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LABORATORI METACOGNITIVI. Roberta Sala Teramo, 26. 04. 2012. Stili: perché?. Regista/insegnante : lavorare sul proprio stile per renderlo più versatile Attori/studenti : rilevare il proprio stile ( conoscenze metacognitive )
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LABORATORI METACOGNITIVI Roberta Sala Teramo, 26. 04. 2012
Stili: perché? • Regista/insegnante: • lavorare sul proprio stile per renderlo più versatile • Attori/studenti: • rilevare il proprio stile (conoscenze metacognitive) • osservare il proprio modo di lavorare per diventare consapevoli del proprio stile e della sua attuazione (controllo metacognitivo)
A che scopo rilevare gli stili? • Aspetti diagnostici • Difficoltà da abilità o da stili? • Gruppi calibrati • Valenze orientative • Adeguare metodologia • Corrispondenza tra operatore e individuo • Ordine formativo • Maturazione dell’autoconoscenza • Consapevolezza, volta a un miglior controllo e impiego
Preferire non è conoscere • La definizione del proprio stile deve essere vista come punto di partenza (repertorio/flessibilità cognitiva) • Non sempre la preferenza per un certo stile coincide con la reale padronanza delle strategie che lo caratterizzano
stile attribuzionale tendenza ad attribuire la causalità degli eventi a fattori esterni (da lui indipendenti), oppure a fattori interni (da lui dipendenti) motivazioni e immagine di sé.
STILI ATTRIBUTIVI Tendenza stabile della persona ad attribuire le cause del successo/insuccesso scolastico ad eventi esterni o interni • INTERNI • Impegno • Abilità • Interesse • ESTERNI • Fatalità • Complessità • Aiuti
“Sono un buono a nulla” Reazioni disadattive “Mi sono impegnato poco” Reazioni adattive Fattori globali e stabili Fattori instabili e controllabili
SENSO DI AUTOEFFICACIA Insieme di convinzioni circa le proprie capacità di organizzare, gestire ed eseguire il corso di azioni necessarie a raggiungere i livelli di prestazione curricolari prefissati (Zimmermann, 1995)
Autoregolazione dell’apprendimento Richieste scolastiche AUTOEFFICACIA Aspetti motivazionali Autoregolazione emotiva e comportamentale Aspetti interpersonali
LUOGHI COMUNI • “Questo ragazzo è demotivato” (la scuola è demotivante); • “Un alunno può essere intelligente, ma se non è motivato …!” • L’unica vera forma di motivazione è quella intrinseca
INTRINSECA MOTIVAZIONE ESTRINSECA
Studenti con lo stesso livello di abilità ma con differente livello di autoefficacia possono presentare prestazioni differenziate alle richieste scolastiche, in quanto una prestazione di successo richiede la Autoregolazione della motivazione e dei processi di pensiero
APPRENDIMENTO AUTOREGOLATO “Processo per mezzo del quale gli studenti attivano e sostengono cognizioni, comportamenti ed emozioni orientati sistematicamente al raggiungimento dei loro scopi” (Schunk & Zimmermann, 1994)
MOTIVAZIONE INTRINSECA • Pulsione esplorativa e curiosità epistemica • Effectance (motivazione di competenza) • Autodeterminazione • Esperienza di flusso
MOTIVAZIONE ESTRINSECA • Qualità del rinforzo motivanti: • Contingente • Specifico • Credibile
Intrinseca Integrata Identif. Dovere morale Estrinseca I valori relativi alla tipologia della motivazione non sono dicotomici, ma si pongono lungo un continuum graduato
Obiettivi di prestazione (performance goal) Obiettivi di padronanza (learning goal) Compiti non sfidanti Compiti sfidanti GLI OBIETTIVI DELLA MOTIVAZIONE
MOTIVAZIONE ESTRINSECA • Qualità del rinforzo non motivanti: • Indifferenziato • Non equo • Determinato dalla prestazione in sé • Basato sulla competitività e sul confronto • Relativo all’autogratificazione dell’insegnante
PROFILI A) Alta pradronanza/alta performance; B) Alta padronanza/bassa performance; C) Bassa padronanza/alta performance; D) Bassa padronanza/bassa performance
In una situazione ottimale gli alunni dovrebbero possedere entrambi gli obiettivi comtemporaneamente; • La prevalenza di determinati obiettivi dipende da numerose variabili, tra le quali la storia evolutiva o di apprendimento