua qualità» DGC,234 Formazione LE PAROLE DELLA COMUNICAZIONE DEL VANGELO Catecumenato Itinerari Formativi Iniziazione Cristiana Primo Annuncio
Primo Annuncio 1. Proclamazione della salvezza a chi non ne è a conoscenza o non crede e ha come obiettivo l’adesione fondamentale a Cristo nella Chiesa 2. Necessità di declinare l’esigenza del P. A. per le persone che sono già credenti o pensano di esserlo. IC per un cambio di prospettiva che • parrocchia missionaria • Percorso di Iniziazione per adulti finalizzato alla vita cristiana • catechesi per l’evangelizzazione e la proposta della fede Catecumenato • Esigente cammino di conversione e crescita nella fede. • Originato dall’azione di Dio, vissuto nella comunità ecclesiale che accoglie il nuovo credente e lo sostiene fino a generarlo a vita nuova. Impegno/progressivo cambiamento di mentalità. • Il processo formativo : • sostenuto dall’ascolto della Parola e dalla catechesi, • da riti e celebrazioni, • da esercizi ascetico-penitenziali, • dall’accompagnamento ecclesiale. RICA Itinerari formativi • Adulti, cercatori di senso: molti chiedono di accostarsi alla fede in maniera più matura • Itinerari per Genitori che chiedono il Battesimo per il loro figlio • Itinerari per fidanzati che chiedono il matrimonio in Chiesa Formazione Crescita sul piano del sapere, dei modelli teorici, dell’innovazione e della qualità. Formare vuol dire aiutare persone, gruppi, organizzazioni, strutture ad apprendere per cambiare, per raggiungere meglio i propri obiettivi, e lasciare il proprio <<segno>> nel mondo e nella Storia. UCD - Formazione Catechisti
Criteri per… camminare insieme Bambini di 7 anni e Genitori Destinatari • Privilegiare la catechesi degli adulti nell'orizzonte dei ragazzi, passare da una catechesi per ragazzi ad un cammino per tutti ispirato al Catecumenato • Accompagnare il passaggio dalla catechesi al percorso di fede superando il criterio dell’età e delle classi • Introdurre alla vita cristiana, attraverso “TAPPE” «CONSEGNE» e percorsi “obbligatori” • Presenza dalla Comunità, nell’intero percorso,e del Parroco (liturgia, animazione della messa domenicale, momenti di preghiera, adorazioni, penitenziali, esperienze dirette di carità)