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Introduzione

Introduzione. Lezione 1 Scienza delle finanze I - CLEP a.a. 2006-2007. Cos’è la scienza delle finanze?. Branca dell’economia che studia il ruolo economico dello Stato (“operatore pubblico”) nelle moderne economie di mercato:

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  1. Introduzione Lezione 1 Scienza delle finanze I - CLEP a.a. 2006-2007

  2. Cos’è la scienza delle finanze? • Branca dell’economia che studia il ruolo economico dello Stato (“operatore pubblico”) nelle moderne economie di mercato: • effetti sugli operatori e sul sistema economico di entrate e spese pubbliche; • effetti di interventi “non finanziari”, es. la fissazione di regole; • strumenti disponibili per lo stato per raggiungere obiettivi di politica economica; • Limiti dell’intervento pubblico (teoria delle decisioni collettive). Confina con molte altre discipline (scienza politica, scienza dell’amministrazione, contabilità di stato, diritto tributario, economia industriale, ..)

  3. “Stato” (operatore pubblico):organizzazioni pubbliche di stati nazionali di tipo democratico a rappresentanza parlamentare (articolate sul territorio nazionale: es.Stato, regioni e enti locali). • Principali caratteristiche, che le distinguono fortemente da quelle private sono: • l’adesioneuniversale obbligatoria; • il potere coercitivo (di prelievo e di decisioni di spesa). • L’assenza di volontarietà nell’adesione e nel pagamento delle imposte impone che vi sia legittimazione (consenso). • La legittimazione (i limiti dell’esercizio del potere) vengono dal sistema di rappresentanza democratica: i responsabili sono eletti o nominati da coloro che sono stati eletti.

  4. Che importanza ha? • Anche limitando l’attenzione all’intervento di tipo “finanziario”, il peso dell’intervento pubblico è cresciuto molto nel tempo; • Nonostante l’aumento della spesa permane una forte differenziazione fra paesi • (E’ diversa anche la composizione dei bilanci)

  5. Fattori che influenzano la dimensione e composizione dei bilanci • Fattori economici (livello del Pil procapite, distribuzione del reddito e della ricchezza, disoccupazione e inflazione, produttività, etc.). • Fattori demografici (struttura per età della popolazione) • Trasformazioni economico-sociali (terziarizzazione, urbanizzazione…) • Fattori politico-istituzionali (sistema elettorale, forma di governo, forme di stato, es. grado di decentramento, ruolo del potere giudiziario e della burocrazia, ma anche eventi bellici..) • Orientamenti di esperti e opinione pubblica

  6. Che funzioni svolge? Tradizionale tripartizione di R.Musgrave (1959): • Funzione ALLOCATIVA: modifica l’allocazione delle risorse fra usi alternativi (efficienza); • Funzione DISTRIBUTIVA: modifica la distribuzione delle risorse fra soggetti (equità); • Funzione di STABILIZZAZIONE: funzione macroeconomica di regolazione dei mercati. Concentreremo l’attenzione sulle prime due funzioni e sulla tassazione (principale strumento di reperimento delle entrate per finanziare la spesa pubblica)

  7. C’è bisogno di un intervento da parte dello Stato a fini allocativi?(oltre alle normali funzioni di garantire l’ordine, la difesa, il rispetto della legge, etc.) Giustificazione economica basata sulla “teoria dei fallimenti del mercato” • Radici lontane: già Hume (1739) era consapevole del problema delle esternalità; il concetto di bene pubblico è presente in Mill (1848). • Sviluppo nell’ambito dell’”economia del benessere”, ramo della teoria economica che ha come scopo la comparazione dal punto di vista della desiderabilità sociale di allocazioni alternative. Sviluppatasi da teorie utilitariste inglesi di fine secolo scorso (inizio XX), deve molto all’economista e politologo italiano V. Pareto (1848-1923) e al concetto di efficienza paretiana.

  8. Perché non basta il mercato? • Il mercato è il luogo ove si scambiano diritti di proprietà e di uso • Ma il mercato spesso fallisce (per difficoltà delle parti a realizzare un accordo potenzialmente vantaggioso, per mancanza di controllo pieno sui beni, per mancanza o incompletezza delle informazioni, ….) • La teoria neoclassica giustifica l’intervento pubblico nei casi in cui il mercato fallisce.

  9. In quali casi si ha fallimento del mercato? I fallimenti del mercato sono molto diffusi: • Beni pubblici (non rivali e non escludibili) • Monopolio (monopolio naturale) • Esternalità • Rischio e Asimmetrie informative(modelli principale-agente) (Vedi corso di microeconomia) • La presenza di fallimenti del mercato contribuisce a giustificare l’intervento pubblico nel campo non solo dei beni pubblici, ma anche della sanità, dell’istruzione, delle pensioni, delle esternalità (es. inquinamento), dei monopoli (liberalizzazione e regolazione)

  10. C’è bisogno di un intervento da parte dello Stato a fini distributivi? • Difficile giustificare status quo (la distribuzione che emerge dal mercato è in larga parte dovuta a fattori accidentali; le dotazioni iniziali sono diverse..) • La definizione di equità comporta giudizi di valore più pregnanti della definizione di efficienza economica • Equità procedurale (regole eque): es. eguaglianza delle opportunità. L’enfasi è sul processo, non sul risultato • L’entità e il tipo di redistribuzione dipende dalla teoria della giustizia. Vi sono visioni anche molto diverse (es Bentham e Rawls) • Functionings (A.Sen): soddisfacimento di bisogni, materiali e non (variabili non solo quantitative, ma anche qualitative). Well-being piuttosto che welfare!

  11. Motivi dell’intervento pubblico • L’intervento pubblico trova giustificazioni sul piano dell’equità e dell’efficienza allocativa • Imposte e spese hanno sia effetti allocativi che distributivi • Le entrate hanno la funzione principale di prelevare gettito per finanziare la spesa, ma sono (dovrebbero essere) strutturate in modo da garantire le modifiche desiderate nella distribuzione del reddito e da non alterare il comportamento degli operatori, a meno che non si sia in presenza di un fallimento del mercato, nel qual caso le imposte possono essere usate come correttivo (es. imposte ambientali; incentivi a R&D)

  12. Riferimenti bibliografici • Letture: • P. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, Bologna, 2003, lezione 1

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