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‘ Le politiche di sostegno alla maternit à in Italia: da avanguardia a retroguardia in Europa? ’. Chiara Saraceno Honorary fellow Collegio Carlo Alberto. Le contraddizioni del paese definito del “mammismo ”. Ha una delle fecondità più basse Le mamme (e anche i papa) più tardivi Ma anche
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‘Le politiche di sostegno alla maternità in Italia: da avanguardia a retroguardia in Europa?’ Chiara Saraceno Honorary fellow Collegio Carlo Alberto
Le contraddizioni del paese definito del “mammismo” • Ha una delle fecondità più basse • Le mamme (e anche i papa) più tardivi Ma anche • I figli che rimangono più a lungo in casa dei genitori • I genitori più indispensabili per la formazione delle nuove famiglie e in particolare • le nonne più indispensabili per la cura dei piccoli (“mamme per sempre” non è solo un fatto dell’anima ma una necessità pratica)
La “mamma italiana” è poco feconda ormai da diverso tempo (ISTAT/Sabbadini) Già sotto i 2 figli per donna • Il Nord dalle generazioni del 1933 • Il Centro dalle generazioni del 1939 • Il Sud dalle generazioni del 1961
Non è più il Mezzogiorno ad avere i più alti tassi di fecondità: puglia, Basilicata e Sardegna hanno i tassi più bassi, Trento, Bolzano e Valle d’Aosta più alto
Si fa almeno un figlio, ma sempre più tardi (ISTAT/Sabbadin) Fonte: elaborazione su dati Eurostat (*) Il dato della Romania è al 2009
Cambia anche il contesto in cui si decide di avere un figlio • Ora 1 bambino ogni 4 nasce fuori da un matrimonio (erano 4 su cento nel 1980 e 8 su cento nel 1990) • Ma i figli naturali sono stati equiparati pienamente a quelli legittimi solo a dicembre 2012.
Pochi figli, ma a lungo coabitanti • Dagli anni Novanta, l’età di uscita dalla famiglia di origine, mai molto precoce in Italia rispetto ad altri paesi europei, si è progressivamente alzata. • Nel 2010-2011 viveva ancora con i genitori il 41,9 per cento dei giovani tra 25 e 34 anni contro il 33,2 per cento registrato negli anni 1993-1994 (ISTAT 2012a). • un fenomeno che riguarda più i figli delle figlie, ed è più intenso nel Centro-Nord che nel Mezzogiorno • più lunga domanda di lavoro famigliare che continua ad essere poco condiviso nella coppia, e diviene più asimmetrico tra le generazioni
Aumenta occupazione femminile e materna, ma paese rimane poco amichevole • L’Italia rimane uno dei pochi paesi europei e dell’OCSE in cui, non solo la presenza dei figli, ma il matrimonio provoca una uscita dal mercato del lavoro, specialmente tra le donne a bassa istruzione e soprattutto nel Mezzogiorno. • Ancora negli anni duemila, tra le donne tra 35 e 44 anni si passa da un tassi di occupazione dell’83% tra le non coniugate e senza figli al 75,4% delle coppie senza figli, al 56,9% delle coppie con figli e al 40,5% delle coppie con 3 o più figli. • Quasi una donna su cinque al momento della nascita del figlio lascia o perde il lavoro
Precarietà incide su possibilità di diventare madri (Sabbadini/ISTAT) Tra le donne 25-34 anni 38,8% ancora in famiglia genitori contro 29,9% delle stabili 28,7% madri contro 31,9% delle stabili 17,5% in coppia senza figli contro 21,2% delle stabili 10,1% single contro 11,8% delle stabili Inoltre le precarie lasciano più spesso il lavoro dopo la maternità
Fino agli anni Ottanta, Italia era tra paesi più generosi per quanto riguarda congedi di maternità e genitoriali e servizi per prima infanzia (-6 anni) : • Non molto generosa e non universalistica in sostegno al costo dei figli • Ma integrazione scolastica di bambini portatori di handicap • Dagli anni Novanta, poca innovazione anche se molti discorsi Eccezioni • Legge 53/2000 sui congedi • Legge 285/97 sull’infanzia e l’adolescenza • Assegno di maternità per le non indennizzate • 2007 piano triennale per nidi Ma, dal 2008, progressiva eliminazione del fondo sociale e dei trasferimenti agli enti locali per i servizi
Ruolo importante di politiche locali, ma, in assenza di standard comuni, rafforzamento dei divari territoriali (Pavolini)