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Meditazione sulla croce delle stigmate di Santa Caterina da Siena. La croce che contempleremo è stata scritta da Suor Sara Vieri, op per i 50 anni della parrocchia dei Santi Patroni di Milano. Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo. Antifona per l’adorazione della croce.
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Meditazione sulla croce delle stigmatedi Santa Caterina da Siena
La croce che contempleremo è stata scritta da • Suor Sara Vieri, op • per i 50 anni della parrocchia • dei Santi Patroni di Milano
Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo.Antifona per l’adorazione della croce
Cristo è salito sulla cattedra della croce e ci insegna la dottrina avendola scritta nel corpo suo e fece di sé un libro con capoversi sì grossi che non è un uomo tanto idioto, né di sì poco vedere che non ci possa largamente e perfettamente leggere. Caterina da Siena, Lettera 318
Gesù è sulla croce ma è già risorto e vi sta come su un trono. Siamo di fronte ad una croce a statera poiché le braccia di Cristo formano una bilancia e il suo occhio sinistro è al centro dell’aureola e costituisce il punto centrale dell’ago che fa perno sul collo. Gesù è il giudice che vede e giudica con giustizia.
L’aureola è segno della vittoria e del nome nuovo scritto sulla pietruzza bianca (Cf Ap 2,17) che riceveremo nel giudizio finale. Nell’aureola di Cristo è inscritta la croce poiché il nome di Gesù è «Dio salva», «egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21).
Gli occhi sono grandi: guardano dovunque, niente gli sfugge poiché Gesù è il «pastore grande delle pecore» (Cf Eb 13,20), «Io sono il bel pastore. Il bel pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11).
Gesù ci è presentato quindi come giudice, pastore ma servo: «non sono venuto per essere servito ma per servire» (Mt 20,28). Indossa infatti un grembiule, quello della lavanda dei piedi. La cintura però è rossa e dorata, segno di divinità e regalità. Ci è detto perciò che servire è regnare. «Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri» (Gv 13,13-14).
Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. Gv 13,15
I capelli comunicano un messaggio diverso a seconda di come sono messi. Appoggiati sulle spalle, dicono il carico che Cristo porta su di sé. Egli era all’opera con il Padre nella prima creazione e lo è nella nuova creazione. Le otto ciocche manifestano che Cristo è risorto, siamo nell’ottavo giorno, il giorno della risurrezione.
Scendiamo in basso e guardiamo i piedi di Cristo: poggiano su un esagono blu e sotto l’esagono c’è come un pavimento composto di piccoli quadrati. Il quadrato simboleggia l’uomo e il creato. «Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi» (Is 66,1).
L’esagono indica l’infinito che si cala nel finito, la pienezza dei tempi e l’incarnazione del Verbo, nuovo Adamo che fa nuove tutte le cose. È l’inizio della nuova creazione, la chiamata dell’uomo ad una dignità regale di figlio di Dio perché questo esagono ha un perimetro decorato d’oro. I sei lati sono segno del sesto giorno: il giorno della creazione dell’uomo e il giorno della morte del Signore e quindi della ri-creazione, del chicco di grano che morendo dà la vita. È passando attraverso la morte che si entra nella vita. Cristo poggia i piedi nell’esagono, cioè è entrato pienamente nell’umano, si è fatto ponte e scala fra terra e cielo affinché l’uomo passando per la via che è lui, ritrovi il volto del Padre. «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6).
Sotto il corpo di Gesù, la croce è arricchita di un drappo rosso e blu con cerchi e piccoli rombi crociati. Il cerchio è simbolo di Dio e della gloria. Gesù è stato glorificato dal Padre: «Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato» (Gv 17,1-2).
Il rosso e il blu simboleggiano la divinità e l’umanità, in Gesù l’umanità è glorificata. Il rosso e il blu indicano anche il sangue e l’acqua, perciò il dono dello Spirito Santo e dei sacramenti, è la strada che si è spalancata fra terra e cielo ed è la nascita della Chiesa. Questo drappo è anche il letto nuziale di Cristo, sposo della Chiesa.
Padre, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Gv 17,1
Nel tabellone centrale, troviamo la Chiesa che nasce dal perdono dei peccati. Ai lati di Gesù ci sono i due malfattori crocifissi insieme a lui. Sopra, la prima Chiesa: Giovanni e il centurione, Maria e una delle pie donne.
Veramente, quest’uomo era giusto. Lc 23,47
Nei due terminali del braccio orizzontale della croce troviamo due angeli in vesti regali con la lancia in una mano e il globo nell’altra. La lancia ci rimanda ancora alla fine dei tempi quando saremo pesati sulla bilancia della croce e la Parola di Dio vaglierà la nostra vita. Il globo bianco è simbolo della sapienza della croce «Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione» (1Cor 1,27-30)
La croce ci è dunque donata come Via Lucis, come medicina e come scudo contro le insidie del male. Adorando la croce del Redentore, attingiamo i frutti della salvezza che egli ha donato con la sua passione. «Chi ha sete attinga gratuitamente l’acqua della vita» (Ap 22,17b).
Il Figlio mia dolce verità per te onorare ha il capo incoronato, per te salutare ha il capo inclinato, le braccia aperte per te abbracciare, i piedi confitti per stare con te. Santa Caterina da Siena, dal Dialogo