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FATTORI DI RISCHIO IN AMBIENTI SANITARI. CHIMICI ALLERGOLOGICI FISICI BIOLOGICI ERGONOMICI PSICO-SOCIALI. Modello di esposizione a rischi multipli e con presenza di altri soggetti quali pazienti e familiari/visitatori. Gas anestetici. PROTOSSIDO D’AZOTO (N2O)
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FATTORI DI RISCHIO IN AMBIENTI SANITARI • CHIMICI • ALLERGOLOGICI • FISICI • BIOLOGICI • ERGONOMICI • PSICO-SOCIALI • Modello di esposizione a rischi multipli e con presenza di altri soggetti quali pazienti e familiari/visitatori
Gas anestetici • PROTOSSIDO D’AZOTO (N2O) • ALOGENATI (alotano/fluothane, enfluorano/ethrane, isofluorano/forane, sevofluorano/sevorane* ) sotto forma di liquidi volatili che vengono vaporizzati miscelandoli (in percentuali variabili) con altri gas (generalmente miscele di ossigeno 40% + protossido d’azoto 60%) * alogenato maggiormente utilizzato al momento attuale: basso coefficiente di solubilità sangue/gas rapida induzione dell’anestesia (2’) e rapido risveglio (4-14’)
Gas anestetici Esposizioni derivanti da: • Perdite di gas dalle apparecchiature per anestesia (tubi, flussometri, maschere facciali ecc.) • Perdite dal circuito di anestesia (tubazioni, raccordi ecc.) • Comportamenti scorretti degli anestesisti (es. risveglio in sala con estubazione e ventilazione del paziente) • Insufficiente manutenzione degli impianti e dei sistemi di aspirazione e convogliamento all’esterno dei gas • Inadeguatezza dei sistemi di ricambio dell’aria Esposizioni sempre molto inferiori a quelle impiegate per anestesia ma spesso protratte nel tempo
Gas anestetici: tossicocinetica • Assorbimentoper via inalatoria • Metabolismo prevalentemente epatico (N2O scarsamente metabolizzato – sevorane 5% floruri inorganici e organici = esafluoroisopropanololo ± glucuronato) • Eliminazione prevalentemente per via respiratoria e in piccola quantità con le urine (la escrezione urinaria è rapida) – sevorane 40% immodificato per via polmonare, rimanente quota per via urinaria
Gas anestetici: valutazione del rischio Monitoraggio ambientale: analizzatori in tempo reale, campionatori personali Valori limite ambientali (Circ. Min. Sanità N°5/1989) • N2O 100ppm, isofluorano 2 ppm, alotano 5 ppm (sale operatorie preesistenti) • N2O 50 ppm, isofluorano 2 ppm, alotano 5 ppm (sale di nuova costruzione o ristrutturate)
Gas anestetici: valutazione del rischio Monitoraggio biologico: dosaggio dei gas come tali o loro metaboliti nelle matrici biologiche: • N2O N2O urinario • Alotano ac. trifluoroacetico urinario o ematico • Enflurano e isoflurano come tali nelle urine • Sevoflurano e desflurano esafluoroisopropanololo urinario Buona correlazione tra le concentrazioni ambientali di N2O o sevorane e rispettivamente i livelli di N2O urinario o dei metaboliti del sevorane buoni indicatori di esposizione
Gas anestetici: normativa vigente • Circ. Min. Sanità N° 5/1989(valori limite ambientali) • Circ.Reg. Lombardia N° 40 sett. 1993(raccomandazioni per ridurre l’esposizione a gas anestetici in sala operatorie e per la sorveglianza sanitaria degli esposti) • Linee guida sulla prevenzione e sicurezza nelle sale operatorie (delibera Regione Lombardia 17/12/1999 (N°6/47077) che forniscono indicazioni su: requisiti strutturali e impiantistici manutenzione impianti (app.per anestesia e ricambi aria) procedure per l’accesso del personale e pz ai blocchi operatori periodicità del monitoraggio ambientale e monitoraggio biologico – sorveglianza sanitaria degli esposti
Gas anestetici: altri valori limite ambientali ACGIH: N2O 50 ppm alotano 50 ppm enfluorano 75 ppm NIOSH: N2O 25 ppm National Board Svedese: N2O 100 ppm
Gas anestetici: effetti sulla salute • Fegato: in passato per esposizione ad alte dosi eccesso di epatopatie attualmente modesti fenomeni di citolisi e induzione enzimatica • Apparato riproduttivo: studi anni 80-90 aumento aborti spontanei e di malformazioni nella prole allontanamento precauzionale delle gravide dalle sale operatorie
Gas anestetici: effetti sulla salute • Rene, cuore, sistema immunitario, app. emopoietico: dati scarsi, contradditori e per alte esposizioni • Cancerogenicità: non evidenze • Effetti neurocomportamentali: modeste e transitorie riduzioni dell’efficienza psico-motoria (vigilanza, concentrazione, memoria, irritabilità, affaticabilità) In conclusione per gli attuali livelli di esposizione i possibili effetti sono: induzione enzimatica a livello epatico e riduzioni dell’efficienza psico-motoria
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI : classificazione in base al meccanismo di azione Inibiscono la crescita cellulare es. a livello sintesi DNA o mitosi, sono percio’ sostanze intrinsecamente dotate di proprieta’ mutagene, cancerogene e teratogene • ALCHILANTI: dacarbazina, procarbazina (triazeni), streptozotocia, BCNU, CCNU (nitrosouree), clorambucile, ciclofosfamide, melfalane (mostarde azotate), cisplatino, carboplatino, mitomicina (antibiotico non antraciclinico), tiotepa ecc. • ANTIMETABOLITI: citosina-arabinoside, floxouridina, fludarabina, 5-fluorouracile (analoghi delle pirimidine), metotressato (analoghi ac.folico), idrossiurea
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI : classificazione in base al meccanismo di azione • INIBITORI DEL FUSO MITOTICO: vinblastina, vincristina (derivati delle vinca), taxolo(derivato taxanico) • GENERATORI DI RADICALI LIBERI: bleomicina (antibiotico non antraciclinico), doxorubicina (antraciclina) • INIBITORI DELLA TOPOISOMERASI II: actinomicina D (antibiotico non antraciclinico), daunorubicina (antraciclina), etoposide, tenoposide
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI: esposizione professionale Presenti negli ambienti di lavoro in forma solida (polveri) o più spesso liquida L’assorbimento si verifica prevalentemente per via percutanea (contaminazione cute durante la manipolazione) meno frequentemente per via inalatoria (nebulizzazioni) L’esposizione si può verificare durante le fasi di: • Preparazione • Somministrazione • Smaltimento • Manutenzione cappe
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI: esposizione professionale PREPARAZIONE • Apertura delle fiale del farmaco • Riempimento siringhe • Espulsione dell’aria dalle siringhe • Rimozione dell’ago dai flaconcini • Trasferimento del farmaco nel flacone per fleboclisi SOMMINISTRAZIONE • Stravasi, spandimenti da deflussori, flaconi e connessioni
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI: esposizione professionale SMALTIMENTO: • Materiali residui (fiale, siringhe ecc.) • Mezzi protettivi individuali • Letterecci contaminati • Urine pazienti MANUTENZIONE CAPPE • Rimozione, pulizia filtri SPANDIMENTI ACCIDENTALI (rottura fiale, flaconi ecc.)
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI: effetti sulla salute degli operatori • Effetti irritanti per cute e mucose (agenti alchilanti) • Effetti allergici: prurito, orticaria, edema palpebrale, reazioni asmatiche, angioedema (cisplatino, bleomicina) • Cefalea, vertigini, nausea, vomito, epatopatia citolitica, leucopenia, anemia, amenorrea, fibrosi polmonare (segnalazioni aneddotiche per esposizioni elevate in assenza di protezioni ambientali e individuali)
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI: effetti sulla salute degli operatoriEffetti neoplastici e sulla riproduzione • Farmaci antiblastici non inclusi negli elenchi dei cancerogeni occupazionali allegati al DL 626/94 La IARC classifica invece in: • Classe 1 (cancerogeni per l’uomo): azatioprina, busulfano, ciclofosfamide, clorambucile, melfalan, MOPP, tiotepa, treosulfan, metil CCNU, clornafazina • Classe 2A (probabili cancerogeni per uomo): adraimicina, azacitidina, BCNU, clorozotocina, CCNU, cisplatino, mecloretamina, N-etil-N nitrosourea, MNNG, procarazina idrocloride Effetti neoplastici documentati su pazienti trattati (> incidenza di secondo tumore, rischio teratogeno)
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI: effetti sulla salute degli operatoriEffetti neoplastici e sulla riproduzione • Dati di incidenza e mortalita’ per neoplasie sono insufficienti, limitati e non consentono di trarre conclusioni definitive: sembra vi sia un incremento del rischio relativo per tumori del sistema emopoietico e leucemie in particolare • Effetti sul sistema riproduttivo: > significativo del rischio teratogeno, aborto spontaneo, gravidanze ectopiche (doxorubicina > ciclofosfamide e vincrstina)
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI: effetti sulla salute degli operatoriEffetti neoplastici e sulla riproduzione • Effetti biologici precoci (indicatori citogenetici di genotossicita’: aberrazioni cromosomiche per effetto di esposizioni attuali o pregresse, SCE indicatori di danno al DNA per effetto di esposizioni recenti e micronuclei indicatori indiretti di aberrazioni cromosomiche) Significato prognostico: > significativo delle aberrazioni cromosomiche = > di rischio per tumori a livello di gruppo > frequenza di effetti citogenetici nel personale che non utilizzava adeguati mezzi di protezione rispetto a chi li utilizzava o ai non esposti
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI:normativa vigente LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI ESPOSTI A CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI IN AMBIENTE SANITARIO (DM 7/10/1999) • Valutazione dell’esposizione (MA, MB, raccolta informazioni, sorgenti di esposizione) • Sorveglianza sanitaria (ipersuscettibilita’, visite preventive e periodiche) • Misure di prevenzione
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI:valutazione della esposizione PROBLEMATICHE: • Campionamento ambientale poco significativo (solo in condizioni di abnorme esposizione) • Misure di contaminazione superficiale insufficienti per la stima della esposizione, ma utili per la verifica di procedure e mezzi di sicurezza • Misure su matrici biologiche difficili per scarsa sensibilita’ degli strumenti analitici per le basse dosi di esposizione • Tecniche analitche non ancora definitivamente validate • Elevato costo misurazioni
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI:valutazione della esposizione MONITORAGGIO AMBIENTALE E BIOLOGICO: scala di priorita’ • Misure su materiale prelevato da superfici (wipe test, pads) • Misure su materiale biologico (farmaci da utilizzare come indicatori: ciclofosfamide, 5 fluorouracile, cisplatino) • Misure atmosferiche (per la messa a punto di sistemi di aspirazione e ricambio aria)
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI:valutazione della esposizione RACCOLTA STANDARDIZZATA INFORMAZIONI • Tipo di farmaci utilizzati • Modalita’ operative (durata, frequenza operazioni ecc.) • Abitudini igieniche del lavoratore • Carichi di lavoro (quantitativi di farmaci utilizzati dal singolo lavoratore) • Presidi preventivi personali e ambientali • Condizioni dei locali di preparazione e somministrazione • Modalita’ di smaltimento
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI:valutazione della esposizione RSPP + MEDICO COMPETENTE VALUTAZIONE DELLA ESPOSIZIONE (MA+MB+ informazioni) CLASSIFICAZIONE DEGLI ESPOSTI Classe A (esposti abitualmente) Classe B (esposti occasionalmente)
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI:sorveglianza sanitaria VISITA PREVENTIVA • Visita medica (anamnesi ed esame obiettivo) • Esami di laboratorio (es.emocromocitometrico, reticolociti, funz.epatica e renale, es.urine) • Condizioni di ipersuscettibilita’ • Gravidanza, allattamento • Emoglobinopatie, anemie, leucopenie, piastrinopenie • Immunodeficienze • Alterazioni funzionalita’ epatica e renale • Pregressa esposizione professionale a radiazioni ionizzanti, cancerogeni, mutageni, teratogeni • Terapie con farmaci antiblastici o radiazioni ionizzanti • atopia
CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI:sorveglianza sanitaria VISITE PERIODICHE • Annuali (classe A) • Triennali (classe B) • Immediate in caso di abnorme esposizione o sospette patologie professionali Studi citogenetici proponibili solo in situazioni eccezionali (abnorme esposizione accidentale, patologie di sospetta origine professionale)
PREVENZIONECentralizzazione delle strutture • CENTRALIZZATE impedire la diffusione di attività a rischio e realizzazione di risparmio economico • ISOLATE circoscritte e ben identificabili rispetto al restante ambiente sanitario • CHIUSE materiali depositati in un unico luogo, dal quale si possano recuperare con la garanzia di un rapido e totale smaltimento e del soddisfacimento dei criteri di prevenzione e di protezione ambientale • PROTETTE accesso al solo personale sanitario autorizzato • SEGNALATE con appositi segnali di rischio • Centralizzazione del personale • Oncologi medici, farmacisti, infermieri, tecnici di farmacia o di laboratorio, ausiliari, manutentori delle cappe e addetti alle pulizie
PREVENZIONE: caratteristiche dei locali • Immagazzinamento • Sistemi di aerazione e pavimenti in materiale plastico lavabile. • Preparazione • Pavimento e pareti rivestite da materiale plastico lavabile • Stanza in depressione rispetto all'esterno, in modo da evitare contaminazioni. • Porte di accesso con apertura verso l'esterno, per mantenere la depressione. • Sistema di esclusione a pulsante del condizionamento da azionare in caso di spandimenti di farmaci in polvere • Somministrazione • Sistemi di aerazione, pavimenti in materiale plastico lavabile e lavabo
MEZZI PROTETTIVI AMBIENTALI • Cappe • A flusso laminare verticale di classe II nella quale il flusso d'aria, diretto dall'alto verso il basso, stabilisce una barriera fra l’interno della cappa e l'operatore • Posizionate lontano da fonti di calore e correnti d'aria. • Alternativamente cappa chimica con aspirazione a piano verticale e scarico esterno dell'aria con filtro a carbone attivo e prefiltro meccanico • Dimensioni: larghezza fra 60 e 120 cm, volume 0.5 m3. • Dotate di lampada UV per garantire sterilità e degradazione molecolare dei residui accidentali dei farmaci fotosensibili.
MEZZI PROTETTIVI INDIVIDUALI • Guanti • Doppio paio da cambiare dopo 30 minuti e con lavaggio mani ad ogni ricambio. In latice di tipo chirurgico o in alternativa da laboratorio. • Camici • Monouso di tipo chirurgico a maniche lunghe con polsino a manicotto di elastico o maglia in T.N.T. (tessuto non tessuto), muniti di rinforzo anteriore e sugli avambracci. • Maschere ed occhiali protettivi • A conchiglia classe di protezione FFP2S, con omologazione europea EN 149. Occhiali dotati di protezione laterale.
TECNICHE DI LAVOROOperazioni di preparazione dei farmaci • Non bere, mangiare, fumare, truccarsi, masticare chewing-gum • Piano di lavoro lavato con ipoclorito di sodio all'inizio e al termine del lavoro. • Posizionare sotto cappa l'occorrente per la preparazione prima del lavoro • Effettuare la preparazione al centro della cappa. • Utilizzare siringhe con attacco Luer-Lock per impedire la nebulizzazione del farmaco al momento dell'estrazione dell'ago della siringa. • Apertura delle fiale dopo aver verificato che non sia rimasto liquido nella parte superiore e avvolgendo il collo della fiala con una garza sterile, mediante movimenti delle mani rivolti verso l'esterno. • Nella espulsione dell'aria dalla siringa e dosaggio del farmaco, proteggere l'ago con garza sterile. • Riempire il tubo di collegamento del deflussore, una volta applicato al flacone per fleboclisi, proteggendo con una garza sterile l'estremità a valle del tubo
Trasporto dei farmaci preparati • Su vassoi a bordi rialzati, in recipienti a tenuta per controllare eventuali fuoriuscite di citostatico in caso di cadute o versamenti accidentali. • Operazioni di somministrazione dei farmaci • Telino monouso impermeabile nella parte inferiore sotto il braccio del paziente per evitare spandimenti sulle superfici o sui letterecci. • Utilizzare deflussori dotati di un raccordo ad "Y". • Operazioni di manutenzione delle cappe e pulizia dei locali • Addetto dotato di tute monouso con cappuccio T.N.T, maschera facciale a cartuccia o con aspirazione forzata di aria filtrata su carbone, guanti , sovrascarpe monouso. • Filtro messo in sicurezza con sistema a doppio sacco, chiuso ermeticamente e inviato a smaltimento. • Guanti, sovrascarpe e tute in apposito sacco ed inviati allo smaltimento.
SMALTIMENTO • Materiali residui (mezzi protettivi individuali monouso, telini assorbenti monouso, bacinelle, garze, cotone, fiale, flaconi, siringhe, deflussori, raccordi) e i letterecci contaminati dagli escreti dei pazienti rifiuti speciali ospedalieri. • Poiché la termoossidazione può dare origine a derivati di combustione che conservano attività mutagena, va effettuato trattamento di inattivazione chimica prima dell'incenerimento, con ipoclorito di sodio, inattivatore generale • Urine dei pazienti inattivate prima dello smaltimento in quanto, specialmente nel caso dei pazienti urologici sottoposti ad instillazioni endovescicali, contengono elevate concentrazioni di principio attivo.