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IL DECAMERON . Che cos’è il Decameron? Il Decameron è una raccolta di novelle scritte da Giovanni Boccaccio tra il 1348 e il 1353. Questo libro é scritto in volgare fiorentino, cioè nella lingua parlata in Toscana nel 1300. Cosa significa "Decameron"?.
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IL DECAMERON Che cos’è il Decameron? Il Decameron è una raccolta di novelle scritte da Giovanni Boccaccio tra il 1348 e il 1353. Questo libro é scritto in volgare fiorentino, cioè nella lingua parlata in Toscana nel 1300
Cosa significa "Decameron"? Decameron vuole dire “dieci giorni” ed è stato chiamato così perché narra la storia di tre ragazzi e sette ragazze che per scappare dalla peste che sta devastando Firenze si rifugiano in una villa in collina per due settimane e, durante la settimana (esclusi i sabati e le domeniche), per far passare il tempo decidono di raccontare ciascuno a turno una novella a tema assegnato. Ne segue perciò che le novelle sono in tutto cento.
Proemio • È rivolto ad un pubblico di donne, “quelle che amano”, afflitte da pene amorose • L’opera, è scritto, ha come scopo il dilettare • Evidenzia l’interesse per una vita terrena spoglia di ansia sovrannaturale .
Qual é lo stile delle novelle? Le novelle sono diversissime una dall’altra anche se il tema del giorno é uguale per tutti. Ad esempio l’amore viene descritto in maniera burlesca, avventurosa, romantica o drammatica. A proposito: ma cos’è una novella? La novella è un racconto breve scritto in prosa.
TEMI DELLE GIORNATE I Giornata, tema : Libero II Giornata, tema : La fortuna e avventure a lieto fine III Giornata, tema : Il potere dell’ingegno IV Giornata, tema : Amori Infelici V Giornata, tema : Amori Felici VI Giornata, tema : Motti di spirito e argute risposte VII Giornata, tema : Beffe ai mariti VIII Giornata, tema : Altre beffe IX Giornata, tema : Libero X Giornata, tema : Esempi di magnificenza
Chichibio cuoco, riassunto Questa novella parla di Chichibio, cuoco di un signore fiorentino, CurradoGianfigliazzi, nobile cittadino fiorentino, che amava cacciare. Un giorno cacciò una gru, che diede da cucinare a Chichibio, per la cena. Chichibio cominciò a cucinare la gru. Quando fu cotta, entrò in cucina Brunetta, la ragazza di cui era innamorato, che lo pregò di darle una coscia della gru, e Chichibio, dopo molte insistenze della ragazza, gliela diede. Ma la sera, quando la gru fu servita a tavola, Currado, che cenava con alcuni ospiti, mandò a chiamare Chichibio, chiedendogli perché la gru avesse solo una coscia. Chichibio disse che tutte le gru ne avevano solamente una, facendo molto arrabbiare Currado, che, promettendogli di farlo conciare per le feste, gli disse che la mattina seguente sarebbero andati a verificare. La mattina dopo Currado, che non aveva dormito per la rabbia, mandò a chiamare Chichibio, e si diressero verso un ruscello dove la mattina c’erano molte gru. Una volta arrivati, Chichibio vide per primo una dozzina di gru su una zampa, posizione che hanno quando dormono. Allora Chichibio le fece vedere a Currado, che, per controllare, cominciò a gridare “Ho!Ho!”, così che le gru, svegliandosi, abbassarono l’altra zampa e scapparono. Allora Currado chiese a Chichibio chi avesse ragione, e lui rispose: ”Se ieri sera avessi gridato Ho!Ho! anche a quella gru sarebbe spuntata l’altra zampa”. Currado fu molto divertito da questa battuta, e così Chichibio si salvò dall’ira del suo signore.
Chichibio cuoco, commento Questa novella è inserita nella VI giornata. Il protagonista, il veneziano Chichibio, di mestiere faceva il cuoco presso un nobile di nome Corrado, il quale era un uomo saggio e arguto. Chichibio invece era tutto l’opposto diCorrado, lui era una persona umile, per niente furba, che però ha dimostrato di aver sempre con sè una risposta pronta anche se magari sciocca da dire. Infatti il tema della giornata era “motti di spirito e risposte argute”.
Cisti Fornaio, riassunto Papa Bonifacio mandò a Firenze degli ambasciatori. Ogni mattina assieme a Messer Geri passavano dove Cisti il fornaio aveva il suo forno, e con il suo lavoro era diventato ricchissimo. Nella sua bottega teneva anche i migliori vini bianchi e rossi. Cisti, vedendo passare ogni mattina Messer Geri e gli ambasciatori, voleva invitarli ma la sua condizione sociale non glielo consentiva, così gli venne la bella idea di mettersi nella porta a sorseggiare il suo buon vino fino a fargli venir voglia. Messer Geri giorni dopo chiese se era buono e lui rispose di sì. Messer Geri invitò gli ambasciatori a provare quel buon vino; così Cisti servì personalmente gli ambasciatori. Messer Geri organizzò un magnifico banchetto e il servitore andò a prendere del vino per la festa. Il servitore indispettito per non aver mai bevuto quel vino andò da Cisti con un grande contenitore, ma lui gli disse che Messer Geri non lo mandava da lui. Così il servitore riferì a Messer Geri che lo fece tornare da Cisti il quale disse che non era indirizzato a lui così Messer Geri gli diede il contenitore giusto. Cisti lo riempì e poi si recò personalmente da Geri per spiegarsi e per reglargli tutto il suo vino. Messer Geri gradì il dono e da allora tenne sempre in considerazione Cisti e lo trattò come un amico.
Cisti Fornaio, commento Con questa novella scritta nella VI giornata, siamo di fronte alla celebrazione dell’intelligenza come prontezza di spirito. Il protagonista è Cisti, un fornaio borghese dall’animo nobile, capace di dimostrare, grazie all’ingegno, che la gentilezza non è più privilegio dell’aristocrazia . La novellatrice invita a riflettere sui colpi della fortuna, che assegna delle volte un’attività di bassa condizione a un uomo dotato di nobile animo. Cisti riesce a mostrare il suo animo nobile pur praticando un vil mestiere, grazie alla sua astuzia ed intelligenza. Riesce ad attirare l’attenzione su di sè di messer Geri senza compiere nessun passo ma facendolo compiere all’aristocratico. Soltanto alla fine della novella con il dono del vino di Cisti a messer Geri egli viene stimato come uomo di grande valore.
Perché il Decameron é un'opera importante? L’importanza del Decameron e la grande originalità di Boccaccio consistono nel saper rappresentare la società del 1300: un mondo in cui la classe sociale della borghesia stava diventando sempre più forte e desiderava avere un ruolo politico e culturale nella società. La borghesia poneva al centro del mondo non più Dio ma l’uomo e alle qualità cavalleresche del coraggio, della forza e della fedeltà preferiva e riteneva più importanti l’ingegno, l’astuzia e la capacità di “sapersela cavare” nel mondo.
I PERSONAGGI DEL DECAMERON • Originalità dell’opera: per la prima volta nella storia della letteratura occidentale non sono eroi, uomini o donne virtuose come nel mondo classico o cavalleresco e nemmeno solo appartenenti alla classe dei borghesi. • I personaggi sono tipi ordinari, persone realistiche con le loro caratteristiche, e quindi accanto ai nobili agiscono mercanti, servi, contadini, bottegai Esempi: Brunetta, il servitore di Geri, Currado…
Qualche notizia su Boccaccio Boccaccio nacque nel 1313 a Certaldo . Suo padre era un ricco mercante e lo mandò a studiare l’arte del commercio a Napoli. Boccaccio però amava la letteratura e la cultura classica e desiderava fare il letterato e non il commerciante. A Napoli, alla corte del re Roberto d’Angiò, incontrò una fanciulla di nome Fiammetta e si innamorò di lei. Per lei scrisse molte opere. Tornato a Firenze frequentò il grande poeta Francesco Petrarca e fu ammiratore di Dante. Morì povero a Certaldo nel 1375.
La morale dell’opera Il Decameron ha una morale laica per cui i personaggi non devono per forza seguire una vita religiosa, bensì una vita di svago e divertimento. I valori proposti non sono della chiesa ma degli uomini in quanto tali. La proposta del Decameron è una morale “umanistica” e “cittadina”. Umanistica perché fondata sull’idea che l’uomo va considerato per se stesso, per ciò che vale; cittadina, perché l’uomo non conta nulla se non all’interno di una rete di rapporti con i propri simili.