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PRINCIPIO DI PRECAUZIONE e PRINCIPIO RESPONSABILITA’. Appunti di Bioetica Corso di Laurea in Biotecnologie a cura di Fabio Terragni. IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
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PRINCIPIO DI PRECAUZIONE e PRINCIPIO RESPONSABILITA’ Appunti di Bioetica Corso di Laurea in Biotecnologie a cura diFabio Terragni
IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE Rilevanti episodi di inquinamento ambientale e di danni alla salute verificatesi negli anni ‘70 e ‘80 hanno determinato l’esigenza di un approccio cautelativo per prevenire o minimizzare i rischi legati alla scienza e alla tecnologia. "I Governi firmatari devono applicare il principio di precauzione, vale a dire adottare misure volte ad evitare gli impatti potenzialmente nocivi di sostanze che sono persistenti, tossiche e suscettibili di accumulazione biologica, anche quando non vi sono prove scientifiche dell'esistenza di un nesso causale tra le emissioni e gli effetti".1990, Terza Conferenza Internazionale sulla Protezione del Mare del Nord
Anche se già radicato nel diritto internazionale come ad esempio i trattati istitutivi dell’Unione Europea, il principio di precauzione acquista visibilità nel 1992 con la “Dichiarazione di Rio“, . “Al fine di proteggere l’ambiente, gli Stati dovrebbero applicare l’approccio precauzionale secondo le loro capacità. Laddove ci siano pericoli di danni seri o irreversibili all’ambiente, la mancanza di evidenze scientifiche definitive non può essere usata per posporre misure efficaci e proporzionate per prevenire il degrado ambientale” Art. 15 “Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo”
Importanti documenti della Commissione Europea chiariscono vari aspetti e l’utilizzo del principio di precauzione da parte dei paesi membri. “Il principio di precauzione non è definito dal Trattato che ne parla esplicitamente solo in riferimento alla protezione dell’ambiente. Tuttavia, in pratica, la sua portata è molto più ampia ed esso trova applicazione in tutti i casi in cui una preliminare valutazione scientifica obiettiva indica che vi sono ragionevoli motivi di temere che i possibili effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possano essere incompatibili con l’elevato livello di protezione prescelto dalla Comunità.” “Comunicazione della Commissione sul Principio di Precauzione” 2 febbraio 2000
L’Agenzia europea dell’ambiente conduce un’analisi riguardante l’applicazione del principio di precauzione in alcuni casi specifici individuando dodici importanti lezioni da applicarsi nell’ambito di un processo decisionale. I casi analizzati si riferiscono a processi decisionali in cui sono state formulate politiche pubbliche in presenza di condizioni di incertezza di tipo scientifico o di sviluppi inaspettati, oppure casi in cui prove certe dell’esistenza di rischi per la popolazione e l’ambiente sono state ignorate. La relazione dovrebbe contribuire a migliorare la comprensione reciproca tra l’Europa e gli Stati Uniti in merito all’uso del principio di precauzione nell’elaborazione delle politiche. http://org.eea.eu.int/documents/newsreleases/Newsrelease-10012002-ithttp://reports.eea.eu.int/environmental_issue_report_2001_22/en
Come afferma Henri Belvèze il Principio di Precauzione, è un approccio alla gestione dei rischi che si esercita in una situazione d'incertezza scientifica, che reclama un'esigenza d'intervento di fronte ad un rischio potenzialmente grave, senza attendere i risultati della ricerca scientifica. Tuttavia non esiste una definizione unitaria e condivisa del principio di precauzione, seppure ci sia un consenso sempre più ampio, di conseguenza la sua messa in pratica presenta molte difficoltà. Siti da consultare: http://www.fondazionebassetti.org/0quattro/percorsi.html
IL PRINCIPIO RESPONSABILITÀ Perché un’etica della civiltà tecnologica Inadeguatezza dell’etica antica alle nuove dimensioni dell’agire umano mutate grazie allo sviluppo tecnologico. L’etica tradizionale era antropocentrica, ineriva solo il mondo sociale senza coinvolgere la natura, e considerava costante l’essenza dell’uomo. Lo sviluppo tecnologico ha esteso la responsabilità dell’agire umano alla natura e alle generazioni future. Un’azione iniziata in un qualsiasi punto della terra (ad esempio le immissioni di gas nell’atmosfera o una fuga radioattiva) ha conseguenze per l’ecosistema e quindi anche per l’umanità, durevoli nel tempo e coinvolgono tutta la terra.
Etica della responsabilità = Etica globale della società tecnologica Il "senso di responsabilità" dell'uomo nei confronti del destino della natura si configura come "nuova etica“. Nuovo è infatti il rapporto che l'uomo tecnologico ha con la natura, diventata oggetto non soltanto di trasformazione, ma di possibile totale distruzione. Il concetto di responsabilità è concepito come impegno morale e civile nei confronti degli esseri, ma anche delle cose, compreso il nostro pianeta. Gli esseri viventi sono fini a se stessi, ma solo l’uomo può essere responsabile anche per loro. Soltanto chi detiene una responsabilità (ha cura di qualcosa) può anche agire in modo irresponsabile.
L’ambivalenza della tecnica La tecnica è neutrale ma il suo utilizzo non lo è. L’energia atomica potentissima risorsa energetica è altrettanto potente strumento di sterminio come le bombe di Hiroshima e Nagasaki. La riflessione sull’uso della tecnica si accompagna a quella della nostra responsabilità per le generazioni future, che rischiano di vivere in ambienti sempre più a “rischio”. Questo è un problema che riguarda l’etica e la politica.
Assioma generale dell’etica della responsabilità “In avvenire deve esistere un mondo adatto ad essere abitato” Imperativo etico “Agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra.” Riferimenti scheda: http://digilander.Iol.it/filosofiaescienza/jonas1.htm http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=295 http://www.geocities.com/centrotobagi/ (recensione di R. Pagotto)
HANS JONAS BIOGRAFIA Filosofo tedesco (1903-1993). Ha studiato filosofia e teologia seguendo i corsi di Husserl, Heidegger e Bultmann. Dopo aver stretto un'intensa amicizia con Hannah Arendt, nel 1933 è emigrato prima in Inghilterra e poi in Israele. A insegnato in molte università nordamericane, tra cui la New School for Social Research, dove ha sviluppato una originale filosofia della natura e dell'ecologia. L’ultima parte della sua vita l’ha dedicata agli studi di etica dove si è imposto all’attenzione degli studiosi con la sua "etica della responsabilità", esposta ne Il principio responsabilità (1979), che ha avuto grande risonanza nel dibattito etico e bioetico degli ultimi anni. In Italia la conoscenza di Jonas è relativamente recente (la traduzione de Il principio di responsabilità è del 1990)